Capitolo 44
-Kendall POV-
"Signorina Parker." Mi disse il dottor Hamilton una settimana dopo – qualche giorno prima del matrimonio di Sammy e Olivia.
"I suoi test sono risultati positivi... lei è incinta." Finì.
Abbassai lo sguardo per la vergogna. Come avevo potuto essere tanto stupida? Mi ricordavo di aver fatto sesso con Sammy senza protezioni – troppo presi dal momento per accorgercene.
Jack ed io avevamo usato un preservativo. Mi sembrava comunque impossibile essere rimasta incinta dopo quello.
"Da circa un mese." Mi disse, mentre io continuavo a mantenere lo sguardo fisso davanti a me.
Tas, Marlena e Kimberly rimasero sedute sulle loro sedie, guardando la scena in silenzio.
"Porca puttana." Marlena sospirò.
"Cosa dirò ai miei genitori?" Dissi disperatamente.
"Anche peggio Kendall... hai intenzione di dirlo a Sammy?" Mi chiese Tas, leggendomi nella mente. "Cosa ne sarà del matrimonio?"
"Beh, parlando di matrimonio, Olivia mi ha chiesto di aiutarla con le decorazioni." Disse Kimberly oltraggiata. "La stronza è fottutamente fuori di testa."
In qualche modo riuscii a ridere. Non avrei dovuto ridere, ma ero grata di averle lì con me.
"Non so se glielo dirò." Dissi seriamente.
"Sei pazza?" Tas sussurrò e urlò contemporaneamente. "Kendall, tu devi dirlo a Sammy... merita di saperlo."
"Non lo so." Mi lamentai. "Non posso semplicemente fingere che sia il figlio di Jack?"
"Sì!" Kimberly lo disse ammiccante.
"NO!" Marlena e Tas urlarono nello stesso istante.
"Gesù." Marlena roteò gli occhi, infastidita. "Ragazze, non siete divertenti."
"Il bambino assomiglierà a un cavolo di Wilkinson." Aggiunse Marlena.
"Immagino che dovrò decidere se dirglielo o meno." Dissi dopo un po'. "Ma per ora, voglio dello yoghurt."
-
Quando tornai a casa quella sera, intorno alle 19, era pieno di persone che stavano organizzando un matrimonio.
Sammy insisté per celebrarlo nel nostro giardino sul retro – era abbastanza grande e c'erano alberi intorno, il tutto era veramente bello. Non lo avevo mai guardato in quel modo.
"Kendall, ti dispiacerebbe aiutarmi con i fiori?" Disse mia madre, sfrecciandomi accanto.
"Ciao anche a te, mamma." Sospirai e presi una scatola di fiori per il retro e la zona della piscina.
Sussultai vedendo quanto tutto sembrasse una fiaba. Mi fece sprofondare il cuore. Stava veramente succedendo, che riuscissi ad impedirlo o no. Notai Sammy ed Olivia vicino alla piscina, si tenevano per mano ed improvvisamente non avevo più importanza.
Ero solo la stupida adolescente innamorata di un adulto che si stava per sposare con un altro adulto. Quello era come avrebbe dovuto essere la vita senza una ragazzina impicciona innamorata.
Passai i fiori a mia madre e mi voltai per andarmene, scontrandomi, però, contro qualcuno in piedi dietro di me.
Taylor Caniff.
Emisi un verso di gioia e lo abbracciai. Lui mi strinse più forte e ci limitammo a restare in piedi lì, in quel caos di organizzatori.
"Diamine, sono così contenta di vederti, Taylor!" Dissi, staccandomi da lui.
E lo ero veramente, lui era una delle poche persone che riusciva a sollevare il mio umore di merda.
Ebbi l'impressione che Tas gli aveva raccontato tutta la questione della gravidanza. Ultimamente lei gli raccontava tutto ed era uno di cui ci si poteva fidare.
"Mi sono fermato e sono passato a vedere come stessi." Disse Taylor, conducendoci alla piscina, per immergerci i piedi. "Ho sentito di..." I suoi occhi scivolarono lentamente alla mia pancia piatta.
Io spostai lo sguardo da un'altra parte per l'umiliazione, mentre Taylor stringeva le sue braccia intorno a me, notando subito i miei sentimenti.
"Hey, lo sai che ci siamo per te, Ken, non essere spaventata." Mi rassicurò.
"Sono terrorizzata." Tirai su con il naso. "Sammy si sposa tra due giorni."
"Devi dirglielo prima che lo faccia, Ken, voglio dire, non puoi nascondere una gravidanza." Disse a bassa voce.
Potevo percepire che Sammy ci stava osservando da poco lontano, potevo anche dire che era arrabbiato. Tutto quello che faceva mi confondeva ancor di più di quanto non fossi già.
"Immagino di sì." Scrollai le spalle.
Taylor provò con altri discorsi motivazionali per convincermi a dirlo a Sammy prima del matrimonio. Fu come se non riuscissi a sentire nulla, mentre pensavo alla strada più semplice per uscirmene da quella sensazione.
Magari avrei dovuto tagliare la corda, così sarebbe finito tutto. Sammy sarebbe stato felice e si sarebbe dimenticato di me. Non porterei un bambino innocente in tutto quel dramma.
Sarebbe stata la scelta più facile e quella che decisi di percorrere.
"Il suicidio non è un'opzione." Disse Taylor tirandomi fuori dai miei brutti pensieri. "Non te lo lascerò fare... Non ti lascerò finché questo bambino non sarà nato se è quello il tuo piano."
Sospirai. "Non ti preoccupare, sono troppo spaventata per farlo."
"Bene." Taylor mi rivolse uno sguardo duro. "Chiamami se hai bisogno di qualsiasi cosa."
"Grazie." Lo abbracciai di lato e se ne tornò a casa. Rimasi da sola seduta a bordo piscina, immersa nei miei pensieri, mentre il cielo diventava via via più scuro e i wedding planner se ne andavano.
Presto rimasi da sola. O così pensavo.
"Stai bene?" Sentii una voce familiare alle mie spalle.
"Vai via, Sammy." Dissi brutalmente. "Ero stufa dei suoi giochetti.
"Voglio solo parlare."
"Beh, io no." Dissi, senza dargli altre possibilità.
Ignorandomi, Sammy si sedette accanto a me, mettendo anche lui i piedi in ammollo. I miei ormai stavano congelando, ma sembrava rinfrescante focalizzarsi su un dolore piuttosto che su quello del mio cuore.
"Non voglio scorra cattivo sangue tra noi, diventerò parte della tua famiglia tra due giorni." Disse delicatamente.
Signore Gesù, per favore, dammi la forza per non affogare questo stronzo nella piscina.
"Non sarai mai parte della mia famiglia."
Mi ignorò. "Voglio solo che tu sappia che non importa cosa accadrà, io ci sarò sempre per te. Sarò sempre tuo amico."
Risi amareggiata. "Amici, wow, okay."
"Kendall." Sammy mi guardò serio. "Ci sto provando."
Lo guardai. Il chiaro di luna illuminava il suo volto nei punti giusti – era così perfetto che non riuscivo a credere che esistesse. I suoi occhi marroni erano caldi e mi fissarono nel modo in cui avrebbe fatto il vecchio Sammy – ma non era più lui quello.
"Sarai sempre quella ragazza che non riuscirò mai a dimenticare." Sussurrò, facendomi scivolare nella sofferenza, come se fossi nelle sabbie mobili.
Sammy si avvicinò lentamente, come se fosse attratto da me, le mie labbra si spostarono più vicine alle sue contro il mio volere. Le nostre labbra erano a qualche centimetro di distanza e se si fossero toccate sarebbe stato anche peggio.
Mi voltai di scatto.
"Sono stufa dei tuoi stupidi giochetti, Sammy! O vuoi me o vuoi Olivia e hai scelto lei, quindi smettila ti comportarti così con me, perché fa male."
Mi alzai.
Me ne andai, la mia mano che toccava la pancia, che un giorno sarebbe cresciuta senza un padre.
Perché quella era ufficialmente la fine di Sammy Wilinson.
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