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Capitolo 59


Due settimane di dolce far niente. Se non fosse stato per Emma e i miei amici sarei probabilmente impazzita. Dopo tanto tempo ho rivisto Melinda e Pat. Continuano la loro specializzazione rispettivamente in chirurgia e medicina interna. Non li ho mai visti così esausti, d'altra parte però sono estremamente felici e soddisfatti. Christina è tornata a New York diversi giorni fa ed io non faccio altro che passare i miei pomeriggi insieme a Emma. È contenta come non mai per l'arrivo dei gemelli e non vede l'ora di conoscerli. È davvero cresciuta tanto nell'ultimo periodo. Ha sofferto profondamente la mia assenza in questi ultimi mesi, ma adesso sono tornata per starle vicina più che mai. Sarò la mamma di cui ha bisogno, non ci sarà nessuna distinzione tra i suoi fratelli e lei. È per questo che in accordo con Andrew abbiamo deciso che a giorni alterni verrà a casa mia.
Ci rimane solo da trovarla una casa. Volente o nolente mi tocca recarmi all'appuntamento con Andrew e il suo fantomatico agente immobiliare, Alexis. La mia scarsa voglia è ulteriormente ostacolata dalle nausee mattutine che mi tormentano da giorni. Non capisco perché si chiamino "mattutine" se mi perseguitano tutta la notte! Come se non bastasse, il viso e le mani si stanno gonfiando. Non il massimo per la mia autostima, soprattutto quando devi trascorrere l'intera giornata accanto all'uomo più bello che tu abbia mai conosciuto, con il quale ti senti un goblin a confronto. In macchina cerco disperatamente di migliorare il mio stato stratificando mascara su ciglia e correttore sui brufoli che continuano a comparirmi in viso. Quando l'auto si accosta l'agitazione prende il sopravvento. Entrare qui dentro significa accettare di allontanarmi definitamente da Andrew. Con una casa mia e la nascita dei bambini inizierà un nuovo capitolo della nostra vita, vivremo due vite separate con dei figli in comune. È difficile fare i conti con la realtà, soprattutto quando infrange le nostre aspettative.

<<Tutto bene signorina Young? Ha forse bisogno di aiuto?>> Alan mi riporta al presente, distogliendomi dai miei pensieri.

<<Affatto. Grazie del passaggio, ti auguro buona giornata>> chiudo la bocca portiera ed entro nel locale. Questo posto è talmente grande da perdermici. Sempre posti molto sobri Andrew. Mi giro attorno per trovare il suo viso ma senza successo.

<<Ehi>> una voce calda e rauca mi accarezza il collo. Un brivido mi percorre la schiena e con il fiato sospeso mi volto verso di lui. I suoi occhi blu mi scaldano e senza pensarci due volte gli regalo uno dei miei sorrisi più sinceri <<Ho visto che non ci trovavi e mi sono avvicinato. Come stai?>>

<<Tutto bene>> lui mi prende la borsa per alleggerirmi e poggia una mano sulla mia pancia <<Anche loro stanno bene. Sembra non si fermino mai>> ridacchio sentendo nuovamente i loro piedini scalciare. Ho provato questa sensazione dieci giorni fa per la prima volta, da allora non mi lasciano pace. Andrew sorride con sguardo sognante. Pur avendo già una figlia, tutto questo per lui è nuovo, non ha mai avuto la fortuna di vivere questi momenti avendola conosciuta appena nata.
Successivamente mi accompagna con la mano verso il loro tavolo. Non riesco a intravedere Alexis fino a quando non ci fermiamo alle spalle di una donna dalla folta chioma ondulata. Quando si gira la vedo. È una lei, una bellissima lei. Una lei slanciata e dal décolleté prorompente. Mi rivolge un sorriso smagliante che ricambio timidamente.

<<Tu devi essere Victoria, piacere di conoscerti>> si alza in piedi e mi stringe la mano radiosa.

<<Piacere mio>> il suo fascino mi disarma, avrebbe tutte le carte in regola per essere una modella o attrice da copertina. Non sembra la solita snob che gira intorno ad Andrew, ma nonostante ciò non riesca a farmela andare giù del tutto. L'invidia è una brutta bestia, Victoria!

<<Ho sentito tanto parlare di te! Finalmente ci conosciamo>> perché è così entusiasta di conoscermi? Annuisco imbarazzata, abbassando lo sguardo per sistemare nervosamente la maglietta già perfettamente in ordine.

<<Ho pensato fosse doveroso farvi conoscere in una situazione meno informale prima di iniziare la nostra ricerca>> dice Andrew guardandoci. Lei gli sorride affabile sbattendo ripetutamente le sue lunghe ciglia.

<<Idea eccellente!>> replica con entusiasmo, poi si volta verso di me
<<Voglio farti le mie congratulazioni per i due piccolini, troveremo la sistemazione perfetta per tutti e tre, te lo prometto>> accenno un sorriso. Per quanto possa non andarmi ancora a genio, devo ammettere che sembra davvero gentile.

<<Grazie mille>> se Andrew l'ha scelta è perché affermata e capace in quello che fa. Non posso che fidarmi di lui. All'arrivo del cameriere colgo l'occasione per studiarla. Si atteggia sicura di sé, decisa. Da un'ultima occhiata al menu e dopo aver fatto finta di sistemarsi il ciuffo si rivolge al ragazzo.

<<Un caffè lungo amaro per il signore>> rimango di stucco e leggermente seccata alla strana malizia con cui pronuncia l'ultima parola. Chi le ha dato la libertà di decidere per Andrew? Lo conosce così bene da sapere che beve caffè allungato rigorosamente senza zucchero? L'uomo di fronte a lei sorride imbarazzato per poi chinare nuovamente la testa. Pietoso Andrew, ci manca solo che ti metti ad arrossire. <<Facciamo due, lo prendo anche io>> ma guarda te che coincidenza!

<<Per lei signorina?>> si rivolge a me il ragazzo.

<<Un tè al limone, grazie>> per tutto il tempo Alexis non fa che raccontare aneddoti sulla loro amicizia ai tempi del college. Io sorrido, annuisco e recito la parte della ex fidanzata matura ma dentro ribollo. A quanto pare non è solo bella e sexy, ma è anche laureata col massimo dei voti in architettura, master a Stanford e titolare di un'agenzia di successo aperta da lei stessa terminati gli studi.
La sorte li ha riuniti giusto qualche mese fa. Incredibile, no? Scommetto che lei ha solo approfittato del momento in cui fosse single per avvinghiarsi a lui. Non sarà snob, ma mi rimangio quanto detto qualche minuto fa, gli sta girando attorno come una zanzara fastidiosa.

<<E quella sera è rimasto tutta la notte nel mio appartamento a cantare canzoni d'amore del tutto ubriaco e a petto nudo>> è quaranta minuti che racconta aneddoti non richiesti sulla loro gioventù bruciata. Per quanto ancora andrà avanti questa tortura?!

<<Non è andata proprio così. Se ben ricordo, mi avevi praticamente obbligato a suonare per te. Non sono stato altro che una vittima>> la contraddice puntandole il dito contro. Ti metti a fare il suo stesso gioco ora? Sul serio Andrew?

<<Che carini>> dico con un sorriso tanto falso da far quasi male.
Per fortuna l'orologio li riporta alla realtà facendoli alzare da questo dannato tavolo.

<<Allora ci vediamo lì>> dice lei tirando fuori le chiavi della macchina dalla sua nuovissima Birkin beige, con tanto di foulard sui manici. Nel mentre che Andrew paga il conto noi due usciamo fuori dal locale. Mi saluta con un cenno per poi dirigersi verso un'enorme Maserati grigia siderale e con tutta la sicurezza che la contraddistingue vi sale sopra. Rimango imbambolata ad osservare le sue forme avvolte da quello stretto tubino blu. I capelli le cadono morbidi in lunghe onde, sono voluminosi tanto da sembrare finti.

<<A dopo>> alza la mano prima di chiudere la portiera.

<<Allora, come ti è sembrata? Era molto entusiasta di conoscerti>> ero talmente concentrata su di lei che nemmeno avevo percepito la sua presenza arrivare dietro di me.

<<Carina>>

<<È l'unica cosa che sai dire oggi?>> ridacchia lui. Ma io rimango in silenzio. Sono talmente nervosa che l'ultima cosa che voglio è parlare insieme a qualcuno, tantomeno a lui <<Ehi...>> il suo tono si addolcisce <<Tutto bene? Sembri spenta>> annuisco, cercando di mascherare il nodo che ho in gola <<Sei triste per qualcosa che ho fatto?>> in teoria non hai fatto niente, ma in pratica si.

<<Sono solo un po' stanca>> rimane zitto per qualche secondo e poi annuisce. Alla fine è un pezzo di verità.

<<Ci fosse dell'altro me lo diresti?>>

<<Si>> è meglio per entrambi se rimango in silenzio.

Dopo venti minuti l'auto si ferma davanti a un grattacielo in vetro e acciaio che riflette il cielo grigio sopra di noi. Quando scendiamo, un portiere impeccabile ci accoglie con un sorriso cortese.
La hall è tutta marmo nero e luci soffuse, moderna al punto da sembrare sterile.
Alexis ci aspetta seduta su una poltroncina con le sue lunghissime gambe incrociate. Con quell'eleganza e fierezza che la contraddistinguono si alza avvicinandosi a noi. Tiene fra le mani un tablet avvolto nella sua custodia.

<<Eccovi! Non vedo l'ora di mostrarvi la prima opzione>> lancia un'occhiata di qualche secondo ad Andrew. Ci sono anche io! <<Secondo me è perfetta. Moderna, pratica, sicura. L'ideale per una madre e i suoi bambini>> è evidente che Alexis lo dice per me, ma parla per lui. Ogni volta che Andrew la guarda, il suo tono cambia, il sorriso si allarga. Non è mai troppo invadente, ma abbastanza da farmi accorgere del suo interesse. Saliamo tutti e tre con l'ascensore fino ad arrivare direttamente dentro l'appartamento. I suoi tacchi riecheggiano sul marmo chiaro.
Lo spazio è studiato nei minimi dettagli. Come da lei anticipato moderno e all'avanguardia. La luce lattiginosa viene filtrata dalla finestra, riflesso di un cielo bianco pronto a piovere. Il panorama sulla città è mozzafiato, eppure tutto sembra distante, freddo.
Il soggiorno è un open space elegante, con un divano in pelle grigio e un camino lineare, discreto, quasi troppo. La cucina anch'essa grigiastra, con la sua isola in marmo e gli elettrodomestici di design può sembrare un sogno, ma priva di calore per me. È difficile immaginare qualcuno vivere qui dentro.
Anche la camera padronale e il bagno, con la vasca freestanding e i tessuti pregiati, sono impeccabili, anche se assomigliano più a un set fotografico che una casa.

Tornati nella zona giorno mi volto verso Andrew, che continua a guardarsi intorno. Alexis ci espone i comfort e i pregi dell'appartamento e della zona, ma la mia mente non riesce ad ascoltarla.

<<Il suo prezzo è di 4.5 milioni di dollari>> a quella cifra spalanco la bocca che prontamente richiudo prima che se ne accorgano.

<<Prezzo onesto>> ci ragiona su Andrew. La cosa più assurda di tutte è che non è sarcastico. Poi si gira verso di me <<Sei tu che decidi. Cosa ne pensi?>> mi domanda lui.

<<Non ti sembra un po'... freddo?>> domando senza incrociare lo sguardo di lei.

Alexis non risponde subito. Lascia che le vetrate a tutta parete parlino per lei, con la vista spettacolare su Chicago. <<Questa è una casa per ricominciare, Victoria. Open space, elettrodomestici di ultima generazione, tre camere con bagno privato. E guarda questa cucina>> tocco distrattamente il piano in marmo. È perfetto, sì. Perfetto se fossimo dentro a una galleria d'arte contemporanea.

<<L'appartamento è davvero molto bello>> rompe il ghiaccio Andrew <<Ma riflettendoci su è troppo minimalista, troppo asettico>> continua <<Non ti ci vedo qui dentro>>

Alexis alza le spalle con un sorriso forzato
<<Nessun problema. Passiamo alla prossima>>

La seconda casa è in un palazzo d'epoca nel cuore della Gold Coast, un quartiere che trasuda eleganza e ricchezza vecchio stile. Dentro, però, è... esagerata.
Un soffitto a doppia altezza, un lampadario di cristallo che sembra più adatto a una sala da ballo che a un appartamento. Ogni stanza è immensa, i corridoi interminabili.
Alexis non sembra scoraggiata <<Cinque camere da letto tutte con bagno privato, una sala giochi, studio con biblioteca, sala cinema. È perfetta per una famiglia con bambini. C'è spazio per tutto, anche per una tata o due, se necessario>>

Andrew guarda il soffitto <<Questa potrebbe andare. Avresti tutto lo spazio del mondo>> Alexis si gira verso di lui con un sorriso. <<Beh, è necessario pensare in grande. Soprattutto quando c'è di mezzo una famiglia come la vostra>>

<<È troppo grande>> taglio corto <<Mi sembra una casa pensata per apparire, non per vivere>>

Alexis sospira cercando di nascondere la sua frustrazione <<Capisco, forse è necessaria una pausa>>

La terza e ultima casa della giornata è un attico in un palazzo più discreto. Dentro, però, è opprimente. Arredi pesanti, colori scuri, tende di velluto che chiudono fuori ogni traccia di luce. C'è una specie di lusso soffocante, un'eleganza che non lascia spazio a niente di spontaneo. Non avendo il tempo di ristrutturarla necessito di qualcosa di pronto, che mi faccia sentire a casa, non dentro lo studio di uno stilista troppo eccentrico.

<<Mi dispiace, ma no>> dico prima ancora che Alexis inizi a parlare. Andrew annuisce, senza nemmeno guardarsi intorno. Sembra perdere la pazienza per un attimo, ma si ricompone subito. <<Forse avete bisogno di riflettere. Perché non ci vediamo tra qualche giorno? Ho un paio di altre opzioni che credo saranno perfette>> mi sembra di vedere un lampo di irritazione nei suoi occhi, ma non posso darle torto. Io stessa sto cominciando a chiedermi se saprò mai cosa sto cercando.

* * *

Tre giorni dopo, successivamente all'aver visitato altri due appartamenti da me bocciati, ci rechiamo all'ultimo di questa giornata. Andrew mi pare molto teso, nonostante cerchi di non darlo a vedere. Continua a trattarmi come una cara amica d'infanzia, una sorellina minore. Sembra abbia cancellato tutto quello che c'è stato fra noi, incluso l'amore che ci legava e che continua a stringermi a lui. Sembra davvero aver voltato pagina.
La mano di Andrew mi riporta bruscamente alla realtà, spezzando il groviglio di pensieri che mi avvolgeva. Non mi ero nemmeno accorta che la macchina si fosse fermata.
Rimango senza parole davanti all'immenso edificio che si erge davanti a noi. La facciata è decorata da numerosi dettagli in stile Beaux-arts, il che lo rende un tripudio di eleganza e bellezza.

<<Come avete visto, ci troviamo davanti ad uno dei pochi esemplari di architettura Beaux-Arts qui a Chicago. L'edificio è stato concluso nel 1910 e ad oggi è un complesso di appartamenti di lusso. Ne troviamo due su ogni piano, ad eccezione dell'attico in cui vi porterò, il quale si estende per tutta l'area>> rimango perdutamente affascinata dall'eleganza della hall. Il portiere ci saluta cortesemente nel mentre che noi ci avviciniamo all'ascensore. Andrew mi studia attentamente, sta cercando di capire il mio gusto a riguardo.
Quando entriamo all'interno, il colpo arriva dritto al cuore.
Boiserie bianca, parquet caldo, finestre ampie che lasciano entrare la luce fioca del tramonto. Un camino antico, cucina ampia in legno bianco. Credo di essermi appena innamorata. Mi avvicino alle vetrate sul terrazzo e rimango imbambolata ad ammirare la vista sotto di me. Alexis si avvicina per aprire le porte e lasciarmi l'opportunità di uscire fuori. Una ghirlanda di lucine a sfera adornano la veranda colma di piante e fiori rigogliosi. Il verde si sposa alla perfezione con il colore caldo dei divanetti in pelle. Più distante un tavolo fa da padrone al centro.

<<È davvero magnifico>> dice Andrew osservando lo spazio circostante. Tornando dentro ci spostiamo verso la zona notte, che comprende la bellezza di due stanze per gli ospiti al primo piano e quattro al secondo.

<<Se pensiamo ai gemelli e ad Emma, questo numero di stanze è ottimale. In futuro ognuno avrà i propri spazi. Una camera rimarrà a disposizione di una possibile bambinaia>> continua Alexis.

<<Emma amerà venire qui>> dice Andrew. Non vedo l'ora di vederla giocare insieme ai suoi fratelli, sarà una sorella maggiore fantastica.

<<Le piacerebbe moltissimo>> dico riferendomi alla stanza più grande dopo quella padronale. Entrambi si voltano stupiti verso di me. È il primo commento "positivo" dall'inizio della nostra ricerca.

<<E a te, piace?>> azzarda Andrew. Cammino lentamente verso quella che sarebbe la mia stanza, lasciando scorrere le dita sulle cornici del muro. È tutto come l'ho sempre immaginato. Già sento le risate e i pianti per casa. Le serate cinema, pomeriggi a cucinare torte insieme, capanne di coperte in salotto... Ogni cosa è perfetta, se non fosse che a differenza dei miei sogni, la realtà non include Andrew. Lui non vivrà qua con noi, non faremo a turno per consolare i bambini quando piangeranno di notte, non giocherà con loro la sera dopo essere tornato da lavoro, non ci abbracceremo nel letto la notte. Non mi sussurrerà più "ti amo" prima di andare a lavoro. Dio! Non posso piangere proprio adesso.

<<Victoria>> è la sua voce.

<<È stupenda. Quella giusta>> alza lo sguardo verso di loro il più convinta possibile.

<<D-davvero?>> balbetta lei.

<<Se Andrew è d'accordo col prezzo>> prima ancora che Alexis possa aprire bocca, l'uomo di fronte a me la precede.

<<Qualsiasi prezzo. Non sai come sono felice tu abbia scelto questa. Credo sia l'ideale per voi>> dice posando una mano sulla mia guancia. In quel momento mi scappa una lacrima che lascio passare per commozione. Andrew mi abbraccia calorosamente congratulandosi per non so cosa, dal momento che si sta occupando di tutto lui.

<<Allora l'abbiamo trovata, è lei!>> esclama entusiasta l'agente immobiliare. Nemmeno il tempo di dire "si" che ha già iniziato a proporre cambiamenti e ristrutturazioni da apportare al design della casa, avvisandomi che girerà quanto prima tutti i progetti alla mia mail. Dopo l'atto ci vorranno poche settimane e potrò entrarvi dentro.

<<Si è fatto tardi>> faccio finta di guardare l'orologio <<Mi spiace, ma vi devo lasciare>> Andrew mi guarda stranito, dovevo tornare a casa con lui. Ma piuttosto di stare ancora qui preferisco prendere il bus.

<<Alla prossima Alexis, grazie di tutto>> saluto con un cenno il mio ex e corro verso l'ascensore. Potrei fare un sospiro di sollievo se solo non mi avesse raggiunto.

<<Ora mi dici che cosa sta succedendo!>> lo ignoro continuando a guardare fissa le porte ancora chiuse dell'ascensore <<Victoria mi sto facendo in quattro per te! Non sai come sia difficile per me tutto questo>> a quelle parole mi scappa una risata amara. Per lui difficile? Sembra essere andato avanti come se non fossimo mai esistiti <<Ti fa ridere?>>

<<Io devo andare ragazzi, vi lascio soli>> e come se nulla fosse mi ruba l'ascensore. Ma che stronza! <<ci vediamo stasera Andrew>> le porte si chiudono lasciandoci nuovamente soli.
Si vedono questa sera. La gelosia mi ribolle nelle vene.

<<Non perdere altro tempo con me, la tua ragazza ti aspetta. Dove la porti? In un bel ristorante stellato a parlare della vostra scopamicizia ai tempi del college? O nella tua terrazza privata al Midnight, dove quella sera hai portato me. Oppure in barca di notte, sai come la colpiresti! Vi divertireste tantissimo>> la rabbia ha parlato al posto mio, tanto che solo ora realizzo quello che ho detto.

<<Primo, non è la mia ragazza, è una mia amica. Secondo, non hai nessun diritto di giudicandomi. Se hai qualche problema dimmelo in faccia, è il momento giusto!>> l'ascensore finalmente riapre le sue porte ed entriamo entrambi.
<<Ma come sempre non parli. Ti terrai tutto dentro>>

<<Non servirebbe a nulla dirti ciò che penso>>

<<Beh provaci. Nessuno tiene a te quanto me, te lo posso garantire, perché farei di tutto purché tu sia felice. Anche se tu non mi credi, sto soffrendo anche io. Voglio che le cose tra noi due vadano bene per noi e per loro. Alexis mi è stata molto vicina negli ultimi mesi, può sembrare esuberante ma è una brava persona>> io annuisco rimanendo zitta.

<<Non la porterò in nessuno dei posti in cui sono stato con te, se questo può farti stare tranquilla. Non lo avrei mai fatto>> percepisco tanta amarezza, e questo mi spezza il cuore. Continuiamo a farci del male.

Delusa e sconfitta vengo riaccompagnata a casa. Per tutto il tragitto rimaniamo persi in questo silenzio imbarazzante. Dallo specchietto posso vedere il suo sguardo rigido, ben diverso da quello di questa mattina. In nostro soccorso arriva una chiamata di Christina, preme la cornetta verde sullo schermo della macchina e risponde.

<<Andrew! Emma sta male, ha avuto le convulsioni. Abbiamo chiamato l'ambulanza, presto vieni!>>

<<C-cosa? Ma perché? Come è successo?>> sta andando nel panico più totale tanto da tagliare la strada a una macchina.

<<10 minuti e siamo lì>> intervengo io, e la chiamata finisce <<Andrew non ti agitare e pensa a guidare>>

<<Dio perché! Non si può mai stare tranquilli cazzo!>> poso una mano sulla sua coscia per tranquillizzarlo.

<<Starà bene, può capitare a questa età, non ti preoccupare. Vedrai che i medici sapranno cosa fare. Sono comuni nei bambini piccoli e possono essere legate anche a semplice febbre, non per forza a cause più gravi. Inoltre non lasciano danni cerebrali permanenti. L'importante è rimanere lucidi>> lui fa un respiro profondo e mi stringe la mano.

<<Grazie>>

<<Lo affrontiamo insieme>> gli dico racchiudendo le sue dita tra le mie.

Il tempo in ascensore sembra interminabile. Andrew è un fascio di nervi, non aspetta altro che correre da Emma. Appena si aprono le porte rimaniamo avvolti nell'oscurità. Per quale motivo è tutto buio?

<<Christina?>> domanda Andrew.

<<Perché le luci sono spente?>> in pochi istanti le lampade del salone si accendono rivelando tutti i nostri parenti e amici in casa Foster. Sono presenti non solo i miei genitori, ma anche quelli di Andrew, addirittura i nostri fratelli. Per non parlare di Melinda, Pat e il gruppo di Andrew.

<<Sorpresa!>> urlano tutti quanti all'unisono. Allora tutto questo era solo... Emma corre in contro ad Andrew che incredulo la stringe forte a sé.

<<Vi abbiamo fatto uno scherzo>> ride soddisfatta quella peste. Io mi avvicino per abbracciarla a mia volta.

<<Ci hai fatto preoccupare>> dico accarezzandole i capelli.

<<Qualcosa mi dice che in tutto questo c'entra Christina>> solo adesso noto la scritta appesa alla parete.

<<Benvenuti al vostro gender reveal!>>

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Nel prossimo capitolo scoprirete finalmente il sesso dei bambini!!
Vi chiedo ancora scusa per l'attesa ma questo capitolo è stato un parto da scrivere ahaha.
Spero almeno lo apprezziate, grazie di tutto ❤️

LeleMiuss

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