44 - Angelo tra arcangeli
Al solo pensiero di incontrare gli altri arcangeli sentii tutti i miei muscoli irrigidirsi dalla tensione. L'idea mi imbarazzava tantissimo, ma se volevo essere la compagna di Uriel non potevo di certo lasciarmi spaventare da così poco.
«Ehm, va bene... spero solo che non rimangano delusi» accettai a testa bassa.
Lui era molto più fiducioso di me. La sua espressione preoccupata per la mia reazione si tramutò subito in un sorriso bellissimo. «Questo è impossibile».
Per me non era facile essere così ottimista. «Tra quanto verranno?».
«Non appena saranno liberi tutti e tre. Verrà anche Raphael, un momento del genere non si ripeterà tanto facilmente».
Meglio per me, perché mi sentivo già tesa come una corda di violino.
Ci vollero ore prima che gli arcangeli riuscissero a raggiungerci, e per tutto quel tempo restammo ad attenderli sulla riva del fiume, senza che riuscissi mai a calmarmi. Infine, quando Uriel mi disse che stavano arrivando, mi sentii così agitata da mettermi a tremare.
Lui se ne accorse subito. «Ehi, cerca di stare tranquilla, non hai motivo di preoccuparti tanto».
«Certo che ne ho! Loro sono... anzi, siete le personalità più importanti di questo mondo!».
...E stavano venendo lì per conoscere me. Cos'avrebbero pensato di una ragazzina che aveva la presunzione di voler stare con uno di loro? Non mi ero mai sentita così infima in tutta la mia vita...
Raphael comparve davanti a noi prima ancora che Uriel trovasse le parole per rispondermi. Si guardarono in silenzio, apparendomi molto più simili di come erano un tempo, poi Raphael si volse verso di me e notò immediatamente la mia agitazione. Stavolta era dovuta soprattutto agli arcangeli anziani che non avevo mai incontrato, e lui lo sapeva perfettamente.
«Guardami, Azalee». Aveva sempre avuto una voce calda e rassicurante.
Obbedii, ma non riuscii a sostenere il suo sguardo dorato per più di qualche secondo. Mi sembrava di fargli un affronto.
«Ormai sei abituata ai nostri occhi, non è vero?» insisté.
«Certamente».
«Allora guardami come fai con Uriel».
La faceva facile, lui. Tentai di calmarmi con un lungo respiro e poi rialzai lo sguardo sull'Arcangelo dell'Est, che attendeva in silenzio. Ora che sapevo di poterlo fare, in effetti, era più facile.
«Hai visto? Non succede nulla».
Mi stupì con un leggerissimo sorriso. Mai, nella mia vita, mi sarei aspettata di veder sorridere l'Arcangelo Raphael, né tantomeno mi aspettavo che avrebbe cercato di tranquillizzarmi per l'arrivo di Michael e Gabriel.
«Non hai motivo di abbassare lo sguardo, nemmeno con gli altri. Ora sai che siamo tutti normali angeli e di certo non potremmo mai farti del male».
«E' che... ho paura che rimangano delusi» dovetti ammettere.
Raphael parve sorpreso. «Non puoi deludere nessuno, le tue scelte parlano al tuo posto».
«Le mie scelte?».
«Già. Devi sapere che ho parlato di te con gli altri arcangeli fin da quando voi due eravate molto piccoli. Per noi eri una tale novità che siamo stati molto preoccupati, ma anche molto felici per quello che riuscivi a fare per Uriel. Lo hai accettato per ciò che era, gli hai voluto bene, hai continuato a cercarlo anche quando tentava di allontanarti e ora hai deciso di restargli accanto nonostante le difficoltà che vi aspettano. Siamo tutti felici di sapere che una ragazza come te è accanto a uno di noi».
Si girò verso il suo protetto, che sembrava sorpreso quanto me dalle sue affermazioni. Io ne ero anche imbarazzata, ma soprattutto lusingata. Ero convinta di essere stata solo un fastidio, per Raphael, e invece... ogni volta che da piccoli ci trovava a chiacchierare, o quando insistevo per restargli accanto anche se aveva ferite che avrebbero fatto impressione a qualunque bambina... ora capivo che Raphael, in realtà, era sempre stato felice di sapermi lì con lui. Tutti e tre lo erano, perché tra gli arcangeli c'era il grandissimo affetto reciproco degno di una famiglia umana, che nessun altro angelo avrebbe mai potuto comprendere appieno.
Arrivarono anche Michael e Gabriel. Non riuscii a restare tranquilla, ma le frasi di Raphael mi avevano rassicurata abbastanza da permettermi di non abbassare lo sguardo, nemmeno quando fu chiaro che quei due mi stavano studiando. Chissà quanto erano potenti degli arcangeli così anziani... non potei fare a meno di pensare che un giorno Uriel sarebbe diventato proprio come loro. Anzi, perfino più potente.
«Sai che il giuramento è solo l'inizio, vero?».
Michael mi scrutava. Tra i quattro, era lui a mostrare il carattere più duro, ma in realtà mi sembrava solo il più ansioso.
«Lo so, la parte difficile arriverà dopo». Uriel me lo aveva ripetuto fino alla nausea.
«Esatto. Tienilo sempre a mente, o rischierai di non essere pronta ad affrontare ciò che ti aspetta. Sarà molto difficile, te lo assicuro».
«Lo so».
Anche l'arcangelo Gabriel si avvicinò a noi, così mi ritrovai al cospetto dell'autorità indiscussa del mio mondo, ormai molto anziano eppure infinitamente potente. Chissà come dovevano sentirsi gli angeli del Nord, quando si trovavano faccia a faccia con un essere così superiore a loro...
Gabriel, adesso, stava proseguendo il discorso del suo protetto per eccellenza, ma lui sembrava avere un'indole molto più pacata di Michael. Tra i tre, forse, era il più simile ad Uriel.
«Ricordate di affrontare i problemi che verranno uno alla volta, e se ne avrete bisogno non esitate a chiedere il nostro aiuto».
«Lo farò di certo, ti ringrazio». Perfino Uriel gli parlava con una certa deferenza.
L'arcangelo Gabriel annuì, poi tutti convennero che era il momento di lasciarci.
Se ne andarono uno dopo l'altro, fino a che Uriel ed io non restammo di nuovo soli e potei tirare un sospiro di sollievo.
«Mi dispiace di averti sottoposta a questo stress» si scusò non appena se ne furono andati.
Poi mi strinse forte, in quel modo che riusciva a farmi riprendere da qualunque brutta esperienza.
«Non preoccuparti. Mi sono sembrati gentili».
«Lo sono. Adesso sei più tranquilla?».
«Sì. E sono felice di sapere che con te ci sono loro, siete come... una famiglia».
Uriel convenne con un bellissimo sorriso. «Sì, è un termine piuttosto appropriato. Ora però non pensiamoci più. Vieni».
Prese la mia mano e mi condusse alla riva del fiume, facendomi sedere sui primi sassi asciutti proprio accanto a lui.
«Sai? Il giuramento ha anche dei lati positivi. Ci sono tante cose che ho sempre desiderato raccontarti e tante domande a cui potrò finalmente risponderti».
Non riuscii a trattenere un sorriso gioioso. «Lo so. Aspettavo questo momento con ansia».
Per ore ed ore restammo lì seduti insieme, a svelare finalmente interi anni di segreti e silenzi. Tutti gli episodi più importanti della sua crescita, tutte le spiegazioni di cui avrei avuto bisogno quando da piccola lo vedevo tornare ferito... Tutto.
Da quel momento, tra di noi non ci furono più segreti.
*
Non dovetti attendere molto altro tempo prima che Uriel riuscisse a portarmi con sé nel mondo umano. Qualche giorno dopo il giuramento mi disse all'improvviso di doversi assentare per un po', e mentre lo salutavo - convinta che andasse via da solo come in tutti i suoi compiti più veloci - mi porse la mano con quel bel sorriso che adoravo tanto.
«Se ti va... questa volta puoi venire con me».
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