Sei anni dopo

Harry's POV

"Harry! Oddio se sono stufa! Puoi darmi una mano magari?"

"Arrivo! Finisco questa partita e arrivo."

"VAFFANCULO!"

"Ti voglio bene anche io tesoro." Sorrido sarcastico mentre lei passa facendomi un dito medio.

I suoi occhi nocciola mi trapassano l'anima e per un attimo mi viene quasi da credere sia seria ma quando scuote la testa rossa e sorride, ricambio il suo sguardo e mi alzo dal divano per andare ad abbracciarla.

"Che c'è Meredith?"

"Come stai Harry?"

"Sto bene."

"Non è necessario noi ci andiamo, ci sarà anche lei, anzi loro, e lo sai."

"Sì che lo so ma dobbiamo, non posso fare una cosa del genere ad Ada e Chad, sono miei amici, non posso declinare l'invito al matrimonio."

"Sai tu ciò che è giusto."

"Sei sicuro invece che a te vada? Non è che magari-"

"Se mi dessi una mano con il vestito da indossare di sicuro mi aiuteresti."

"Meredith è solo un matrimonio."

"Oh andiamo! Sono una donna! Non posso mica risolvermela con giacca e cravatta!"

"Allora metti il vestito blu notte, ti starà un incanto."

"L'ho messo alla serata di beneficienza, mi hanno già vista tutti."

"Metti quello giallo."

"Sei impazzito per caso? Lei sarà di sicuro stupenda ed io-" Interrompo la sua crisi isterica.

"Lei chi Meredith?"

"Venus, sarà magnifica come sempre."

"E quindi?"

"Ed io vorrei essere anche solo una sua unghia. Di sicuro parlerà malissimo di me se metto qualcosa di brutto."

"Venus non è affatto quel tipo di persona, non preoccuparti. E poi non c'è alcun tipo di confronto o sfida o come la vuoi chiamare tra voi due. Tu sei la mia fidanzata Meredith, è con te che vado a quel matrimonio."

"Questo non risolve le cose."

"Cazzo speravo di scamparla così."

"Dovrai accompagnarmi a fare shopping signor Styles."

"No dai Meredith, ti chiamo qualche sarto o cose del genere ma ti prego niente shopping, tu sei ossessiva."

"Beh se mi chiami il sarto di Louis Vuitton, solo in quel caso potrei cedere."

"Consideralo già fatto Meredith Buffet."

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"Come mi sta il vestito?"

"Benissimo Meredith, come l'ultima volta che ti sei guardata allo specchio prima di arrivare in Chiesa."

"Tu che fai la saluti? Dobbiamo salutarci? Ci presenterà Ada?"

"Ma non lo so, stai calma." Cerco di tranquillizzare l'uragano che ho al mio fianco e provo a trasmetterle un po' di sicurezza stringendole la vita.

Siamo arrivati in ritardo in Chiesa e stando negli ultimi posti non abbiamo avuto modo di intravedere Venus e la sua famiglia, non ancora almeno. Mi sono già fermato per salutare David e Katie che ho intravisto prima e ho constatato che i segni del tempo si fanno notare su quei due. Beh ormai si notano anche su di me, ho trentasette anni, sono un vecchio pure io.

"Harry! Meredith! Come sono felice che siate qui!" Ci viene incontro la spagnola caliente.

"Ada! E come ce lo saremmo potuti perdere?" Le due donne si stringono forte mentre io e Chad ci salutiamo sorridenti con delle pacche.

"Ti sei rovinato amico! Ti sei lasciato convincere." Chad ridacchia ed io approfitto della battuta per fare gli auguri ai novelli sposi.

"E tu invece? Quando ti convinci a sposartela? È una ragazza d'oro Harry, non fartela scappare."

"Ma che ne capisce lui di ragazze d'oro, è un bimbo, ci manca solo che si mette a scarabocchiare il tovagliolo a pranzo." Beverly Thompson, la sua acidità ed il suo calice di champagne si avvicinano, Lucas Jenkins dietro di lei è al telefono invece.

"Beverly, speravo di non incontrarti almeno questa volta."

"E invece, ti tocca." Poi entrambi ci distendiamo in un sorriso e ci salutiamo calorosamente fino a quando finalmente non la vedo.

Venus Giove è splendida, come sempre e come aveva previsto Meredith. Indossa una tuta che è scollata sul seno, ingrossato dopo la gravidanza. Le sue forme più floride da donna la rendono davvero perfetta e i capelli che hanno abbandonato le tinte e sono nuovamente biondi le accarezzano le spalle e presentano la sua imperturbabile frangetta. È chinata e rincorre un bambino anzi, suo figlio che invece viene verso di noi.

"EDWARD! GUARDA CHE SE NON STAI BUONO È LA VOLTA CHE LE PRENDI!" Grida poi infatti e il bimbo si rintana dietro la gonna di Ada.

"Zia Ada, mamma vuole picchiarmi."

"Ma lascia stare, vieni qui principino." Lo prende in braccio e lo coccola stando attenta a non sgualcire troppo il vestito.

"Scusate ragazzi." Ci viene ancora incontro la top model fino a quando non si accorge anche di me.

"Oh Harry! Ci sei anche tu!" Esclama in un sorriso falso e tiratissimo.

"Ada e Chad sono miei amici."

"Certo, certo. Come va a Los Angeles?"

"Tutto bene, lei è Meredith, la mia fidanzata." Le due si presentano e la rossa dopo averla vista come una madre normalissima sembra un po' più rilassata.

"Sei molto bella Meredith anche se non so molto di te, non abbiamo mai avuto modo di conoscerci. Le mie amiche però dicono tu sia squisita e io gli credo."

"Grazie signorina Giove io invece le devo dire che dal vivo è ancora più bella che sulle copertine." Lei ridacchia.

"Oh ma non darmi del lei! E comunque questo è impossibile, mi photoshoppano sulle copertine. Ah, la peste che rincorrevo è mio figlio, Edward vieni qui, presentati agli amici di mamma."

Il bimbo scende dalle braccia di quella che chiama zia e mi si avvicina. Ha i capelli ricciolini e biondi come quelli di sua madre e due occhioni verdi, indubbiamente è molto bello e non ci si aspettava qualcosa di diverso dato che è figlio di Venus Giove.

"Sono Edward Sullivan, ho sei anni, quasi sette e vengo da San Francisco." Mi porge la manina.

"Ciao, io sono Harry Styles, ho trentasette anni e vengo da Redditch." Ricambio.

"Ed io sono Meredith Buffet, ho ventisei anni e vengo da Los Angeles." Si presenta anche la mia fidanzata sorridendogli.

"Dov'è Redditch?" Mi chiede poi con un cipiglio sul volto.

"È vicino Londra."

"Dove abitano i nonni?"

"Sì, credo di sì."

"Mh, okay. Papà posso tornare a giocare?"

"Va pure Ed." Il bimbo sfreccia mentre Arthur Sullivan che nel frattempo ha circondato la sua compagna come a marchiare il territorio, mi lancia un'occhiata carica d'astio. Capito? Lui a me.

Che inizi il matrimonio più lungo della mia vita.