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Ciaooo! Vi dico che questo capitolo è stato difficilissimo da fare perché l'ho scritto in compaia di mia sorella di quattro anni che per tutto il tempo non ha fatto altro che distruggermi la camera, tirarmi i giochi, chiamarmi insistentemente e cose varie e ora mi fa male la gola da quanto le ho gridato ahahahah
Quindi questo è un modo per dirvi di apprezzare questo capitolo anche se fa schifo😂😂😂
Sono comunque orgogliosa di aver portato a termine quest'impresa con una fonte di disturbo del genere😂
Buona lettura!

John's POV:

Dopo questa telefonata, ho bisogno d'aria, così indosso il cappotto ed esco per una seconda passeggiata, ma questa si rivela meno piacevole della precedente.
Ho la testa appesantita da mille pensieri che circolano in maniera disordinata, senza trovare un senso logico, e facendomi fare tanta confusione.
Dopo un po' di tempo passato a cercare di ignorarli, mi fermo, dando loro libero sfogo.
Vengo investito così da una marea di emozioni, sentimenti, stati d'animo, sensi di colpa e rimpianti di una vita.
Sì, mi manca Dorothy, e quella quiete che aveva interrotto in casa mia dopo tanto tempo, mi mancano Brian e Roger, i miei due compagni di vita, e ovviamente mi manca Freddie, che sarebbe tutto tranne che fiero di me, in questo momento. Lui mi ripeteva sempre che nonostante tutto possa andare a rotoli, lo spettacolo deve sempre andare avanti, e io, per tutto questo tempo, ho fatto la cosa contraria.
Per tutto questo tempo non ho fatto altro che negare tutto, fingere di stare bene quando invece dentro di me tutto il mondo era cupo, freddo, in bianco e nero.
Non ho mai chiesto aiuto a nessuno, anzi, ero io a darlo agli altri, come mi è accaduto con Dorothy.
Ma in realtà è stata lei ad aiutarmi, una ragazza così normale, senza nessuna dote particolare, che ha saputo trattarmi in maniera diversa da tutti gli altri, come ho sempre desiderato essere trattato.
Per lei io ero una persona normale, niente di più e niente di meno.
Siamo due persone entrambe bisognose di aiuto reciproco, entrambe bisognose di imparare, io forse devo fidarmi di più degli altri e lei deve dare meno confidenza agli sconosciuti, due cose contrarie, ma interdipendenti l'una dall'altra.
Perché nessuno si salva da solo, e tutti abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi, perché nessuno ha una vita perfetta, i problemi investono tutti, sono parte della vita di ogni individuo, indipendentemente dalla posizione sociale che ricopre, dal lavoro che svolge e da quanti soldi ha.
Non si è mai da soli in questo mondo, e c'è sempre chi sta peggio.
Ad un tratto, mi fermo, smettendo di camminare.
Ecco, tutti i pensieri hanno trovato l'ordine giusto.
O forse no.
Vengo investito da un presentimento, brutto o bello che sia non riesco a capire, mi volto e torno da dove sono venuto, diretto a casa.
Ad un certo punto inizio anche a correre, come mai avevo fatto prima d'ora.
Arrivo a casa, spalanco la porta e mi precipito all'interno, rimanendo di sasso.

- John...tutto bene? - mi domanda Veronica, alzandosi dal divano.

- S-sì... - rispondo io, sorridendo. - Ora sì - concludo, incrociando lo sguardo di Brian e Roger.

- Li ho chiamati io...e li ho fatti venire qui. Spero che la cosa non ti dispiaccia - spiega Veronica, timorosa di quello che potevo fare di lì a poco.

- N-no...tranquilla. - rispondo io, distaccato fuori, ma felice dentro.

- Scusami - esordisce Brian, alzandosi dal divano. - Non avrei dovuto attaccarti in quel modo al telefono, prima...non è stato carino - commenta, rimproverandosi.

- Tranquillo, capisco. Insomma, è normale...non ci sentiamo da molto tempo...e so che non intendevi offenermi. Il problema è dentro di me - lo giustifico io, facendo un passo indietro r cercare di rimettere le cose a posto.

- Oh, non dirlo nemmeno per scherzo. - mi ammonisce lui, abbracciandomi.

- Beh, avresti potuto chiamare me, di certo ti avrei tranquillizzato e ti avrei messo a tuo agio... - interviene Roger, avvicinandosi a noi.

Io e Brian ridiamo, e mi avvicino per abbracciare anche Roger, che si stacca quasi subito.

- Ok basta, troppa dolcezza - si lamenta, facendo ridere tutti.

- Mi siete mancati, ragazzi - dico, sollevando un angolo di sorriso.

- Anche tu, John - rispondono Brian e Roger all'unisono.





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