Capitolo 38
-Kendall POV-
Dopo aver visto Sammy alla festa di compleanno di sua sorella, le cose tra di noi non erano minimamente migliorate.
Per esempio, durante le lezioni capitava che i nostri sguardi si incontrassero e che in quel momento lui si dimenticasse cosa stesse dicendo, abbassando la voce davanti la sua classe. D'altro canto, io non riuscivo più a concentrarmi sul mio lavoro – avevo piena consapevolezza del fatto che seguiva ogni mia mossa. Era frustrante.
Stavo prendendo le distanze dai miei amici, il che era ingiusto, ma non ce la facevo più. Mi faceva male il cuore e mi stava facendo effetto in molti modi.
E Jack... oh Jack... continuava a lasciarmi indizi su come avrebbe potuto essere un buon ragazzo e sul fatto che avremmo dovuto iniziare ad uscire insieme.
"Cosa c'è che non va?" mi chiese Jack, stavamo trascorrendo la serata nella sua camera. Lui era seduto sul tappeto con me tra le sue gambe, la mia schiena era poggiata sul suo petto.
Le dita di Jack giocavano con un ciuffo di miei capelli, facendomi venire sonno. L'altra sua mano stava disegnando dei cerchi immaginari sulla mia coscia.
"Giornata lunga." Scrollai le spalle, chiudendo gli occhi.
"Ultimamente sei così distante. Sei così vicina a me, ma non appena provo a prenderti, scappi via." Jack sospirò.
"Mi dispiace, ma... non so perché mi comporto così." Dissi, per metà, la verità.
"Forse dovremmo fare qualcosa, togliere tutti questi pensieri dalla tua testa." Propose Jack, lasciando un bacio sulla mia spalla.
"Non posso." Mi alzai e lo guardai in faccia. "Devo essere a casa per cena."
"Mangia con noi, mia madre preparerà il tuo piatto preferito." Jack mi prese per mano. Era troppo dolce il modo in cui cercava di farmi sentire meglio, ma mi sentivo soffocare.
"Mia madre ha detto che è una cosa importante." Risposi. "A quanto pare devo esserci."
Jack sospirò. "Okay, ti accompagno subito a casa."
Uscimmo insieme da casa sua e salimmo sulla sua macchina. Arrivammo davanti casa mia e fermò la macchina nel vialetto, i miei erano già arrivati.
"Starai bene?" Jack si avvicinò, lasciandomi un bacio sulla guancia. "Sono preoccupato."
Ridacchiai. "Jack, sto bene, davvero! Non preoccuparti."
Prima che potessi scendere dalla macchina, Jack tirò indietro il sedile e mi portò sulle sue cosce. Fece scontrare le nostre labbra, la sensazione mi lasciò senza fiato. Rimasi sorpresa, ma ricambiai il bacio con egual forza.
"Mmhh." Jack gemette nel bacio quando cominciai a muovere i fianchi sulle sue cosce. Lo sentii irrigidirsi sotto di me, mentre il mio cuore aumentava di battiti e le sue mani scivolavano sotto la mia maglietta, fermandosi sulla schiena.
Le mie dita afferrarono i suoi capelli morbidi e il bacio venne approfondito, le nostre lingue combattevano per chi dovesse dominare e vinse Jack – ovviamente. Le sue mani continuarono a vagare per il mio corpo, facendomi rabbrividire per il piacere.
Mi allontanai. I nostri respiri erano pesanti, le fronti si toccavano.
"Dovrei andare." Esalai, Jack mi strinse più forte con e sue braccia, abbracciandomi.
"Ti chiamo stasera." Lasciò un bacio sul mio collo e scesi dalla macchina, abbassandomi velocemente la gonna.
Salutai Jack con la mano, mentre andava via ed entrai trovando Rick seduto a tavola nel soggiorno – tavolo a cui difficilmente mangiavamo tutti insieme.
"Wow! Questa cena è importante. Qualche sorpresa?" Risi ed andai in cucina, dove mia madre era impegnata a cucinare. In genere prendevamo roba già pronta.
"Questo è per la grande serata di Olivia." Disse mia madre, mettendo in tutta fretta il pollo in forno.
Mi lamentai più per abitudine che per altro. "E allora perché sono qui? Sarei potuta rimanere a cena dai Gilinsky."
"Kendall, questa cosa è emozionante per Olivia e tu sei sua sorella –"
"astra-" lo interruppi. "sorellastra."
Mia madre mise le mani sui fianchi e mi riservò uno sguardo severo.
"Ascolta, so che non siete migliori amiche, ma farà parte della tua vita per sempre, Ken, e apprezzerei molto se provassi ad essere più gentile."
Roteai gli occhi. "Va bene. In ogni caso, che succede a Olivia? Oh mio Dio, dimmi che si trasferisce e le facciamo una cena di addio!"
Mia madre scosse la testa. "No, Kendall, non se ne andrà. Beh lo scoprirai non appena sarà qui."
Feci una smorfia. "Come vuoi. Vado a cambiarmi."
Corsi al piano superiore e mi cambiai in un paio di pantaloncini di jeans strappati, con un top carino. Infilai le infradito e raccolsi i capelli in una crocchia disordinata.
Perché dovrei vestirmi bene per una cena a casa mia?
Scesi al piano inferiore trovando mia madre che si comportava da pazza ed era nervosa – mi stava infastidendo. Aiutai Ric ad apparecchiare, invece di andare ad aiutare in cucina.
Verso le 19:16 il campanello suonò tre volte. "Oh, Kendall vai ad aprire! Dovrebbe essere lui. Olivia è di sopra."
Lui? Mi aveva fatto rimanere un po' male il fatto che Olivia avesse portato a casa un ragazzo per cui mia madre e Ric stavano dando di matto, ma in realtà era una questione piuttosto stupida.
Andai al portone e lo spalancai - stampandomi un sorriso falso in faccia visto che mia madre me lo aveva imposto. Ci volle molto poco per far svanire il mio sorriso quando vidi chi avevo davanti.
"Sammy?" La mia voce vacillò.
Sammy rimase fermo come una statua e mi fisso in shock e sorpresa. La sua espressione era piena di dolore ed emozione, che mi fece stare male dentro e fece tornare tutti i ricordi.
"Oh Samuel! È bello poterti conoscere finalmente!" sentii mia madre parlare dietro di me. "Tesoro, non è il tuo insegnante di inglese?"
La mia mente stava viaggiando alla velocità della luce... Sammy era il ragazzo che Olivia portava a casa? Il mio Sammy?
Abbassai lo sguardo, incapace di guardare negli occhi stupiti di Sammy e me ne andai in cucina. Riuscivo a malapena a camminare dritta a causa delle lacrime che mi si stavano offuscando la vista.
Ora Sammy era il ragazzo di Olivia? Stavo quasi sperando che fosse venuto qui per qualche cosa tra insegnanti, ma...
Lui sapeva che lei era la mia sorellastra? Voglio dire, abbiamo due cognomi diversi, ma non cambia la storia. Sentii una lacrima scivolarmi lungo la guancia, la asciugai velocemente. Feci un respiro profondo, il mio cuore si sentiva come un bicchiere di vetro fragile che si sarebbe potuto rompere in ogni momento.
"Tesoro!" Ric entrò in cucina. "Stiamo tutti aspettando te!"
Forzai un sorriso ed entrai in sala da pranzo con Ric. Olivia era scesa e si era seduta accanto a Sammy, mentre io ero seduta proprio davanti a lui. Si tenevano la mano sul tavolo, il che mi fece chiudere la gola.
Sentii Sammy fissarmi ogni tanto, ma mantenei lo sguardo sul piatto. Olivia continuò a parlare senza fermarsi un attimo del loro primo incontro, del primo appuntamento e bla bla. Cercai di lasciare fuori ogni suono, ma mi sentivo soffocare dalle parole.
"Ed è stato amore a prima vista." Olivia guardò Sammy. "Giusto, babe?"
"Eh già!" Sammy aggiunse allegramente.
Feci un verso di disappunto ad alta voce e tutti gli sguardi finirono su di me. Volevo un motivo per andarmene di lì.
"Ehm vado a prendere la salsa." Dissi e mi alzai velocemente.
"La aiuto." Si offrì Sammy e camminò dietro di me fino in cucina, dove provai a sbattergli la porta in faccia.
"Kendall non n e avevo la più pallida idea!" Disse lui una volta rimasti soli.
"Davvero?" Lo guardai in faccia. "Come puoi stare seduto lì e fingere che la ami?"
"Perché è più facile che fingere di essere innamorato di te." Disse Sammy addolorato. "Ma perché ti stai alterando così tanto? Stai con quel Gilinsky adesso, no?"
La mia espressione cadde. "Non tirare in mezzo questo!"
Sammy sembrava dispiaciuto, ma poi si accigliò – la sua espressione si indurì.
"Mi dispiace Kendall, sto con tu sorella. Fattene una ragione." Mi guardò con un'espressione neutra.
E poi uscì dalla stanza. Le lacrime scendevano sulle mie guance come cascate, pesanti e spesse mentre guardavo la porta. Sentivo che la mia vita stava cadendo lentamente a pezzi.
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