Capitolo 39
Eccomi qui, dopo cinque giorni da quella chiamata. A preparare una valigia per passare i prossimi tre giorni nella casa al lago del mio ex capo. Mi ha invitata personalmente per la festa di compleanno della piccola Emma. Le farò una sorpresa, non sa della mia presenza, ne sarà sicuramente entusiasta. Il lato negativo é che Andrew ha invitato anche il mio "ragazzo", credo non volesse farmi credere che il suo obbiettivo fossi io. Dopo quello che mi ha detto Alan credo che sia anche difficile per lui vedermi con un altro uomo, come lo sarebbe per me sapere che frequenta un'altra donna. Ma alla fine questo è quello che accadrà, non ci rimetteremo più insieme. Come si dice: "il treno è passato". Prendo il cappotto rosso e mi copro le braccia coperte da un solo strato di pizzo, potrei avere freddo alle gambe, ma questo abito è troppo bello, non lo cambierei per nessun motivo al mondo. Il pezzo di stoffa arriva sciolto fino sopra al ginocchio, e due strati di pizzo sovrastanti finiscono a metà gamba. Indosso velocemente i tacchi che scivolano perfettamente con i collant trasparenti e afferro la mia tracolla, dello stesso colore del soprabito, me l'ha regalata Christina per il mio compleanno, è stato come ha detto lei "il suo regalo in ritardo" una Saint Laurent rossa carminio. Il regalo di Emma attira la mia attenzione sopra il divano nel salotto, sorrido pensando a la reazione che farà quando lo vedrà. Con delicatezza lo afferro e mi tiro dietro la porta di casa. Fuori c'è Felipe che mi aspetta. Sorridente come sempre si avvicina a me per lasciarmi un bacio sulle labbra. Quando si stacca forzo un sorriso, per un momento lo vedo spegnersi e mi odio per questo. Ma non so come fare, non ci siamo mai detti "siamo una coppia" le cose sono andate per le lunghe e ho fatto credere che il suo interesse fosse ricambiato, quando in realtà lo vedo solo come un amico. Voglio un mondo di bene a Felipe, ma ha scambiato il mio sentimento per qualcosa di più profondo. Io non ho mai trovato il coraggio di dirglielo e ora lui crede che stiamo insieme. Il sesso ha cambiato tutto. Non solo la notte in cui eravamo ubriachi ma anche le sere che passavo a casa sua o lui nel mio appartamento. Alla conclusione di una cena, o durante un film, le sue mani incominciavano ad accarezzarmi, e per il dolore che sentivo al ricordo di quando lo faceva Andrew, finivo per baciarlo e passarci la notte insieme. Sono un essere terribile, ed ora sto finendo ancora di più nei pasticci con questo dannato weekend. Per fortuna non è a conoscenza che l'uomo con cui stavo era proprio il suo idolo più grande. A proposito, lavora ancora alla Foster Enterprises e il solo pensiero di passare tre giorni con il suo capo lo esalta al quanto.
<<Sei bellissima amore>> mi complimenta il mio ragazzo (?). Poso per terra il regalo e lo saluto cercando di essere il più affettuosa possibile.
<<Grazie, anche tu>> gli lascio una carezza sulla guancia. Mi aiuta a caricare in auto la valigia e io salgo in macchina posando sulle mie gambe il pensiero per la mia piccolina.
Andrew ha tanto insistito a farci accompagnare da un suo autista o addirittura in un jet privato. Ma ho rifiutato, andremo con l'auto di Felipe. Ci spettano 5 ore di auto. Appena entrati in macchina ci mettiamo a parlare del più e del meno. Dice che non vede l'ora di passare questi giorni con me, e mi sento ancora più uno schifo riconoscendo che io non veda l'ora di vedere Andrew e stare con quella che pensavo essere la mia famiglia. Il viaggio passa molto lentamente, tra musica e due soste per andare in bagno e mangiare qualcosa arriviamo alla maestosa villa sul lago del ricco Foster. Non riesco a vederla bene dati gli alberi, ma appena il custode ci apre il cancello posso ammirare l'enorme magione. È assolutamente magnifica. Non ho mai visto una casa più bella di questa, l'attico di Andrew è molto bello, ma questa potrei definirla la casa dei miei sogni, se solo ne fossi proprietaria verrei qui ogni volta che mi è possibile, a differenza di Andrew che credo la usi veramente poco. Il verde degli abeti, l'aria frizzante e pulita del lago, questo cielo incontaminato è a dir poco sensazionale, magnifico. Anche Felipe ne è rimasto stupito. Il prato perfettamente tagliato finisce quando una salita composta da tre gradini fa da capolinea al portico colonnato che si conclude con l'innalzamento della porta in legno massiccio. Sistemo il fiocco rosso del regalo e lo metto dentro una scatola grande. Inseguito aspetto che Felipe prenda i due borsoni e mi raggiunga. Ora devo solo farmi coraggio e suonare quel pulsantino dorato con sopra inciso Fosterslake. Nome del tutto umile.
<<Che fai? Non suoni?>> vengo risvegliata dai miei mille pensieri dal mio ragazzo. Io annuisco e senza pensarci due volte premo il tasto. L'ansia e la paura di rivedere il mio ex capo mi divora. Riuscirà Andrew a non guardarmi con quel suo sguardo penetrante? Con quei suoi occhi che mi mangiano dalla passione che prova per me? E io? Potrò resistere a non rimanere a fissarlo per minuti interminabili? E po- la porta viene spalancata e nella mia mente c'è solo più posto per lo stupore per l'interno di questa casa, se così si può definire. Due enormi scalinate a chiocciola fanno da padrone all'enorme entrata o salone della villa, il marmo del pavimento brilla grazie alla luminosa luce proveniente dalle vetrate che fanno da pareti.
<<Lei deve essere la signorina Young>> mi accoglie cordialmente una donna che credo essere una cameriera, data l'uniforme bianca e azzurra scura.
<<Esattamente! Lui è Felipe Castillo>> lo presento alla ragazza.
<<Il suo fidanzato, vi stavamo aspettando. Io sono Delia, potrete chiamarmi per qualsiasi problema o bisogno, giorno e notte. Sono a vostra completa disposizione>> la gentilezza con cui parla è senza eguali.
<<Grazie Delia>> dice Felipe.
<<Non dovete ringraziarmi. Il signor Foster si trova al momento in giardino insieme al signor e alla signorina Foster>>
<<Intende James e Christina?>> domando interrompendola.
<<Esattamente signorina Young>> Christina e Michael sono gli unici che abbia sentito in questi due mesi, insieme ad Emma e Yolanda ovviamente. Sono entrambi a conoscenza di quello che è successo con suo fratello quella notte. Hanno preferito non intromettersi, anche perché se non fosse stato per me ci sarebbe stato un lungo litigio fra quest'ultimi. A causa mia, e di Andrew ovviamente.
<<La festa inizierà fra mezz'ora in riva al lago. Avete il tempo di sistemarvi e cambiarvi se lo desiderate>> guardo Felipe e annuisce aggiungendo un "si" di approvazione.
<<Io sono intrepida di vedere Emma in realtà. Dove si trova?>> domando non riuscendo più ad aspettare.
<<Nella sua camera, se vuole la posso accompagnare>> io annuisco entusiasta. E così io e Felipe ci dividiamo, nel mentre che lui va a rinfrescarsi e cambiarsi in stanza, io vengo accompagnata da Delia davanti alla porta della camera della piccola. Il regalo si trova ora nelle mani della cameriera. Glielo consegnerò in un secondo momento. Quando Delia si allontana, sono pronta per bussare alla porta. Un possente "avanti" mi da il permesso di entrare. È l'inconfondibile voce di Andrew Foster. Non era in giardino con i fratelli? Senza soffermarmi sulle mie paure e insicurezze entro dentro. Percorro una piccola anticamera per poi svoltare l'angolo e vedere dietro le spalle di Andrew, il riflesso dei visi dei miei due amori, nella scena più dolce che io abbia mai visto. Il papà che pettina i capelli della figlia. Accarezzandole le ciocche bionde ad ogni passata di spazzola. Quando si accorgono di una presenza estranea l'uomo si gira pietrificandosi alla mia vista. Qualche secondo dopo nella stanza rimbomba solo il mio nome. Un grido di felicità della mia piccola Emma.
<<Amore mio!>> le corro incontro stringendola a me. Ho sognato questo momento per troppo tempo. Si stacca dall'abbraccio per saltellare e sorridere, nel mentre che mi accarezza le guance.
<<Mi tei mancata tanto>> mi dice aggrappandosi al mio collo.
<<Anche tu piccolina mia. Ti ho pensata ogni giorno>> le dico accarezzandole la fronte delicatamente. Quanto mi sono mancati i suoi occhioni blu, che mi guardano con tanta felicità e amore ogni volta. Le sue ciglia lunghe sbattono delicate nel mentre che il suo sorriso mi permette di vedere i suoi piccoli dentini bianchi.
<<Sono contenta>> commenta entusiasta, io e Andrew ci guardiamo e sorridiamo <<Ti boio tanto bene>> e a quelle parole la prendo in braccio stringendola forte.
<<Anche io piccolina mia>> dopo averla sbaciucchiata e coccolata la appoggio sulla toeletta <<Visto che oggi è il tuo compleanno, ti ho portato un regalo. Il primo in realtà, più tardi di darò l'altra sorpresa>>
<<Non dovevi Victoria>> si intromette Andrew. Ma io faccio un sorriso divertita e tiro fuori dalla mia borsa una scatolina. Gliela do a Emma che con il mio aiuto la apre. Guarda entusiasta la collanina dorata col ciondolo della luna.
<<È bellissima!>> esclama battendo le mani contenta <<Ti piace papà?>> il papà sorride annuendo.
<<È molto bella. Cosa devi dire ora?>> aggiunge il padre accarezzandole il capo.
<<Grazie Toi>>
<<Prego piccola mia. Le nostre collane saranno sempre in cerca l'una dell'altra. Io avrò il sole>> mostro il mio ciondolo che tiro fuori dal vestito <<e tu la luna. Saremo sempre unite, ogni volta che avrai bisogno di me io ci sarò. È una promessa>> lei ascolta tutto attentamente, finché non esclama:
<<Aw, sei fantastica!>> e io e Andrew ci mettiamo a ridere. Può esistere un essere più dolce e con un cuore puro e gentile come il suo?
<<Grazie angelo mio>> l'abbraccio dopo averle allacciato la catenina <<ora sembri una principessa!>> ed è così! Questo vestito color carta da zucchero in tulle è semplicemente splendido. Le sta d'incanto. Finisco il lavoro del padre, sotto gli occhi attenti e orgogliosi di quest'ultimo. Infilo l'ultimo fiorellino nella treccia che le incorona la testa ed è pronta.
<<Amore, sei bellissima!>> esclama il padre, con quel suo sorriso, rimango a fissarlo, come avevo già premeditato che avrei fatto, non gli posso resistere. È semplicemente l'uomo dei miei sogni, l'uomo che amo felice. Questa è la famiglia che eravamo e che non siamo più. E questa consapevolezza mi devasta.
Appena la tata viene a prendere Emma io ed Andrew rimaniamo da soli. Cosa che volevo in tutti i modi evitare, per l'unico motivo che ho timore di non resistergli. La tensione è palpabile.
<<Grazie di tutto Victoria, non potevi fargli regalo migliore, la tua presenza qua era tutto quello che volevo>>
<<L'ho fatto con enorme piacere. Emma è una delle persone che più amo su questa terra, voglio starle vicina, se tu me lo permetterai>>
<<Certo che si, non potrei mai negarti una cosa del genere. Dovrà avvenire solamente in mia assenza>> le sue parole mi mozzano il fiato. Ha appena detto che non vuole vedermi. Questo mi smorza il sorriso.
<<Non mi vuoi più vedere?>> domando con voce rotta.
<<Non mi fraintendere, io passerei le mie intere giornate con te. Ma ora devo dimenticarmi di te, e se passo momenti come questi mi spieghi come posso fare?>> il suo tono rimane basso e senza alcun tipo di emozione a parte la nostalgia. È spento.
<<Lo capisco>> affermo abbassando lo sguardo.
<<Ma come già detto prima, puoi contare su di me per qualsiasi cosa. Ora e per sempre>> annuisco. Dopo avermi fatto un sorriso decisamente forzato, si passa una mano sui suoi capelli ed esce fuori dalla stanza.
Ora son libera di lasciar cadere una lacrima che da troppo trattenevo. Ma che cosa sto facendo della mia vita?
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Ciao amici! In una settimana vi ho portato un nuovo capitolo. Spero di non dover farvi aspettare tanto allungo prossimamente.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Piccola domanda per conoscervi meglio, dove state passando le vostre vacanze?
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Un saluto,
LeleMiuss
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