Capitolo 30
Non è andata a finire bene questa mattina. Lui non ha risposto alla mia domanda e io me ne sono andata con la speranza che mi corresse dietro. Questo chiaramente non è successo. Andrew Foster non rincorre le ragazze. Diciamo che ho passato il mio pomeriggio in un ristorante sgangherato di Chinatown. Mi sono ingozzata di ravioli ai gamberi e involtini primavera, per non parlare della zuppa di noodles. Sono una discarica, ho rimesso tutto. Per lo stesso problema avuto in montagna, ed altre decine di volte nella mia vita. Cibo ed emozioni negative non vanno d'accordo. Ora sono stanchissima, ho bisogno di sedermi e riposarmi. Peccato Emma non me lo permetta. Chiaramente sono pagata dal mio capo per lavorare, non per dormire o perdere tempo. Dopotutto due ore e vado a casa. Adesso sto giocando con il pongo nel pavimento della camera della piccola. Stiamo facendo della cacchette fucsia, verdi e azzurre. Molto fantasiose. Ma almeno posso stare seduta, senza giramenti di testa. Voi vi starete chiedendo: "apri il frigo e mangia qualcosa?" Ma non è così semplice come può sembrare. Mangiare ora vorrebbe dire vomitare tutto subito dopo. Oramai è fisiologico. Perché il malessere interiore mi fa venire il voltastomaco. È una cosa che non riesco ad evitare. E fidatevi, ho provato a curarlo da sola, ma non ci sono riuscita. Non sono nemmeno mai riuscita ad andare da una psicologa. Questo perché non riesco a parlare di quello che mi è successo. Non l'ho mai detto a nessuno, né la mia famiglia, nè Thomas, che era una delle persone più importanti per me. Ed è meglio così. Dietro c'è qualcosa di molto più oscuro e segreto, che nessuno dovrà mai sapere. Se solo tutta la verità venisse a galla sarebbe un disastro. Non può accadere.
Fortunatamente o sfortunatamente Andrew arriva a casa. La prima perché così me ne posso andare a casa, a riposare; la seconda perché in questo modo dovrò affrontarlo, e per quanto dentro me abbia voglia, non ho la forza di reggere una discussione con lui.
Non ha voluto sentire ragione, per questo anche oggi mi accompagnerà lui a casa. Non ha detto molto di più. Ora ci troviamo nella camera di Emma, uno accanto a l'altro. Io alzo le coperte fino al collo della piccola e le do un bacino sulla guancia. Andrew mi guarda imbambolato, poi mi prende la mano accarezzandola con il pollice. Questo gesto non è da lui, ma lo amo pazzamente. È dolce e mi fa sciogliere. Io gli stringo la mano e insieme diamo la buonanotte ad Emma. Ci alziamo e lui mi accompagna fuori dalla stanza con la mano dietro la schiena. Non faccio in tempo a scendere un gradino che la sua mano mi attira a sè. Io sono arrabbiata, non dovrei buttarmi in questo modo fra le sue braccia. Lui mi accarezza la guancia senza proferire parola.
<<Ti vedo molto stanca>> io riposo gli occhi per un istante godendomi il suo tocco caldo sulla mia pelle. Sono esausta.
<<È così>> lui si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte. È così delicato. Vorrei sorridere come una stupida, ma il mio orgoglio me lo impedisce.
<<Sei pallida... Hai mangiato?>> io mi stacco istintivamente da lui e mi giro per dirigermi al piano inferiore. Lui chiaramente non demorde. <<Victoria>>
<<Si Andrew, ho mangiato, sto bene>> prendo la borsa e pigio il pulsante dell'ascensore <<Voglio solo andare a casa, sono davvero molto stanca>> lui si infila il cappotto e poi mi aiuta a mettere il mio. Non lo avrei mai detto, ma Andrew sa essere molto galante e premuroso. Lo è anche ora che lo sto trattando con sufficienza e freddezza. La macchina ci aspetta davanti al portone del grattacielo. Matt scende dal posto dei guidatori e lascia le chiavi al suo capo, che prima di salire mi apre la porta dalla parta opposta. Lo ringrazio con un flebile "grazie" e dopo sale in auto. In strada non dice molto, anche perché l'ultima volta che l'ha fatto sono fuggita da lui. Per un istante trovo il coraggio di voltarmi e ammirare il suo viso corrucciato, concentrato sulla strada. Non mi accorgo di essere ferma al semaforo e lui si volta sorridendomi. Sono stata una vera stronza con lui. Per tutta la sera. Questo suo lato dolce non lo avevo mai visto. Conoscevo solo la sua faccia seria e calcolatrice. Questa sua sfaccettatura mi fa sciogliere ancora di più.
<<Sei bellissima>> capite? Come faccio a resistergli? Vado in brodo di giuggiole con quel suo visetto incantatore. Lui è bellissimo!
<<Andrew sto cercando di rimanere arrabbiata con te. Ma mi rendi la cosa abbastanza complicata>> lui ridacchia proseguendo allo scattare del verde. Non aiuta sicuramente la mano che mi posa sulla coscia.
<<Piccola, non voglio litigare con te>> mi ha chiamata "piccola"! Svengo <<Non voglio starti nemmeno col fiato sul collo. Non ti sto seguendo o quant'altro. Ma ti sto proteggendo, così come la tua famiglia>> perché dovrebbe proteggere la mia famiglia?
<<Perché Andrew?>> non mi accorgo che gli faccio questa domanda arrivati davanti al palazzo dove vivo <<Entra dentro, dobbiamo parlare>> e così fa.
<<Vuoi del te? Oppure latte, caffè...>> gli domando subito dopo essermi svestita.
<<Hai del Whisky?>> io lo guardo per qualche secondo. Come se io bevessi super alcolici da sola a casa <<Un tè al limone andrà bene>> pronte le nostre bevande ci sediamo sul divano uno difronte all'altro. Poggio l'avambraccio sullo schienale del sofà e ascolto quanto ha da dirmi.
<<Devo rimediare alla mancanza di alcolici qui dentro>> afferma lui sorseggiando il suo tè.
<<Si, così potrò divertirmi domenica sera con Felipe>> gli va quasi di traverso il liquido. Per non parlare della sua faccia. Un misto fra rabbia e frustrazione. Amo quando diventa geloso. Scoppio subito a ridere <<Scherzavo!>> lui alza gli occhi al cielo e ritorna serio.
<<Non verrà qui, vero?>> si accerta per bene.
<<No Andrew. Ora dimmi: perché devi proteggere la mia famiglia?>> lui posa il suo tè sul tavolino e si prepara a iniziare il discorso. Mi sta un po' preoccupando.
<<Ho ricevuto minacce. Che riguardano la tua vita>> mi si congela il sangue. Ma per quale motivo?
<<Qualcuno vuole farmi del male?>> lui annuisce prendendomi le mani. Il cuore sta pulsando più del dovuto. Lo starà sentendo perfino lui. Io mi avvicino a lui stringendogli le mani. Un vortice di pensieri negativi si impossessa della mia mente.
<<Lo devo ancora scoprire. Ho un'intera squadra che si sta occupando di questo. Devo solo indagare e capire chi vuole colpire te, ed eventualmente i tuoi cari>> mi porto una mano al petto controllando i respiri. Adesso è la buona volta che svengo.
<<Ma la mia famiglia cosa centra?>>
<<Colui che vuole farti del male sa a chi attaccare per nuocerti>> e se fosse... Non può essere. Non lui, si trova lontano mille miglia da me. Non può farmi del male <<Tu credi ci sia qualcuno che voglia danneggiarti? Ex, persone con cui hai avuto a che fare, chiunque...>> non posso nominarlo. Non sono in grado psicologicamente e non lo deve sapere nessuno. Tantomeno Andrew. Mi asciugo due stupide lacrime che non riesco a trattenere. Mi copro il viso per non rendermi vulnerabile davanti a lui <<Ehi, ehi. Non devi piangere>> lui non perde tempo nell'abbracciarmi e stringermi forte a sè. <<Io ti posso assicurare che farò il possibile perché non accada nulla a te e alla tua famiglia>> mi accoccolo fra le sue braccia e trovo un po' di sollievo. Le sue parole mi consolano e mi tranquillizzano <<Se sto indagando su di loro, è per scoprire chi è il bastardo che vuole farti del male. Ognuno di loro è sorvegliato e protetto dai miei uomini. E quando lo troverò, ti prometto che gli farò pentire di essere venuto al mondo>> cerco il contatto con i suoi occhi e lo bacio. Non posso ringraziarlo diversamente. Nelle sue labbra trovo un conforto e una forza mai provata prima. Non ho mai provato così velocemente un amore del genere per una persona.
<<Non so come ringraziarti Andrew. Sei il mio eroe>> e lui mi bacia tenendomi salda nelle guance. Mi sistemo a cavalcioni su di lui e approfondisco il bacio. Ci baciamo con una passione che non posso descrivere, una foga e una voglia da non riuscire a spiegare.
<<Tu non mi devi ringraziare. La tua sola presenza nella mia vita mi basta>> mi lascio sciogliere in un sorriso. Quanto lo voglio. Non vorrei lasciarlo mai.
<<Rimani qui questa notte. Voglio fare l'amore con te>> senza vergogna esterno il mio desiderio più grande. Lui mi guarda con una scintilla del tutto nuova negli occhi. Ora sono convinta che non sia solo semplice sesso. Ma che insieme condividiamo un sentimento più profondo di un desiderio passeggero.
<<Non esiste richiesta migliore>> in un attimo è nuovamente sulle mie labbra che non lascia per un secondo nell'alzarmi e portarmi nel letto. Mi corica delicatamente e sbottona di fretta la sua camicia. Rimane a petto nudo e inseguito riprende il nostro bacio. Finché non mi stacco per togliere la maglietta decisamente di troppo. Lui si sofferma a guardarmi con lussuria. Si morde il labbro alla vista del mio reggiseno in pizzo rosso. Sapevo lo avrebbe amato.
<<Sei uno schianto Victoria>> quando mi fa questi complimenti mi regala una sicurezza ed una voglia di lui irrefrenabile.
<<Questa volta mi tocca dirlo anche di te>> è un figo ineguagliabile. Sopra la media, e soprattuto, mio. Lui mi prende dalle gambe e mi fa scivolare sotto di lui. Apre il bottone dei miei pantaloni e li sfila svestendomi dei miei indumenti. Ora sono io sotto di lui, quasi del tutto nuda a godere dei suoi baci sul mio seno e della sua mano fra le mie gambe. I suoi movimenti sono inebrianti. Non posso fare altro che gemere dal piacere che mi sta regalando. Non lo lascio terminare il suo lavoro che mi affretto a toglietegli i pantaloni e infilargli il preservativo che tengo dentro al cassetto. Lui è già pronto per me. Ed io sono pronta per essere presa da lui. Tutta la sua durezza entra dentro di me, regalandomi un sospiro di goduria. Lascio un gemito sonoro. Lo sento in profondità, è sensazionale. Lui ruota i fianchi e si tira indietro, si ferma un attimo, e poi affonda nuovamente. Ripete molteplici volte il movimento. Le sue spinte volutamente lente sono perfettamente studiate per farmi impazzire. L'intermittente sensazione di pienezza mi manda fuori di testa. Le scosse che mi provoca sono indescrivibili. Scivola fuori e aspetta. Non può farmi questo.
<<Non è ancora il momento>> mi sta torturando. Quando il mio sussulto si placa ricomincia tutto daccapo.
<<Oh, ti prego>> lo supplico. Non sono sicura di poterlo trattenere ancora per molto. Continua il suo dolce, languido tormento, avanti e indietro.
<<Sei solo mia Victoria>> mormora facendomi gemere di piacere.
<<Ti prego Andrew>> ansimo trattenendomi.
<<Dillo Victoria>> e a fatica sussurro quanto detto da lui prima.
<<Sono tua Andrew. Solo ed esclusivamente di tua proprietà>> gemo ancora. Lui accelera in modo impercettibile e inizia ad ansimare. Inizio a fremere e Andrew aumenta il ritmo.
<<Ti voglio da morire>> questa volta è lui a parlare a fatica, fa lo sforzo di un'altra spinta <<Vieni per me, piccola>> mugugna. Il mio corpo trema, e mi libero finalmente con un urlo a pieni polmoni, del nome dell'uomo adesso fuori da me. Andrew prosegue con altre tre spinte violente e poi si immobilizza accasciandosi affianco a me nel letto.
<<È stato...>> mi mancano le parole. Credo di aver fatto il sesso migliore della mia vita questa notte. Sono distrutta, ma appagata come non mai.
<<Il sesso più appagante della mia vita>> ha davvero detto la stessa cosa che pensavo io? Mi giro verso di lui e lo guardo studiando il suo viso. È sollevato e rilassato in tutti i sensi.
<<Lo pensi davvero?>>
<<Io con te ho fatto per la prima volta l'amore. Fra tutte le ragazze... Sei l'unica per cui abbia provato un vero sentimento>> sono senza parole. Scioccata e incondizionatamente felice. Mi accarezza il viso, portando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio. Mi avvicino a lui e gli lascio un delicato bacio a fior di labbra, sfioro delicatamente la sua guancia e lui mi stringe a sè.
<<Ti voglio nella mia vita Andrew>> lui mi accarezza i capelli, rilassandomi sotto il suo tocco.
<<Non ti lascio facilmente>> sorrido pensando a quanto la mia vita si stia colorando con lui ed Emma. Non posso fare altro che pensare a noi come una famiglia. Perché loro sono la mia casa <<Che ne dici di partire solo io e te per un weekend da qualche parte? Dopo il mio ritorno da Shangai>> i miei occhi si illuminano all'allettante proposta del mio uomo.
<<Dico che è un'ottima idea! Dove vorresti andare?>> domando coprendomi con la coperta. E così fa lui, rimanendo con mezzo busto di fuori.
<<Dove vuoi tu. Sarai tu a decidere la meta>> il mio pensiero va subito in Italia. Il mio desiderio più grande è quello di visitare la città eterna <<Quel tuo sorrisetto mi dice che hai già deciso...>>
<<Desidero da sempre visitare Roma. Tu ci sei già stato?>> lui sorride continuando ad accarezzarmi la pelle della schiena.
<<Conosco molto bene Roma. Sarò felice di mostrartela>> lo abbraccio dall'emozione. Sono consapevole che non sia un regalo da tutti i fidanzati un viaggio di lusso a Roma. Ma sono troppo felice, finalmente il mio sogno si avvererà. Ma improvvisamente mi ricordo di una cosa alla quale mi ero completamente dimenticata. Mi porto una mano alla fronte. Andrew se ne accorge e si alza preoccupata.
<<Che succede?>> si allarma anche lui.
<<C'è un problema Andrew!>> esclamo <<Chi glieli chiede a quel dispotico del mio capo, due giorni di ferie?>> scoppio a ridere per la sua faccia. Abbozza anche lui un sorriso vedendomi ridere di buongusto.
<<Ah. Ah. Ah. Molto spiritosa signorina Young. In effetti quel, come lo chiama lei, "dispotico" del suo capo, potrebbe ripensare a portarla oltreoceano in una delle capitali più belle al mondo>> fa la stessa faccia di quando discutevamo il primo mese di lavoro.
<<Oh no, signor Foster, la prego! Non penso solo che lei sia dispotico, credo che abbia un gran senso dell'umorismo, e che sia molto dolce quando vuole. Anche se la maggior parte delle volte mi intimorisce con quel suo sguardo inceneritorio>> lui fa esattamente l'espressione appena descritta <<ecco, proprio quella!>> la indico con l'indice. Lui scoppia a ridere.
<<Sono sicuro che il tuo capo capirà. È dopotutto un uomo comprensivo e indulgente>> io faccio una smorfia di disapprovazione. Lui mi guarda storto e mi attira a sé facendomi scoppiare nuovamente a ridere <<mi pare il suo capo riesca a farla anche ridere... Dovrebbe essere più clemente con lui>> io rimango a sorridere ammirandolo parlare.
<<Forse ha ragione>>
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Eccomi qui con un nuovo capitolo! Scusate l'attesa, i vostri commenti mi incitano come sempre ad aggiornare. Continuate a scrivere e a votare, la nostra storia cresce ogni giorno di più, e tutto grazie a voi.
Vi lascio una domanda: quanti anni avete? Sono molto curiosa di saperlo.
Io quasi 17...
Un bacio e a presto.
LeleMiuss
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