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Brooklyn

12 febbraio, 8:30 A.M.

"Magnus il Presidente ha di nuovo fatto la pipì in salotto!" Gridò Alec contrariato alla camera da letto dove il marito era rinchiuso da quasi mezz'ora.
Non ricevendo segni di vita posò la sua tazza preferita ancora stra piena di caldo caffè. Cosa che gli permetteva di cominciare bene la giornata. Giornata ormai rovinata, vista la sorpresa lasciata dal peloso mammifero. Rimboccandosi le maniche del vestito che indossava per andare al lavoro, cominciò, con riluttanza, a sollevare i fogli che avevano fatto da lettiera per il gatto.
Per fortuna non era arrivata fino al tavolo di noce se no questa sarebbe stata la volta buona che sopprimeva quel felino!
Spostò il giornale del giorno ormai illeggibile, tastò i fogli che erano nascosti sotto e quello che vide lo lasciò sorpreso.
Una pila di fogli con nomi e foto di ragazzine e ragazzi da un’età compresa tra i 15 e i 20 anni.
Foto, spostamenti, dati personali, foto prese dai social... un intero fascicolo di minorenni!

Magnus che stai combinando?!

Scartabellò i fogli uno per uno, nomi e volti che non aveva mai visto fino a che non arrivò a quella di una ragazza che conosceva bene.
Sally, la figlia dei vicini. Era la scheda con più appunti scritti a mano, osservazioni e...

"Che fai di bello dolcezza?"

Non lo aveva sentito arrivare, se lo ritrovò alle spalle, troppo tardi perché potesse sottrarre dal suo sguardo ciò che aveva scoperto.

"Questo cos’è?" Disse sbattendogli in faccia il fascicolo.

“Sei nei guai Amore!” gracchiò impertinente, anche se azzeccata, la voce del Cacatua.
Mille ipotesi gli affollavano la mente. La sua vecchia vita da spia gli faceva creare storie assurde però tutte con un possibile riscontro con la realtà.
Il sorriso che Magnus aveva sul volto vacillò per pochi attimi. Attimi in cui poteva leggere il dubbio del marito se mentirgli o no.

"Te ne volevo parlare ma ultimamente hai molto lavoro da fare... Non volevo..." ci stava girando in torno, prendeva tempo perché il cervello creasse una bugia abbastanza credibile per ingannare una spia.
Bussarono alla porta. Alec non mosse un muscolo.

"Magnus sono Sally! Dobbiamo fare in fretta oggi, mia madre crede che io stia studiando...!" Quella risatina allegra fece scattare su tutte le furie Alec. Piantò in asso Magnus e con quattro lunghe falcate andò a spalancare la porta facendo sobbalzare dalla sorpresa la povera ragazza.

"Signor Lightwood!" Cercò di salutarlo con noncuranza parlando con otto ottave superiori allo standard. Lo sguardo intimorito di Sally scivolò fugacemente alle spalle di Alec per incontrare quello del marito.
Alec entrò in modalità spia e facendo sparire lo sguardo omicida con cui l’aveva guardata si distese in un sorriso e la fece accomodare.
Avrebbe fatto crollare quella ragazzina!

“Ciao Sally” si intromise nuovamente Cake con la sua gracchiante voce.
Un brivido di eccitazione lo riscosse. Questa vita tranquilla lo faceva sentire bene però ogni tanto ci voleva qualche pizzico di pepe.
Si scostò da una parte per farla passare e appena fu superato richiuse la porta facendola sobbalzare. Doveva sembrargli uno psicopatico... ottima cosa.
La seguì a ruota a poca distanza per metterle pressione. Attese che si accomodasse sul divano e cominciò a girarle intorno con passo lento, il fascicolo stretto tra le mani allacciate dietro la schiena.

"Cosa ti ha portato al fuggire di nascosto dalla tua camera per venire qui a cercare Magnus? Ah comunque puoi chiamarmi Alec se vuoi vista la confidenza che hai con questa casa..."
Continuava a guardarla sorridendole. Amabilmente pericoloso.

"Signor Lightwood..."

"Ah. Ah. Alec ti prego..."

"Alec, suo... cioè tuo marito mi... sta... aiutando in una ricerca di geografia sull’Indonesia. Devo intervistare gente del luogo..."

"Sally, lui sa. Digli la verità."

"Scusa. Ho fallito la missione, Signore." Sally abbassò lo sguardo sulle mani che si torturavano a vicenda incessantemente.

"Non hai fallito. Non ti hanno scoperta."

"Ma come tuo marito adesso lo sa!"

"Lui sì ma loro no." Disse indicando la schiena  dietro cui Alec teneva il fascicolo.

"Quindi non sei arrabbiato?"

"È perché dovrei? Sei un’allieva molto in gamba." Rispose sorridendole.

"Magnus non la starai mica i...?"

"Istruendo? Certo."

"Lo so che è sbagliato mentire ma quando a scuola hanno fatto la giornata dei genitori… beh ho chiesto a Magnus se poteva farmi da padre e parlare delle sue avventure. Non sono proprio una ragazza popolare quindi, speravo di apparire meglio se lui si fosse finto mio padre. Sai non avevo il mio… è stata la giornata più bella e divertente della mia vita. Tutti che mi volevano parlare per dirmi quanto fantastico fosse mio padre. Lo hanno definito un incrocio tra Capitan America e Indiana Jones. Lui in cambio mi ha chiesto di indagare su dei miei coetanei. Chi sarebbe perfetto per spiare un quindicenne di una della sua stessa età?”

“Ma perché?” Alec era confuso, a cosa gli serviva sapere gli spostamenti e i fatti privati di alcuni adolescenti?

“Non possiamo di certo abbandonare il Presidente e Cake nelle mani di perfetti sconosciuti!”

“Hai messo una quindicenne ad indagare sui dog-sitter?!”

“Sui possibili candidati! Non sai quante persone dalla faccia innocua mentano sui loro curriculum. Mettono che adorano gli animali e poi su Youtube  guardano video di gente che maltratta gli animali!”

“Mags…” gli sorrise amabilmente. Quanto era tenero un marito che stalkera ragazzini perché non vuole lasciare nelle mani di perfetti sconosciuti i loro cuccioli.

“Beh Sally qual è il tuo rapporto?”

“Dopo attente e rigorose indagini credo che ci siamo tre possibili candidati.
Caleb, 17 anni, ottimi voti a scuola, alle elementari gli è stato affidata Clars, l'iguana della classe, per tutta l'estate. Ha ricevuto un encomio per il servizio reso alla scuola. Ha un cane, Rory, un tenero labrador di due anni.”

“Ha avuto esperienze con pennuti e felini?”

“Non ho trovato nulla a riguardo…”

“Serve esperienza, il prossimo?”

“Beh ce Cloe, 15 anni, non brilla a scuola ma di certo non è una capra. Fa la volontaria nel canile e gattile della zona. Le vecchiette che ho interrogato parlano molto bene di lei. Ai gatti piace. Sui pennuti non ho riscontri a parte questa foto…”

“È allergica alle piume. Guarda quel braccialetto. Che scritto che le servono farmaci per contrastare l'allergia. Scartata. Il prossimo?”

“Alex, 19 anni, lavora allo zoo e credo che sia il più competente. Ha lavorato con grandi felini quindi il Presidente è a posto. Attualmente si è dedicato al reparto uccelli. Hanno anche Cacatua allo zoo quindi sa come trattarli…”

“Loro però non sono un semplice gatto o un semplice Cacatua! Loro sono… i nostri gatto e Cacatua!”

“Magnus stai scartando anche quello che lavora allo zoo?”

“Si perché è diabetico.”

“È questo che c'entra?” chiese Alec scioccato.

“Come lo sai?” chiese invece Sally sorpresa dalla sua deduzione alla Sherlock mentre coccolava la testina pelosa del Presidente che le si era acciambellato vicino alla gamba per prendersi tutte le coccole possibili. Coccole che non si meritava affatto visto il ricordino che aveva fatto sul tavolo!
Il telefono di Alec gli trillò in tasca. Lo estrasse dalla tasca e guardò il display.
Numero sconosciuto, proveniva dal Messico.
Si allontanò dalla stanza lasciando Sally e Magnus a discutere sui pet-sitter.
Fece scorrere il dito sullo schermo per rispondere alla telefonata, avvicinò il telefono all’orecchio e non disse niente fino a che non si fu chiuso la porta della camera alle spalle.

“Pronto.”

“Alec? Alec sono Izzy! Ti chiamo da… Messico… Simon… riportarlo a casa…. Visto…. Nessuno… sola… aiuto!”

“Izzy! Non riesco a capire cosa stai dicendo! La linea è disturbata. Cosa è successo a Simon? Stai bene? Ti serve aiuto?”

“Alec… aeroporto… volo… sceso nessuno… cinque ore…”

“Dimmi dove sei ti raggiungo!”

“Ma… non puoi volare!”

“Troverò un modo. Dimmi dove sei!”

“Veracruz. Hotel Paradise.”

“Resta lì. Io arrivo appena posso!”

“Alec, grazie.”

Cosa diavolo c’erano andati a fare in Messico?
Non aspettò oltre. Aveva imparato a non fare domande e raggiungere l'obbiettivo. Non si poteva far distrarre adesso da domande inutili. Avrebbe avuto tutto il viaggio verso il Messico per farsi tutte le domande che voleva e anche intrattenersi con possibili risposte. Adesso doveva solo cacciate di casa la ragazzina e dire a Magnus che doveva partire.
Fece scivolare il telefono nella tasca con una mano e con l’altra cominciò a togliere i maglioni ben compilati dall’armadio. Estrasse un borsone nero e fece scorrere la zip. Ne verificò il contenuto, soldi di valute diverse, una pistola smontata fatta con la stampante 3D e svariati passaporti falsi. Cominciò ad afferrare dei cambi di vestiti e metterli alla rinfusa nel borsone. Stava per prendete gli anfibi e la tuta protettiva antiproiettile quando Magnus spalancò la porta.

“Alec che succede? Sei sparito. Tutto okay?”

“Ha chiamato Isabel…”

“Alec quello è…”

“Il mio piano di fuga. Esatto. Non ho tempo di spiegarti perché io l’avessi. Adesso non ho tempo.”

Infilò con non troppa grazia gli scarponi. Una calma glaciale gli schiarì la mente. Analizzando il tempo, calcolando tra quanto avrebbe potuto raggiungere Isabel…

“Non mi devi spiegare niente. Io vengo con te.”

“Allora questo ti servirà.” Disse Alec lanciando sul letto il passaporto falso di Magnus.

“Alec…” pensava davvero di sentire rimprovero nella sua voce invece il suo tono era furbo ed eccitato.

“La spia perde il pelo ma non il vizio vero, dolcezza?!”

“Credo che dovremmo scegliere in fretta il pet-sitter. Che te ne pare di Sally?”

“Era la mia scelta fin dall'inizio…”

“Chissà perché lo sospettavo!” Disse Alec abbozzando una risata.

“Tu vai a comunicare la lieta notizia a Sally. Io compro i biglietti.” Disse Magnus mentre estraeva la valigia da sotto il letto e prima che  Alec chiudesse la porta sentì il marito chiedere a Siri i voli per Veracruz.

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