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Capitolo 58


Le voci dei bambini lasciamo in sospeso la nostra conversazione. È suonata la campanella dell'intervallo e non ce ne siamo nemmeno accorti. I piccolini corrono verso Andrew che li saluta calorosamente. In particolare Kemal, che lo abbraccia con una certa euforia.

<<Tori, Tori, anche tu conosci Andrew?>> mi domanda la bambina in braccio a lui.

<<Si, ci conosciamo>> dico alquanto imbarazzata.

<<Siete amici?>> ci dimanda un altro bambino. Noi ci guardiamo incerti sul cosa rispondere.

<<Si, amici>> dice lui sicuro. Allora è questo quello che siamo. Amici.
<<Bambini, venite qua!>> tutti quanti si radunano intorno a lui <<Una sorpresa vi aspetta nel retro del cortile>> le urla emozionate dei bambini si alzano in coro <<Se la volete vedere dovrete rispettare due semplici regole: non litigare e ascoltare le maestre>> poi si ferma aumentando l'entusiasmo tra i piccoli che lo guardano eccitati <<e ora correte>> incuriosita li seguo fino a che non arrivo nel piazzale. Rimango sbalordita alla visione davanti a me. Un camioncino colmo di scatoloni sta venendo svuotato da due ragazzi. Amina, Nia e Fatuma si stanno occupando di aprirle e svelarne il contenuto. Decine di giocattoli di ogni tipo viene poggiato sul un tavolo al centro del cortile. Ramla si soffia il naso con un fazzoletto, e con le mani si asciuga le guance.
È opera di Andrew tutto questo?

<<Signor Foster! Dio sia lodato. Come potrò mai ringraziarla?>> lo abbraccia forte, si aggrappa a lui come se fosse una divinità, ma Andrew con tutta umiltà la sorregge e le sorride in volto.

<<Non deve ringraziarmi. Vedrà come renderemo questo posto... Se ne occuperà di tutto la mia fondazione. Ho personalmente stanziato settecento mila dollari per la riqualifica di questo posto. Avrete acqua calda e corrente elettrica tutto l'anno, per non parlare della copertura sanitaria. Non vi mancheranno cibo, vestiti, giochi, materiale scolastico... ve lo posso assicurare>> sono senza parole. Poi eccolo che si volta verso di me, un sorriso stravolgente e gli occhi luminosi. I bambini stanno letteralmente impazzendo davanti ai loro nuovi giocattoli.

<<Che Dio ti benedica Andrew Foster>> dice Ramla ancora tremante dalla felicità. Poi la sorella la prende in disparte per farle vedere il resto degli scatoloni. Lui si riavvicina a me.

<<Sono senza parole>> sconcertata, allibita, meravigliata.

<<E non hai visto l'ospedale...>> aspetta, cosa?

<<I miei collaboratori si stanno occupando di conferire loro un'ingente somma di denaro per apportare modifica alle strutture e modernizzare gli spazi. Tutto grazie a te>> spero stia scherzando. Non ho fatto letteralmente niente se non tenerlo lontano da me.

<<Andrew hai fatto tutto tu. Non darmi meriti che appartengono a te>> dico imbarazzata. Perché si comporta come se non fosse stato lui a cambiare la vita di centinaia di persone?

<<Non avrei potuto fare nulla se tu non fossi venuta qua>> dice ovvio.

<<Non c'entra assolutamente nulla>>

<<Sono passato per caso il giorno che sono arrivato qui perché stavo cercando te. Io non ho solo potuto ignorare le condizioni di questo posto>> perché mi fa battere così tanto il cuore sentirlo dire queste cose? Forse perché ti fanno rendere conto dell'uomo che hai perso? <<quando ho incrociato lo sguardo di quei bambini non ci ho pensato due volte a offrirmi in loro aiuto. Senza saperlo siamo stati attratti dallo stesso posto. Siamo connessi>> dice lui accarezzandomi il braccio.

<<Lo siamo sempre stati>> dico senza pensarci due volte.

Dopo quel giorno ho subito capito cosa fare: ritornare a casa. Non avrei mai permesso a Andrew di starmi vicino rimanendo però lontano da Emma. La mia piccola che tra qualche ora rivedrò. Tra qualche ora perché si, sono su un jet privato che ha come destinazione Chicago-O'Hare. Nonostante io sia su questo aereo accanto all'uomo che ho desiderato per tutti questi mesi, il mio pensiero va a Thomas. Da un giorno all'altro è rimasto da solo ad Arusha. So molto bene che riuscirà a vivere anche senza di me, come ha fatto fino al mio arrivo, ma è inevitabile che mi manchi. Dall'essersi offerto di essere il padre dei miei bambini al non avermi più accanto a lui nemmeno come amica/coinquilina dev'essere difficile. D'altronde era così che doveva andare. È giusto che torni a Chicago per i gemelli, perché crescano accanto a loro padre. Ho diversi problemi da risolvere, tra questi, trovare una casa dove vivere. Abitare con Andrew non è mai stato tra le opzioni. Lui in primis non mi ha offerto di rimare, da questo deduco voglia una certa lontananza tra noi due, in termine sentimentale. Le cose sono molto chiare. Io ed Andrew non ci rimetteremo insieme. Ci impegneremo a crescere i nostri figli in pace e serenità, senza litigi o diatribe che andrebbero solamente a ledere la loro felicità. Siamo amici, e su questo non si discute. Non saremo né la prima né l'ultima coppia di genitori a fare così.

Guardo Andrew smanettare il suo cellulare. Il suo volto è una calamita, non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Quella camicia poi... Riesco a intravedere la superficie dei suoi muscoli. Quella barba appena accennata... Mi fa impazzire. Se penso ai suoi baci, alla sua bocca che sfiora il mio collo fino a toccare il mio mento, poi le labbra. Sopra queste poltrone avremmo sperimentato diverse posizioni fossimo stati insieme, cosa d'altronde non nuova dati i nostri precedenti sopra questo aereo. Le immagini di me sopra di lui mi tormentano. Lo stuzzico, fino a fargli chiudere il computer accanto per concentrarsi solo ed unicamente su di me. Mi avrebbe cinto i fianchi fino ad arrivare al sedere, palpandolo come solo lui sa fare. Mi avrebbe fatto scivolare la gonna lungo le gambe, non lasciandomi il tempo di respirare per i baci voraci e bisognosi. Le sue dita sarebbero arrivate al mio interno coscia, fino a toccare la parte più sensibile di me e ...<<Terra chiama Victoria>> Andrew muove la mano a mezz'aria cercando di risvegliarmi dai miei pensieri (vietati ai minori di diciotto anni).

<<Si si, dimmi>> dico io il più naturale possibile.

<<Stavo dicendo, ho contattato Alexis, l'agente immobiliare che ci aiuterà a trovare una casa per te e i gemelli. Ho fissato un appuntamento per dopodomani, data l'urgenza>> Alexis? È un maschio o una femmina? Cavolo, questo dubbio mi uccide!

<<Dopodomani. Va bene>> non posso chiederglielo, non posso chiederglielo.

<<Perfetto! Le ho comunicato come zone
Gold Coast, Lincoln Park e Streeterville. Saresti vicina a me ed Emma>> annuisci soddisfatta, dai! Non è stupendo Victoria? Lontani ma vicini.

<<È perfetto>> cerco di dire il più entusiasta possibile.

<<Inoltre ti ho prenotato la suite al Waldorf per le prossime due settimane, all inclusive chiaramente. Avrai tutti i comfort, servita e riverita>> questo accresce il mio senso di inapagattezza e solitudine. L'ultima cosa che vorrei è stare da sola in una camera d'hotel. Non posso fare altro che desiderare di stare insieme ad Emma ed Andrew. Ma non posso di certo auto invitarmi da sola.

<<Grazie mille>> mi limito a dire <<Non so come sdebitarmi>> sa solo lui quanto gli sto costando in soli tre giorni che ci siamo riappacificati.

<<Non dovrai mai farlo. Finché ci sarò io, non ti mancherà mai nulla, qualsiasi cosa accada>> mi si mozza il respiro. L'unica cosa che vorrei Andrew, sei tu, ma non posso in alcun modo rimediare al mio errore. Non posso rischiare di rovinare di nuovo tutto, non ora che siamo di nuovo vicini. Non lo posso fare a lui, e nemmeno ai nostri figli.

Il viaggio in macchina è molto silenzioso, abbiamo optato per andare direttamente in hotel. Cerco di distogliere i pensieri dall'uomo accanto catturando i particolari di Chicago che tanto mi erano mancati. Percorriamo Clarck Street, che affianca il mio amato Lincoln Park. Quando accostiamo davanti al lussuosissimo hotel, rigorosamente a cinque stelle. D'altronde è del Waldorf Astoria Chicago che stiamo parlando, rinomato per il suo pregio e soprattuto le spa all'interno della struttura. I facchini si precipitano verso di noi per prendere i miei bagagli. Il meteo qua è profondamente diverso da quello tropicale tanzaniano. Inizia a fare fresco, settembre si avvicina e con lui l'autunno. Quando scendo dall'auto un brivido ripercorre le mie spalle, mi stringo tra me e aspetto che le valigie siano state tutte portate all'interno.

<<Tieni, prendi questa>> dice sfilandosi la giacca che ha addosso. Me la poggia sulle spalle e mi lascia un bacio sulla fronte.

<<Grazie di tutto>> mi limito a dire, ignorando il battito accelerato del mio cuore.

<<Ti voglio bene>> reagisci Victoria! Non rimanere imbambolata come un'idiota.

<<A-anchio>> dico col nodo alla gola. E senza dire altro mi volto ed entro nell'immensa hall. Mi ha davvero detto "ti voglio bene"? Cosa pensavi ti dicesse? Ti amo Victoria ritorniamo insieme? Se non sono riuscita a farmela passare in tre mesi di lontananza, con un ragazzo che mi amava accanto, come posso pensare di superarla ora che è più dolce e premuroso che mai?!

Rimango da sola nella mia stanza fino all'indomani mattina, quando alle dieci del mattino sento bussare alla porta. Non mi ha svegliata, anzi, a causa del fuso orario è dalle cinque che sono sveglia, ho passato queste ore su Internet come una disperata. Una dose eccessiva di TikTok, Netflix, Twitter e Google per aggiornarmi degli avvenimenti dell'ultimo periodo. Era uscita l'ultima stagione della mia serie preferita e nemmeno lo sapevo!
Mi aggiusto la vestaglia e pronuncio un flebile "avanti". Un cameriere vestito di bianco entra dentro la stanza. Un enorme mazzo di fiori composto da rose, peonie e garofani gli nasconde il volto.

<<Per lei, signorina Young>> non ci posso credere! Non avevo mai ricevuto un mazzo di fiori cosi grande e soprattutto bello.

<<Sono bellissimi!>> dico entusiasta prendendoli in mano. Lui prende il vaso che ha portato col carrellino dietro di lui e lo posiziona nel tavolino in centro alla stanza (grande tre volte l'appartamento dove abitavo).

<<Va bene qua signorina?>> io annuisco.

<<Perfetti>> lui mi saluta con un sorriso e se ne va. Corro a leggere il bigliettino intravisto poc'anzi e la vedo, la sua firma.
"- alla futura mamma più bella di tutte,
Andrew".
Potrei letteralmente mettermi a piangere, come può essere così perfetto?! Corro a prendere il telefono per mandargli un messaggio. Forse non dovrei... o forse sì. Un grazie, semplice e conciso. Mandato. Sembra così serio un solo "grazie". Ci vuole un cuore rosso, uno solo. Spengo il telefono e lo butto sul letto. Uscirò pazza ad andare avanti così. Nemmeno col mio primo ragazzo mi facevo queste paranoie.

Oggi andrò insieme a Christina a fare compere. Necessito di abiti premaman, conserverò quelli regalatomi da Karem con cuore, insieme a tutti gli splenditi momenti passati con loro. Settembre si avvicina e con esso anche l'abbassarsi delle temperature. Farò un po' di shopping comprando ciò di cui ho bisogno. Dopo mezz'ora sono pronta ad aspettarla seduta su un divanetto della hall. Mi sento abbastanza a disagio con tutte le persone ben vestite che girano qui dentro, ricconi sfondati con la puzza sotto il naso. Mi guardano dall'alto verso il basso. Eppure questo vestitino è così carino. Il tessuto è molto buono, e le piccole farfalline disegnate sulla stoffa bianca sono adorabili. Oltretutto è lungo ed elasticizzato sulla pancia, contenendola un pochino. Forse stonano un po' le ballerine, ma sinceramente non ci do molta importanza, sono le uniche decenti che avevo. Lego la mia chioma in uno chignon disordinato, inizio a non sopportare più questi capelli. Sono proprio incinta.
Nell'attesa che Christina arrivi tento nuovamente di contattare Thomas, non mi ha più risposto al telefono da quando me ne sono andata. Inizia a farmi preoccupare. Non mi merito di certo questo trattamento dopo quello che abbiamo passato insieme. Come previsto scatta di nuovo la segreteria. Ma cosa gli prende?!
Due mani sulle spalle mi fanno sussultare. È Christina.
Mi alzo per stringerla a me. È stata quella che mi è stata più vicina in questi mesi. È venuta a trovarmi tre volte, fermandosi per più giorni cada una. Abbiamo fatto una moltitudine di cose insieme, tra cui Safari, visita all'orfanotrofio insieme, escursione alle cascate e gita di due giorni alle porte del Kilimangiaro. Mi ha consolata e fatta stare bene come nessuno oltre Tommy è riuscito a fare. È stata dalla mia parte piuttosto che quella del fratello, nonostante non avesse nessuna colpa, ma lei questo non poteva saperlo, come me d'altronde. Se solo ci penso... tutto questo mi da una rabbia!

<<Sei radiosa tesoro!>> esclama abbracciandomi nuovamente. Quando si scioglie dall'abbraccio mi afferra le mani osservandomi meglio. Sorride teneramente a vedere la mia pancia decisamente piu grande dell'ultima volta.

<<Tu lo sei! Con questa abbronzatura sei pazzesca>> ogni uomo che passa si gira meravigliato a darle un'occhiata, anche molte donne in realtà. I suoi occhi cerulei e la sua chioma bionda non passano inosservate, per non parlare del suo corpo vestito sempre magnificamente. Oggi indossa dei pantaloni a palazzo beige adornati da un cinturino (rigorosamente Hermes) color camoscio. Il pezzo sopra bianco candido fascia le sue forme sinuose e perfettamente proporzionate alla sua figura. Il tutto abbellito da una Birkin dello stesso colore della cintura. È una barbie stile old money. Ma la cosa più bella di tutte rimane sempre la sua umiltà e il suo cuore, sempre pronta ad aiutare gli altri, ad ascoltarli, a metterti davanti a lei pur di vedere felice te.

<<Dopo essere tornata qua dalla Tanzania sono partita per le Mauritius, ma mai avrei pensato di ricevere una telefonata di Andrew che mi diceva tu fossi qui>> sorrido al sentire pronunciare queste parole.

<<È successo tutto molto in fretta. Lui mi ha spiegato tutto...>> il mio sorriso sparisce dal viso. Speravo che dormirci su mi avrebbe fatto stare meglio, e invece no.

<<Non era mia intenzione che lui venisse a conoscenza di tutto. Quella sera lui->> il panico la sta assalendo.

<<Non mi devi spiegazioni. Ringrazio Dio sia andata così. Andrew deve fare parte della vita dei suoi figli. Io gli stavo impedendo tutto ciò...>> e mi odio profondamente per questo.

<<L'importante è che ora abbiate chiarito. Siete qui, e siete insieme. Allora, com'è stato il vostro ritorno di fiamma?>> domanda impaziente di ricevere delucidazioni. Credo abbia frainteso la questione.

<<Ritorno di fiamma?>> domando per assicurarmi di aver capito bene.

<<Sii! Vi siete rimessi insieme finalmente!>> ha decisamente frainteso.

<<Devi aver capito male>> lei aggrotta la fronte confusa.

<<Come scusa? Mi stai dicendo che non state assieme?>> dal suo tono percepisco disappunto e un pizzico di esasperazione.

<<Mi ha definita sua "amica">> lei fa una smorfia di disapprovazione.

<<Che cazzata. È ancora innamorato di te, è ovvio. Non lo vedi anche tu?>>

<<Dici?>> domando speranzosa. Se lo dice lei che è la sorella. Magari ne avrà parlato con lei, si sarà aperto. Se lui provasse ancora qualcosa per me forse potremmo... Potremmo essere di nuovo un "noi".

<<Ci metterei una mano sul fuoco>>.

Per tutta la notte questa parole rimbombano nella mia testa. La speranza di un nuovo "noi" non mi lascia pace. Penso ad Andrew come una ragazzina di quindici in preda agli ormoni adolescenziali. Fino a qualche giorno fa lo detestavo credendolo l'uomo peggiore di questa terra, e ora voglio rimettermi con lui?! È qualcosa di troppo contraddittorio. Troppo grande. Rivelare i miei sentimenti a lui potrebbe rovinare quello che di buono si è creato. Sarebbe un male non solo per noi due, ma anche per i bambini. Christina potrebbe avere ragione come no, non ne vale la pena rischiare per un mio stupido sentimento. Ora devo pensare a me e ai bambini. Andrew mi starà vicino in un'altra maniera. Ci vogliamo bene, e ci amiamo ancora in questa forma. Siamo amici, e tali rimarremo.
Sono pronta a vivere senza di lui al mio fianco, devo accettarlo per il mio bene, per il bene di tutti quanti.

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Morente di sonno ho aggiornato!! Grazie per chi attende con ansia i miei aggiornamenti, mi riempite il cuore di orgoglio.
Vi auguro buona lettura, alla prossima ❤️

LeleMiuss

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