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8. 🗝️Room 31

😈 Autumn.


Ore 05:46

Autumn aprì gli occhi difficilmente, per via delle lunghe ciglia incollate dal mascara scadente acquistato qualche giorno prima in un mercatino. Era ancora frastornata per il sonno e avrebbe desiderato restare nel mondo dei sogni, ma la posizione non glielo permetteva.
Sentiva uno strano sapore aspro, quasi acido, fra le labbra secche. Aveva la bocca impastata e tanta sete, oh, cosa avrebbe fatto per un bicchiere d’acqua.
Quando finalmente mise a fuoco il posto in cui si trovava, Autumn si guardò intorno preoccupata.
Era in una stanza, in un ipotetico motel, quelli che si vedevano nei film. Aveva alloggiato in parecchi motel, perciò sapeva riconoscere le camere semplici e tutte simili.
Era stesa in una posizione scomoda, con le gambe piegate in una posizione innaturale e il braccio destro fuori dal letto.
Le facevano male le ossa e la pelle, come se qualcuno l'avesse picchiata, eppure non aveva nemmeno un livido.
Tutto intorno a lei era rosso. Le lenzuola ruvide dove era distesa, la carta da parati è anche la mochette.
Non aveva idea di dove si trovasse. La cosa che la intimoriva di più, era che non ricordava nemmeno lontanamente come ci fosse arrivata, in quel posto.
La luce del lampadario impolverato sopra la sua testa emetteva un luce fioca e soffusa.
Autumn si guardò il corpo. Indossava ancora i vestiti di quando era uscita dalla discoteca. I pantaloncini corti e a vita alta erano limpidi come ricordava, come anche la sua canotta dei Pink Floyd. L'ultima cosa che ricordava era che era uscita dal locale per fumare una sigaretta. Quello che era successo lei non lo sapeva.
Probabilmente doveva essere stata drogata.
Ad Autumn quella situazione non piaceva. Si alzò e corse alla porta, inciampando nelle sue scarpe in mezzo alla stanza.
Provò a lungo ad aprire la porta, abbassando e alzando la maniglia lucidata arie volte, invano.
-Ehi! Aprite questa porta! C’è qualcuno? Aiuto!-
Provò anche a spingere la porta con l'intento di buttarla giù, anche se la sua corporatura minuta non glielo avrebbe mai permesso.
-Aprite! Aprite questa dannata porta!-
Autumn si calmò, appoggiandosi alla porta, il respiro affannoso e i capelli attaccati alla fronte sudata.
Era in una stanza d’albergo. Era sola.
Tutto quello che aveva a disposizione era un telefono senza presa, una vecchia tv e una pistola.
E poi c’era qualcos’altro, lì vicino alla finestra.
Qualcosa che stranamente non aveva notato immediatamente.
C'era un cadavere.

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