Ferite
La testa è pesante e le duole lo sterno. Non riesce a riaprire gli occhi, gonfi sia di lacrime che di croste. Da quanto tempo è priva di conoscenza? Dove si trova?
Pian piano una pesante consapevolezza si fa strada nell'animo, come tante piccole serpi velenose. Un ricordo affiora alle memoria e sente il veleno iniettato da quei denti aguzzi penetrarle nella carne.
Di sangue nel corpo deve esserne rimasto davvero poco.
Chimera vorrebbe alzarsi da quel freddo giaciglio che le intorpidisce gli arti, ma la forza di volontà non è sufficiente a muovere i muscoli. Non più.
Morirà così?
Ha salvato Austro attaccando la principessina con successo, l'ha ferita. Ne è certa. Se non avesse avuto quello stupido drago l'avrebbe annientata.
Se lui fosse morto... lei non sarebbe in questo stato.
Dopo la battaglia, esausti, si erano ritirati nel fitto della foresta. Erano ai margini del territorio degli Spiriti degli Alberi. Avevano trovato riparo in quella casetta nascosta tra i boschi, nemmeno i fantasmi osavano infestarla.
Credeva che lui l'avrebbe ringraziata per essere intervenuta in suo aiuto, ma di Austro non rimaneva nulla. Quell'involucro non conteneva più un'anima.
L'ha colta di sorpresa. Pensava che volesse torturarla un poco prima del sesso, come era solito fare. Invece ha inflitto, con cura e precisione, nuovi tagli senza sosta. Questa volta non aveva i mezzi per disinfettarla e ricucire le ferite.
Perciò l'ha abbandonata lì?
Aveva scartato il suo giocattolo?
Credeva di essere diversa dalle altre.
Lei era speciale. Lui l'aveva risparmiata.
"Non ti rendi conto del potere che hai su di me" soleva dirgli. In quei momenti la guardava con terrore, come se desiderarla fosse un enorme sbaglio.
E Chimera si sentiva importante. Unica.
Le altre donne venivano sgozzate dopo un paio d'ore di tortura. Lei invece era ancora lì. Viva.
Loro non valevano nulla. Non le desiderava.
Non le aveva tagliato la gola umiliandola. Era speciale. L'aveva abbandonata ancora viva.
Un rumore secco di legno spezzato. Se le fosse rimasto un briciolo d'energia sussulterebbe per lo spavento.
Austro è tornato?
Dei passi sul legno marcio.
«Chimera, sei una maga potente. Potentissima. Perché lasci che ti ferisca? Lo potresti incenerire»
Chi sei tu che osi giudicarmi?
Lui mi ha domata. Molto, molto tempo fa. Sono diventata un cane fedele che scodinzola al padrone mentre questi lo bastona.
«Ho faticato a ritrovarti»
Ora Chimera riconosce questa voce.
Due braccia la sollevano. Vorrebbe che non lo facesse, vorrebbe non dover sentire il dolore che ne deriva da quel movimento obbligato. Vorrebbe essere dimenticata, lasciata lì a morire.
«Ho ritrovato Austro e l'ho rimandato in mare a combattere. Ha fallito nuovamente» Cerbero continua a parlare ma Chimera non vuole ascoltare, ha già intuito come andrà a finire «non mi è più utile. Tu sì. Ho bisogno che torni in forze e distrugga quel misero regno di Muir. Fallo sparire»
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