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Capitolo 17

-Sammy POV-

Mentre aspettavo nella mia classe la prossima ondata di studenti, la mia mente vagò fino ad arrivare a Kendall. Non sapevo se fosse ancora arrabbiata con mia madre e l'intero segreto della famiglia.

Le sue parole: "Sarei stata lontana dal principio." Continuavano a ripetersi nella mia testa mentre fissavo il pavimento. Mi tagliarono.

Inizialmente, non appena si era precipitata fuori, immaginai che forse sarebbe stato meglio se mi fossi allontanato da lei e avessi mantenuto le distanze. Essere solo il suo insegnante, non il suo ragazzo.

Ma poco dopo cominciò a mancarmi. Mi mancavano i suoi discorsi folli. Mi mancava la sua compagnia. E mi mancavano decisamente i suoi baci ed il modo in cui mi toccava. Il modo in cui si mordeva il labbro quando era nervosa.

Fu a quel punto che realizzai quanto avessi bisogno di Kendall nella mia vita. Non era solo una cosa così, era una vera relazione. Lei significa per me molto più di qualche stupida incomprensione e vorrei dimostrarglielo. Nella prossima lezione ci sarebbe stata lei. Ero così agitato per come lei si sarebbe potuta sentire. Avrei voluto mandarle un messaggio e chiederle come stava, ma qualcosa mi disse che lei non avrebbe nemmeno risposto.

I primi studenti si riversarono in classe non appena suonò la campanella della terza ora. Scossi la mia testa per disincantarmi, ma la sua testa era ancora nella mia mente... come sempre.

Kendall entrò a braccetto con la sua amica Madison. Stavano ridendo per qualcosa. La risata di Kendall mi faceva sempre sorridere. Contagiosa. Mi guardò per un istante mentre passavano davanti alla cattedra. I nostri occhi si incontrarono appena e tutto ciò che vidi fu dolore. L'avevo ferita e non era stata mia intenzione.

Poi Kendall si focalizzò nuovamente su ciò che stavano dicendo le sue amiche. Ma la sua faccia non sembrava felice e non volevo niente di più che prenderla e baciarla.

Mi concentrai su qualcos'altro mentre il resto degli studenti entrava. Ci volle un po', ma non me ne preoccupai, non ero un insegnante pazzo dal momento che sono giovane. So che significa essere un adolescente.

"Ti senti meglio rispetto alla notte scorsa?" Sentii la voce di Jack Gilinsky.

"Sì, grazie per quello, Jack." Sentii dire a Kendall insieme ad una risatina.

Non volevo guardarli, ma in un momento di gelosia li guardai e i miei pugni si chiusero immediatamente. Quel piccolo stronzetto aveva il suo braccio attorno a Kendall e lei stava sorridendo.

"È stato fantastico ieri sera." Aggiunse lei. Il mio cuore sprofondò... probabilmente avevano fatto sesso subito dopo che la avevo fatta sentire di merda. Avevano avuto una storia e probabilmente lei lo amava ancora.

"Cazzo." Esalai e mi voltai. Mi dovevo calmare prima della lezione.

Li avrei voluti odiare. Ma non potevo perché era stata colpa mia. Non avrei dovuto dare Kendall per scontato, sapendo come tutti i ragazzi del liceo le stessero sotto. Avrei dovuto risolvere le cose la scorsa notte.

"Okay, classe! Sedetevi." Mi voltai, finalmente tranquillo. Non mi azzardai a guardare Kendall o Jack, o sarei potuto scattare.

"Spero siate tutti in paro! Oggi discuteremo del nostro romanzo." Dissi appoggiandomi alla cattedra e arrotolando le maniche della mia camicia. Sentii lo sguardo di Kendall fisso su di me, ma cercai di concentrarmi.

"Primo argomento! Vero amore?" Lessi da un foglio che mi era stato consegnato per poter discutere con la classe. Alcuni sbuffarono e notai Kendall scuotere la sua testa dall'angolo dei miei occhi.

"Okay, allora sappiamo tutti che Hazel e Gus si sono innamorati subito dopo l'incontro al gruppo per il cancro." Dissi guardando le loro reazioni. "Ma pensiamo sia vero amore o solo un bisogno perché entrambi stanno inevitabilmente morendo?"

Alcune ragazze mi lanciarono uno sguardo mortale.

"Voglio dire." Scrollai le spalle. "Era proprio vero amore o erano solo innamorati dell'idea dell'amore?"

"Non sono d'accordo." Disse sfacciatamente Kendall, cogliendomi di sorpresa. Tutti si girarono verso di lei.

"Perché signorina Parker?" Sollevai le mie sopracciglia. Mi lanciò uno sguardo di sfida, fu una grande provocazione.

-Kendall POV-

"Beh, Signor Wilkinson, tutti credono nel vero amore." Risposi. "perfino Hazel e Gus e credo sia un po' insensibile da parte sua dire che erano sol innamorati dell'idea di essere innamorati!"

Sammy – Mr Wilkinson – mi lanciò un'occhiata buia, la stessa identica di quando facevamo sesso nel suo appartamento.

"Signorina Parker." Sbuffò. "Sta vivendo in una fiaba e questo libro dovrebbe aiutarla a capire che la vita è ingiusta."

Sentii le mie guance scaldarsi. Tutti avevano gli occhi puntati sul signor Wilkinson e me. Mi fece arrabbiare, ma me lo fece mancare ancora di più. Mi dimenticai di tutti, lo volevo. Lo volevo sul serio.

"Beh, Augustus Waters non era uno stupido egoista che mentiva alla sua ragazza!" Risposi ed incrociai le braccia. La classe mormorò in sottofondo, ma ero completamente concentrata su Sammy.

"Stronzate!" Sammy alzò la sua voce. "Lui aveva mentito ad Hazel riguardo la sua TAC!"

"È diverso! Lu stava cercando di proteggerla, cosicché non l'avrebbe persa!" Urlai sbattendo il pugno sul banco. L'intera classe stava fremendo.

"E non credi che io – voglio dire altri ragazzi – non mentirebbero per proteggere le proprie ragazze?" Chiese guardandomi negli occhi, demolendo ogni muro che avevo costruito.

"Non crede che i ragazzi lo facciano tutto il tempo per assicurarsi che non perdano qualcuno che amano o perché sono fottutamente terrificati di perderla?" Chiese nuovamente Sammy, i suoi bicipiti erano tesi per la frustrazione.

Ero in un silenzio tombale e così pure la classe. Aveva fatto un riferimento a noi due, a come aveva tenta la sua famiglia un segreto per proteggermi, per assicurarsi che non sarei fuggita, cosa che avevo fatto.

La povera classe non ebbe la minima idea di cosa stessimo effettivamente parlando.

"Il loro amore era più forte di ogni altro ostacolo. Signor Wilkinson." Risposi dopo un momento di silenzio. "A chi importa se alla fine non è stata una fiaba? Si amano ancora."

"Pensi che la nostra – voglio dire, ogni genere di amore è forte abbastanza da superare gli ostacoli?" Chiese. La classe non colse i suoi piccoli errori.

"Sì." Annuii, contenendo le lacrime. "So che è forte abbastanza."

"Anche io." Sammy annuì dopo avermi fissata intensamente. "Anche io."

Ci fu silenzio.

-

La lezione continuò normalmente, nessuno fece molto caso al fatto che la discussione tra me ed il signor Wilkinson fosse più personale di quanto sembrò e ne fui grata.

Non appena suonò la campanella, le persone si catapultarono fuori per pranzo, mentre io mi racimolai lentamente le mie cose, anche Madison e le altre ragazze erano corse fuori. Non mi lamentai perché ero rimasta l'ultima e volevo che Sammy mi trattenesse.

Non appena mi avvicinai alla cattedra, lui alzò gli occhi dai suoi fogli. Mi squadrò da capo a piedi.

Ci fu silenzio tra di noi. I corridoi erano tranquilli dal momento che erano tutti in caffetteria.

Sammy si alzò e mi raggiunse. Non ci eravamo ancora detti nulla, mantenemmo gli sguardi incollati, non volevo distogliere lo sguardo. Lui si fermò a qualche centimetro da me, i nostri corpi non si toccavano, il che mi fece arrabbiare, perché avevo bisogno di sentirlo.

Le labbra di Sammy erano a pochi centimetri dalle mie, il suo respiro colpì le mie guance facendomi inalare duramente. Non sapevo quanto lo volessi fino a quel momento. Le punte delle sue dita erano appena in contatto con i miei fianchi.

"Sammy –" Iniziai.

"Mi dispiace, Kendall. Sono proprio un coglione, lo so e non voglio perderti proprio ora." Mi interruppe.

"È okay." Abbassai lo sguardo. "No voglio che tu mi nasconda delle cose, ho bisogno di te."

Nel secondo in cui dissi quelle quattro parole, lui avvolse le sue braccia forti attorno al mio bacino e mi sollevò in un enorme abbraccio. Il suo corpo fermo contro il mio. Strinsi subito Sammy, avvolgendo le mie braccia attorno al suo busto.

"Cazzo, mi sei mancata." Disse contro il mio corpo, facendomi rabbrividire.

"Mi sei mancato anche tu." Esalai. Le mai di Sammy che andavano su e giù per la mia vita mi fecero sentire in un certo modo.

"Ascolta." Disse staccandosi ed appoggiandosi alla cattedra. Mi portò con sé, il mio corpo contro il suo.

"Cosa?" Chiesi.

"Ti ricordi l'evento di cui parlava mia mamma?" Chiese. "Beh, vorrei tu venissi con me."

"Sammy, non –"

"Lo voglio!" Mi baciò la guancia. "Sei la mia ragazza e voglio che la mia famiglia conosca la ragazza per cui sono pazzo."

Arrossii. "A tua madre va bene?"

"Non mi interessa. Voglio te. Sono i miei affari di cui ti devi preoccupare, piccola." Mi tenne stratta per la vita.

"Okay, verrò."

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