Capitolo 16
<<Ehi, perché quella faccia?>> dai Victoria, inventati una scusa, fai qualcosa! Non rimanere zitta con quella espressione da pesce lesso che ti ritrovi.
<<Perché sono arrabbiata con lei, non se lo dimentichi!>> detto questo mi alzo e ritorno in cucina. Questo basta per far cessare ogni domanda. Faccio un respiro profondo e dimentico quanto riaffiorato nella mia mente.
Dopo aver mangiato mi sono messa sul divano insieme ad Emma a vedere la televisione. Il signor Foster si trova invece sul tavolo col computer a lavorare, dato che non sa fare altro se non fare sesso con decine di ragazze diverse e deludere le persone.
Mi giro a guardarlo e lui si gira a sua volta, io istintivamente mi volto verso lo schermo della TV. Speriamo solo non se ne sia accorto. Si certo, come no.
Va avanti così per un'altra ora finché non chiude il computer per avvicinarsi a noi. Si abbassa all'altezza di sua figlia addormentata e le fa una carezza, poi passa lo sguardo su di me sorridendomi.
<<Credo sia ora di andare>> dice continuando a coccolare Emma.
<<Ad Emma le si è abbassata la temperatura, per qualsiasi cosa io sono qui, lo sa>>
<<Grazie Victoria>> io mi alzo dal divano e lo guardo.
<<Le vado a prendere la borsa>> ritorno con la sacca e lo ritrovo in piedi davanti alla porta con la bambina aggrappata al collo di suo padre e la testa appoggiata al suo petto. C'è anche il suo autista. Gli porgo la borsa e lui la prende uscendo inseguito dalla porta. Io mi avvicino alla guancia arrossata della piccola e la bacio delicatamente <<ci vediamo domani piccola>> l'accarezzo e lei farfuglia qualcosa stringendosi ancora di più al collo del papà <<Ci vediamo lunedì allora>> mi rivolgo all'uomo davanti a me.
<<A lunedì>> e così si gira per salire sopra la sua BMW nera blindata.
Puoi anche smettere di guardarli adesso, entra in casa. In effetti la parte della mia mente con un pizzico di dignità ha ragione.
* * *
Un'altra settimana di lavoro è passata. Il mio capo in questi sei giorni è stato l'uomo più stressante e snervante della terra. Sembra che tutta la sua frustrazione la rigetti su di me. Ma finalmente è arrivata la mia serata libera, ovvero, sabato. Ciò vuol dire una cosa: l'appuntamento col bel Felipe Castillo. Melinda è venuta a mangiare qua dato che andremo al pub insieme dopo. Dopo un pomeriggio immerso nello studio abbiamo bisogno di sballarci un po', e per sballarci un po' intendo rimanere sulla sedia con un bicchiere di malibù tutta la sera. Ci saranno anche Pat, sua cugina Alicia, ed Every e Kendall che frequentano insieme a noi la biblioteca, seguendo a differenza nostra i corsi del terzo anno. Ma io incontrerò Felipe chiaramente.
<<Cosa ne dici di questo?>> le mostro un abito bianco in pizzo.
<<Vuoi fare la verginella puritana Tori?>> mi prende in giro lei. Io la guardo storta. Però ha ragione, non è da discoteca questo abito <<Non stai andando a fare la prima comunione. Hai un sedere di bronzo! Perché dopo tutte quelle ore in palestra non lo vuoi mostrare?!>> rido alle sue parole. È vero ho un corpo molto allenato, ma non mi piace mostrarmi, mi mette in imbarazzo e a disagio essere soggetto di discorsi e battutine da parte degli uomini.
<<Questi jeans?>> domando mostrandogli il pantalone attaccato alla gruccia. L'ho sempre amato, sono comodissimi, e stanno bene con tutto.
<<Oddio>> lo guarda schifata <<fammi fare a me>> mi scansa e inizia a frugare nel mio armadio.
<<Non troverai nulla di esaltante>> non sono molto provvista di abiti da sera.
<<Oh oh... e questo da dove arriva?>> quel vestito no... questo abito ha una lunga storia. Lo comprai un pomeriggio dopo essere stata friendzonata dal ragazzo che mi piaceva, due anni fa. Ero talmente arrabbiata che mi ripromisi che si sarebbe pentito di avermi rifiutata, e così è stato, la sera che lo misi venne nuovamente da me e mi disse che se volevo sarebbe stato disposto ad uscire con me. Io risposi di no e ballai tutta la sera con ragazzi diversi. Comportamento molto maturo devo ammettere. Avevo da scaricare la mia rabbia repressa.
<<È una lunga storia...>>
<<Non importa, togliti quella tuta e infilati questa meraviglia>> lo osserva meglio e nota la marca, mi sono scordata di dire che lo pagai anche parecchio, una cifra come duecentocinquanta dollari, sono stata fortunata dato che si tratta di Versace. Lo afferro e controvoglia vado a indossarlo. Esco dal bagno e chiedo alla mia amica se può alzarmi la zip e inseguito mi volto e mi guardo allo specchio del mio armadio. A dir il vero è un po' troppo corto per i miei gusti. La stoffa in satin nera mi arriva poco sotto il sedere ed è davvero troppo stretto.
<<Avessi io il tuo punto vita!>> dice fissandomi di profilo <<che invidia>>
<<Sei splendida anche tu, con quei capelli rossi e i tuoi occhi verdi stendi gli uomini ai tuoi piedi>> le dico desiderando intensamente una chioma come la sua, invece dei miei castani <<cosa metterai stasera?>> domando. Lei va vicino alla sua borsa e tira fuori un vestito a pallette dorato col collo alto. È meraviglioso.
<<Torno subito>> appena esce ci sistemiamo il trucco e i capelli, nel giro di mezz'oretta siamo fuori di casa nella macchina di Pat. È venuto a prenderci, con il resto dei ragazzi ci vediamo al Talent Over Pub, da quello che ho capito è questo il suo nome.
<<Siete splendide ragazze, dovrò fare attenzione a non perdervi d'occhio questa sera>> esclama Pat aprendoci la porta.
<<In verità Tori l'abbiamo già persa>> rivela la ragazza affianco a me.
<<Ah si?>> domanda curioso.
<<Ha dato appuntamento ad un certo ragazzo...>>
<<Meli non è andata così>> racconto per filo e per segno quello che è successo realmente.
<<Beh è stato coraggioso da parte sua>> dice riferendosi al gesto di Felipe.
<<Si hai ragione>>
<<E con il tuo capo?>> cosa? E cosa centra quel pallone gonfiato adesso?
<<Con il mio capo non c'è mai stato nulla, e mai ci sarà. Abbiamo un rapporto strettamente professionale>> non ci credi nemmeno tu, figurati convincere i tuoi amici! Mi ricorda la me interiore.
<<Se lo dici tu...>> risponde il mio amico. In una ventina di minuti ci troviamo al locale. È il momento di trovare Felipe e mettere da parte il pensiero "Foster".
<<Vi raggiungo dopo d'accordo?>> detto questo mi allontano andando al punto di ritrovo fra noi due. Mi faccio spazio fra la gente e da lontano intravedo il nervoso volto del mio appuntamento. Sta guardando l'orologio irrequieto e fa avanti e indietro lungo l'entrata del locale. Devo dire che è molto affascinante. Indossa una camicia blu insieme a dei jeans neri, accompagnati da una giacca del medesimo colore. Mi avvicino e gli tocco la spalla con un dito.
<<Aspetti qualcuno per caso?>> lui sorride lieto. Doveva essere molto agitato, anche io lo sono un tantino.
<<Beh, una bella ragazza mi ha dato appuntamento qua. Speravo davvero con tutto me stesso che venisse>>
<<Do importanza alla parola data>>
<<Posso invitarti ad entrare Victoria?>>
<<Con piacere>> mi piace, è molto galante ed è quello che cerco in un uomo. Varchiamo la soglia del locale e ci sediamo al bancone del bar.
<<Cosa prendi?>>
<<Un malibù>> così ordina il primo drink per me e un Long Island per lui.
<<Allora, raccontami un po' di te>> mi invita a parlare lui.
<<Studio medicina alla Chicago University, sono al quarto anno, fra qualche mese mi laureerò e inizierò la specializzazione in neuropsichiatria infantile>>
<<Wow sei ammirevole, dico sul serio!>>
<<Grazie, tu invece?>>
<<Mi sono laureato l'anno scorso alla Duke in economia aziendale, sto facendo uno stage alla Foster Enterprises>> il sorso del drink mi va di traverso.
<<Foster hai detto?>> perché il mondo è così piccolo. Non ti allarmare, fai come se tu non lo conoscessi.
<Esatto, è un sogno per me, con uno stage lì e una buona parola del tuo superiore hai le porte aperte ovunque>>
<<Si, so che è una multinazionale molto importante>> immagino la faccia del mio capo al sentirmi dire che sua preziosa azienda è "molto importante". Mi avrebbe sicuramente detto "Young, usare l'espressione 'molto importante' è un'eufemismo ai quarantacinquemila dipendenti sotto di me in tutto il mondo e un fatturato da centinaia di miliardi di dollari". Ora dovrei veramente smetterla di pensare a lui.
<<Altroché, fattura trecentocinquanta miliardi l'anno!>> esclama lui. Ma come ha fatto a ingegnarsi un business del genere! È assurdo. Tutte queste sue doti non fanno altro che attirarmi di più a lui. Perché è un uomo molto intelligente, stupido e dispotico, ma la sua mente è in continuo movimento per far funzionare alla perfezione tutto.
<<Andrew Foster ci sa fare con le persone...>> tranne che con me.
<<Proprio così, la cosa sorprendente è che lui ha capito la psicologia del lavoro. Se il tuo dipendente è felice produrrà maggiormente e in modo migliore>> sorrido. Ha molti difetti, però è un uomo rispettabile da questo punto di vista <<Sarebbe un sogno conoscerlo>> per me è stato un incubo. Mi sta facendo perdere la testa, che ho sempre tenuto sulle spalle.
<<Non lo hai mai visto?>> domando sorseggiando un'altro sorso del mio cocktail.
<<Non ho mai avuto questo piacere. È molto impegnato, non ha sicuramente tempo per gli stagisti, ai quali scade per lo più il contratto fra pochi mesi>>
<<Vuoi dirmi che non ti possono prorogare il contratto?>>
<<Questo lo decideranno loro. Io non posso farci nulla>> magari potrei chiedere al mio capo un piccolo favore...
<<Vicky sei qui!>> ecco Melinda già ubriaca. Sta saltellando come una pecorella qui da me. Qualche ragazzo si gira per guardare le sue gambe quasi del tutto scoperte dal suo abito un po' tropo sù.
<<Non chiamarmi così, sai che lo odio>> perché non può chiamarmi Tori come fa sempre?
<<Ho visto il tuo capo>> incomincio a tossire in preda al panico. Che cosa vuol dire? Mi sta venendo un attacco di panico. Quell'uomo mi perseguita.
<<Come?>>
<<Certo! Il signor Foster>> questa serata è un incubo.
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Chissà cosa farà il signor Foster alla povera Victoria...
È possibile aggiornerò fra due/tre giorni. Vi ringrazio ancora per i commenti e le stelline, siete davvero speciali! Amo vedere cosa pensate delle scelte di quel "dispotico" o delle battute di Tori. Perciò fatemelo sapere nel commenti!
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