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Capitolo 17


Oh no! Il mio capo mi ha vista! Ed ora? Cosa faccio?

<<Mi puoi scusare un attimo? Torno subito>> il mio accompagnatore annuisce tranquillo. Prendo Melinda da parte e cerco di allontanarmi dal mio capo il più possibile, ma non fa altro che seguirmi con lo sguardo non togliendo i suoi occhi da me in mezzo la folla. Nemmeno io mi scollo per un istante dai suoi occhi. È terribilmente attraente, non per niente tutte le donne qui dentro non fanno che guardarlo e bisbigliare, posso ben immaginare cosa, su di lui. D'altronde, con quella camicia bianca, perfettamente vestita dal suo fusto muscoloso, come si può resistergli? Mi riconcentro sul mio obbiettivo. Melinda.

<<Meli, devi allontanare il mio capo, non ci devo parlare. Ti prego>> lei mi guarda stranita e inseguito allarga le labbra in un enorme sorriso.

<<Oh si, fammi fare a me>> e in qualche secondo scompare fra la gente. Ritorno al tavolo e continuo a parlare con Felipe.

<<Ti va di ballare?>> mi domanda lui.

<<Certo>> ci alziamo e iniziamo a ballare in modo semplice, con il cambiare della musica, i nostri passi diventano sempre più sensuali, lui mi prende i fianchi e io mi faccio toccare senza nessun problema, appoggio le mani sulle sue spalle e continuo a muovere il mio corpo cercando in ogni modo di levare dalla mia testa la figura di Andrew Foster. L'alcol sta facendo effetto, sto cominciando a fare cose che normalmente non avrei mai fatto. La mia mente è completamente annebbiata dalla figura della mia migliore amica avvinghiata insieme al mio capo. Melinda struscia il suo sedere fin sotto al petto di Andrew, le mani di quest'ultimo le toccano la vita facendo combaciare i loro bacini. Nel vederli così vicini qualcosa dentro di me, nel profondo, nel petto, incomincia a darmi fastidio. È un qualcosa che mi provoca dolore, rabbia, schifo e... gelosia? No. Non si tratta di gelosia, è l'alcol.
Il mio sguardo viene catturato dai suoi occhi, continua a muoversi e baciare il collo della mia amica non spostando la concentrazione da me. Io di tutta risposta ai suoi movimenti mi avvicino alle labbra del ragazzo davanti a me, sposto lo sguardo dal mio capo e porto le mani del mio accompagnatore sulle costole, fino a farle scivolare giù per i miei fianchi, stretta da lui mi abbasso facendo alzare ancora di più il mio abito. A quel punto mi giro verso il mio capo, teso come una corda di violino, sembra quasi paralizzato, i movimenti di Melinda pargono non provocare più nessuna reazione in lui. Mi ritiro su sfiorando col naso l'orecchio di Felipe, che continua a tenere la presa sui miei fianchi. Appoggio la testa al suo collo sorridendo maliziosa a Andrew, che mi incenerisce all'istante. La me razionale non l'avrebbe mai fatto, non sarebbe mai arrivata ad un comportamento infantile e inappropriato come questo. Tutto questo non mi appaga. Dovrei essere contenta che un ragazzo bello e gentile si stia divertendo con me... e invece? Mi sto prendendo gioco di lui, lo sto usando per far ingelosire una persona che non mi si fila minimamente. Continuo a pensare a lui. Improvvisamente mi giro verso Felipe e gli domando se possiamo sederci da qualche parte. Per tutta la serata rimango con un vuoto e un magone dentro di me. Andrew e Meli se ne sono andati chissà dove... Probabilmente sotto le coperte di qualche letto. Questo non fa altro che aumentare la mia tristezza, che cerco di mascherare per l'intera serata, fino a quando arrivo a casa, dove posso finalmente liberare i miei sentimenti in lacrime silenziose.

* * *

Questa mattina è stata veramente dura alzarmi. Avevo un mal di testa allucinante. Ma mi tocca, il signor Foster odia i ritardi. Prendo la metro e in mezz'ora arrivo alla mia destinazione. Ieri alla fine ho deciso di dare il mio numero a Felipe, è stato talmente gentile, ci siamo uniti al resto del mio gruppo e alla fine Pat mi ha riaccompagnata a casa. Ho provato a chiamare Melinda ma non ho avuto mai risposta. Chissà cosa sarà successo ieri fra quei due. A pensarci ribollisco ancora dalla rabbia.
Saluto Barcley alla reception e prendo l'ascensore, Amo entrare in questo appartamento, ogni mattina è così luminoso, la luce calda entra dalle enormi vetrate del salone e non manca mai il profumo di pulito e fresco grazie a Yolanda.
Poso il mio cappotto sulla sedia del tavolo della cucina e aiuto Yolanda per la colazione. Mi fermo dal tagliare le fragole quando sento dei passi scendere le scale, mi avvicino per vedere chi è e rimango pietrificata dalla figura difronte a me

<<Melinda>> perciò lei... lei e il signor Foster sono stati insieme... hanno dormito... il mondo mi sta cadendo addosso, un groppo alla gola mi si forma alla vista di lei con la camicia che lui indossava ieri sera, senza pantaloni e con nessuna ombra di reggiseno. Appena mi vede corre emozionata verso di me. La mia faccia è ancora scioccata dalla scoperta. Fingi di sorridere Victoria.

<<Tori! Che gioia vederti, ti devo ringraziare sai? Ho passato la serata più bella della mia vita>> grazie a me? A ma certo... Per quale motivo sono stata così superficiale? Meli non aspettava altro dalla vita se non un'uscita con uno degli uomini più sexy e ricchi della città. Sono stata una stupida. Mi odio profondamente in questo momento.

<<Hai dormito qui?>> la mia voce esce flebile. Almeno prova a fingere!

<<Oh, abbiamo fatto molto di più. Il tuo capo bacia in modo divino, e le sue mani...>> è estasiata nel ricordare la sua magica notte con Andrew. Sento il peso delle mie labbra scendere giù creando una smorfia di tristezza <<ha toccato ogni centimetro della mia pelle e->>

<<Signorina Young... Emma la sta aspettando nel letto>> il mio datore di lavoro. Più freddo che mai. Quanto ti odio! La mia unica immagine nella menta è quella di me che ti strangola Andrew Foster!

<<Si i-io stavo...>> balbetto davanti a lui. Ieri fai la gradassa e oggi perdi le parole?

<<Ora, non la pago per parlare con i miei ospiti>> lunatico.

<<Oh no Andrew. Lei è mia amica. Studiamo alla Chicago insieme>> lei si aggrappa alla sua spalla e gli tocca il petto con una mano. Tra un po' divento verde.

<<Oh, lo ignoravo piccola>> dice sorridendole e stringendole la vita. Il diabete! Io ho dovuto pagare oro un suo sorriso, e lei con due moine si fa chiamare "piccola". Disgustoso!

<<Eseguo il mio dovere>> sorpasso il mio capo sfiorandolo leggermente. Odio starci così male! Voglio solo avere la mente e il cuore liberi da lui. Non posso soffrire così per una persona come lui!
<<"Non la pago per parlare con i miei ospiti">> scimmiotto la sua voce. Uomo odioso e dispotico! <<"Oh, lo ignoravo piccola"... ancora qualche minuto e le leccava i piedi...>> borbotto prima di aprire la porta della stanza di Emma.

<<Andiamo a scuola?>> oggi Emma non è molto di buon umore. È da un quarto d'ora che fa i capricci e non ne capisco il motivo.

<<No>> strano non aveva mai fatto così.

<<Piccola perché?>> le domando facendola sedere sulla sedia e iniziandole a pettinare i capelli.

<<No boio>> enormi lacrimoni iniziano a scendere imperterriti dai suoi occhioni grandi e blu.

<<Per quale motivo?>>

<<Ammy>> adesso questa Sammy mi ha stancata.

<<Cosa ti ha fatto?>> sono già col piede di guerra. Toccatemi tutto, ma non la mia Emma.

<<Mi ha pinto, io buaaa>> la vado a prendere dalle orecchie questa smorfiosa.

<<Ti ha spinto? Ma quando?>> le domando asciugandole le lacrime.

<<Domai>> quando dice domani intende sempre ieri. Amore.

<<Che ne pensi se adesso tu, io e papà andiamo insieme a scuola e parliamo con Sammy e le maestre? Lei non si può comportare così. Non ti deve mai più fare del male, intesi?>> lei annuisce abbracciandomi. È la dolcezza in persona.
Appena è pronta scendiamo giù. Melinda è vestita e sta parlando con Yolanda, nel mentre il padre della bimba sta litigando al telefono al quanto irritato da non so quale situazione.

<<Facciamo colazione al bar d'accordo?>> dico ad Emma per rassicurarla ancora un po'. Poi le riferisco di aspettarmi seduta sul divano nel mentre che parlo col padre della faccenda.
Mi avvicino a lui, ma lui mi fa segno di andarmene. Io insisto e abbassa finalmente il telefono.

<<Cosa vuole? Ha bisogno di nuove indicazioni sul suo lavoro?>> che strafottente egocentrico! Non sa pensare a nient'altro che a se stesso!

<<Si tratta di sua figlia>>

<<Cos'ha? Fino a mezzora fa stava bene!>> inizia a spuntargli un barlume di preoccupazione in volto.

<<Si tratta di una faccenda scolastica>>

<<Se ne occupi lei. Ho un importante meeting fra un quarto d'ora! E sono ancora a casa>> e detto questo entra in ascensore non lasciandomi l'opportunità di parlare. Ma che testa dura! Brutto stronzo orgoglioso! Ritorno da Emma in cerca di una qualche scusa.

<<Vieni piccola andiamo a scuola>> le prendo la mano chiamando l'ascensore.

<<Papà?>> mi domanda guardando alle mie spalle. Mi mordo il labbro in cerca di qualcosa che non la ferisca.

<<Non potrà venire>> abbassa lo sguardo. Sono delusa quanto lei. <<Dai andiamo, ti compro una ciambella. Una di quelle che ti piacciono tanto>>

<<Tiii>> mi fa un sorriso lei.

<<Ci sono io con te, sempre>>

Dopo aver mangiato quanto promesso con Emma, ci dirigiamo a scuola. Parlerò nuovamente con le sue insegnati. E con quella bambina.

<<È davvero inammissibile! Io ho bisogno di parlare con la preside di questo istituto! Si è tenuto più di un episodio di bullismo qui dentro!>> è da oramai trenta minuti che mi trovo qui a litigare con questa incompetente.

<<Signorina, lei non ha nessuna parentela con la bambina, e tutta più non possiede un appuntamento con la preside>> ma questa ha un cervello o no? Se solo ci fosse il mio capo a quest'ora la preside gli starebbe stendendo il tappeto rosso.

<<Ascolti, io le consiglio di non far arrivare quel dispotico di suo padre, perché non le conviene subire la furia di Andrew Foster!>> alzo la voce.

<<Le dobbiamo chiedere di lasciare l'edificio>> dalla rabbia tiro fuori il telefono e digito il numero del dispotico. Uno squillo, due squilli, tre squilli. Ha riagganciato. Riprovo altre due volte ma nulla. Provo con la sua assistente. Veronica dovrà pur rispondermi.

<<Buongiorno, qui Foster Enterprises, sono la segretaria personale del signor Foster, come posso esserle utile?>>

<<Signorina Sanchèz, sono Victoria Young, ho urgenza di parlare con il signor Foster>>

<<Il signor Foster si trova in riunione al momento>>

<<Non ha capito. È. Urgente>>

<<Si tratta di sua figlia?>>

<<Si lei...>>

<<Il signor Foster sa che sua figlia si trova dentro la struttura con le insegnanti. Non trovo quale sia l'urgenza>> mi parla con insufficienza. Fosse per me sarebbe già licenziata.

<<Me lo deve passare. Ora>> affermo a denti stretti.

<<Buona giornata, signorina Young>>

<<No aspe->> ha riagganciato.

Adesso mi sentirà tutto l'edificio. E anche il mio capo in persona. Preparati Foster, sto arrivando.

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Aspetto i prossimi capitolo intrepida ragazzi! Non vedo l'ora!
Voi cosa ne pensate della relazione fra Melinda ed Andrew? Avrà un seguito? Fatemelo sapere!

LeleMiuss

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