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Capitolo 29


<<Sono->>

<<Dana, mi ricordo di te>> è la ragazza che mi aiutò il giorno che venni qui prima della cena con i Cooper. Mi ha aiutato, ed è stata molto cordiale e gentile con me. Oggi indossa un perfetto completo beige e bianco, con delle decoltè molto alte.

<<Tu sei Victoria>> afferma incerta.

<<Tori>>

<<Veronica non ti ha trattato nel migliori dei modi. Com'è il suo solito fare...>> infondo l'ho sempre saputo. Si vede lontano mille miglia che è una donna con la puzza sotto il naso. Insopportabile, davvero! Non ho intenzione di dire nulla riguardo questo a Andrew, l'ultima cosa che voglio fare è immischiarmi col suo lavoro. Spero solo non lo faccia per un secondo interesse verso il suo capo. Credo mi darebbe fastidio, solamente per il fatto che ci passa tutta la giornata, e ha molteplici occasioni per provarci con lui. La verità è che non so se fidarmi di lui. È un uomo non abituato alla serietà, ho timore che un giorno non molto lontano si possa stufare di me lasciandomi per una delle sue solite ragazze perfette e di successo. Credo che questo però lo scoprirò solo vivendo la mia relazione con lui. Non posso permettere che la paura di soffrire mi impedisca di vivere il mio sentimento.
Annuisco alle parole della ragazza davanti a me. Andrew non so nemmeno più dove sia andato. È sparito dietro una delle tante porte di questo piano.

<<Signorina Young, il Signor Foster le chiede scusa per il suo mancato saluto. Mi ha incaricato di portarla nel suo ufficio>> ecco mister simpatia.

<<Mi porterà Dana>> mi giro verso di lei sorridendole. Veronica non sembra d'accordo con me, anzi, pare alquanto contrariata.

<<Forse non ha capito, l'ordine del signore è stato quello di->> non mi piace come mi sta alzando la voce. Non ha alcun diritto di trattarmi in questo modo.

<<Ad Andrew, non cambierà assolutamente nulla. Vuole che io mi senta a mio agio per le prossime ore. Non vorrà mica che mi lamenti col suo capo della sua impertinenza ed insistenza?>> lo so, forse ho esagerato. Ma davvero, qualcuno deve metterla al suo posto. E chi non una che può chiamare per nome il boss dei boss?

<<Dana, accompagna tu la signorina Young nell'ufficio del capo>> lei annuisce e mi fa cenna di seguirla.

<<Mi faccia arrivare un tè al limone e zenzero. Grazie, signorina Sanchez>> lei mi guarda con sguardo altezzoso e sparisce dietro l'angolo del corridoio. Credo pure di averla sentita soffocare uno strido.

La mia mattinata passa fra gossip e chiacchiere insieme alla mia nuova amica Dana. Mi ha parlato della vita qui dentro, e sono fiera di quello che Andrew è all'interno di queste mura. Un capo autoritario, certamente, ma del tutto onesto e giusto con i suoi dipendenti. Gli stipendi non arrivano mai un giorno in ritardo, premia chi lavora più del dovuto, ho perfino scoperto che concede udienza a chi necessita chiarimenti o soluzione a problemi o tematiche di rilevanza. È un capo esigente e minuzioso che non tollera disonestà o ignavia. Tutti hanno timore di lui, anche io ne avevo alquanto inizialmente.
Dopo una bella ora però mi deve lasciare. Chiaramente deve lavorare, e non sarò io a farle prendere una strigliata dal suo superiore. Appena rimango sola nello studio di Andrew mi metto a gironzolare per l'enorme area della stanza. È interamente circondata da vetrate, la scrivania in legno si trova al centro, con di fronte due comodissime sedie in pelle beige. Alla mia destra si trovano due divanetti con un tavolino al centro. La cosa che mi piace di più è il verde sparso nella stanza, è psicologicamente provato che questo colore, e le piante in sè, aiutino il buon umore e la diminuzione dello stress. Andrew ne ha davvero bisogno!
Mi siedo sulla poltrona e giro su di essa. Noto difronte a me una foto di Emma da piccola, avrà avuto un anno e mezzo massimo. Il papà le prende le mani cercando di farla camminare, lei sta sorridendo, e si vedono i suoi primi dentini. È un vero amore con quella salopette e quei ricciolini dorati.
Alla sinistra del tavolo si trovano una pila di scartoffie ed un barattolo con penne e matite con sopra inciso "Foster Enterprises". Invece di farmi gli affari del mio ragazzo, dovrei mettermi a studiare. Prendo il libro dalla borsa ma mi accorgo subito di aver dimenticato il blocco degli appunti e il portapenne. La penna la posso rimediare facilmente, ma i fogli dovrò prenderli qui, da qualche parte. Nei cassetti dovrebbe averli. Apro il primo ma non ha niente se non graffette, buste, fili, post-it o cancelleria. Il secondo ha libri, cartelline e altre cose inutili. Il terzo ha una serie di pratiche con la copertina plastificata, cerco in fondo per vedere se c'è la presenza di un qualche foglio quando mi imbatto in un fascicolo con sopra scritto "Victoria Elizabeth Young". La carta che ricopre la raccolta di fogli è di colore scuro, pare riciclata. Questa dev'essere la cartella di cui mi aveva accennato qualche giorno fa. La apro e trovo una mia immagine. Non l'avevo mai vista, sono ritratta in camice da laboratorio all'università. Chi diavolo mi ha fatto una foto nel mezzo della mia mattina universitaria? Una seconda foto ritrae me non a conoscenza come nell'altra, di una fotocamera nelle vicinanze. È una specie di primo piano. Devo trovarmi seduta in un bar o in qualunque altro posto che non si tratti di casa mia. Non capisco come non mi sia accorta di una persona che mi seguiva. Andrew mi sentirà. Apro i fogli e leggo delle informazioni abbastanza generiche.

Nome: Victoria Madelaine
Cognome: Young
Nata il: 30.10.1998
Sesso: F
Cittadinanza: statunitense
Residenza: Chicago, 6136 S Drexel Ave
Stato civile: nubile
Professione: studentessa

Connotati e segni particolari

Statura: 163 cm
Capelli: castani
Occhi: azzurri
Peso: 49/50 Kg
Segni particolari: voglia sul braccio destro

Andando avanti nelle pagine trovo informazioni sui membri più stretti della mia famiglia.

Madre: Luisa Maria Garcìa coniugata Young
Piedras Negras, Messico
16.04.1969
Padre: Oscar Cristopher Young
San Antonio, Texas, USA
20.01.1966
Sorella: Elèna Amelia Young coniugata Reed
San Antonio, Texas, USA
07.08.1994
Fratello: Scott Jonas Young
San Antonio, Texas, USA
12.02.1995

Partner: /

Vado avanti con le pagine e trovo quello dedicato alla mia istruzione. Parte dall'asilo, seguendo con elementari, medie, superiori e università. Mi chiedo cosa gli possano servire queste informazioni...
Giro la facciata e mi fermo sui nomi dei miei fidanzati passati. Ha fatto ricerche su tutti e tre, John Ellis, Thomas Sendlers e Lewis Edwards. Questo è strano, non ha senso. Certo anche io ho fatto ricerche, ma non ho un fascicolo con su scritto cose come queste. Ha scoperto cose che neppure io so. Come che oggi John è sposato, ed ha perfino un figlio. Quella testa calda si è sistemato prima di me! Lewis convive con il suo ragazzo. E si sta per laureare in giurisprudenza. Buon per lui.
Infine c'è Thomas. È quello al quale ha dedicato più parole. Continua la sua specializzazione in pediatria, ma questo già lo sapevo. Ora convive con la sua attuale fidanzata, una certa Sarah Reynolds. Sono felice per lui. Sono solo arrabbiata con quello stalker di Andrew!
Continuo con le pagine e arrivo a leggere dei commenti del mio ex datore di lavoro. Il signor Cullen. Lavoravo per lui come commessa tempo fa, mi ha lasciato una buona "recensione", così anche Stephan, un mio ex collega. Ci ha provato molte volte con me, non c'è di che stupirsi.
Ecco il titolo della pagina seguente "Felipe Castillo" non ci posso credere!
Sto per leggere i dati del ragazzo quando le porte si spalancano. Colta nel fragrante.

<<Victoria non starai le->> si, sto proprio leggendo quello a cui stai pensando. Mi alzo dalla sedia col plico in mano e mi avvicino a lui. Zitto e con le mani sui fianchi.

<<Per tua informazione, ho disdetto palestra due settimane fa. Non ci vado più>> dico buttando il fascicolo sulla scrivania.

<<Posso spiegare...>>

<<Cosa devi spiegare? Il perché tu stalkerizzi i miei ex, Felipe e me?>> ... <<Andrew ma come ti è venuto in mente? Pensi che ti spii o cose del genere? Devi avere l'intera biografia della mia vita? Speravo avessi capito che ragazza sono!>> lui si avvicina per prendermi i polsi ma io mi scanso voltandomi verso lo skyline della città.

<<So perfettamente che ragazza sei. E mi fido ciecamente di te. Non ti lascerei nelle mani mia figlia o stare a casa mia oppure in ufficio liberamente>> rimango a braccia conserte. Questo non giustifica quello che ha fatto.

<<Che motivo hai di scrivere sulla vita delle persone del mio passato? Che diritto di conservare informazioni sulla mia famiglia?>>

<<Se solo tu mi lasciassi spiegare, capiresti. Non te l'ho voluto dire prima per una buona ragione>> mi supplica lui cercando un contatto con me. Che non trova minimamente.

<<Non voglio sentire ragioni ora. Me ne ritorno a casa. Prenderò da scuola Emma e starò con lei fino alla fine del mio orario lavorativo. Spero tu arriva in ritardo>> prendo la borsa ed il giubbotto. Lui mi guarda cercando di spiegare.

<<Victoria, per favore ascoltami. Non te ne andare>> ma sono già davanti alla porta. Lui mi prende il polso per fermarmi. Il mio braccio non riesce a raggiungere la maniglia.

<<Andrew, lasciami! Non voglio sentirti dire scuse inutili. Sono sicura tu lo faccia con ogni ragazza>> questo non lo penso. L'ho detto solo per la rabbia che ho dentro adesso. Non si tratta solo del fascicolo. Ma anche dei suoi incontri con Lenore Bauldry-Aube. Non capisco il motivo dei suoi incontri con lei. Una persona che lo ha reso freddo e donnaiolo. Cosa ci trova in lei. Penso proprio che questa mia rabbia stia sfociando in una scenata di gelosia. Molto insolito per me, non mi è mai capitato, nemmeno con Thomas. Ora ho davvero paura di soffrire da un giorno all'altro per un suo passo indietro. Perché mi sto aprendo, mi sto innamorando, perdere lui vorrebbe dire perdere Emma e tutto quello che di bello si sta creando piano piano.

<<"Ogni ragazza"? Ma che cosa stai dicendo? Mi vuoi spiegare cosa passa per la tua mente da farti dire, ed evidentemente pensare, queste assurdità?>> la sua espressione dice tutto. Il problema qua è la mia paura, ed il fatto che non abbiamo mai affrontato determinati momenti. Il motivo per il quale tutto questo è iniziato è stato lo sbotto di Andrew quella notte. Per gelosia, per paura di perdermi e lasciarmi andare con un altro ragazzo. Ma non ho ancora capito se per lui tutto questo sia serio oppure no. Non so se una mattina mi sveglierò e mi accorgerò che era tutto un sogno. Ho solo paura.

<<È così che fai... Dopotutto ti vedi ancora con Lenore...>> lui rimane impietrito. Ho sganciato una bomba. Non so se questo sia un bene o un male.


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Un saluto lettori. Pubblicherò una volta a settimana d'ora in poi. La scuola si fa dura e sono davvero piena di impegni. Continuo a ringraziarvi di cuore per i vostri commenti e stelline. Sono davvero felice che la storia stia crescendo così tanto.
Alla prossima.

LeleMiuss

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