CAPITOLO 31
CAPITOLO 31
Haneul sta camminando in tranquillità per tornare a casa.
È diventata un'abitudine, ormai, chattare sempre con Ken.
Con lui si sente se stessa, riesce a confidarsi ed è l'unico ragazzo con cui ha instaurato un vero e proprio rapporto d'amicizia. Anche Haneul, come RiAn, non ha avuto amici maschi oltre a Yun.
(Author: HAHAHAHAHAHAHA)
Hanno il carattere simile, gli stessi interessi ed è proprio questo che li fa sentire vicini l'uno all'altro nonostante la distanza. A volte, come nel loro caso, non è sempre valido il detto 'gli opposti si attragono'.
All'improvviso, Haneul smette di camminare. Sente come dei passi dietro di lei e si gira di scatto per vedere chi è.
'Per caso è di nuovo il papà di Minho?' si chiede curiosa, ricordandosi quel giorno in cui lo conobbe in modo imbarazzante.
Il fatto è che dietro di lei non c'è nessuno e non si trova neanche vicino al quartiere di Minho, perció è impossibile che sia lui.
Fa spallucce e ricomincia a camminare senza badare alle persone che le stanno attorno, alzando la musica al massimo.
Prima fa dei saltelli, poi cammina normalmente, poi comincia a fare passi da tartaruga ed infine la ritrovi a camminare all'indietro, come i gamberi.
Facendo cosí, non si accorge del fatto che si sta per scontrare contro un palo.
Un vecchietto che sta assistendo alla scena cerca di avvisarla, urlando con tutto il fiato che possiede.
Solo che Haneul non riesce a sentirlo dato che ha le cuffie ed il povero anziano finisce solo per iniziare a tossire per un attacco di polmonite.
Manca pochissimo al palo ed Haneul, intelligente, comincia a fare passi all'indietro sempre piú veloci. Inconsapevole del pericolo.
Ad un tratto qualcuno la abbraccia da dietro, tirandola verso di sè e salvandola dalla sua stessa stupidità.
Haneul ingrandisce gli occhi, sorpresa più di quando si è ritrovata uno scarafaggio sul cuscino.
Toglie immediatamente le cuffie e si volta per vedere chi è stato.
"S-Suga?" balbetta, indietreggiando di pochi passi.
Suga non le risponde e fa per andare via, solo che Haneul gli prende il braccio per fermarlo.
"T-Tu s-sei.." dice interrompendosi, perchè si dimentica ció che deve dire.
Suga evita lo sguardo, restando comunque davanti a lei.
"Grazie" mormora dopo un po' Haneul notando il palo su cui stava per sbattere.
Lui annuisce e delicatamente le fa mollare la presa, le rivolge le spalle e se ne va.
Haneul rimane impalata ad osservarlo finchè arriva in un punto cosí lontano da non riuscirlo a vedere piú.
'Per caso sei quel Suga?' si chiede grattandosi la nuca, appena un flashback le torna in testa.
|Flashback|
La piccola Haneul aveva piú o meno cinque anni. Esatto, è successo tutto circa dodici anni fa.
Persino a quell'età era sempre allegra ed aveva lo stesso buon umore 24 ore su 24.
Non è cambiato nulla di lei, forse solamente l'altezza ed il fatto che prima era un po' piú fragile e sentimentale.
Come solita routine, quel giorno, stava facendo una passeggiata al parco con la sua babysitter.
I suoi genitori sono sempre stati del tutto "assenti" per via del lavoro: Haneul ha passato la maggiorparte della sua vita insieme ai domestici che purtroppo cambiavano ogni anno.
Solo Geun Suk è rimasto. L'ajusshi (signore) preferito di Haneul. È stato assunto all'età di vent'anni come autista ed ancora adesso è fedele alla famiglia, diventato ormai il maggiordomo.
Tornando a quel giorno, Haneul approfittó della distrazione della sua babysitter per rincorrere una farfalla blu che volava serena proprio sopra la sua testa.
Se le capitasse ora, altro che inseguirla, si metterebbe soltanto ad urlare senza sosta fino a quando sparirá definitivamente.
La farfalla la portó nella parte di parco chiamata da tutti discarica.
Lí, c'erano un'altalena senza sedili, uno scivolo ormai distrutto, uno di quei cavallucci a dondolo posizionato al contrario e molto altro ancora.
In poche parole, c'erano tutte le attrazioni vecchie e rovinate del parco mai rottamate, ma lasciate lí in disparte senza che nessuno se ne preoccupi piú.
La piccola Haneul distolse l'attenzione dalla farfalla ormai volata via e lasció la sua manina girovagare su quelle attrazioni abbandonate. Quando si guardó la mano, notó che il palmo di essa era nero quanto la pece.
Lo trovó figo, divertente.
Immediatamente si sporcó anche l'altra mano e cominció a ridere come una pazza.
La sua felicità e le sue risate, peró, cessarono appena notó che c'era un bambino seduto sul bordo dello scivolo e sembrava piuttosto giú di morale.
Haneul tiró fuori il labbro inferiore e ne fece uscire una faccia da cane abbandonato mentre si avvicinava lentamente e con cautela a lui.
"Che hai, sei triste?" la prima domanda che gli fece, anche se non lo aveva mai visto prima d'ora.
È questa la cosa particolare che hanno solo i bambini: il coraggio. Non hanno paura di rivolgersi la parola e fanno subito amicizia, magari litigando per cavolate ma la loro è una vera amicizia.
Il bambino non le rispose, continuava a guardare il vuoto.
Haneul si sedette accanto a lui, non c'era posto nel bordo dello scivolo perció si sistemó per terra e rimase a gambe incrociate ad aspettare. Ad aspettare che prima o poi lui le dica qualcosa, che si senta meglio o semplicemente stargli accanto per non farlo sentire ancora piú triste, qualsiasi cosa abbia.
"Come ti chiami?" chiese a bassavoce dopo che passó un po' di tempo in silenzio.
Il bambino la guardó, ma non rispose. Nei suoi occhi era evidente quanto era triste e quanto si sentiva solo.
Haneul si alzó da per terra.
"Mi dispiace, ajumma mi stará cercando. Devo andare via." disse un po' dispiaciuta prima di rivogergli le spalle.
Ma proprio quando stava per fare un passo, il bambino le prese la mano dicendo:"Io s-sono Suga"
Haneul si voltó nuovamente verso di lui e gli sorrise.
"Io sono Haneul. Giochiamo insieme?" gli propose cercando di farlo sentire a suo agio.
Suga abbassó lo sguardo.
"Oggi è il mio compleanno..
ma i miei genitori se ne sono dimenticati." raccontó Suga vergognandosi un po', ma fidandosi a primo impatto di Haneul.
La piccola Haneul ingrandí gli occhi e provó dispiacere per lui.
Visto che erano ancora mano nella mano, lo trascinó fino al cavallo a dondolo e lo fece sedere lí anche se era al contrario.
Con l'indice riuscí a scrivere su una parte abbastanza alta dello scivolo 'Tanti Auguri Suga' e cominció a cantare la canzone del buon compleanno.
Riuscí a farlo sorridere e quello fu il momento della sua vita in cui si sentí davvero realizzata.
"Grazie." disse lui alla fine.
Haneul gli indicó la scritta.
"Il mio regalo di compleanno!" esclamó sollevando le braccia in aria.
"Ehm.. scusami, non so ancora leggere." confessó Suga facendo spallucce.
"C'è scritto 'Tant---" -Haneul
"Haneul, dove sei? Haneul! Haneul! " -Ajumma
~
RiAn's POV
Non so esattamente cos'è successo. So solo che mamma non ha esitato neanche per un momento, dirigendosi subito all'ospedale più vicino.
Ora sono qui nella sala d'attesa di un ospedale di cui non sapevo neanche dell'esistenza. È piuttosto isolato qui, non vedo pazienti in giro per il corridoio. La cosa mi inquieta.
Zia Eunsoo è dentro una sala con Leo che prima ha perso i sensi.
È cambiata, la preoccupazione l'ha portata allo stress e il suo sorriso che mi piace tanto è sparito per dar spazio ad una faccia in depressione. Quasi non la riconoscevo piú.
Mamma, invece, non smette di far passi avanti ed indietro, nervosa anche lei.
Proprio adesso mi sta lasciando da sola per andare chissà dove. Forse a prendere un caffè, o magari una boccata d'aria, chi lo sa.
Cosa ci faccio qui?
Perchè sono in attesa di qualcosa a me sconosciuta?
Perchè mi sembra di non sapere niente?
Perchè zia Eunsoo non mi ha voluto far entrare con lei?
M-mi sta forse nascondendo qualcosa?
Ma la cosa piú importante è..
Leo.
Che aveva prima?
Starà bene?
Cosa gli staranno facendo in quella stanza?
Milioni di domande trafiggono la mia mente, costringendomi a chiudermi in me stessa.
Abbraccio il mio corpo con tutta la forza che ho perchè mi sembra di non sentirlo piú e circondo la mia testa con le braccia.
Ho paura.
Chissá quante volte l'avró ripetuto durante l'arco della giornata.
Questo non è ció che doveva capitare oggi.
Prima ero felice, perchè ora sta succedendo tutto il contrario?
*Brr*
Sento il mio cellulare vibrare e lo prendo subito, con la speranza che sia Leo a chiamarmi dall'interno della stanza per dirmi che sta bene.
Ma mi sbaglio. È papà.
Probabilmente ci starà aspettando in casa con la tavola già apparecchiata e la macchina fotografica pronta per la prima foto famiglia insieme a Leo.
Dovrei rispondergli per fargli sapere dove siamo, ma non sono in vena di farlo. Non ci riesco, non ce la faccio.
Ci penserà mamma.
E poi cosa potrei dirgli, io?
Io, RiAn, completamente all'oscuro di tutto, non ho voglia di parlare con nessuno.
L'unica cosa che voglio fare in questo momento, è andare da Leo.
Stargli accanto, prendergli la mano e stringergliela fino a quando usciremo da questo dannato ospedale.
Prima non stava bene e se sta male lui, sto male anch'io.
Mi alzo in piedi anche se non avevo intenzione di farlo.
Il mio corpo fa tutto da solo, sembra che le mie cellule nervose non mi appartengano: agiscono e fanno tutto autonomamente.
Forse perchè mi sento sola e troppo lontana da lui, tutto qui.
Faccio un po' di passi.
Ecco. Penso che lo aspetteró qui, proprio fuori dalla stanza in cui è entrato prima.
Ho tutta la pazienza del mondo, potrei aspettare qui in piedi anche fino a domani, basta che Leo esca sano e salvo da questa porta.
Poggio la mia schiena sul muro.
Chiuderei gli occhi, ma le improvvise voci che sento fanno sí che le mie palpebre si riaprano nuovamente del tutto.
"..suo figlio sta bene, è svenuto per via dello shock, presto si risveglierà. Stia tranquilla.." sento dire da colui che spero sia il dottore e che per 'suo figlio' intenda Leo.
Cerco con lo sguardo da dove provengono quelle voci e trovo una finestra. Non è proprio una finestra, ma una parte di vetro appannato. Meglio di niente, no?
Riesco a riconoscere i colori dei vestiti di zia Eunsoo in piedi affianco ad un letto nel quale dovrebbe esserci Leo, solo che lui non riesco a vederlo anche se é la cosa che desidero di piú.
..suo figlio sta bene, è svenuto per via dello shock, presto si risveglierà. Stia tranquilla..
Quella frase mi fa sentire meglio, compare un sorriso di sollievo nella mia faccia. Ora riesco finalmente a respirare normalmente. Avete sentito? Leo sta bene.
Poi, peró, mi accorgo che il dottore non ha ancora finito di parlare.
"... d'ora in poi, Leo, deve evitare quel tipo di situazioni: potrebbero peggiorare la sua malattia." -Dottore
Malattia? Che malattia?
"Dottore. N-non c'è proprio nessuna speranza.. di salvare mio figlio?" domanda zia Eunsoo con la voce roca e debole come se il mondo le stesse cadendo addosso.
Perchè sta piangendo? E di cosa stanno parlando?
Automaticamente mi poggio le mani sulle orecchie. Non voglio sentire il continuo. Non posso.
Sono confusa, molto confusa sulle cose che stanno accadendo.
E se fosse una cosa che io non ho il diritto di sapere? Dovrei smetterla di stare qui, origliare non è una buona cosa.
Finalmente riesco a convincere il mio corpo a cambiare direzione, pronta ad andarmene ed aspettare nel mio posto. Quello giusto, intendo.
La sala d'attesa.
"Mi dispiace. A suo figlio rimangono solamente sei mesi." sospira il dottore a bassa voce.
Riesco a sentirlo, quelle parole entrano nella mia testa e non ne escono piú.
Sei mesi? Cosa sei mesi?
Sento il mio cuore battere troppo forte.
Chissà, forse prima o poi uscirà dal petto.
Non mi piace questa sensazione, preferisco provarla solamente quando Leo mi bacia.
No. Non ci credo. Per favore ditemi che ció che sto pensando non è vero.
Quella frase mi sta uccidendo dentro.
Come fa a dire una cosa così in quel tono calmo come se non gli importasse niente?!
"Per favore salvi Leo. P-Per favore dottore, salvi mio figlio.." lo supplica zia Eunsoo piangendo e ripetendo le parole 'Leo' e 'mio figlio'.
Mi volto di scatto per assicurarmi di avere solamente le allucinazioni, ma non è cosí. Zia Eunsoo è in ginocchio, sta piangendo mentre supplica il dottore di salvare suo figlio.
Non sento più la forza nelle mie gambe. Non riesco piú a stare in piedi.
Cado per terra e comincio a lacrimare silenziosamente.
Cosa significa tutto questo?
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