Il Cairo
14 febbraio, 10:17 (ora locale)
Mentre camminava con cautela lungo il corridoio, Alec si sentiva scorrere il sudore lungo la fronte, le mani umide gli rendevano scivolosa la presa sulla pistola. Arrivato alla stanza 235 si fermò. Magnus era dall’altra parte dello stipite, appoggiato alla parete per ascoltare i rumori all'interno. Sembrava tutto tranquillo.
Dopo un cenno da parte di Alec bussò lievemente con le nocche contro la porta e sfoggiando il suo arabo impeccabile
“khidmat alghuraf” (servizio in camera)
Tese ulteriormente l’orecchio ma dalla stanza non proveniva nessun rumore. Adesso fu Magnus a fare un cenno ad Alec ma senza aspettare che il marito si preparasse aprì la porta con la tessera magnetica che aveva rubato all’inserviente, la quale finì dritta in faccia ad Alec, ed entrò.
Incauto, irresponsabile e dannatamente stupido!
Si mosse leggermente troppo tardi ma forse da un lato fu un bene. Pochi attimi prima avrebbe sparato.
Magnus entrò velocemente, con la pistola puntata in avanti e il corpo leggermente piegato. Due passi e aveva già superato il piccolo corridoio d'ingresso. Stava per guardare dietro l’angolo del soggiorno quando una figura gli fu addosso. Lo scaraventò contro il muro sbattendo la sua mano contro il muro fino a che la pistola non gli sfuggì di mano cadendo a terra con un tonfo sordo. Magnus ancora stordito dalla botta e dalla sorpresa scivolò a terra inciampando sull’angolo piegato del tappeto e rovinò a terra. Sì girò con una rapida torsione per guardare in faccia il suo aggressore ma l’unica cosa che vide chiaramente era la canna della sua pistola puntata dritto in faccia.
Entrando vide Magnus a terra, immobile. Sì precipitò nel soggiorno con la pistola spianata, quando lo sentì entrare l’aggressore spostò la pistola da Magnus ad Alec il quale abbassò la pistola rischiando quasi di farsela sfuggire dalle mani.
“Alec?! Ci sei anche tu? Izzy?”
Già, Isabelle non era rimasta dove le avevano detto. Un classico no?! Resta in macchina e la persona ovviamente che fa? Scende e si mette nei guai! Esattamente come aveva fatto lei. Resta in corridoio finché non ti diciamo che è sicuro. Ovviamente non lo ha fatto.
“La vera domanda è che ci fai, tu qui?”
“Sono qui per Jace e Simon e qualcosa mi dice che lo siete anche voi. Scusa Mags ma sai… potevi essere un aggressore…” gli tese la mano e lo aiutò ad alzarsi.
“Ma dove diavolo hai imparato a picchiare così forte?” disse rimettendosi in piedi e massaggiandosi la testa.
“Jace è un bravo insegnate.” Disse soddisfatta per il suo complimento.
“Certo che è bravo, l’ho addestrato io!” Si intromise Alec.
“Wow non ho mai visto questo genere di pistole…” disse Clary restituendo l’arma al legittimo proprietario.
“Certo che no, sono state progettate dal sottoscritto e stampate da una stampante 3D. Irrintracciabile perché non esistono ma micidiali alla stessa maniera.”
“Jace non te ne ha mai parlato?”
“Non è ancora arrivato a spiegarmi e farmi usare le armi da fuoco. Per il momento si è concentrato sul combattimento corpo a corpo e l’uso di armi bianche.”
“Che cosa? Ti sta insegnando ad essere una spia?”
“No ma vogliamo aprire un’agenzia di investigazione privata. Per questo Simon ha chiesto il nostro aiuto.”
“Tu sai dove sono?” Alec e Izzy la guardarono impazienti.
“No, hanno mancato un appuntamento e non sono tornati qui. È da quando mi ha chiamato il nostro contatto che li sto cercando ma per il momento è come se fossero scomparsi nel nulla.”
“Dici che…” Izzy era agitata, non la smetteva un attimo di tormentarsi le dita.
“Izzy non credo che siamo morti. Non hanno avuto quello che volevano e per averlo, minacciarmi giocando con la loro vita rende la minaccia più efficace.”
“Quindi mi stai dicendo che sono ancora vivi perché così li possono uccidere dopo?! Che notizia rassicurante.” Si lascio andare a sedere sul letto, sconsolata.
Alec stava per avvicinarsi e dirle due parole quando un trillo fastidioso invase la stanza. Si guardarono in torno cercando di capire da dove provenire quel suono. Magnus si avvicinò ai loro borsoni. Fece scorrere la zip ed estrasse il telefono che vi era dentro. Tornò vicino agli altri e guardandoli uno ad uno premette il tasto di risposta, non prima di aver fatto partire la triangolazione per vedere da dove stesse chiamando.
“Pronto”
“Buongiorno signori. Sono lieto di constatare che siete giunti tutti a destinazione. Spero che il vostro viaggio sia stato piacevole.”
“Non credo sia una cosa che ti interessi davvero quindi perché non ci riconsegni i nostri amici e ti rinchiudi nella fogna da cui sei uscito?”
“Ma che brutte parole, Alexander. Andiamo, so che vi state divertendo ed è per questo che ho ancora qualcosa in servo per voi.”
“Credo che tu abbia uno strano concetto di divertimento.”
“Forse non poi così diverso.”
“Smettila di giocare e dicci che vuoi!”
“Certo Isabelle anche se credo che Clarissa vi abbia già informato sul fatto che avete una cosa che mi appartiene. Una chiave. Sarà banale per voi ma ci tengo molto a riaverla.”
“Una chiave? Hai rapito due persone, per una chiave?”
“Tu hai smosso mezzo mondo per due persone. Si fanno cose assurde per ciò che si ama. Ma non ho chiamato per darvi spiegazioni piuttosto per invitarvi ad una gita.”
“Perché non tagliamo corto e ci dici dove e quando avverrà lo scambio?”
“Sempre impaziente Alexander ma posso capire. Alle 19:00 vi verrà a prendere un furgone bianco, vi condurrà a fare un giro fino a che non arriverete alla fine del tour. Non voglio rovinarvi la sorpresa quindi godetevi il viaggio nella città del mistero e ovviamente… portate la chiave con voi oppure ciò che troverete alla fine del giro non sarà poi così… vivo.”
Si sentì solo il segnale acustico di fine chiamata. La telefonata era finita esattamente un secondo prima che la triangolazione fosse completa. Quell’uomo era furbo e non aveva detto assolutamente nulla su ciò che li avrebbe aspettati.
“Questo vuol dire che alle sette di sera verremo rapiti da chissà chi che ci porterà chissà dove? Ottimo.” L’umore di Izzy non era per niente migliorato.
“Okay analizziamo i fatti.
1. Non ha accenti particolari. Sembra americano
2. Non ha usato un modificatore di voce, non ha paura di essere scoperto
3. Sapeva della triangolazione
4. Ha fornito solo lo stretto necessario delle informazioni
5. Sapeva esattamente chi siamo
6. Vi ha fatto venire in possesso di quel telefono
7. Ci sta osservando
8. È un professionista e di quelli bravi per giunta!”
“Oh mio dio moriremo tutti!! Spero almeno di rivedere Simon un'ultima volta…”
“Senti miss ottimismo perché invece di abbatterci non pensiamo a qualcosa?”
“Senti miss simpatia perché non vai a farti un giro? Ti ricordo che io non ho scelto questa vita, sono una psicologa e non una super spia. Sono una persona normale che si è ritrovata in un incubo solo perché si è innamorata della persona più fantastica che possa esistere sulla faccia della terra!”
“Tu non sei affatto una persona normale ma la persona giusta al momento giusto. Tu sei ha psicologa!” La rossa sembrò illuminarsi anche se Izzy ancora la fissava come se fosse pazza.
“Tu studi il comportamento delle persone, riesci a leggergli nel pensiero. Analizza la voce. Crea un profilo.”
“Io non lo so fare…”
“Questo non è vero, con me e Magnus lo hai fatto e anche abbasta accurato.”
“E tu come lo sai…?”
“Andiamo Izzy due spie che fanno terapia di coppia non possono non sapere cosa scrive la loro psicologa.”
“Mi state dicendo che avete letto i miei fascicoli su di voi?”
I due si limitarono ad alzare le spalle.
“Voi siete forse i peggiori pazienti che io abbia mai avuto!”
“In realtà non è quello che hai scritto nel nostro fascicolo…” disse Alec sorridendole.
“Lo siete adesso! Su fatemi risentire la voce di quel pazzo maniaco!”
“Visto che hai già fatto un profilo…?!” per quelle parole, Clary, ricevette uno sguardo di cenere.
18:48
“Non puoi portare la pistola!” Izzy era agitata. Mancava più poco tempo al loro incontro, al loro viaggio verso l'ignoto. E adesso la rossa voleva portarsi dietro un’arma cosa che avrebbe sicuramente fatto arrabbiato i rapitori di Simon.
Clary stava per ignorare la sua sgridata alzando gli occhi al cielo quando la voce di Alec, alle sue spalle, la fece sobbalzare.
“Izzy ha ragione. Se ci dovessero beccare con delle armi potrebbero prenderla male e agire di conseguenza.”
“Come ordina il capo” rispose Clary facendo uno scherzoso saluto militare.
“Rasenti la subordinazione a parlarmi con quel tono, soldato.” Rispose scherzosamente Alec.
“Avete messo i giubbotti?” Disse tornando serio e avvicinandosi alle due ragazze si mise a controllare se lo avessero messo nel modo corretto. Clary era a posto, Izzy lo aveva messo troppo largo. Con pochi gesti esperti lo sganciò e strinse con forza beccandosi le lamentele della ragazza.
“Così non respiro! Adesso capisco come si sentivano le dame del ‘700!”
“Fidati, meglio stretto che ti salva la vita che largo e inutile.”
“Dici che ce la faremo? Che finirà tutto?” lo guardava carica di speranza.
“Non lo so ma ti posso garantire che farò tutto il possibile perché accada. Puoi fidarti delle mie parole.”
“Già la fiducia. Ci rimane solo quella. La fiducia che abbiamo nelle persone che ci stanno più vicine. Senza quella saremmo persi. Grazie per essere qui.” Lo abbracciò e prima di lasciarlo andare gli diede un bacio sulla guancia.
“Cavolo Alec, pungi”
“Scusami, sono stato un po' occupato in questi giorni e ho trascurato la mia persona.”
“Sai che sei proprio stupido?! Ah.ah.ah… non rispondere. Era una domanda retorica e adesso vai a vedere se il tuo uomo è pronto. Non vorremmo fare tardi?!”
Prima di lasciarla le lanciò un’ultima occhiata. Uscì dalla stanza dirigendosi verso il bagno dove Magnus si era rinchiuso. Stava per bussare alla porta e chiedergli se era ancora vivo quando fermò la mano a mezz'aria. Stava parlando al telefono, in arabo.
Non conosceva bene quella lingua per capire ogni, singola, parola ma di certo il concetto in generale lo aveva compreso!
"Siamo d'accordo, saremo soli. Sarà tutto come abbiamo concordato. Avrai ciò che vuoi e anch’io. No,… Alec non sospetta nulla. Porta Jace e Simon esattamente sulla cima. Noi arriveremo disarmati così non ci saranno inconvenienti spiacevoli e tutto filerà liscio… lo so che sai come gestire queste faccende ma lascia fare a me. So come trattare con lui. Okay… mi raccomando. Ciao, a dopo."
Fiducia.
Possibile che Magnus fosse d’accordo con i rapitori? Gli aveva mentito ancora? Avevano nominato anche il suo nome. Era un infiltrato? Tutto ciò che era successo era una messa in scena? Non solo il loro matrimonio di prima, quando erano spie ma… lo era ancora? Dopo ciò che era successo si era fidato ciecamente di lui. Izzy aveva ragione. Se non hai la fiducia nelle persone che ti stanno più vicine non hai niente e lui aveva appena perso la sua fiducia.
Niente armi aveva deciso. Bene, non gli sarebbero servite. Era letale anche senza. Appena avesse visto Jace avrebbe attaccato. Non sapeva più di chi fidarsi, Izzy lo aveva coinvolto in tutto questo. Simon era il migliore amico di Magnus quindi poteva essere suo complice.
Era solo in mezzo al nemico.
Okay. Era pronto alla battaglia. L’unico obbiettivo adesso era quello di riportare a casa Jace.
Non lo avrebbe fermato nessuno.
Nessuno.
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