La grande quercia
I cavalli iniziarono a nitrire e scalciare.
«Kahel» Michael cercò di attirare l'attenzione dell'amico «stiamo girando nello stesso punto da molto tempo. Hai notato?»
«Lo so. Ho provato a prendere diverse strade, segni di zoccoli sul terreno non ce ne sono. Eppure non ci muoviamo da qui»
«Non mi piace» disse Teti avvicinandosi a Tmolus «Sembra che qualcuno ci stia spiando» Lui si guardò attorno, da quando si erano inoltrati nella foresta percepiva costantemente una presenza dietro le spalle, per poi voltarsi e non trovare nient'altro che alberi e felci.
Emantus si accorse dell'apprensione del gruppo e cercò di alleggerire l'atmosfera «Prima di sera dovremmo raggiungere un villaggio. Ci riposeremo in un piccolo ostello gestito da un mio caro amico»
«Sei sicuro che ci sia da fidarsi?» chiese Altea a bassa voce per non farsi udire anche dagli altri.
«Sì. Ho sempre preferito viaggiare in incognito in queste terre e lui non ha mai tradito il mio segreto. L'unico problema è che la locanda potrebbe esser stata abbattuta. Chi lo sa cos'è accaduto in queste terre»
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Kahel e Michael preoccupati scrutavano il paesaggio che sembrava diventare più cupo e silenzioso ad ogni passo. Una leggera nebbia iniziò ad infiltrarsi tra i loro piedi.
Kahel accarezzò il cavallo che scalpitava sbarrando gli occhi.
Alyah aveva perso totalmente la percezione di quello che accadeva intorno a lei. Si trovava in un luogo oscuro illuminato dalla presenza di milioni di lucciole. Un silenzio ultraterreno l'avvolgeva. Stranamente non provava paura, si sentiva avvolta in un piacevole tepore.
Mentre la sua coscienza era immersa in questo sogno lucido il suo corpo si mosse e svicolò dalle braccia di Teti scendendo, come se fluttuasse, verso il terreno.
Teti, Demetra e Aron, che si trovavano accanto, rimasero stupiti nel vedere la pupilla scomparire e gli occhi assumere un colore verde acceso.
«Cosa accade?» chiese Demetra avvicinandosi alla fanciulla. Tutto il gruppo si voltò ad osservare la scena.
Teti bloccò l'avanzare della guerriera prendendola per un braccio, scosse la testa e fece cenno a tutti di stare in silenzio. Aveva intuito cosa stesse accadendo, ma al momento non poteva fornir loro spiegazioni.
«Andatevene... avete invaso il nostro territorio!» la voce che uscì dalle labbra di Alyah non aveva nulla di umano. Scricchiolava e crepitava come foglie secche schiacciate. Il viso divenne cianotico e Michael si preoccupò per quella delicata fanciulla, tentò di superare Teti per correrle incontro, ma lei gli diede un leggero pugno sullo sterno e aggrottando la fronte fece segno di no con la testa. Non poteva far avvicinare nessuno alla sua amica quando era in trance, sarebbe stato pericoloso risvegliarla bruscamente. La sua anima in questo momento stava vagando in luoghi al confine col regno dei morti, un gesto sbagliato e avrebbe potuto perderla per sempre.
Nel frattempo la Coscienza di Alyah proseguiva il cammino indicato dalle lucciole e si avvicinava sempre più ad una fonte luminosa color verde.
Teti, utilizzando un tono di voce molto basso, iniziò a cercar di comunicare con lo spirito «Chi siete?»
«Gli abitanti di questo luogo. Non vogliamo essere disturbati!»
«Vi chiediamo umilmente perdono per essere entrati nel vostro territorio senza autorizzazione, ma eravamo in pericolo e non avevamo altra scelta»
«Andatevene!»
«Vorremmo poterlo fare ma non vi riusciamo»
«È il ferro che portate con voi che vi impedisce di superare le barriere. Lasciate le vostre armi e potrete andarvene»
«Non possiamo. Altri uomini ci stanno seguendo e noi non potremmo difenderci senza armi»
«Combattere... siete sempre in guerra. Uccidete anche i nostri figli, massacrate, incendiate e strappate senza riguardo. Depositate le armi!»
L'anima di Alyah finalmente raggiunse la luce verde e ora riusciva a vederne la forma: era una quercia maestosa e imponente. Pulsava come un cuore, fragile e immortale nello stesso tempo.
Teti non seppe cosa rispondere. Non poteva promettere allo spirito che non avrebbero più abbattuto alberi o estirpato arbusti, nello stesso tempo abbandonare le spade significava morte certa.
Fu in quel preciso momento che gli occhi di Alyah tornarono al loro color naturale e la sua pelle riacquistò un tono rosato.
Teti ringraziò tutte le divinità esistenti per il suo ritorno.
Alyah alzò un pugno chiuso in direzione dell'amica e poi aprì la mano mostrando una ghianda. Il suo corpo, debilitato a causa dello sforzo, crollò a terra. Mentre Teti stringeva tra le dita il piccolo seme, Michael con una falcata raggiunse Alyah e la prese tra le braccia.
Teti si avvicinò accarezzandole la fronte «Andiamo» disse «Vedrete che ora usciremo da qui» salì sul proprio cavallo mentre Michael saliva sul suo con Alyah ancora svenuta.
«Cos'è accaduto?» chiese quest'ultimo.
«Alyah è entrata in connessione con lo spirito della foresta per permetterci di uscirne indenni. Deve aver stretto un patto legato a questa ghianda» Teti fissava il seme con apprensione. Cosa aveva promesso la ragazza in cambio della loro vita?
«Starà bene?» chiese Michael accarezzandole la fronte, era fresca e le guance avevano ripreso colore.
«Sì, non preoccuparti. Tra poco aprirà gli occhi» lo tranquillizzò Teti anche se in cuor suo era preoccupata per lo stato fisico della ragazza. Non era abituata a viaggi così lunghi, presto ne avrebbe risentito.
Altea osservò tutta la scena tra l'incredulo e lo stupito, non proferì parola riguardo le spiegazioni di Teti. Era la prima volta che assisteva ad una cosa del genere.
Ripresero il cammino in perfetto silenzio.
La notte iniziò ad infiltrarsi tra i rami quando una piccola strada dissestata apparve dinnanzi a loro. Tra l'oscurità due lucine brillavano: la locanda.
«Dove siamo?» chiese Alyah destandosi.
«Finalmente, fuori dalla foresta» gli occhi verdi di Michael la fissavano e Alyah ebbe un brivido lungo la schiena. Sentì le guance prender fuoco, poi si ricordò della ghianda e con apprensione iniziò a cercarla.
«È qui» Teti gliela porse.
«Grazie» Alyah sentì la pressione al cuore farsi più leggera, doveva seminare quella piccola creatura. Faceva parte del patto con la Grande Quercia. Un giorno sarebbe dovuta tornare per mantenere la parola data, anche se non aveva idea di come avrebbe potuto trovare un "seme dell'altro mondo". A volte gli Spiriti possono scorgere gli intrecci nel futuro di una persona, Alyah pensò che fosse accaduto proprio questo.
«Michael, devo scendere» chiese e il cavaliere fermò il cavallo. Alyah scivolò lungo il dorso dell'animale e una volta a terra individuò il punto descritto dalla Grande Quercia e iniziò a scavare. Coprì con la terra la piccola ghianda e pregò affinché potesse crescere sana e forte.
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