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Capitolo 3



Vedo Emma alzarsi e correre a braccia aperte verso il padre che la accoglie prendendola in braccio e stringendola forte a sé, baciando ogni lembo di pelle del suo viso. Certo che diventa totalmente un'altra persona insieme alla figlia.
Io mi alzo dal divano in segno di rispetto aspettando di poterlo salutare.

<<Signor Foster>> saluto piegando le ginocchia in una specie di inchino. Che stupida che sei Tori! Ma perché l'ho fatto?

<<Signorina Young>> ricambia lui dandomi un'occhiata veloce stranito dal mio gesto. Non sembra averci fatto troppo caso. Che imbarazzo però.

<<Bentornato signor Foster, l'avviso che la cena è servita>> annuncia Yolanda facendo la sua entrata nel salone. Insieme ci dirigiamo in sala da pranzo dove aspetto che il capo mi dica cosa fare. Il signor Foster posa Emma sul seggiolone e si gira verso di me.

<<Credo proprio che il suo primo giorno di lavoro sia terminato Young>> dice col suo solito tono glaciale.

<<Si certo, prendo la mia borsa>> comunico afferrandola velocemente sul divano.

<<No papino, boio mangiae insieme a Toi>> si dimena Emma verso il padre.

<<Emma è ora che lei vada>> si avvicina il padre a lei accarezzandola.

<<Boio lei mangia con me>> continua la piccola.

<<Yolanda, aggiungi un posto a tavola, Victoria si fermerà a cenare con noi questa sera>> è bello essere considerati... tutto come vuole il signore, poteva almeno chiedere il mio parere?!

<<Ehm, io in realtà dovrei tornare a casa tesoro>> dico dolcemente accarezzando il volto della bambina. Sotto lo sguardo attento del padre.

<<Pecchè?>> mi domanda lei stringendomi la mano.

<<Perché sennò torno troppo tardi a casa mia e potrebbe essere pericoloso>> dico accarezzandole il dorso della sua manina.

<<Ti porterò personalmente io a casa>> si intromette Thor.

<<Tiiii>> applaude contenta Emma.

<<Le verrà pagata come extra quest'ora>> si riferisce avvicinandosi per non farsi sentire da Emma.

<<Non si tratta dei soldi>> non ho di cui lamentarmi con quello che mi paga. Ma non sembra importargliene data la sua non-risposta.

Ci sediamo a tavola: io difronte alla piccola e il signor Foster a capo tavola. Devo dire che mi sento abbastanza in soggezione, l'uomo seduto accanto a me non fa altro che lanciarmi delle occhiate di sfuggita e questo mi fa sentire molto a disagio, è come se fossi costantemente messa alla prova da lui, come se si aspettasse qualcosa. Incominciamo a mangiare la prima portata, del carne scottata insieme un'insalata mista condita con una salsa deliziosa . Durante la cena l'unico mezzo di comunicazione tra me e il signor Foster è Emma racconta tutto ciò che abbiamo fatto oggi, gli ha persino ripetuto gli ingredienti dei biscotti in spagnolo con un mio piccolo aiuto. Il padre è rimasto molto colpito da ciò e credo di averlo sorpreso dato i suoi continui sorrisetti verso la figlia, devo dire di essere davvero soddisfatta!

A fine serata dopo aver fatto assaggiare i biscotti al signor Foster accompagno Emma a lavarsi i denti e a metterla a dormire. Appena entriamo in camera trovo il padre ad attenderla di fianco al letto. La bambina corre verso di lui che la infila sotto le coperte e le lascia qualche carezza e bacio sulla guancia, io resto un po' in disparte così da lasciargli dello spazio per loro, ma vengo chiamata dalla biondina per il bacio della buonanotte. Io mi siedo accanto a lei dalla parte opposta in cui si trova il mio capo, e le accarezzo la guancia delicatamente per poi avvicinarmi piano e lasciarle un dolce bacio a stampo sulla tempia.

<<Buonanotte piccolina>> le dico alzandomi in piedi e lasciando la stanza insieme al padre. Bene, a quanto pare siamo rimasti noi due.

<<Non la voglio disturbare, posso prendere la metro per tornare a casa, non si preoccupi>> gli dico nel mentre che scendiamo i gradini delle scale.

<<Le ho dato la mia parola che l'avrei accompagnata, non faccia storie e mi segua>> ma che antipatico! Ma si può sapere cosa gli ho fatto?! Rimango zitta e lo seguo verso l'ascensore. Appena le porte si chiudono lui si volta verso di me e mi guarda attentamente, non so per quanto riuscirò a reggere il suo dannato sguardo.
<<Mi sto chiedendo se il vero problema non sia rimanere da sola con me in macchina Signorina Young...>> ma che faccia tosta! Chi si crede di essere? Dio sceso in terra? Può stare certo che non perderei neanche un secondo del mio tempo dietro ad un egocentrico come lui.

<<Scusi ma lei chi si crede di essere?>> quelle parole escono di botto dalla mia bocca, dal suo sguardo capisco che non si aspettava una reazione del genere <<non mi fraintenda, non voglio mancarle di rispetto ma le chiedo solo di smetterla di punzecchiarmi con le sue battutine saccenti e di prestarmi il rispetto che merito>> gli dico il più calma ed educata possibile senza pentirmi di neanche una parola. Mi ha davvero stancato!

<<Come ti permetti ragazzina?!>> sbotta facendo una passo scaltro verso di me che sbatto contro la parete dell'ascensore.

<<Desidero solo che mi tratti come merito>> continuo non demordendo.

<<Ascoltami bene>> mi prende i polsi e li sbatte contro il muro così da impedirmi di scappare dalla sua presa.

<<Mi lasci>> mi dimeno io.

<<Primo, a me non parli con questo tono; secondo, a meno che tu non voglia cercarti un altro lavoro, vedi di cambiare atteggiamento e morderti la lingua>> sentenzia lui a pochi centimetri dalla mia faccia.

<<Non l'avrei fatto, è lei che mi tratta male da questa mattina, mi dica cosa c'è che non va e farò di tutto purché non accada mai più>> lo imploro io. Lui lascia la presa e le ante dell'ascensore si aprono, finalmente. Lui non dice nulla e va verso una Mercedes nera a dir poco strepitosa, anche se non so bene il modello, dato la mia scarsa conoscenza riguardo le auto <<sa cosa c'è? Non voglio nessun passaggio, me ne torno a casa da sola>> non lo sopporto più. Cerco di capire quale sia il suo problema e non mi calcola minimamente. Che vada al- una stretta di mano prende all'improvviso il mio posto e mi sento tirare verso il possente petto del mio capo nel quale sbatto.

<<Tu non vai da nessuna parte, è troppo pericoloso a quest'ora di notte>> la sua voce esce dura ma con allo stesso tempo un pizzico di preoccupazione.

<<Sono affari miei>> dico io sfidandolo con lo sguardo.

<<Scusami>> ho sentito bene? Quell'arrogante di Andrew Foster mi ha chiesto scusa?

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Ciao a tutti, credo che pubblicherò tutti i giorni, se non alcune eccezioni, verso questa fascia oraria. Commentate e lasciate stelline se volete ;)

LeleMiuss

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