Capitolo 53
Cazzo, cazzo, cazzo! Leggo e rileggo l'esito del test ma le due linee continuano a confermare la realtà dei fatti. Alzo la maglietta e poggio una mano sul ventre. Mi giro verso lo specchio e osservo il mio profilo. Credevo di essere gonfia a causa del lattosio o del glutine, ma a sto punto ecco spiegato il mistero. Devo immediatamente prenotare dalla ginecologa per avere la certezza di essere realmente incinta, anche se sembra non ci siano dubbi. Se ripenso ai calici di vino di queste ultime settimane, la serata al pub, il sushi... Dio quanto mi odio! Non potevo saperlo, è chiaro, ma non riesco a perdonarmi l'aver totalmente ignorato un ritardo del genere. Prendo il test e lo infilo dentro la scatolina che nascondo infondo al cassetto dei miei trucchi. Nessuno andrà mai ad aprirlo se non me.
Sono passate due ore dalla grande scoperta, e non riesco a schiodarmi da questo divano. Provo così tante emozioni diverse. Lo voglio tenere, senza ombra di dubbio. Non potrei mai abortire, ho sempre sognato di diventare mamma. Certo, non così presto, ma è successo a causa della nostra irresponsabilità. Andrew ha già una figlia, e sa bene come fare il genitore. Ma io... Il pensiero di dover crescere un mini essere umano mi terrorizza. E se non sono in grado? E se sbaglio qualcosa? Arriverebbe a detestarmi? Come farò a conciliare il lavoro e un bebè?
A causa dell'ansia del momento mi sono divorata il labbro inferiore. Che male! Giro per casa in cerca di un po' di serenità. Non riesco a darmi pace. Vorrei dirlo a Andrew ma prima voglio avere la sicurezza che non sia un falso positivo, cosa non rara. Per distrarmi decido di andare in cucina. Yolanda sta preparando la cena, la aiuterò ad apparecchiare tavola. Andrew ed Emma sono andati a fare visita a James, Lucas e Stephen. Un evento raro, gli aveva promesso una partita e così lo ha accontentato. Sono talmente presa dalle mie mille preoccupazione che nemmeno sento la presenza del mio ragazzo e soprattuto delle risate di Emma in casa. Sono arrivati prima del previsto.
Ora fingiti rilassa e che vada tutto bene, Victoria. Andrew entra in cucina salutandoci con un sorriso stampato sulle labbra. Mi lascia un bacio e stampo e si muove verso il ripostiglio dei vini.
<<Com'è andata a lavoro?>> domanda versando del vino rosso nel calice.
<<Tutto bene>> rispondo vaga. Non riesco a smettere di pensare al momento in cui glielo racconterò. Sorrido al pensiero. Nonostante tutto questo mi terrorizzi avere una famiglia con l'uomo che amo è sempre stato il mio sogno. È solo troppo presto.
<<Vuoi?>> mi domanda porgendomi il bicchiere. Io scuoto la testa e lui storce il naso <<Tu che non bevi un Cabernet? Stai bene?>> ridacchia prendendomi in giro.
<<Ho solo un po' di irritazione allo stomaco. Meglio evitare il vino>> lui annuisce. Se l'è bevuta, menomale.
<<Mi spiace amore. Posso fare qualcosa per te?>> questa sua premurosità mi rincuora. Sarà un padre perfetto, un'altra volta, nonché un compagno strabiliante. Da questo lato posso stare tranquilla <<Ci sei?>> mi risveglia lui.
<<Si si amore. Non ti preoccupare! Tutto benissimo>>
<<Dovresti riposarti, ti vedi un po' pallida>>
<<Hai ragione>> mi limito a dire. Lui mi da un bacio sulla guancia e si siede al tavolo. Ho bisogno di dormire, questo è poco ma sicuro.
Il giorno dopo sveglia presto per l'appuntamento con la dottoressa. Ho dovuto fare i salti mortali per avere questa visita, e mi costerà fior di quattrini.
Indosso dei pantaloni comodi e afferro la borsa da lavoro. Mi farò accompagnare in clinica per non destare sospetti, poi chiamerò un taxi che mi scorti fino allo studio medico. Piano perfetto no?
A causa dell'insopportabile rumore del mio stomaco, faccio accostare Alan davanti una caffetteria aperta h/24 per comperare un caffè da portare via insieme a una ciambella glassata con granella colorata, non contenta ho aggiunto al sacchetto un croissant al cioccolato e un bel waffle caldo. L'odore era troppo invitante per lasciarlo lì! Passo al mio autista un muffin ai mirtilli, insieme al suo caffè. Mi sorride e lo addenta prima di ripartire. Così si inizia la giornata col piede giusto! Mi fa enormemente piacere che Alan si senta a suo agio con me, fosse stato presente Andrew non si sarebbe mai permesso a mangiare in auto, accostati sul ciglio della strada. Ormai sa che con me può stare tranquillo.
Arrivata in clinica lascio la borsa nell'armadietto e compongo il numero del taxi, in pochi minuti arriva davanti all'uscita secondaria dell'edificio e lo raggiungo velocemente. In macchina appoggio le mani sul ventre accarezzandolo dolcemente, è da ieri che non smetto di farlo, è una sensazione rilassante e allo stesso tempo nuova ed emozionante. L'aria è pesante e il cuore non da segno di calmarsi e iniziare a battere a un ritmo normale. Ho già fatto quel maledetto test, e il risultato era chiaro. Dovrei mettermi l'anima in pace, ma ho bisogno della prova definitiva. Un test è solo un pezzo di plastica, una linea su uno spazio bianco...
Non ho mai pensato che sarei stata qui, in questa situazione, così presto, così impreparata. Mi sento in una situazione più grande di me, con la tremenda paura di fallire o non essere all'altezza. E mentre il motore ronza sotto di me, il dubbio mi stringe ancora più forte.
Arrivata in studio mi siedo in sala d'aspetto in attesa che la dottoressa mi chiami. Continuo a fissare l'orologio, hanno un ritardo di 15 minuti, meglio così...
<<Victoria Madelaine Young>> come non detto. Una ragazza più meno della mia età mi sorride. Ha fra le mani una cartella e indossa un camice bianco. Mi avvicino e mi fa spazio per entrare <<La dottoressa arriverà a breve>> chiude la porta dietro di sé e rimango sola. Respira Victoria, respiri profondi e lunghi. Mi guardo intorno e noto il lettino e il macchinario per eseguire l'ecografia. Al muro sono appesi le fotografie dei diversi feti in ogni settimana, con accanto i disegni dei frutti di cui hanno le grandezze. Accanto c'è un calendario e al lato opposto un orologio. Il verde salvia dei muri mi da un finto sollievo che però apprezzo.
Qualche minuto dopo la porta si apre e una donna dai tratti maturi e afroamericani fa capolinea nella stanza. Indossa il camice bianco sotto un abito blu scuro non troppo lungo. È molto elegante ed ha un portamento fine e decoroso.
<<Signora Young>> mi porge la mano che le stringo a mia volta. Poveretta, avevo le mani sudatissime <<Cassandra Malcoms>> si presenta cordialmente. Poi fa il giro della scrivania e si siede sulla poltrona in pelle marrone. Scrive qualcosa al computer e successivamente rivolge lo sguardo a me. <<Come mi ha comunicato ieri, ha svolto un test di gravidanza risultato positivo, se non erro>>
<<È così>> lei annuisce.
<<Ti farò qualche domanda, così da avere un quadro più ampio della tua cartella clinica>> rispondo alle solite domande di routine: età, peso, altezza, assunzione medicinali ecc...
<<Nessuna gravidanza, mai>> rispondo a forse la decima domanda.
<<Ha allergie a farmaci o cibi?>>
<<Nessuna>>
<<Ha mai subito interventi chirurgici?>>
<<Appendicectomia a tredici anni, senza complicazioni>>
<<Il suo ciclo mestruale è regolare? Ha mai avuto problemi ginecologici?>>
<<È sempre stato molto regolare e non ho mai avuto alcun problema>>
<<Ci sono malattie genetiche o ereditarie nella sua famiglia o in quella del suo partner?>> continua ad annotare sul computer.
<<Mio papà ha problemi cardiovascolari, sviluppati negli ultimi anni, per quanto riguarda la famiglia del padre... Che io sappia no>>
<<Ci sono precedenti gravidanze gemellari in famiglia?>> ci penso qualche istante.
<<Mi pare una non andata a buon fine, un feto ha subito un aborto spontaneo in pancia, dalla parte di mia madre. Sua sorella per l'esattezza>>
<<Capisco...>> riguarda il computer <<Fuma, beve alcolici o usa sostanze stupefacenti?>>
<<Nessuna delle precedenti, eccetto alcol sporadicamente>>
<<Che tipo di alimentazione segue? Ha intolleranze o allergie alimentari?>>
<<Ho un alimentazione regolare, mangio bene o male tutti gli alimenti, non ho alcun tipo di allergia o intolleranza>> prendo una pausa e poi mi faccio coraggio <<Ho avuto disturbi alimentari in passato, ma ora sto bene, ho un buon rapporto col cibo>> ed è la verità.
<<L'importante è farsi aiutare, queste situazioni possono complicare una gravidanza>> rimango in silenzio. Non farei mai nulla del genere con in pancia un bambino <<Svolge attività fisica?>>
<<Non più tanta a dir la verità. Ho una vita frenetica, questo si. Ma non pratico nessuno sport>>
<<Hai un lavoro che richiede sforzi fisici o che potrebbe esporre a rischi?>>
<<Lavoro in ospedale, al momento mi sto specializzando, mi potrà succedere di vivere situazioni stressanti ma mai pericolose. Almeno spero>> ridacchio nervosa.
<<Quale specializzazione? Se posso chiedere>> domanda incuriosita.
<<Neuropsichiatria>>
<<Buona fortuna allora>> mi sorride dolcemente.
<<Grazie>> me ne servirà molta. Poco dopo mi fa accomodare sul lettino. Mi scopro il ventre e guardo il macchinario. Lei spalma il gel freddo sopra la pelle nuda. È fastidioso. Successivamente afferra la sonda e inizia a muoverla. Osservo il display con ansia di vedere qualcosa. Poi sposto lo sguardo sulla dottoressa. Studia attenta l'immagine e sorride.
<<Congratulazioni signora Young>> poi lo vedo anche io. Metto una mano davanti alla bocca <<Lei è incinta di quasi sei settimane>> diventerò mamma! Una lacrima solca il mio viso. Se solo ci fosse Andrew in questo momento, sarebbe tutto perfetto.
<<Oddio! E-e sta bene?>> la mia preoccupazione va subito a lui. Lei riguarda l'immagine e aspetta qualche secondo.
<<Stanno bene, entrambi>> mi manca un respiro. Cosa? Ha detto "stanno"?
<<H-ho sentito bene?>> lei annuisce e mi mostra il display. E lì vedo l'altra piccola sagoma. Un piccolo fagiolino coperto da un'altro altrettanto minuscolo.
<<Sono gemelli monozigoti! Dovrà tornare qui fra un mese. Le gravidanze gemellari sono da tenere maggiormente sotto controllo rispetto a quelle normali>> non riesco a smettere di guardarli sorridendo. Sono dentro di me, e sono due. Due bambini, miei e di Andrew <<Vuole sentire il battito?>> annuisco ancora incredula. E poi lo sento. Due cuoricini battono all'unisono. Non ci posso credere che sta realmente accadendo, e sono al settimo cielo. Già non vedo l'ora di vederli! Come farò a resistere otto mesi?!
La dottoressa mi passa della carta per pulirmi e procede a stampare le carte e le ecografie. Mi rivolge le ultime raccomandazioni e il giorno della prossima visita. Dopo aver pagato alla reception un'unica cosa mi passa per la testa: devo dirlo ad Andrew. Per fortuna nel negozio affianco vendono dei ciucci che non ho esitato a comprare. Li scarto e ripongo dentro una scatolina. Non vedo l'ora che Andrew la apra. Che si trovi in ufficio o in riunione devo dirglielo, altrimenti potrei scoppiare dalla felicità. Rido da sola per strada alla ricerca di un'altro taxi che possa scortarmi fino alla Foster Enterprises. Saltello per la strada con in mano ancora i documenti, guardo e riguardo le ecografie in bianco e nero. Sono bellissimi, anche se sono ancora due puntini. Chissà se saranno maschio o femmine, o due femmine, oppure due maschi. Emma sarà una sorella maggiore fantastica! A pensarci è stata proprio lei a tirarcela. Sembro una pazza che non smette di ridere ma è un entusiasmo che non riesco nemmeno a nascondere.
Chiamo il secondo taxi della giornata che mi porta dritto nel centro del Loop, il quartiere nel cuore della città dove si trova il grattacielo della FE. Pago di corsa il tassista e cammino verso l'entrata. Bado a nascondere tutto all'interno della borsa e senza badare alle occhiate dei passanti, chiamo l'ascensore. Una ragazza guarda stranita il mio sorriso, a questo punto forse inquietante, ma a me non importa. Sono troppo contenta. Vorrei urlare che aspetto due bimbi ma per forza di cose non posso farlo.
Arrivata al piano del suo ufficio corro verso Veronica seduta alla scrivania per chiedere di Andrew. Lei mi guarda allarmata.
<<Signorina Young, non la aspettavamo oggi>> dice sorpresa mandando un'occhiata di aiuto verso un uomo affianco alla porta dell'ufficio del mio ragazzo. Gli sta comunicando con gli occhi qualcosa. L'uomo in giacca a cravatta, dopo aver detto qualcosa all'auricolare, si avvicina a me mettendomi una mano sulla schiena e allontanandomi da lì.
<<Voglio vedere il mio fidanzato>> dico un tantino nervosa. Ma l'uomo non si ferma e continua a trascinarmi lungo il corridoio, sempre più lontano da Andrew.
<<Il signor Foster è occupato al momento>> forse non ha capito che io sono la sua ragazza e che mi deve lasciare immediatamente il braccio.
<<Mi lasci! Ho Andrew non ne sarà felice>> lui mi lascia il braccio ma si para davanti a me. Che cosa sta succedendo? <<Mi lasci andare dal mio fidanzato!>> ma lui continua a pararmi la strada. Mi stanno nascondendo qualcosa. Mi sto iniziando a impanicare. Perché diavolo non vogliono che io vada nel suo ufficio?
<<Non posso lasciarla andare. Il signore sta tenendo un incontro molto importante>>
<<Va bene>> alzo le mani <<Almeno può andarmi a prendere un te? Non mi sento molto bene. Ho giramenti di testa eh...>> mi fingo accaldata e moribonda.
<<Rimanga qua>> lui si allontana di qualche metro e io ne approfitto per correre. Prima che mi acciuffi mi scaravento verso la porta e la apro. È chiusa. Perché diavolo dovrebbe chiudersi dentro al suo ufficio a chiave? Riprovo ad aprire ma in quel momento arriva l'uomo di prima che mi strattona per il braccio. Perdo l'equilibrio e finisco per terra. Che male, cazzo! Lui mi porge la mano che io respingo via.
<<Che razza di problemi ha? Ho bisogno di parlare col mio fidanzato>> mi sono anche sbucciata i palmi, fantastico.
<<Signorina se ne deve andare!>> prima che possa dire altro inizio ad urlare.
<<Andrew aprimi!>> grido furibonda. Ho una bruttissima sensazione. Perché ce l'ho? Perché non poteva essere aperta quella dannatissima porta?! Cerco di dimenarmi e prima che quel pazzo di un man in black mi porti ulteriormente lontano gli tiro una ginocchiata tra le gambe. Lui cade a terra sotto gli occhi scioccati di tutti. Continuo a bussare come una forsennata, la mia pazienza ha superato il limite. Do calci e sberle alla porta finché questa non si spalanca.
Mille dubbi mi assalgono.
Quello che doveva essere un sogno, si è trasformato in incubo.
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Ecco a voi il vostro capitolo per concludere in bellezza questo venerdì sera!!
Come sempre fatemi sapere scrivendomi cosa ne pensate e soprattuto: chi c'è nell'ufficio di Andrew, e cosa sta facendo
Un saluto e alla prossima <3
LeleMiuss
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