CAPITOLO 47
CAPITOLO 47
Solo dopo un paio d'ore si ravviva l'atmosfera della stanza. Il silenzio se ne va per dar spazio al continuo via vai dei medici.
Ken è arrivato. Senza aprir bocca si avvicina a RiAn e poggia una mano sulla sua spalla.
Fa male vedere Leo, ma bisogna affrontare la realtà. Lo riconosce immediatamente quel ragazzo disteso sul letto.
Cosa ci fa lí?
Cosa è successo?
Sono le domande che vorrebbe porre a se stesso inutilmente, visto che sa già la veritá.
La persona che lo stupisce davvero è Minhyuk. Non lo vede da tanto tempo e non pensava di incontrarlo nuovamente in una situazione come questa.
"Ken, sei qui?" dice Eunsoo che nel frattempo è rientrata.
Lui annuisce e fa un piccolo inchino per salutarla.
Non puó essere.
Quindi era questo il motivo per cui Leo era sempre chiuso in se stesso, freddo ed assente. Aveva pensato solo e soltanto agli altri, diventando poi un egoista verso se stesso.
La personalità che cercava di mantenere e presentare ad ogni persona, era tutta una maschera che nascondeva il vero lui.
È triste sapere che non ha avuto la possibilità di conoscerlo in quel modo, ma di essere solamente caduto nella trappola della bugia, come il resto della società.
"Leo.. c-cosa stai facendo?!" gli chiede, balbettando ed inginocchiandosi al lato del letto.
Le lacrime che stanno uscendo dai suoi occhi, sono preziose. Non ha mai pianto; non a caso, è conosciuto per il suo carattere allegro e positivo di fronte ad ogni tipo di situazione.
"Hyung, perchè non hai detto niente?" chiede ancora, con la speranza che Leo aprisse gli occhi dicendo che è tutto uno scherzo.
Minhyuk non ce la fa a guardarlo restandosene con le mani in mano come ha fatto con RiAn.
Per questo si avvicina a lui, poggia le mani sulle sue spalle e lo aiuta ad alzarsi.
"Andiamo un attimo fuori." dice con una voce debole. Non è da lui.
Ognuno ha mostrato un lato totalmente diverso da quello originale, qui all'ospedale.
"Non voglio" si rifiuta Ken, aggrappandosi alla coperta di Leo per non lasciarlo piú.
"Cosí è peggio." dice Minhyuk, costringendolo ad uscire dalla stanza assieme a lui.
Ha sempre avuto una sorta di protezione nei confronti di Ken, nonostante non sia il piú giovane. Sente il dovere di difenderlo.. piccolo, indifeso e innocente com'è.
Ken non dice piú niente, avvolto dall'angoscia ha capito cosa significa essere tristi, e si lascia trasportare da Minhyuk.
Ed ecco che RiAn ed Eunsoo si ritrovano da sole, in silenzio, che non riescono a guardarsi negli occhi. Eunsoo vorrebbe spiegarle tutto per bene, ma non ne ha mai trovato il coraggio; mentre RiAn non ha nient'altro che Leo in mente, priva di spazio disponibile per qualsiasi altra cosa.
Eunsoo, in preda alla disperazione, si alza ed esce dalla stanza. È la seconda volta che lo fa. Lasciare Leo con RiAn vuoldire lasciare suo figlio nelle mani giuste. Forse piú giuste delle sue.
~
"Cosa ci fai qua, Minhyuk?" chiede Ken, guardandolo dritto negli occhi.
Minhyuk non risponde. Non trova necessario raccontargli tutto. Non ha bisogno di sapere che non ha mai smesso di voler bene a Leo. Non ha idea di cos'ha passato, 24 ore su 24 con il padre, senza quell'amico col carattere freddo e scontroso che gli tirava ogni volta su il morale.
La verità è che il giorno in cui suo padre gli disse che si sarebbero presto trasferiti per motivi di lavoro nella stessa città in cui ora vive Leo, fu anche il giorno in cui sorrise per la prima volta al genitore che nemmeno se ne accorse.
La notizia lo rese contento; emozionato dall'idea di rivedere l'amico che non ha mai fallito nel farlo ridere e sentire una persona. Era insicuro se considerarla una cosa positiva o negativa, ma non importava. Gli mancava, non era consapevole di come si sarebbe sentito non appena lo avrebbe rivisto e la curiosità si fece strada dentro di lui.
Adesso eccolo qui a soffrire piú del dovuto, a chiedersi il perchè di questa cattiva sorte che spetta a Leo ed a pentirsi del fatto di averlo ritrovato.
Doveva succedere prima o poi, come ha fatto a non pensarci prima? Si è allontanato da lui e tutti gli altri per un motivo: non soffrire e lasciargli vivere gli ultimi anni di vita come desidera.
Leo non voleva che si venisse a sapere in giro, eppure Minhyuk lo sapeva. L'ha saputo involontariamente e il suo spirito da ficcanaso l'ha portato sulla cattiva strada.
L'obbligo della sua coscienza di lasciare i suoi amici.
Ken si accorge del suo silenzio e conoscendolo non osa piú parlare. É sorprendente che riesce a vedere negli occhi di Minhyuk qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: umiltà.
Come un'illuminazione, i motivi del suo allontanamento e comportamento cambiati improvvisamente, entrano tra i suoi pensieri. Anche se non ha la certezza che sia tutto vero, decide di perdonarlo.
Gli scompiglia i capelli già disordinati e cerca di sorridere, ignorando l'atmosfera malinconica che li circonda.
"Mi sei mancato." dice con quegli occhi gonfi, ma come sempre teneri e sinceri.
~
Eunsoo cammina senza sosta tra i corridoi. Il corpo le dice di fermarsi, ma la mente ed il cuore sono concentrati a farla andare avanti. La stanno salvando, prima che venga mangiata dai rimorsi e dall'autovalutazione che le dice di non essere stata una buona mamma, un'orribile figura materna che non è riuscita a mantenere il controllo di se stessa, figuriamoci del figlio.
Gli ospedali non sono luoghi adatti per le persone sorridenti.
Fanno sentire in colpa la maggiorparte di coloro che stanno bene, con tutti i loro pazienti in cerca di aiuto.
Si ferma esausta dopo un bel po' di tempo, davanti ad una porta semiaperta. Non è sua intenzione curiosare, ma riesce a vedere una bambina sola e seduta su un letto bianco, identico a quello di Leo.
È bellissima. Non ha i capelli, ma ha un viso particolare che cattura profondamente l'attenzione di Eunsoo che, non si sa come, entra nella stanza.
"Ciao.." sussurra un po' in imbarazzo per essere entrata senza preavviso.
"Salve." dice la bambina. Stranamente non è sorpresa nel vedere un'estranea farle visita, anzi, la accoglie benevolmente.
Eunsoo si siede sulla sedia vuota accanto a lei e rimane a guardarla, colpita dal suo sguardo cosí puro e felice.
"Come ti chiami?" chiede, ricambiando il sorriso che la bambina sfoggia sin da quando è entrata.
"Io sono Hope. Piacere." risponde lei, sorridendo sempre di piú.
Hope. Speranza.
Nome attribuito ad una bambina a cui piace fare amicizia, capace di sorridere anche nelle situazioni peggiori e facile da voler bene.
"Hai un bellissimo nome." le dice Eunsoo.
"La ringrazio." risponde Hope, chinando il capo.
Inizialmente, il silenzio è imbarazzante; ma poi si mettono a chiacchierare.
La prima cosa che viene in mente ad Hope è di sapere cosa ci fa qui Eunsoo e cosí lei le racconta la storia.
Si sente meglio grazie a questa bambina speciale. Riesce a sfogarsi senza problemi, sentendosi a suo agio anche grazie a quegli occhietti curiosi ed attenti ad ogni singola parola che dice.
Hope la ascolta fino alla fine senza interferire, limitandosi ad annuire.
Finito di parlare di Leo, arriva il suo turno.
"Ho un cancro" dice con un sorriso stampato sulle labbra.
Eunsoo si blocca sul punto.
Non è che ha paura. È meravigliata dal suo atteggiamento e da come sorride di fronte ad una cosa cosí crudele.
È diverso l'impatto che Hope fa alle persone. È coraggiosa, piena di pregi ed abbastanza matura per la sua età.
"Oh? Mamma!" gli occhi della bambina incrociano quelli della madre che ora sta entrando nella stanza con in mano una torta.
Eunsoo sgrana gli occhi e si alza in piedi, timorosa che possa arrabbiarsi o pensare male.
"Hope.. hai fatto amicizia?" chiede la madre, cercando di sembrare il piú felice possibile. Non vuole deludere le aspettative della figlia che le ha fatto promettere di restare forte & contenta e di non dimenticare mai il sorriso che l'ha resa la mamma più bella del mondo.
"M-Mi scusi.. ora me ne vado.." dice Eunsoo, avanzando già di un passo.
Hope le afferra il polso per fermarla, non vuole che se ne va.
"No, zia Eunsoo. Per favore resta qui." dice con molto aegyo, per farle capire quanto ci tiene alla sua compagnia.
É abituata a stare da sola, le persone con cui ha fatto amicizia qui all'ospedale vanno e vengono per via dei numerosi impegni, ma stavolta vuole che almeno Eunsoo resti.
C'è un motivo dietro questo.
Sua mamma annuisce e mostra la torta, dicendo:
"Resti, la prego. Oggi è il compleanno di Hope."
Eunsoo non puó rifiutare l'offerta perchè sa che anche lei stessa vuole restare e poi non riuscirebbe mai a dire di no ad Hope.
Si presenta alla madre della bambina. È poco piú giovane di lei e si chiama Sojin.
Un attimo dopo, cantano insieme la canzone del buon compleanno.
Ecco perchè non c'era nessuno affianco ad Hope. Sua madre era andata a comprarle una torta e non ha nessun'altro a starle vicino oltre a lei.
"Tanti auguri, figlia mia. Mi raccomando, esprimi il desiderio" dice, dopo l'ultimo applauso, Sojin.
La piccola fa come le è stato detto, chiudendo gli occhi.
Il movimento delle sue labbra è veloce, ma pare interminabile.
Quando li riapre spegne tutte e sette le candeline, con un soffio delicato.
Taglia, con l'aiuto della mamma, una fetta di torta e la offre subito ad Eunsoo.
"Il resto è per le dottoresse gentili" dice soddisfatta, dopo aver giocherellato con la panna che purtroppo non puó più mangiare.
Le due donne annuiscono, commosse dal suo animo gentile, mentre mangiano la fetta di torta nel loro piatto.
"Posso sapere cos'hai espresso?" chiede Sojin, con uno sguardo malizioso.
Hope fa 'no' con la testa, motivo per cui le arriva il solletico da parte della madre.
"Ahahahah no dai, mamma! È un segreto!" dice, ridendo.
Sojin, peró, non ha intenzione di farla finita finchè non le dirà il desiderio. Se fosse possibile, lo farebbe avverare con qualsiasi mezzo. Questo è l'ultimo desiderio di sua figlia che puó esaudire.
Eunsoo le osserva divertita, chiedendosi se la mamma riuscirà ad ottenere la risposta.
Alla fine, la povera Hope si arrende.
"E va bene, mamma." brontola, cercando di non scoppiare a ridere.
Appena sente quelle parole, Sojin smette e si toglie la ciocca di capelli disordinata dal viso.
"Io desidero.." inizia Hope, creando un po' di suspence visto che non finisce subito la frase.
Sojin le fa segno di continuare e contemporaneamente le fa capire che tra un po' riinizierà con il solletico se non dirà niente. Eunsoo, invece, è ansiosa della risposta che potrebbe sentire. Essendo anche lei una mamma, ha capito le intenzioni di Sojin ed ha paura che non sia un desiderio esaudibile.
"..che Leo guarisca." dice, infine, Hope.
~
[Mezz'ora dopo]
Le parole di Hope si ripetono nella testa di Eunsoo, mentre lentamente s'incammina per tornare da Leo. Esatto, è andata via dalla stanza della bambina dopo che si è addormentata. Ha visto fuoriuscire le lacrime di Sojin, quelle che tentava di trattenere quando sua figlia era sveglia.
È riuscita ad ingannare anche Eunsoo, che credeva di avere davanti una mamma coraggiosa.
Invece era tutt'altro, proprio come lei.
"Mi dispiace, ma non possiamo autorizzarla a fare questo. È pericoloso." sente dire da una voce familiare, appena passa davanti ad una stanza. È il dottore che si prende cura di Leo.
"So che funzionerà! Ho passato la maggiorparte della mia vita a studiare la sua malattia, la prego mi faccia tentare." anche questa voce è familiare, ma sí.. è Chunghee!
"No e poi no. L'ospedale non è un posto per gli scienziati.
Leo è un essere vivente, non un robot." dice il dottore, in tono severo.
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Scusate se non aggiorno piú come prima.
Il fatto è che la storia sta per finire e ci metto molto impegno a scrivere i capitoli per farli sembrare proprio come li voglio io. In piú, il mio metodo è sempre lo stesso. Piú commenti e voti ci sono, piú ispirazione mi entra in testa.
Grazie a tutti c:
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