Capitolo 22
<<E di cosa si tratta?>> domanda entusiasta di aver trovato qualcosa per convincermi.
<<Sai Felipe...>> alza gli occhi al cielo infastidito, non capisco il motivo della sua frustrazione verso di lui.
<<Di nuovo lui? Ma non pensi ad altro? È un continuo Felipe di qua, Felipe di là. Che cos'ha questo Felipe?>> se non lo conoscessi direi che è geloso, ma lo conosco e so che non lo sarebbe mai di me.
<<Se mi lasciassi spiegare...>> lui mi fa cenno con la mano di continuare <<è uno stagista nella tua azienda>> ecco che infittisce gli occhi <<fra poco il suo contratto finirà... vorrei tanto che tenessi conto del suo profilo lavorativo personalmente. È un ragazzo che merita davvero, è uscito col massimo dei voti dall'università e spera tanto in un rinnovamento del contratto>> non riesco a capire a cosa stia pensando. La sua espressione corrucciata e allo stesso tempo pensierosa non mi lascia spazio all'immaginazione. Lui è del tutto imprevedibile, non so mai cosa dire o come comportarmi.
<<Te lo ha chiesto lui?>> quella espressione. È la tipica maschera che usa con i suoi clienti per distaccarsi e non farsi coinvolgere. E la sta usando con me in questo momento. Incrocia le braccia al petto aspettando una mia risposta.
<<No, lui nemmeno sa che lavoro per te. Te lo posso assicurare, credimi>> metto una mano sul cuore. E così è. Felipe è un ragazzo d'oro. Dolce, gentile e meritevole, un lavoratore che son sicura darebbe molto all'azienda. È giovane ed innovativo, ciò che serve ad un'intership funzionante e attiva.
<<Ti credo>> abbozzo un sorriso <<ti do la mia parola che visionerò il suo impiego>> batto le mani fra loro entusiasta.
<<Grazie mille>>
<<Questa è la tua unica richiesta? Potevi chiedere quello che volevi e hai optato per qualcosa che non riguarda minimamente te >> non è arrabbiato, meglio dire sorpreso o scioccato. Ma è la realtà dei fatti, non ho bisogno di regali costosi. Sono superflui, aiutare un ragazzo come Felipe non ha prezzo.
<<Lei non mi deve niente, quello che fa è già un grosso favore. Sono grata di avere un lavoro che mi piace ed un buon stipendio. Non voglio altro davvero>> lui rimane nuovamente interdetto dalla mia affermazione.
<<Sei una ragazza onorevole Victoria>> quelle parole uscite dalle sue labbra mi fanno battere il cuore a mille. Rido nervoso toccandomi il braccio.
<<Ma non è niente!>> sorrido imbarazzata.
<<È molto se penso alle richieste delle donne che mi cercando. Borse, abiti, scarpe, trattamenti di bellezza e altre cose così...>>
<<Le donne che frequenta non conoscono il vero valore della vita forse. E non sanno quanta gioia c'è nel dare>> lui mi guarda per un istante senza dire niente. Il suo viso è sereno e fermo sul mio sguardo.
<<Hai proprio ragione>> non aggiunge altro, finché non si riprende porgendomi il braccio <<Ora, amore, andiamo ad affrontare gli ospiti?>> io intreccio il mio col suo.
<<Certamente caro>> imito una voce di una ragazza stereotipata ricca. Una risata esce dalla bocca di entrambi.
La mattinata la passiamo in salone a guardare i nonni giocare con Emma. A quanto pare i fratelli arriveranno domani mattina, meglio, dovrò mentire a meno persone oggi, anche perché fra qualche ora avrò un esame, ed Andrew dovrà accompagnarmi. Abbiamo deciso di dire ai suoi genitori che lavorando qui ci siamo innamorati ed ora stiamo insieme. Conoscessero un minimo il figlio riderebbero a questa enorme menzogna.
<<Dimmi un po'...>> cerca di ricordarsi il mio nome la signora Foster. Non è difficile... Ma lei non se lo ricorda mai.
<<Victoria>> la completa Andrew che posa una mano sopra la mia appoggiata sulla mia coscia. Io lo guardo titubante ma cerco di rimanere calma.
<<Cosa sei? Modella? Giornalista? Attrice?>> perché pensa lavori nello spettacolo? Non ha mai avuto una ex normale? Diamine quest'uomo, il suo passato mi mette così a disagio, sento di non poter essere all'altezza del suo mondo.
<<In verità mi laureerò a breve in medicina. Inizierò la specializzazione in neuropsichiatria infantile>> rispondo smontando le sue certezze.
<<Ti dai alle dottoresse ora figliolo?>> io lo guardo incitandolo a rispondere.
<<Victoria è un'ottima studentessa, la migliore del suo corso, aiuterà molta gente, ne sono sicuro>> sorrido abbassando lo sguardo. Ma la madre non sembra satura nel mettermi in difficoltà. Ora capisco cosa intendeva con "iena" Andrew.
<<Grazie amore>> rispondo accarezzandogli una guancia. Però ha ragione la madre, potrei essere anche una buona attrice. Perché tutto questo è recitato, stiamo fingendo e non c'è il coinvolgimento di nessun sentimento. Sono rimasti in casa mia ieri notte.
<<E da dove vieni?>> continua a domandarmi.
<<Da San Antonio, in Texas>>
<<Texas... è pieno di messicani lì>> mi sta discriminando? La sua smorfia dice tutto quello che si sta trattenendo dal dire.
<<Mia madre è messicana. È migrata con i miei nonni negli anni settanta>> lei si zittisce <<Andrew è ora di andare. Ho l'esame, ricordi?>> se rimanessi ancora qui potrei strozzarla.
<<Certo, andiamo>> ci alziamo dal divano e vado a prendere i cappotti di entrambi, nel mentre che il mio finto "fidanzato" parla con sua madre.
<<Lascio Emma nelle vostre mani>> che in questo momento sta giocando col nonno sul tappeto. Prendo lo zaino e chiamo l'ascensore irritata come non mai. Andrew mi raggiunge e scendiamo in garage a prendere la macchina.
<<Mi dispiace molto, è stata pessima>> io rimango a braccia incrociate senza rispondere. Imbronciata e concentrata a non rispondergli <<non sapevo tua madre fosse messicana>> oh ma perfavore! Lo sapeva benissimo!
<<Andrew, lo so che lo sapevi. Smettila di fingere. Hai quel fascicolo su di me...>> lo illumino adirata.
<<D'accordo lo sapevo, ma c'è una cosa che non so>> mi giro e gli faccio cenno di andare avanti <<non sono riuscito a sapere quanti ex hai avuto...>> questa sua perla si guadagna il silenzio più assoluto. Scuoto la testa ed esco dall'ascensore camminando verso la macchina <<Eddai, dimmelo>> continua lui.
<<Non ho intenzione di dirtelo. Sono fatti che non ti riguardano>> lui sbuffa ed entra in auto.
<<Uno?>> mi parte una risatina <<Tre?>>
<<Smettila Andrew!>> accende il motore ed esce fuori dal garage.
<<Tanto prima o poi me lo dirai...>> credici... <<cambiando discorso, a che ora devo venirti a prendere?>>
<<Non c'è il caso che tu venga, pranzerò con Felipe e poi mi porterà da te>> lui ride isterico. Si tocca con una mano i capelli e con l'altra tiene stretto il volante, talmente tanto che le nocche gli sono diventate bianche.
<<Attenzione a non vederlo. Sia mai che gli manchi...>> è logorante il suo lamento. Un continuo fastidio. Un ronzio che non cessa mai.
<<Non capisco davvero il motivo di questa tua... non so nemmeno come chiamarla. Dimmelo tu. Perché non vuoi che esca con lui? Potrebbe essere un bravo ragazzo col quale iniziare un qualcosa di bello>> mi sfogo cercando di infastidirlo maggiormente così da farlo scoppiare.
<<Vuoi una storia con lui?>> mi sfotte. Quel suo sorrisetto beffardo, alla prossima gli sbatto la testa al clacson.
<<Non tutti gli uomini baciano una ragazza per portarsela a letto>> e detto questo ho detto tutto.
<<Hai ragione>> non so perché speravo continuasse con qualche altra parola, invece che un semplice "hai ragione". Ciò dimostra che quanto detto questa mattina era una menzogna per attirarmi a se. È solo un'approfittatore manipolatore, al quale cado sempre nelle sue trappole. Mi giro dall'altra parte è aspetto la mia destinazione in silenzio.
<<Perché mi hai baciato questa mattina? Io non volevo! Tu devi starmi lontano, perché a letto con te non ci vengo. So che non ci tieni a me, e non vuoi nient'altro che ampliare il tuo ego smisurato>> alla faccia del rimanere in silenzio! Ben fatto Victoria!
<<Sei perspicace, questa cosa me l'hai detta anche ieri notte... ma oggi hai ricambiato ben volentieri le mie labbra sulle tue. Sarà che vuoi venire a letto con me?>> ennesima umiliazione. E ora cosa rispondo? Io vorrei ma... desidero fare l'amore, non sesso fra due corpi la cui anima non si vuole appartenere. Non voglio essere sfruttata per il solo piacere. È successo già una volta, e mi sono ripromessa che nessuno mi farà mai più una cosa del genere.
<<Io... non voglio fare sesso>> e credo abbia sottinteso ciò che voglio. E non è una notte e via.
<<Quello non accadrà mai Victoria. Non sono un'uomo da queste cose. Io non provo sentimenti romantici per nessuno e tu non sei l'eccezione. Non saranno due baci a farmi innamorare di te, stanne certa>> le sue parole sono una lama tagliente. Ha detto quello che infondo il mio cuore conosceva già, solo che speravo di essere come ha detto lui: "l'eccezione". Ma questo non è un film dove la protagonista cambia l'interesse amoroso, che si innamora di lei perché "diversa". Io sono tutto fuorché diversa, perché ci sono cascata come le altre, ma non me ne faccio un torto, sono caduta nel suo fascino e nelle sue parole gentili, mi sono fatta abbagliare dall'immagine del padre amorevole, un po' stronzo e burbero con le persone intorno a sè, ma alla fine, proprio in fondo, dolce e dallo straordinario charme.
<<Io non sono affatto innamorata di te>> devo cercare di difendermi adesso, no? Non dovrà mai venire a sapere dei miei sentimenti per lui. Sono contenta mi abbia detto la verità "in tempo", anche se si fa per dire.
<<Meglio>> non piangere, non piangere, non piangere. Passerai anche questa, hai affrontato cose ben peggiori. Sei riuscita a sconfiggere un mostro ben più grande di Andrew Foster. Andrew non è un mostro, è solo incapace di amare. Non so il motivo, ma cosa gliene posso se non prova i miei stessi sentimenti? Poteva non illudermi, certamente, ma mi rialzerò. Come ho sempre fatto.
L'esame è andato alla grande. Almeno nello studio non ho alcun problema. Ma dato che nella mia vita non può mai filare tutto liscio, ho dovuto fare i conti con Melinda, alquanto irritata per avermi vista scendere dalla macchina guidata dal mio capo. Credo non abbia preso bene l'addio di Andrew, e per addio intendo il non averla più richiamata. Siamo uscite adesso dalla struttura e fra una ventina di minuti Felipe sarà qui.
<<Smettila di dire cavolate Tori! Ho visto come ti guardava, è rimasto mezz'ora ad accettarsi che tu entrassi in classe, come se qualcosa mai ti potesse accadere. E ho visto al pub l'altra sera come non ti toglieva gli occhi di dosso. Voleva farti ingelosire usando me, non mi avrebbe mai portata a casa sua se non fossi arrivata tu la mattina dopo>> si sfoga ad alta voce. Alcuni ragazzi si girano verso di lei attirati dall'accesa discussione.
<<Questo non è vero>> sarebbe stato geloso, ed un ragazzo geloso prova un sentimento che ti impedisce di vedere la persona a cui tieni con un altro che potrebbe portartela via, non mi pare lui se ne faccia tanto un cruccio dato che mi ha detto che non prova niente per me. Me lo ha comunicato in un modo talmente duro, che più chiaro di così non si può essere proprio.
<<Sei proprio un'ingenua>>
<<Non sono ingenua! Ha giocato con me proprio come con te! È uno stronzo! Peccato io debba vederlo ogni giorno, cercando contemporaneamente di dimenticarlo, perché mi sono innamorata di lui. Io ero gelosa di te, ma a lui non gliele frega niente di me>> dirlo ad alta voce mi fa scoppiare in lacrime, mi copro il viso con le mani non volendo mostrare il mio stato. Piangere per un uomo... mi ero ripromessa di non farlo mai più, ma quando la verità arriva, fa male, è come un'arma a doppio taglio. Melinda non aggiunge altro e mi stringe in un abbraccio. Lo sapevo non fosse realmente arrabbiata con me. È solo offesa nell'orgoglio, non è veramente interessata a lui.
<<Mi dispiace tanto, è solo un bastardo>> non capisco come abbia fatto a trattenere questo magone per due ore. Perché sto piangendo tutto quello che mi sono trattenuta in questi ultimi giorni.
<<Mi ha letteralmente detto che non prova sentimenti romantici per nessuno, ed io non sono l'eccezione. Non saranno due baci a farlo innamorare di me, ne posso stare certa>> gli ripeto le sue parole fra i singhiozzi. Lei si stacca dall'abbraccio e mi asciuga le lacrime e il mascara sbavato.
<<Adesso tu!>> mi punta il dito <<ti sistemi perché un ragazzo sexy e adorabile sta venendo a prenderti per andare a mangiare insieme>> fruga nella sua borsa e tira fuori un rossetto, un mascara, ed un correttore. Me ne mette un poco sotto gli occhi così da togliere lo scuro dei rimasugli di mascara sciolto e darmi un po' di grazia. Tampona le mie labbra con un rossetto rosa carne scuro e me lo picchietta col dito.
<<Grazie Meli>> dico con la voce rotta.
<<Sei bellissima. E non sai cosa si perde quel bellissimo coglione montato>> lei mi fa sempre sorridere. Sono così fortunata ad averla come mia amica.
<<Ti voglio bene>> e la abbraccio forte.
<<Dai su, ora tocca al mascara, e forse ho anche una matita nera>> lei ha sempre tutto quello di cui si può aver bisogno <<ora la cipria>> dice dopo aver finito gli occhi <<Guarda chi c'è laggiù, il tuo bel ragazzone sudamericano>> sorrido imbarazzata e mi giro, lo saluto con un cenno e vado verso di lui, ma non prima di ringraziare a salutare la mia amica.
Saluto Felipe con un abbraccio e posso sentire la sua buonissimo acqua di colonia. Sa così di pulito, infatti ha ancora i capelli un po' bagnati. Quei suoi riccioli sono strepitosi.
<<È andato bene l'esame?>> mi domanda accompagnandomi verso la macchina con la mano.
<<Assolutamente, e a te come va il lavoro?>> domando non dimenticando la promessa fattami dal mio capo.
<<Valuteranno se tenermi o meno. Spero proprio di rimare, mi piace stare qui, ho un capo dal quale posso imparare molto>> entriamo in macchina girando la chiave per avviare il motore.
<<Sii positivo e credici fino in fondo>> gli dico posando una mano sulla sua spalla.
<<Sei molto dolce, grazie>> posa una mano sulla sua <<ho pensato di portarti in un ristorante messicano, ti piace?>> ha fatto centro questo ragazzo!
<<Stai parlando con la figlia di una messicana!>> racconto orgogliosa. Sono fiera delle mie origini.
<<Non ne avevo idea. Perciò parli spagnolo?>> mi domanda entusiasta fra le strade di Chicago Sud.
<<Claramente, e invece tu che origini hai?>> sicuramente sono sud americane. Dalla sua pelle abbronzata e i suoi occhi nocciola.
<<Argentine, i miei genitori abitano lì, a Cordoba. Mi mancano da morire, ma a Natale andrò da loro, non sto nella pelle>>
<<Che fortunato, prenderai anche molto sole. L'argentina è bellissima, piena di storia. Mi piacerebbe visitarla>> quando da noi è inverno lì ci sono temperature tropicali. Chicago, a differenza, è freddissima in questa stagione.
<<Te puedo llevar conmigo...>> scherza lui.
<<Ahi, por favor te lo pido!>> scherzo io <<adoro il vostro spagnolo, avete un accento unico>>
<<Ah me piace il tuo chava!>> "chava" è una tipica espressione messicana che significa ragazza.
<<Piaceresti a mia madre, lei parla moltissimo la sua lingua insieme a noi>> mi ricordo ancora quando ci rincorreva con la ciabatta insultando me e i miei fratelli che non smettevamo di bisticciare.
<<E tu alla mia, lo sai che anche lei è dottoressa? È primario di pediatria>> Davvero? Allora devo conoscerla.
<<Seriamente? Sarebbe stata una mia seconda scelta pediatria!>>
<<Ti piacciono i bambini?>> mi domanda.
<<Li adoro, non vedo l'ora di lavorare con loro. Aspetto intrepida l'inizio della mia specializzazione>>
Il pomeriggio prosegue molto piacevolmente. Mi piace passare il mio tempo insieme a lui. Quei tacos erano una squisitezza, insieme a quei nachos con chili, li ho amati. Ho scoperto che abbiamo un sacco di cosa in comune. Fa molto sport, ed è una cosa che anche io amo fare, ci siamo promessi di andare a correre insieme in riva alla spiaggia una mattina di queste. E dobbiamo fare assolutamente una maratona Marvel, siamo entrambi fan sfegatati, ci piacciono anche i Coldplay e i tornei di beach volley. Sono davvero felice di aver trovato una persona con la quale condividere il mio tempo facendo cose da "normali". È quello di cui io ho bisogno.
<<Mi ha fatto estremamente piacere passare questo pomeriggio insieme a te>> si gratifica lui con le mani in tasca. Ci troviamo sotto al OneEleven. Vorrei rimanere ancora con lui ma devo tornare a lavorare.
<<Lo stesso vale per me, grazie. Ti aspetto a casa mia domenica, alle sette per Iron Man>> gli dico col dito alzato.
<<Ti do la mia parola che ci sarò>> ci diamo un abbraccio prima di salutarci e infine lo vedo allontanarsi verso la sua macchina. Dato che da un momento all'altro si metterà a piovere è meglio entrare dentro. Chiamo l'ascensore e nel giro di qualche minuto mi trovo dentro all'attico. In salone non c'è nessuno, avanzo verso la cucina e trovo Yolanda intenta a cucinare qualche sua prelibatezza. Mi chiede com'è andato l'esame e mi comunica che i signori Foster sono andati a fare compere insieme ad Emma, il signor Foster, invece, si trova nel suo ufficio. Così mi tocca salire da lui per annunciargli il mio arrivo. Tutto il mio buon umore viene smorzato dal pensiero del suo rifiuto. Busso alla porta e lui mi da il permesso di entrare.
<<Signor Foster, le volevo comunicare che sono arrivata>> fredda, concisa e dritta al punto devo essere. Sempre.
<<Spero il suo appuntamento sia andato come sperava>> non alza nemmeno il capo dai fogli sui quali è concentrata la sua attenzione.
<<Per quanto non siano affari suoi, si, il mio appuntamento è andato cento volte meglio di quelle che erano le mie aspettative. Ne sono molto entusiasta>> lui stringe con le dita la penna che ha in mano. Non è gelosia, non è gelosia. Mi ripeto in testa. Ma allora cos'è?
<<Ne sono felice, gliene auguro cento ancora>> mi squilla il cellulare e noto un messaggio proprio di Felipe.
<<Sicuramente, mi ha appena chiesto di andare a correre giovedì mattina>> rispondo subito di sì.
<<È un vero peccato che lei lavori la mattina>> sorride beffardo.
<<Si, ma andremo prima. Non vedo l'ora di vederlo con la tenuta sportiva, dev'essere una visione...>> lo stuzzico io. Menomale che dovevo essere fredda...
<<Non mi interessano le sue storielle con questo tale>> "tale"?
<<Mi perdoni, lei me lo ha chiesto. Non le dirò più nulla. Il bacio e il resto al ristorante lo terrò per me>> lo so, avevo mentito. Ma almeno così capisce che a me di lui mon importa niente, e che il mio vero interesse è Felipe. La penna viene sbattuta alla scrivania e lui si alza di scatto avvicinandosi pericolosamente verso di me. Adesso vedi...
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Ho letto commenti di "odio" nei confronti di Melinda. Ma io ho sempre pensato che il suo fosse un interesse sano. Senza voler far del male in nessun modo alla sua amica. Voi cosa ne pensate di questo personaggio? Fatemelo sapere! E scrivetemi nei commenti cosa pensate accadrà fra questi due complessi personaggi.
Un saluto e alla prossima :)
LeleMiuss
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