28. Nulla in cambio
L'odore della cena si espande per tutta la casa mentre io continuo a schematizzare l'argomento di letteratura russa nonostante io sia sfinita di ripetere e sono consapevole di essere già preparata al meglio. Un bussare leggero si infrange contro la porta dello studio e la testa di Harry fa capolino.
"Ho finito. Quando vuoi possiamo cenare." Mi sorride e lo imito dicendogli di aspettare solo altri cinque minuti.
Vivere con Harry non è facile, non abbiamo gli stessi interessi e spesso litighiamo perché il mio è un lavoro che richiede silenzio e concentrazione mentre il suo è molto rumoroso, nonostante ciò cerchiamo in ogni modo di venirci incontro e ne vediamo i risultati. Andare a dormire insieme e svegliarsi per fare ancora colazione insieme è la sensazione migliore che ho mai provato, a volte capita anche mi accompagni in Università o che io lo vada a riprendere dallo studio, insomma abbiamo imparato a condividere la nostra quotidianità e ci riesce così bene che spesso abbiamo ospitato anche altra gente come mia madre e David, sua madre e Gemma, e anche qualche nostro amico dall'Inghilterra.
Ormai è novembre e il tempo è orribile là fuori. Siamo rintanati in casa e per quanto io ne sia abituata data la mia carriera universitaria, Harry non lo è affatto e purtroppo mi fa sentire tutto il suo nervosismo e il suo malumore in generale.
"Ti sei ripreso?" Gli chiedo addentando il mio filetto.
"Mi sembra sia arrabbiata tu adesso, Venus."
"Non sono arrabbiata Harry ma non ti capisco."
"Certo che no, tu sei un topo da biblioteca."
"Beh ultimamente avevo preso nuove abitudini tra le sfilate, i paparazzi, te e i miei amici qui a Roma."
"Io sono dodici anni invece che vivo in modo frenetico, mi pesa starmene qui chiuso in casa con un vegetale che non mette il naso fuori dalla stanza."
"Scusami tanto Harry, se vuoi posso lasciare l'Università."
"Sarebbe un'idea."
"Ma che coglione."
"E parla inglese."
"HO DETTO MA CHE COGLIONE."
"Ecco, passiamo subito agli insulti, io provo a parlare con te, ad aprirmi, ma niente. Tu sai solo offendermi."
"Perché tu Harry Edward Styles non hai ancora capito che il mondo non gira intorno a te! Non è colpa mia se il meteo fa schifo, non è colpa mia se devo studiare e non è fottutissima colpa mia se non sei in tour."
Lui mi fissa accigliato con la mascella contratta e i suoi occhi talmente scuri da fare paura quando è arrabbiato.
"Cristo. Non mi va neanche più di mangiare." Dico alzandomi dalla sedia.
"È maleducazione lasciare la tavola."
"È maleducazione aggredire me se le cose non vanno come vuoi tu e soprattutto pretendere senza dare nulla in cambio."
"Ma sei fuori di testa? Nulla in cambio? Mi sono ridotto a fare la vita di un quarantenne per te!"
"Ne hai trenta di anni Harry, e non sono pochi. Ma non è questo il punto. Il punto è che io sono la donna che ami, che vorresti sposare addirittura e tu vivi con me, anche solo svegliarti e avermi qui dovrebbe mandarti al settimo cielo perché per me è così. Ed io non volevo neanche venire qui a vivere con te! Sei stato tu a propormi questa vita da sposini Harry! E io ti ho assecondato ma tu in realtà non lo sai cosa vuoi. Rompi solo l'anima!"
"Nessuno ti ha costretta Venus."
"Lo so ma io invece sono così felice e il fatto che invece a te tutto questo non basti mi spezza il cuore, Harry. Mi stai distruggendo. Forse hai ragione tu, io sono in quest'ambiente da troppo poco tempo e tu invece ne sei abituato. Sei abituato a girare i tacchi e andartene quando le cose non ti vanno bene." Mi impongo di non piangere e non mostrarmi fragile ma una lacrima è già scesa incontrollata.
"No Venus non piang-"
"Ti sembrerà assurdo ma rifletti sul fatto di amarmi ancora. Perchè secondo me tu eri solo gasato dall'avere finalmente una storia seria, con una ragazza normale e adesso che hai ottenuto ciò che volevi ti sei annoiato e come al solito vuoi scappare. E puoi farlo Harry, se non mi ami più smettila di farmi male perché fidati, me ne stai facendo più adesso di quanto me ne faresti lasciandomi."
Lui tace e questa forse è l'ennesima conferma di un ragazzino che in realtà non è mai cresciuto e vive ancora di capricci, nonché della sua incontrollabile voglia di non avere alcun tipo di legame che purtroppo non sono riuscita a placare. Non ho dubbi che mi abbia amata, me lo ha dimostrato, ma l'amore di Harry non è l'amore di una persona normale, è l'amore di una persona che ha tutto e che se non lo ha potrebbe prenderselo con uno schiocco di dita.
È un amore che dura trenta minuti massimo.
È un amore che lo stufa.
È un amore che non lo arricchisce ma che anzi lo opprime.
Un giorno metterà la testa apposto e avrà dei figli probabilmente ma lo farà con una donna che avrà la forza di sopportare un uomo che non sarà in grado di amarla come il primo giorno ed io questa forza non la ho, perché io ho provato cosa sia davvero essere amata e sono ancor più certa di meritare quel tipo di amore.
Quando la luce della stanza si accende, chiudo gli occhi e rallento il mio respiro per fargli credere di dormire, lui si siede al mio lato e prende ad accarezzarmi il volto. Poi si alza e sospira cambiandosi per la notte. Quando si stende al mio fianco mi dà la schiena e fa in modo che non ci sia alcun tipo di contatto fra noi come mai era capitato, neanche durante le nostre litigate peggiori, poiché Harry è una persona molto fisica che, alla fine della giornata, vuole comunque tenerti stretta a sé e motivo per il quale non ci sono mai state piazzate del tipo 'oggi dormi sul divano!'
Eppure stasera, quei venti centimetri fra noi pesano sul mio cuore come se fossero centoquaranta e quando inizio a singhiozzare, nonostante so che Harry è sveglio, c'è solo silenzio dall'altra parte.
Harry è l'amore della mia vita e su questo ormai non ho dubbi.
Ma io non sono il suo.
E non sono certa di poter amare per entrambi.
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