Capitolo 6
La vetrata del ristorante è a dir poco sensazionale. Le luci dei palazzi sono ben distinguibili da qui, e posso intravedere anche la Gold Coast. Inutile dire che il signor PossoComprareTuttoQuelloCheVoglio ha riservato un'intera sala per noi, giusto per non essere disturbati. A volte penso a quante cose potrei fare io con un decimo di quello che spende al giorno. È impensabile per me il suo tenore di vita.
Arrivati gli ospiti ci accomodiamo al tavolo e un ragazzo viene a prendere le ordinazioni. Sono tutti molto spediti nel decidere, come se stessero ordinando "il solito". Io non ho la più pallida idea di cosa prendere, questi piatti hanno tutti nomi strani e gli ingredienti sono così insoliti, perché accostare cacao e acciughe? Sto rimpiangendo i piatti di Carlo sulla trentaquattresima strada.
<<Cara non sai cosa scegliere?>> mi domanda Alice. Io nego timidamente.
<<Posso consigliarti un piatto di spaghetti con frutti di mare e asparagi? Sono deliziosi >> io odio gli asparagi, sono disgustosi! Un piccolo calcio mi arriva da sotto. Segnale che devo annuire in fretta.
<<Oh si! Li adoro>> andrò a vomitare in bagno.
<<Nel mentre che gli uomini parlano dei loro affari e i bimbi giocano, parlami un po' di te...>> questa signora è davvero dolce, non sembra snob o altro... mi piace. Non me lo aspettavo.
<<Sto per laurearmi in medicina, alla Chicago University>> dico fiera di me.
<<Ma che coincidenza, anche io mi laureai li vent'anni fa oramai...>>
<<Dice sul serio?>>
<<E cosa ha studiato?>>
<<Medicina>> ride lei. Non ci posso credere!
<<Wow ma questo è magnifico, e in che cosa si è specializzata?>>
<<Chirurgia generale, e tu? Cosa sceglierai?>>
<<Neuropsichiatria infantile>> farò la specializzanda in uno studio privato.
<<Ma che bella scelta, devi amare i bambini>> in quel momento mi voltai verso Emma.
<<Assolutamente si, appena finita la specializzazione voglio avere una famiglia. Diventare mamma è uno dei miei desideri più grandi>>
<<Qualcosa mi dice che forse arriveranno prima>> dice guardando il signor Foster. Sta davvero alludendo a quello? Un figlio con quel ghiacciolo? Mai e poi mai!
<<Ahaha, no no, ma cosa dice, lui è il mio capo, nulla più. Mi vede come una bambina>> sussurro per non farmi sentire.
<<Strano, ti da costantemente certe occhiate, credo gli interessi molto di più te che il progetto con mio marito!>> bisbiglia lei.
<<Oh no, lui si accerta che non faccia brutte figure. Si è raccomandato che non aprissi bocca per l'intera serata>>
<<Fidati, gli sguardi così li conosco! Dicono più di mille parole>> rido nervosa.
<<Suo figlio è davvero educato!>> cambiamo argomento che è meglio!
Finita la cena saluto calorosamente Alice e do una stretta di mano al marito. Di quel piatto di spaghetti non ne ho ingoiato nemmeno un boccone, ho sputato tutto senza far accorgere nessuno di nulla! Scusate ma erano immangiabili!
Solo che adesso ho una fame tremenda, devo mangiare qualcosa, ed è proprio al ritorno che vedo un carrellino ambulante di hot dog.
<<Signor Foster accosti la macchina la prego>> l'autista sentendo anche lui la mia richiesta ferma l'auto e il mio capo si gira verso di me con un punto interrogativo sul volto. <<Mi lasci comprare un hot dog, sto svenendo dalla fame!>> la sua espressione è indecifrabile. Un misto fra incomprensione e sconcerto. Cosa c'è? Sono affamata!
<<Lei ha fermato la macchina per questo? Le ricordo che il suo piatto di spaghetti è costato centottanta dollari!>> cosa? Ma seriamente? Per quella poltiglia?
<<Signore non ne ho ingurgitato nemmeno un boccone! Erano immangiabili!>> mi difendo io.
<<Sei incredibile davvero! Non ho mai conosciuto una ragazza che preferisca il cibo da strada a un ristorante stellato!>>
<<Ora che l'ha conosciuta mi faccia prendere un hot dog!>> lui esasperato acconsente la mia richiesta. Sarei andata avanti così per molto sennò. Felice vado verso l'uomo degli hot dog e ne ordino tre.
Appena torno nell'auto gliene porgo uno ad Alan, che ci aveva aspettato sotto per tutto quel tempo, ed uno al signor Foster.
<<Ma Signorina non è il caso!>> non vuole accettare Alan.
<<Insisto la prego, lei è sempre così gentile>> lui sorridente lo afferra e lo posa in una borsa, pronto per mangiarlo alla fine del suo turno.
<<Non so perché lo ha fatto ma non mangio cibo spazzatura>>
<<So che ha fame anche lei Signore, pensa che due ravioli con delle verdurine dentro e una bistecca di non so quale carne pregiata l'abbiano saziata? Sappiamo entrambi che non è così>>
<<Lei è incredibile>>
<<Lo assaggi è squisito! E poi gliel'ho offerto io! Non può rifiutare!>> e lui finalmente lo addenta. E dalla sua espressione sembra gustargli molto.
<<Cosa le avevo detto? La prossima volta la porto io a mangiare come si deve>> e dopo una serata intera, lo vedo abbozzare un sorriso per la prima volta.
* * *
Sono passati cinque giorni dalla serata dell'hot dog. Mi sto trovando molto bene qua, eccetto le frecciatine e gli inutili rimproveri del signor Foster. Sembra lo faccia apposta, due sere fa mi ha rimproverato il mio ringraziare sempre, ha detto, e cito: "il tuo ringraziare per ogni minima futilità mi fa scoppiare la testa Young" oppure in gelateria con la figlia si è indisposto a causa dei continui sguardi di un ragazzo, mi ha guardata con un tale sguardo, il suo tipico freddo, calcolatore, impassibile, indifferente... agghiacciante. Mi ha letteralmente richiamata dicendomi: "Anche se non va ad ammiccare ad ogni ragazzo che le da un minimo di attenzione non sarebbe un torto. Capirebbero magari che stai lavorando, e che non dovresti assumere certi atteggiamenti", che male c'è a sorridere imbarazzata ad uno sguardo esplicito? Ah io non lo capisco. Ci rinuncio.
Sono oramai le diciotto, fra mezz'ora dovrò andare a svegliare Emma dal suo sonnellino. Sono sul divano quando il silenzio di casa Foster viene sostituito da rumorose voci mascoline, mi volto verso l'entrata e tre uomini fanno il loro ingresso nel soggiorno, ma nessuno di loro comprende Andrew Foster.
<<Tu devi essere la famosa babysitter!>> "famosa"? Dice un ragazzo dal volto estremante familiare <<mio fratello mi ha parlato di te!>> ecco la familiarità, occhi chiari, capelli biondi, ma volto più allegro, si decisamente. Si avvicina maggiormente a me e mi scruta da testa a piedi <<Ora capisco perché non voleva mi presentassi a casa, voleva tenerti tutta per te>> ahahah si, ne dubito fortemente, di donne ne ha a decine, non ha bisogno di me in casa per lui.
<<Sono Victoria>> saluto i tre ragazzi, sono abbastanza imbarazzata da sola con loro tre.
<<Lucas>> si presenta un ragazzo moro niente male.
<<Stephen>> mi porge la mano un ragazzo con gli occhiali e un sorriso ammaliante. Il Foster più piccolo mi allunga la mano per presentarsi.
<<James>> ma questa è la voce del signor Foster <<non ti avevo detto di non presentarti a casa mia senza preavviso?>> dice infastidito.
<<È troppo tardi, la tua tata ha già fatto la nostra conoscenza>> ammicca lui. È molto bello si, la genetica è genetica, ma nessuno può superare la bellezza del Foster maggiore. Oggettivamente parlando ovviamente.
<<James chiudi quella bocca! Victoria, va da Emma>> io lo guardo interdetta, perché tanta fretta? <<forza!>> mi fa cenno con la mano. Ma che antipatico. E così scappo al piano superiore.
<<Mi dai il suo numero?>> sento dalle scale.
<<Si giramelo anche a me, è proprio una->> ma il ragazzo moro viene bloccato dalla voce del mio capo.
<<Non avrete per nessun motivo al mondo il numero della mia babysitter>> afferma duro. Davvero crede che se uscissi con un ragazzo non presterei la stessa attenzione nel mio lavoro. Devo fargli cambiare idea.
È da due ore che gioco con la piccola, stiamo facendo delle formine col pongo, le piace tanto, è molto concentrata nello schiacciare le figure.
<<Ho fae>> e ha pure ragione, sono le otto. La prendo per mano e scendiamo le scale per andare in cucina, Yolanda non c'è questa sera, ciò significa che devo preparare qualcosa io.
Quando passiamo per la sala trovo tutti e quattro attenti alla partita sull'enorme televisore appeso alla parete bianca.
Come facciano ad emozionarsi per una palla non lo capirò mai. D'altro canto il mio capo non è molto interessato al match. Preferisce lavorare al computer. Ma non si ferma mai?
Poso la piccola sul bancone dell'isola della cucina e apro il frigo.
<<Broccoli?>> lei fa una smorfia di disapprovazione.
<<Carote?>> nega non la testa.
<<Crocchette di patate?>>
<<Tiii>> sbatte le mani entusiasta.
<<Ehi bellezza...>> di nuovo lui... odio i ragazzi che ci provono così spudoratamente. Questa volta non è James, ma Lucas, o Lerman non ricordo.
<<Signore, ha bisogno di qualcosa?>> domando mettendo in forno le crocchette.
<<Quel rompipalle di Andrew non vuole darmi il tuo numero, per questo sono venuto a chiedertelo di persona, potremmo uscire... ti posso portare nel club più esclusivo della città, il mio, che ne dici?>> nemmeno se mi portasse a Parigi andrei.
<<Grazie... ma no grazie. Se mi lascia, dovrei badare alla figlia del mio capo>>
<<Oh andiamo... so che lo vuoi, non fare la preziosa>> ma come si permette? Con Emma affianco a me per giunta.
<<Mi lasci lavorare>> mi sto trattenendo. Sto iniziando a perdere la pazienza, non si capisce il mio totale disinteresse nei suoi confronti?
<<Vattene fuori da casa mia>> oh...
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Vi sta piacendo la storia? Mi farebbe un grosso favore il vostro feedback.
Fatemelo sapere!
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