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1. Childhood

Dormii durante l'intero viaggio, o almeno, così mi spiegarono gli Uchiha.

I miei genitori restarono sull'uscio della porta, fra le lacrime ed i singhiozzi, preferirono non entrare per paura di ricadere in una crisi di pianto. Stentavano a credere a quello che stavano per fare.

Abbandonarmi.
Era l'unica cosa giusta da fare...

Ma d'altronde io ero solo un neonato all'ora, non potevo rendermi conto di quello che mi stava accadendo attorno.

Mia madre mi diede un bacio sulla guancia per poi salutarmi, dopodiché il silenzio venne spezzato da una voce rauca colma di tristezza.

"A presto, Naruto... Ti voglio bene..." disse fra i singhiozzi mio padre.

L'unica cosa che feci fu piangere, sentendo un forte rumore provocato dalla chiusura del portone d'ingresso.

Ovviamente non ricordo nulla di quel giorno.. Non sapevo ancora che da quel momento quella sarebbe stata la mia vera famiglia.

Naruto Uchiha. Ecco il mio nome.

Sono sempre vissuto con la convinzione che questo fosse il mio vero cognome, ma tutte le mie certezze vennero ribaltate al compimento dei miei diciott'anni.

E questo rese la mia vita un tantino complicata da questo punto di vista... ma di questo parlerò in seguito.

Gli Uchiha sono brave persone, amici stretti dei miei genitori.

Mikoto è la donna più premurosa e gentile di questo mondo, è una madre e una moglie perfetta. Capisco perchè Sasuke la ammiri così tanto...

Sasuke Uchiha.

Io avevo pochi mesi di vita quando i miei genitori mi portarono qui; gli Uchiha avevano già due figli : Sasuke e Itachi

Sasuke è il più piccolo dei due, un bravo ragazzo, è poco più alto di me. E di questo si è sempre vantato.

Fisicamente è proprio bello... alto, slanciato, capelli neri con leggeri riflessi blu che fanno risaltare i suoi occhi.

Davvero un bel ragazzo...

Poi c'è Itachi Uchiha, nostro fratello maggiore. Ha cinque anni di differenza da Sasuke, da piccolo sognava spesso di diventare un artista, perciò sin da bambino era fissato sul fatto di frequentare, in futuro, il liceo artistico.
E così fece.

Infine c'è Fugaku Uchiha, padre di famiglia ed ottimo cuoco, gestisce un famoso ristorante in centro città, quindi lo vediamo molto di rado.

• • •

Gli Uchiha abitano in una piccola casetta ai margini della città di Konoha, sulle sponde del fiume.
È abbastanza isolata dal centro urbano, ma bastano quindici minuti di macchina per arrivare in centro.

È molto carina, sia esteriormente che internamente: oltre ad essere, appunto, affacciata sul fiume, è contornata anche da immensi prati ed orticelli, tutti collegati da stretti sentieri sterrati percorribili sia a piedi che in bicicletta.

In primavera è bellissimo tornare a casa da scuola e vedere tutti i ciliegi in fiore sulle sponde dei sentieri, che coprono questi ultimi con petali di fiori color rosa pastello.

Io e Sasuke eravamo soliti passare il nostro tempo a correre spensierati per i campi, tutti i pomeriggi dopo scuola.

In particolare ci piaceva restare sotto un preciso ciliegio posto ai margini del fiume a giocare, era come il nostro piccolo posto segreto.

Lo trovo un posticino molto rilassante, lo scroscio dell'acqua è piacevole da ascoltare ed accompagna alla perfezione la lettura dei miei manga preferiti.

• • •

Mi sono sempre chiesto come sia possibile che tutti i membri della famiglia abbiano i capelli neri.....

...tranne me, che sono biondo.

Ma da bambino non facevo molto caso a queste differenze. Ma d'altra parte da bambino non facevo caso a molte cose.

Come per esempio alle mie profonde cicatrici che avevo ben marcate sulle guance.

Beh, ci sono tante teorie su come io me le sia procurate...

Una di queste per esempio potrebbe essere legata al fatto che un giorno, all'età di cinque anni circa, giocando ad "acchiapparello" con Sasuke io sia scivolato accidentalmente a causa di una storta e sia caduto in un cespuglio di rovi che non solo mi graffiarono gambe e braccia, ma anche il viso.

Oppure un'altra di queste interessanti teorie potrebbe essere legata al fatto che una sera (avevo circa quattro anni) io, Sasuke ed Itachi volevamo improvvisarci piccoli cuochi, dato che quel giorno nostro padre ci aveva portati con sè al ristorante e ci aveva mostrato le basi del suo mestiere.

Itachi voleva a tutti i costi preparare la minestra quella sera, così dato che eravamo troppo bassi per arrivare al lavello per riempire la pentola d'acqua mi chiese di passargli la bottiglia di vetro che si trovava sul tavolo.

Fatto sta che io cercai di prenderla, ma dato che per farlo mi ero arrampicato sulla sedia, quando presi la bottiglia persi l'equilibrio per il peso di questa e mi ribaltai dalla sedia, finendo per terra in mezzo a tutte le schegge di vetro causate dalla rottura, appunto, della bottiglia... la quale potrebbe avermi causato le cicatrici sulle guance.

Una terza possibile teoria è legata a quando io e Sasuke stavamo immaginando di essere supereroi: Sasuke si era improvvisato Wolverine, aveva rubato dal cassetto degli attrezzi del fil di ferro che usò a mo' di artigli.

Indovinate cosa accadde successivamente?

Per sbaglio mentre giocavamo mi graffiò in viso e per poco mia madre non chiamò l'ambulanza.

Tornando al discorso che da bambino non facevo caso a molte cose...

Mi ricordo benissimo di quando io ed i miei due fratelli ci divertivamo a fare giochi di ruolo, dove io e Sasuke immaginavamo di essere rispettivamente la madre ed il padre, Itachi fingeva di essere nostro figlio.

Non mi divertiva particolarmente essere sempre la madre, perchè in casa viceva la regola del "se sei più grande allora hai più potere decisionale su un membro più piccolo".

Ed il più piccolo in casa ero io, perciò dovevo subire quasi sempre e non avevo mai la possibilità di scegliere.

Anche se non era uno fra i miei ruoli preferiti, certe volte riuscivo ad immedesimarmi e a calarmi nella parte talmente bene che perfino Itachi, a volte, sembrava intimorito dai miei rimproveri.

Il che era alquanto curioso, dato che lui era il maggiore... eppure voleva sempre fingersi nostro figlio. Disprezzava parecchio la parola "adulto".

Questi giochi di ruolo venivano presi molto seriamente da noi bambini...
Anche Sasuke sapeva bene calarsi nel personaggio, e si rivelò un padre quasi perfetto.

Molte volte, presi dalla foga, ci ritrovavamo perfino a baciarci...

Sasuke la maggior parte delle volte si imbarazzava e si irrigidiva; non sembrava molto a suo agio in queste situazioni.

A me non creava problemi, non lo trovavo un gesto così strano...

È anche da lì che ho capito di essere... beh, questo ve lo racconterò in seguito.

Ma questi erano ancora gli anni spensierati della mia vita, i problemi effettivi iniziarono con l'inizio della scuola.

Io e Sasuke, nonostante avessimo quasi un anno preciso di differenza, ci ritrovammo nella stessa classe, poichè nostra madre volle a tutti i costi far sì che seguissimo di pari passo il programma.

Dato che siamo nati entrambi a gennaio (Sasuke il cinque gennaio del duemila, io il dieci gennaio duemilauno) nostra madre chiese il consenso per mandarmi nella stessa classe di mio fratello.
Non ci furono problemi.

Il primo giorno di scuola fu drammatico dal mio punto di vista...

Fortunatamente Sasuke mi aiutò molto in quella situazione a mantenere la calma e non ricadere nel panico.

D'altra parte non seppi contenere al massimo le emozioni e finii per piangere spaventato.

Così fu la situazione per i primi tre/quattro giorni, poi riuscii ad integrarmi bene e grazie anche all'appoggio di mio fratello, che non mi abbandonava nemmeno un istante, in fondo la scuola non mi sembrò così terribile.

Anche in questo caso ero il più piccolo, e per mia sfortuna anche a scuola viceva la legge del "se sei più grande allora hai più potere decisionale" e spesso durante l'intervallo o la mensa venivo messo in disparte o chiamato a fare i ruoli più noiosi nei giochi di ruolo scolastici.

Ma in fondo la scuola cominciava a piacermi.

Ogni pomeriggio, alle quattro precise, la campanella segnava la fine di una faticosa giornata di scuola, finalmente liberi.

Usciti da scuola io e Sasuke percorrevamo a piedi il sentiero che passava per i campi, ci mettevamo circa venti minuti per tornare a casa.

Ma essendo in compagnia non c'era la possibilità di annoiarsi.

Tutto ciò fu in un certo senso ripetitivo, per i primi quattro anni di elementari.

Non ero di certo una mente "brillante", mio fratello andava molto meglio a scuola rispetto a me, i suoi voti erano decisamente migliori.

Oserei dire che Sasuke era il più bravo della classe.

Per questo si era creato anche un paio di rivali, che volevano a tutti i costi "batterlo" e dimostrarsi migliori.

Non ci riuscirono mai.

Beh, in quinta un avvenimento particolare cambiò drasticamente il mio andamento scolastico ed il mio umore, che calarono entrambi fino a toccare livelli davvero davvero bassi...

Durante la pausa, una mattina, io ed i miei compagni di classe decidemmo di fare l'ennesimo gioco di ruolo.

Dovevo fingermi uno sposo...

Chiedemmo a tutte le nostre compagne se gentilmente avessero potuto giocare con noi per impersonare la sposa, ma nessuna accettò.

E mi sentii sollevato di questo.

Allora senza pensarci dissi a sproposito una frase... che mi rovinò tutto l'anno della quinta..

"Preferisco che faccia uno di noi la sposa,"

Fin qui poteva anche andar bene...

Perchè non sei stato zitto Naruto?

"non mi piacciono le ragazze"

SPAZIO AUTORI

Ciao gente! Siamo un ragazzo ed una ragazza molto gioiosi e felici che hanno appena finito dopo infiniti sforzi ed infinite fatiche il primo capitolo! Yaaay

*si rende conto di quello che ha scritto*

Siamo due orsi bipolari*

Adesso va meglio.

Grazie mille per la lettura, continuate a seguirci che usciranno presto nuovi capitoli ^^

A prestooo *agitano la zampa*

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