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5 - Doppio Whisky

Erano passate due settimane dalla cerimonia.
Jay e gli altri erano alla loro quarta esibizione. Ogni volta riuscivano a conquistare i giudici e Jay cominciava ad essere sempre più convinta che la finale non fosse un sogno poi così lontano.

Erano da poco scesi dal palco allestito in un albergo per l'occasione: "Grande, grande, grande!" Kate dette il cinque a Jay complimentandosi per la sua performance.

Emily entusiasta abbracciò Rob che subito bloccò l'euforia delle amiche: "Ragazze restiamo con i piedi per terra. Correte a cambiarvi perché stasera non abbiamo finito. Approfittiamo del fatto che ci siamo già esibiti per osservare gli altri. Dai su, di corsa. Altrimenti niente alcool stasera!"

"Ma quanto sei figo quando dai gli ordini Rob?" Jay canzonò l'amico. Avevano già parlato di come avrebbero trascorso la serata. Per la prima volta erano stati tra i primi ad esibirsi, ed insieme avevano deciso di concentrarsi sulle esibizioni degli altri concorrenti, per studiarle.

"Muoviti stronzetta, magari acchiappi un altro Vip stasera!"

Mentre Jay si allontanava non fece a meno di pensare a Jeffrey. Non lo aveva più rivisito da quella sera e non erano state poche le occasioni in cui gli avesse rivolto un pensiero.
Si affrettò a cambiarsi e a togliersi la parrucca.

'Sono sicuro che ci rincontreremo.'

Udì le parole dell'uomo nella sua testa e si sentì una sciocca. Pensò che Jeffrey si era soltanto divertito a tormentare una ragazza imbarazzata, ma non poteva fare a meno di sperare di rivederlo tra i tavoli ogni volta che si recavano in un hotel o in un ristorante per esibirsi.

"Ragazze voi avete finito?" domandò Jay raggiungendo Kate ed Emily.
"No, Jay. Emily si sta rifacendo il trucco e poi deve sistemarmi i capelli. Ci aspetti?"

"Sarà meglio che raggiunga Rob. O stasera lascerà a piedi tutte e tre per vendicarsi."

Jay salutò le amiche e raggiunse Rob nel grande salone che ospitava il palco.
Si presero da bere e si spostarono in disparte, su un lato della stanza, per guardare le performance dei loro avversari.
Erano lì da venti minuti quando Rob, scocciato, cominciò a chiedersi dove fossero finite le due amiche: "Non capisco perché ci mettono così tanto. Non me la raccontano giusta, io vado a controllare, tu mi aspetto qui?"

Jay annuì all'amico. Si stava guardando intorno per cercare un posto dove sedersi quando Jeffrey le si presentò davanti:
"Sei rimasta tutta sola, signorina Jay?"

Jay lo guardò domandandosi come facesse quell'uomo a sembrare sempre più bello. I primi bottoni della camicia bianca che indossava erano aperti, lasciando così intravedere la peluria sul suo petto abbronzato. L'abito grigio che portava sembrava cucito apposta per lui, si diceva Jay.
Per un breve istante aveva quasi stentato a riconoscerlo a causa della barba brizzolata che incorniciava il suo volto a dir poco perfetto.

"Buonasera Jeffrey." fu l'unica cosa che riuscì a dirgli.

Jeffrey fu felice del sorriso che la ragazza gli rivolse. Per un attimo aveva temuto che sarebbe fuggita via quando lo avrebbe rivisto.
Era da quando l'aveva vista sul palco, quella sera, che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

"Allora, sono dieci minuti che aspetto che il tuo amico si allontani. Posso offrirti quel whisky, ora?"

Jay continuava a sorridere e Jeff prese quel gesto come una risposta positiva.
Le prese il braccio e se lo portò sotto al suo, accompagnandola verso l'elegante scalinata che si trovava in fondo alla sala.
Mentre salivano i gradini Jay cercò di farsi forza; il tocco di Jeffrey le aveva di nuovo provocato quei brividi che l'avevano quasi spaventata l'ultima volta, ma questa sera non voleva lasciarsi sopraffare dalle emozioni.

Si ritrovarono in una grande stanza praticamente vuota. Una decina di tavolini erano ammucchiati su un lato, mentre in fondo alla sala un lungo bancone di legno scuro attirò l'attenzione di Jay.
Quando lo raggiunsero Jeffrey invitò Jay a sedersi su uno degli sgabelli, in pelle rossa, posizionati lungo il piano bar.
Jay si rese conto che, barman a parte, erano praticamente soli in quel posto.

"Cosa vi preparo signori?" Chiese l'uomo, con la camicia bianca, da dietro al bancone.

"Doppio whisky. Due. Senza ghiaccio, miracomando." Jeffrey strizzò l'occhio alla ragazza mentre pronunciava l'ultima frase.

"Allora signorina, vedo che la tua avventura continua. Vi ho visto sul palco prima, quasi non ti riconoscevo con quei capelli rossi. Ma devo ammettere che siete davvero bravi."

Jay arrossì, il pensiero che Jeff l'avesse vista praticamente mezza nuda e con quella parrucca, mentre cantava e ballava, la imbarazzò terribilmente.

"Grazie." riuscì a malapena a sillabare.

"Avrei voluto vederti prima, ero curioso di sentirti cantare. Ma sono stato in Canada per degli affari. Per fortuna avete superato i primi tre turni, altrimenti sarei venuto fin qui a vuoto stasera."

"Come fai a sapere che siamo al quarto turno?" Jay si chiedeva come facesse quell'uomo a sapere così tanto sul concorso.

"Ahahah! Vedo che hai mantenuto la promessa e non hai fatto ricerche, brava! Ti svelo un segreto, allora: la mia azienda finanzia, insieme ad altre, questo concorso. Insomma, mi piace tenere sotto controllo ciò per cui investo i miei soldi. E da quando ti ho incontrata ho un motivo in più per partecipare a queste serate."

Jeffrey le strizzò di nuovo l'occhio.
Jay si sentì nuovamente imbarazzata e si affrettò a rispondere dicendo la prima cosa che le passava per la testa: "Mantengo sempre le promesse."

"Ne terrò conto signorina."
L'uomo le lanciò un lungo sguardo, prima di afferrare i due bicchieri che il barista aveva appena servito. Porse uno dei due alla ragazza ed alzò il suo: "Al tuo futuro Jay."

Quel gesto la fece sorridere. Jay lo imitò prima di mandare giù un sorso di quell'invitante bevanda.

"Quel ragazzo ha continuato ad infastidirti?" chiese Jeff rompendo il silenzio.

"Mark? No, per fortuna. Non si è fatto più vivo dopo quella sera. Credo che non smetterò mai di ringraziarti per quello che hai fatto."

"Ho solo restituito un favore." replicò lui mandando giù un secondo sorso di whisky.

"Ed io ho solo restituito il portafogli ad un gentile sconosciuto. In realtà ti eri già sdebitato offrendomi la colazione. Semmai sono io quella che ti deve un favore."

Jeffrey decise di cogliere al volo l'occasione che la ragazza gli aveva praticamente servito:
"Bene signorina, se proprio insisti... So come puoi sdebitarti."

Jay guardò l'uomo passarsi la mano sotto il mento.

"Sono curiosa." Bevve un sorso e poi, con la mano destra, si portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. Quel whisky caldo che le raschiava la gola l'aveva aiutata a calmarsi.

"Vieni a cena con me e saremo pari."

"Avrei accettato anche se non fossi stata in debito." Le parole le uscirono spontaneamente dalla bocca. L'idea di andare a cena con Jeffrey le piaceva, quell'uomo le stava facendo provare sensazioni che non conosceva e uscire con lui le sembrava un'ottima idea, anche se un po' la spaventava.

"Eh-eh, bene signorina. Vorrà dire che giocherò la carta del favore che mi devi per una prossima volta." Jeffrey era incuriosito dalle risposte della ragazza che questa volta sembrava essere più sciolta. Lasciò sul bancone il suo bicchiere, ormai vuoto, e vi si poggiò col braccio, aspettando la sua replica.

"Colpa mia." Anche Jay lasciò il bicchiere vuoto per poi alzare le mani in segno di resa "Lo ammetto. Ho risposto d'impulso."

"Secondo me devo ringraziare il whisky." Jeff si accarezzò la barba divertito prima di fare un cenno al barman "Altri due, grazie."

"Se credi che l'alcool mi faccia qualche effetto ti sbagli. Ce ne vorranno almeno cinque o sei di questi prima che inizi a girarmi la testa." Jay mentì. Era abituata ai cocktail annacquati serviti nei locali che frequentava con Rob e gli altri. Quel whisky dal sapore forte, in realtà, cominciava a farla sentire su di giri.

"Ti ho già detto che sai come fare a pezzi un uomo? Speravo non dovessi ricorrere al whisky per farti girare la testa." azzardò lui.

"Non era quello che intendevo." Jay si sentì di nuovo avvampare, ma non voleva sembrare nuovamente una stupida ragazzina imbarazzata "Questa cena allora?"

Jeffrey stava per rispondergli quando, un uomo in smoking, con un cordless in mano, lo interruppe: "Signor Morgan?"

"Cosa c'è?" il suo tono spazientito non sfuggì a Jay.

"Sua moglie al telefono. Non riusciva a rintracciarla sul cellulare ed ha chiamato in reception. Pare sia urgente."

Jeffrey abbassò la testa e chiuse gli occhi. Tirò una boccata d'aria che poi buttò lentamente fuori per cercare di calmarsi. Quella donna gli avrebbe rovinato la serata, lo sapeva.

Quando alzò lo sguardo vide Jay allungarsi verso i bicchieri che il barman aveva appena posato: "Grazie per il whisky, signor Morgan." il tono della ragazza era decisamente cambiato, risultando fin troppo acido. Afferrò il bicchiere e si mise in piedi. "Le auguro una buona serata."

Mentre si allontanava Jay pensò a quanto fosse stata stupida ad illudersi. Quell'uomo aveva una moglie e perdeva del tempo con lei.
Mentre scendeva le scale sentiva la rabbia assalirla, doveva andare via da lì.

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