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John's POV:

Alle mie parole, il volto di Dorothy si illumina in un sorriso, per poi svanire pochi istanti dopo. 

- No, mi dispiace John ma non posso accettare, insomma è...troppo...io sono una sconosciuta, e in pochi giorni tu mi hai dato un lavoro e mi fai trasferire in casa tua? Peggio di mia madre tra un po'... - 

- Dici sempre così e poi ti fai convincere... - convengo io, alzando un sopracciglio, e Dorothy arrossisce. 

- Beh, ovvio...sei il mio idolo...non ti ci vuole molto per convincermi...e comunque no, no e ancora no! Non posso accettare, è una cosa totalmente fuori dal mondo, non si è mai visto da nessuna parte, andiamo! - protesta Dorothy, cercando di resistermi. 

- Perché no? Te lo sto chiedendo io! - esclamo io. 

- Non basta! - controbatte lei.

- E che cosa ti serve, un invito scritto? Non sei un tipo adatto alle formalità... - azzardo io, un po' troppo sicuro di me. 

- Ma non ci pensi a tua moglie? - domanda lei, con sguardo indagatorio.

- Ah, mia moglie dici? Lei ti adora, accetterà di sicuro! - commento, fiducioso. 

Veronica's POV:

- No, no e ancora no! - esclamo, incredula per ciò che avevo appena sentito. 

Si tratta di quella ragazza, sì...Dorothy, penso si chiami così. 

Ieri notte si è presentata a casa nostra senza invito e mio marito John, dopo averle dato il permesso di fare una doccia e averle dato in prestito i miei vestiti, l'ha fatta dormire in una delle camere dei miei figli, e non è tutto...le ha chiesto di trasferirsi a casa nostra, senza nemmeno parlarne con me. 

- Andiamo, Vero! Ormai Dorothy ha accettato, in questo momento sta preparando le valigie, non posso dirle di no ora... - 

- Avresti dovuto parlarne con me prima, invece di fare come ti pare...come al solito...anzi, in realtà non fai mai come vuoi tu, è in questo ultimo periodo che fai la prima cosa ti balza in quella testolina...puoi dirmi che cosa ti succede? Che cosa ti sta facendo quella ragazza? - indago io, insospettita. 

Sì, mio marito è diverso in questo ultimo periodo. è stranamente più allegro, a volte si comporta come un bambino, si perde in mille pensieri e sorride spesso. A volte rimane zitto in un angolo per molto tempo, come fa da sempre, ma prima il suo sguardo era serio e malinconico, ora è felice, allegro, e di tanto in tanto mormora:"Dorothy..." 

Dorothy è una ragazza splendida, molto cara, fresca, ma non capisco come una ventenne così normale possa essere entrata nella sua vita così improvvisamente, senza un motivo valido. Nasconde qualcosa, me lo sento, è l'unica spiegazione. Perché altrimenti dovrebbe essere così interessata a mio marito? Ho capito che è una sua grande fan, ma ce ne sono milioni di altre al mondo...

- Quella ragazza non mi sta facendo nulla, sono io ad averglielo chiesto, e ha bisogno di aiuto. Ha perso il lavoro, così le ho chiesto io di lavorare per me, sua mamma l'ha cacciata di casa, così le ho offerto io di venire a vivere da noi...sto solo aiutando una persona in difficoltà - spiega John, motivando le sue decisioni affrettate.

- Ma perché lei e non qualcun altro? Perché ti sei fissato con lei? Non starai esagerando con quella ragazza? - chiedo io, cercando di farlo ragionare. 

- Assolutamente no. E sto aiutando lei perché è andata così. Non ha cattive intenzioni, te lo posso assicurare, e ora ti chiedo solamente di fidarti di me. - quelle sue ultime parole, mi strappano un sorriso, e mi spingono a baciarlo teneramente sulle labbra. 

- Quindi questo era un sì? - suppone lui, sorridendo.

- Sì... - rispondo io, felice di avere nella mia vita un uomo come lui. 


Roger's POV:

Prendo per l'ennesima volta le bacchette in mano, facendole roteare tra le mie dita. 

Provo un motivo, e poi un altro, poi un altro ancora, ma niente, nessuno di questi mi soddisfa. 

Sbuffo, e decido di piantare lì. 

Mi reco al tavolo, prendendomi da bere, e dopo alcuni istanti alzo lo sguardo incontrando quello di Brian, che non è migliore del mio. 

- Allora, hai qualche canzone? - mi chiede speranzoso, dopo un po'.

- Se l'avessi la starei suonando da mezz'ora - rispondo io, acido. Vedo che anche Brian abbandona la chitarra, e con l'umore a terra, si va a sedere su una poltrona. 

- Scusami...non avrei dovuto risponderti in quel modo... - ammetto io, pentito. 

- Ma no, figurati...non è per te che ho questa faccia...il fatto è che...non lo so, non sento che stiamo facendo la cosa giusta. Insomma, perché siamo qui, Rog? - chiede lui, con lo sguardo spento. 

- P-per suonare... - rispondo dubbioso io. 

- ...Sempre le stesse canzoni - continua Brian. 

- Sì, lo spettacolo deve andare avanti, ma noi non stiamo facendo nulla in modo da rispettare questo nostro motto. Dobbiamo portare avanti nuovi progetti, registrare nuove canzoni, e invece guardaci...mi faccio pena da solo. - 

- Lo so, hai ragione. Ma...insomma...mi manca quello che eravamo un tempo...mi manca Freddie, mi manca John...è dura andare avanti per me, con tutti questi pensieri che vagano nella mia testa - mi confido io, parlando con un velo di amarezza. 




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