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I Castelli

I ciliegi in fiore inebriavano l'aria di un delicato profumo. 

Esperia osservava distrattamente i petali che si posavano a terra. Si fermò, voltò lo sguardo in direzione della tomba.  Aveva chiesto di poter effettuare l'ultimo saluto da sola. Aveva bisogno di condividere il groviglio di emozioni che le attanagliava il cuore col padre, senza che orecchi indiscreti la potessero ascoltare. Non ebbe bisogno di specificare nulla a Danae e Demetra, avevano intuito da sole cosa avesse bisogno la loro Regina. Rimasero in disparte. Demetra restò accanto alla carrozza mentre Danae ed Eos l'accompagnarono, a debita distanza, fino alla tomba.

Da settimane ormai non si effettuavano più scontri, i nemici si erano ritirati da quelle terre per riunirsi lungo il confine. Probabilmente stavano preparando nuovo attacco.

Esperia, con le due fanciulle, salì su una carrozza che la stava attendendo. Demetra spronò il proprio cavallo a trottare accanto.

Nel porto di Whok due vascelli del regno di Muir attendevano il nuovo Re Emantus e la Regina Esperia per riportarli nel regno.

Con un lieve sussulto la carrozza si fermò. Esperia sospirando sollevò leggermente la propria veste e scese.

Alyah le andò incontro e l'abbracciò «Sei pronta?»

«Devo proprio abbandonarti? Vorrei rimanere qui a combattere al tuo fianco!»

«No. Tu hai bisogno di tranquillità e delle cure adatte. Cosa sarebbe del bambino se tu usassi ancora quel potere? No, è meglio che torni a Muir. E poi il regno è rimasto senza comando e con Austro ancora libero! Devi essere incoronata ufficialmente, non possiamo attendere oltre in questo periodo di guerre» le rispose Alyah.

«Sì, hai ragione» ammise Esperia abbassando lo sguardo. Si sentiva colpevole: aveva dato tutta sé stessa per allenare il corpo ad accogliere l'Altra in quei mesi oltre lo specchio, e ora doveva abbandonare tutto quanto. Se fosse stata più attenta non porterebbe in grembo una nuova vita. Si morse il labbro. Come poteva pensare questo? Stava per dare alla luce un nuovo erede al trono. Colui, o colei, che avrebbe portato avanti la stirpe di  Muir. Doveva esserne fiera. Doveva essere orgogliosa di diventare madre. Eppure... 

Emantus le si fece vicino distraendola dai suoi pensieri  «Vieni, è ora» aggiunse poi guardando Alyah «Non preoccuparti, ti faremo presto avere nostre notizie e l'annuncio della cattura del fuggitivo Austro! Desidero più di ogni altra cosa vendicare mio padre! » il suo sguardo si fece duro ma subito si raddolcì  «stai attenta. Non ti esporre troppo»

«Non preoccuparti, ho al mio fianco i migliori guerrieri e poi il popolo sta tornando qui a ricostruire» così dicendo Alyah abbracciò nuovamente la sorella. Si salutarono con le lacrime agli occhi.

Fu così che Esperia ed Emantus, con Danae e Demetra, fecero ritorno a casa.

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Ermes, ripresosi dalle ferite, chiese di poter tornare nella sua terra natia. Tmolus e Araxe decisero di seguirlo. Eos volle andare con loro.  Il Mago e Zillia  li accolsero a braccia aperte, avevano riunito sia elfi che uomini e stavano organizzando un nuovo esercito.

Giungevano le notizie più disparate e preoccupanti dai confini. Si diceva che numerosi soldati nemici giungevano in continuazione negli accampamenti e che molti di questi erano mercenari. Altri dicevano di aver visto Caos in persona comparire tra i nemici per poi sparire verso una destinazione sconosciuta a Nord. 

Fides decise di partire per appurare quali informazioni fossero reali. Studiò con Ermes un metodo per poter comunicare a distanzia grazie alle pietre di luce. Crearono un linguaggio basato sulla luminosità della pietra, l'unico inconveniente e che dovevano averla sempre sott'occhio per poter notare i messaggi. Eos suggerì di incastonare le pietre negli anelli. Ermes brontolò affermando che "solo ad una ragazzina poteva venire in mente una cosa tanto stupida" ma creò comunque due anelli,  un ciondolo per Eos e una spilla per sé stesso.

Ermes ed Eos

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Il castello di Whok riprese vita in poco tempo. Gli abitanti dispersi per il regno fecero ritorno alle loro case. Si iniziò a ricostruire il villaggio e a sanare le mura del castello distrutte durante la battaglia. Giunsero i primi nobili e commercianti. Si presentarono carichi di aspettative davanti alla principessa del castello, chiedevano aiuti o provvedimenti per risanare l'economia. Alyah cercò di riceverli tutti, ma non poté né rassicurarli sulle sorti della guerra né concedere sovvenzioni vista la situazione. Si aspettò collaborazione e comprensione, ottenne solamente reazioni ostili. 

Affranta, dopo l'ennesima discussione in sala conciliare, si incamminò verso l'ala adibita ai guerrieri per sentire le ultime notizie ricevute dal castello di Affrantus.

 «Non capisco!»  Altea picchiò talmente forte il pugno sul tavolo che questo tremò facendo cadere qualche bicchiere «Ma cosa vogliono fare! Sembra che siano svaniti nel nulla!»

 «Probabilmente stanno studiando le nostre mosse»  le suggerì Aron.

 «Samuel è scomparso nel momento esatto in cui le principesse son tornate normali» sospirò Altea mettendo la testa tra le mani  «Da sola Alyah non è in grado di richiamarlo, a quanto pare può farlo solo in presenza di Esperia. Non possiamo contare sull'Esercito dei Morti e nemmeno sul loro Re in questa situazione»

Alyah era ferma sull'uscio e ascoltava la conversazione. Era una principessa inutile, non istruita a gestire un castello. Incapace di conversare correttamente coi nobili, che la guardavano con disprezzo, e ora non poteva nemmeno richiamare Samuel. Non aveva più percepito l'Altra dentro di sé. Forse non poteva nemmeno richiamare più il drago. Voleva fare un tentativo, ma era terrorizzata da un probabile insuccesso. Che avrebbe fatto a quel punto? Tutti si aspettavano molto da lei.

Si fece coraggio ed entrò nella stanza.

«Riusciremo a gestire un attacco vincente senza il loro appoggio?» chiese dubbiosa Teti.

«Secondo quanto rilevato da Fides le truppe del nemico ammontano a circa quindicimila uomini schierati lungo le frontiere»  fece presente Aron studiando la missiva ricevuta da Ermes.

 «Noi raggiungiamo circa tredicimila unità. Siamo in netto svantaggio»  rispose cupo Michael.

«Dove prende tutti quegli uomini Re Arge?» chiese Alyah.

«La maggior parte sono mercenari provenienti da vari regni» le rispose Khael.

«Comunque Altea non ci conviene fare mosse azzardate. Attendiamo il primo passo del nemico, agiremo di conseguenza» concluse Aron.

Tutti furono d'accordo con lui.

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