Le prove
Alyah aprì lentamente gli occhi.
«Si...siamo passate?» chiese Esperia guardandosi attorno.
Intorno alle due fanciulle la natura cresceva rigogliosa. Nell'aria il profumo dei fiori trasmetteva loro il ricordo di una giornata primaverile. Solo che il sole non esisteva.
I loro piedi erano posati su un vialetto di ciottoli. Presero coraggio ed iniziarono a seguire il suo percorso.
Giunsero così ad un laghetto. I rami dei salici sfioravano l'acqua limpida. Sotto uno di essi notarono una panchina bianca, e una donna seduta.
La dama si voltò e sorrise. Due occhi color smeraldo iniziarono a fissare le due fanciulle. Si alzò in piedi, e con stupore notarono la sua incredibile altezza.
"Vi stavo aspettando". Non aprì la bocca, e non emise alcun suono, me le due ragazze udirono chiaramente le parole giungere alle loro orecchie.
«Ci ... lei, sa chi siamo?» chiese confusa Alyah
"Certo. Per risvegliarvi dovete prendere i talismani che si trovano sul fondo di questo lago "
Le due principesse annuirono. Non sapevano spiegarsi il motivo per cui si fidarono di quella donna, e il perché ubbidirono ciecamente alle sue parole. Entrambe si spogliarono e nude si tuffarono nel lago.
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Alyah aprì gli occhi.
Non si trovava in acqua.
Indossava un'armatura bianca e in mano stringeva una spada.
Davanti a lei un drago in carne e squame ruggì e sprigionò dalle sue fauci delle fiamme. Istintivamente si difese coprendosi col proprio braccio, si accorse in quell'istante di avere anche uno scudo. Le fiamme si spensero su questo e, ancora prima di capire cosa stesse accadendo, si trovò a lottare corpo a corpo con la mastodontica creatura.
Il drago digrignava denti bianchissimi contro la sua spada.
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Esperia aprì gli occhi.
Era seduta su una panca vicino ad un fiume, davanti a lei c'era un uomo che le porgeva delle rose. Istintivamente le prese tra le mani.
Si guardò: indossava un vestito rosso fuoco che le lasciava le spalle scoperte. Alle mani portava due candidi guanti. Si toccò il collo e si accorse di indossare un collier. Alzò nuovamente lo sguardo e fissò l'uomo che le stava di fronte, gli occhi blu scuro di costui la stavano osservando con ardore. Esperia si sentì arrossire e rimase estasiata a fissare il suo viso: non aveva mai visto nulla di più bello. Si accorse che per la prima volta, da quando si era innamorata di Emantus, apprezzava un altro uomo.
Costui si alzò, e lei rimase allibita dalla sua altezza. I suoi occhi non smettevano di fissarla.
Aveva i capelli neri, lunghi e lisci, e li teneva legati in una coda.
«Esperia, amore non dici niente?» anche la sua voce era meravigliosa, così calda.
Esperia non rispose, non aveva nemmeno sentito la domanda, lo fissava rapita dalla sua bellezza.
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Il drago lanciò un'altra fiammata e nel difendersi Alyah lasciò cadere la spada.
L'animale le si avvicinò infuriato e lei chiuse gli occhi credendo di esser giunta alla fine...li riaprì e si accorse che il drago si era accucciato e la osservava più incuriosito che arrabbiato.
Alyah fece scattò per prendere la spada pronta a combattere.
Ma qualcosa non le tornava.
Nello sguardo dell'animale non leggeva ferocia.
Rimase ferma ed anche lui fece lo stesso. Fece un passo verso la mastodontica creatura e questa si sdraiò. Si avvicinò lentamente e gli accarezzò con timore il muso.
Il drago scomparve.
Al suo posto, fluttuante nell'aria, vi era un medaglione.
Lo prese tra le mani: aveva la forma di un drago avvolto a spirale su se stesso, al centro vi era incastonata una pietra verde. La toccò col dito e questa si illuminò.
Perse i sensi.
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«Chi sei?» chiese con un filo di voce Esperia.
«Il mio nome non ha importanza. L'unica cosa che conta è che ti amo. Non posso vivere senza la luce che la tua bellezza sprigiona»
Esperia si sentì avvampare «Mi... mi dispiace ma vede io amo un altro e...»
«Non mi interessa! Ora ci siamo solo noi due, il mondo non conta»
«No, vede... io apprezzo molto la sua gentilezza ma... lo amo»
«Anche se è morto?»
«Morto?» Esperia si sentì mancare, tutto iniziò a girargli intorno e la sua testa sembrò diventare offuscata.
«Non è ancora morto, ma sai in guerra a volte accade» la sua voce non era più così dolce ed Esperia iniziò a temerlo «IO ti starò sempre accanto. Vedi IO sono qui mentre lui dove è? A combattere vero? Per che cosa? Per la smania di vendetta, e non certo per la pace! »
«No smettila!» Esperia si portò le mani alle tempie.
«Credimi. Ora tu lo ami, è vero. Ma presto cercherai il mio sostegno perché lui non sarà più lo stesso uomo che conoscevi... lui non ti amerà per sempre, la vendetta offuscherà il suo cuore! »
«Basta smettila! Lo amo più di ogni altra cosa e non smetterò mai di amarlo!»
«Lo credi?»
«Si. Mi dispiace! »
«Ma non sai dire altro? » urlò lui spazientito. Il suo viso era diventato scuro, alzò la mano per colpirla ed Esperia chiuse gli occhi.
Niente... non sentì nulla.
Li riaprì e davanti a lei c'era la dama sorridente che le porgeva un'armilla* a forma di rosa, al centro di essa vi era una pietra rossa. Esperia la mise sul braccio sinistro. Si guardò e si accorse di indossare i vestiti che aveva cucito Eos.»
«Ma ... » fece per chiedere spiegazione.
Senza parlare la donna le toccò l'armilla e le disse: "Il tuo arco"
«Arco? » stupita Esperia la guardò e si accorse per la prima volta della presenza della sorella accanto.
Alyah indossava un medaglione con una pietra verde al centro.
«Ha detto che dobbiamo rimanere qui fino alla prossime Lune piene, per imparare ad usare i poteri che ci verranno conferiti » le disse Alyah
Esperia non parlò, la fissava confusa.
"Ora venite con me. Andiamo a svegliare il Re!"
Le due ragazze seguirono la dama senza porre altre domande.
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Era sorto il sole e le principesse non erano tornate.
Ermes continuava ad addestrare i suoi uomini, Altea si era ripresa del tutto e il suo aiuto di comandante fu di gran sollievo al giovane ribelle.
Eos fissava il suo riflesso nel grande specchio.
Dovevano aspettare tre mesi, nel frattempo avrebbero iniziato la battaglia di riconquista.
Ciao! Finalmente siamo giunti al risveglio del Re e la vera battaglia può iniziare.
Siete pronti alla lotta?
*Armilla: era una decorazione militare conferita ai soldati della Roma Imperiale. Consisteva in un bracciale, solitamente in metallo pregiato, con incisa la motivazione dell'onorificenza.
Secondo voi chi è quell'uomo che ha incontrato Esperia? Come mai la sua sfida è stata così particolare?
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