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43 - Giuramento

Passarono alcune settimane bellissime, nelle quali l'unica nota triste fu l'assenza di Abel. Quando Uriel si assentava andavo a trovare i miei amici, soprattutto Miriam, anche se lui mi mancava sempre moltissimo. A volte stava via per un'ora, altre per un intero pomeriggio. Spesso tornava affaticato, ma mai ferito, e poco per volta iniziai a sentirmi meno in ansia per le sue partenze. Almeno fino al giorno in cui mi comunicò, con l'espressione un po' preoccupata, di dover stare via l'indomani per almeno ventiquattro ore. Aveva già immaginato la mia reazione.

«Fammi venire con te, ti prego. Non voglio starti lontana così a lungo!».

«Meglio di no» si rifiutò, voltandosi per allontanarsi.

Eravamo al centro di un grande spiazzo d'erba rigogliosa, a qualche ora di volo dalle nostre rocce. Lo raggiunsi a grandi passi e lo costrinsi a girarsi.

«Perché no? Hai detto che avrei potuto farlo».

«Perché ti serve altro tempo per essere sicura della tua scelta».

«Ma io ne sono più che sicura» insistei, esasperata.

«Non è così semplice».

«Allora dimmi qual è il problema!».

Non mi rispose. Accidenti, perché continuava a tenere le sue preoccupazioni per sé?

«Sei preoccupato per come potrei comportarmi?» tirai a indovinare, costretta a non alzare i toni anche se lo avrei voluto.

«Se lo fossi non ti avrei nemmeno dato il permesso».

«Ma qualcosa ti preoccupa. Dimmi cosa non va, ti prego. Riguarda anche me!».

Finalmente riuscii a farlo reagire. Si avvicinò a me e strinse le mie spalle, teso.

«D'accordo, ecco qual è il problema: se ora vieni con me... supererai un punto di non ritorno. Se dopo ti penti di averlo fatto non potrai semplicemente iniziare una nuova vita da zero. La notizia si spargerà a macchia d'olio non appena ti vedranno viaggiare con me, tutto l'Ovest saprà chi sei. Sarai etichettata per sempre come un angelo da cui stare alla larga».

«E credi che me ne importi qualcosa?».

«Ora forse no, ma potresti cambiare idea molto presto. E non è tutto... Sai che le questioni dei miei protetti devono restare segrete, vero?».

«Certo, c'ero anche io quando Abel ti riempiva di domande a cui non potevi rispondere».

«Esatto, sarà esattamente così. Verrai a conoscenza di fatti incredibili di cui non potrai mai parlare con nessuno e per assicurarmi che tu non lo faccia, stavolta, non basterà una promessa. Anche se mi fido di te, sono costretto a farti fare un giuramento».

Restai spiazzata per qualche secondo. Si diceva che un giuramento con un arcangelo fosse come un patto col diavolo: era impossibile venirne meno, anche contro la propria volontà. Non riuscii a nascondere la paura a quell'idea, ma durò solo un secondo. Ero dispostissima a farlo.

«Allora fammi giurare».

«No».

Mi diede le spalle, e io non sapevo fino a che punto avrei potuto insistere senza mancargli di rispetto. Ecco, questo era frustrante... avrei impiegato anni per imparare a riconoscere quel limite.

«Allora cosa devo fare per venire con te?».

Aveva detto che avrei scelto io, ma non mi stava permettendo di farlo. Cos'avrei fatto se all'improvviso fosse dovuto partire per un lungo periodo e avesse continuato ad opporsi senza lasciarmi scelta? Non avrei sopportato di perderlo di nuovo.

Uriel cambiò atteggiamento proprio quando iniziai a sentirmi in trappola, forse perché aveva percepito il mio panico. Mi venne vicino e prese il mio viso tra le grandi mani.

«Calmati, Azalee. Non voglio impedirti di seguirmi, voglio solo che aspetti ancora un po'. Ci sono ancora troppe cose a cui devi abituarti prima di fare un passo così grande: a stare lontana dagli altri angeli, a vedere la mia freddezza ogni volta che incontriamo qualcuno, a ...sentire questa frustrazione ad ogni nostra discussione. E potrei continuare. Per favore, aspetta ancora un mese. Se tra un mese vorrai ancora stare con me, ti prometto che faremo il giuramento, d'accordo?».

I suoi occhi sembrarono pregarmi di accettare, come se avessi davvero potuto impormi su di lui...

Sospirai, premendo la guancia sulla sua mano che ancora accarezzava il mio viso. «Credi davvero che potrei ancora decidere di andare via?» mi rassegnai.

Mi fece un sorriso colpevole. «E' quello che spero. Renderebbe la tua vita molto migliore di così».

Proprio non riusciva ad abbandonare la pazza idea che lo aveva portato a nascondermi i suoi sentimenti...

«Un mese» accettai. «Mi auguro che non dovrai stare via troppo a lungo, nel frattempo».

«Me lo auguro anch'io, devi credermi».

Avvicinò il viso a mio, fronte contro fronte, con quella sua dolcezza che avevo amato fin dai nostri primi giorni insieme. Ma stavolta non riuscii a godere della sua vicinanza. Sarebbe stato un mese molto lungo.

*

Uriel restò nel mondo umano ben più di ventiquattro ore, e mi mancò terribilmente. Fortunatamente, nelle settimane a venire non ci furono altri viaggi così lunghi e il periodo stabilito passò senza altri intoppi.

Nel corso di quel mese i miei sentimenti per lui crebbero e la mia determinazione con loro. Trovai anche un modo utile per impegnare il tempo in sua assenza: mi feci insegnare a scrivere dagli amici di Abel, scoprendo di avere una buona predisposizione grazie alla pratica che lui faceva spesso in mia presenza. Ottenni anche di farmi insegnare da Uriel le conoscenze basilari del mondo umano, il tutto per essere pronta a visibilizzarmi senza rischiare di insospettire qualche umano con la mia ignoranza.

La mattina dell'ultimo giorno di quel lungo mese, trovai Uriel già in piedi. Fissava la corrente del fiume, immobile.

«E' oggi! Il mese è passato!».

Erano due giorni che non facevo altro che parlarne. Lui sorrise al mio entusiasmo, senza però riuscire a nascondere la preoccupazione.

«E' oggi» mi confermò. «Sei ancora certa di volerlo fare?».

«Certo. Fammi giurare, ho aspettato abbastanza».

Un lungo sospiro. Ultimamente lo facevo sospirare spesso.

«D'accordo. Vieni qui».

Feci come mi aveva detto, emozionata tanto per il giuramento quanto per ciò che avrebbe comportato. Uriel prese le mie mani in silenzio, sfiorando i miei palmi con preoccupata dolcezza. Poi, finalmente, si arrese a cominciare. Mi chiese di ripetere delle frasi in cui giuravo di non rivelare nulla di ciò che scoprivo sui suoi protetti, per nessun motivo, in nessun caso. Ripetei le sue parole con più chiarezza possibile e alla fine vidi i nostri corpi illuminarsi e... scaldarsi. Non avevo mai sentito il calore in forma angelica, chissà quanta energia stava attraversando i nostri corpi in quel momento... Durò solo pochi secondi. Quando la luce diminuì, mi sembrò che una parte di me fosse diventata più pesante. Le voci che giravano erano vere, sentivo di non avere più modo di andare contro ciò che avevo giurato, nemmeno volendo.

«Stai bene?» si preoccupò, sfiorando il mio viso per farsi guardare.

«Sì, tutto ok».

Uriel annuì appena, stringendomi in un abbraccio serrato e pieno d'apprensione.

«Ricorda che il giuramento non ti costringe in alcun modo a seguirmi. Se quando sarà il momento non te la sentirai, potrai lasciar perdere o anche solo rimandare al futuro. Nessuno saprà mai nulla, se non sarai tu a raccontarglielo».

«Oh, Uriel, ti è così difficile accettare che voglio stare con te?» ribattei esasperata.

Riuscii a scorgere sul suo volto, nonostante mi stringesse ancora, un sorriso tirato. «Non proprio, ma non capisco come tu possa non aver paura per il tuo futuro».

«L'unico futuro che mi spaventa è quello senza di te. Non ho più paura, ora che so che mi vuoi ancora bene».

«Io ti amo» precisò, sciogliendo l'abbraccio per sfiorare le mie guance con i polpastrelli. Era indescrivibile ciò che provavo quando gli sentivo pronunciare quelle parole. «...E ti dedicherei con gioia ogni momento libero della mia vita anche senza che rovini la tua».

«Col passare del tempo la voce si spargerebbe in ogni caso, e comunque non mi basta, voglio essere la tua compagna».

Sapevo di non avere il diritto di impuntarmi così, vista la situazione attuale, ma lo desideravo più di ogni altra cosa al mondo e volevo che Uriel lo capisse.

Lui fece un sorriso amaro. «Non sei nemmeno innamorata di me».

Stavolta dovetti incassare il colpo in silenzio. Che altro potevo aspettarmi? Provavo sentimenti contrastanti... ma l'enorme vuoto che Abel aveva lasciato nel mio cuore non poteva essere riempito nel giro di pochi giorni.

«Scusami. Non era una critica» si pentì quando percepì il mio senso di colpa. «Posso immaginare quanto sia dura, per te, in questo momento. Solo... rifletti bene sulle conseguenze delle tue scelte, perché io mi fido di te e ti asseconderò sempre».

Non riuscivo più nemmeno a guardarlo, mi vergognavo troppo. «Lo farò, Uriel. Te lo prometto».

Nessuno dei due aggiunse altro. Uriel sembrò riuscire a riprendersi dalla discussione solo diversi minuti dopo, quando si mise a sedere composto con un lungo sospiro. Uno di quelli che di solito preannunciavano un nuovo problema...

«C'è una cosa che vorrei chiederti, anche se forse non ti farà piacere». Appunto. «Visto che d'ora in poi mi accompagnerai, gli arcangeli più anziani vorrebbero conoscerti. Saresti disposta... ad incontrarli?». 

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