25. 🗝️Room 34
Logan 🚘
Ore 08:57
Logan.
Finì in un sorso il suo whisky irlandese, sentendo solo successivamente il liquido bruciargli lungo la gola. Si riempì nuovamente il bicchiere finó a metà.
Non era mai stato un grande bevitore, ma se c’era una cosa di cui Logan si intendeva davvero, quello era il Whiskey.
Io receptionist di cui non si ricordava più il nome, o forse che non aveva mai saputo, se ne dava seduto sulla sedia della scrivania di mogano e lo fissava attentamente, lo fissava come si guardano gli ubriacone al bar, con un misto di curioso interesse e pena.
Logan era uno degli ospiti più longevi del motel. Se n'era sempre stato in camera sua senza disturbare nessuno e si, probabilmente si immaginava che prima o poi il titolare gli chiedesse quando avesse avuto intenzione di sloggiare.
-Suo serio Logan, so che questo è il motel più economico della zona, per non dire l'unico, ma perché sei ancora qui?-
Logan, le rare volte che era uscito per andare in città per fare compere, aveva parlato spesso con l'afroamericano che gestiva quel posto. Era un tipo a posto, saggio e forse fin troppo filosofico. Non aveva ne moglie e figli, e il Motel era tutto quello che gli restava.
-Non posso tornare a casa.-
-Da cosa stai scappando? Dalla polizia?-
Logan tracannò anche l'ennesimo bicchiere di Whiskey. -No, magari. Sto scappando da me stesso, dai miei pensieri e dai miei sensi di colpa, ma da quando sono qui…non lo so, non riesco ad abbandonarli. Non credo che potrò mai farlo.-
-Logan, tu conoscevi quel ragazzo? Il ragazzo trovato morto in quella stanza?-
Strinse la mano intorno al bicchiere di vetro, desiderando romperlo.
-Non penserai che sia stato io a…-
-No, non è quello che ho detto. Lo conoscevi, non è così?-
Logan chiuse gli occhi. Non voleva realmente rivelare a quell’estraneo ciò che aveva fatto, ma sentiva una strana energia, da quando era entrato nella sua camera.
-È successo più di cinque mesi fa, non ricordo Esattamente il giorno. Tutto ciò che sto provando a fare è a dimenticare. Ero in ritardo a lavoro,e il mio capo mi avrebbe licenziato, ne ero sicuro. Presi la strada più corta, sapevo che passare per il centro era peggio, e poi a quell’ ora era pieno di studenti. Presi la strada di campagna , quella stretta e pericolosa, dove quasi nessuno passava. Erano le sette e venticinque, lo ricordo perfettamente. Non avevo idea da dove visse uscito quel ragazzo. Lo avevo messo sotto, su una curva a pochi metri dai campi. Sembrava sbucato direttamente dal granturco. Lo vidi li a terra, lo zaino a metri di distanza.
Era a faccia in giù, il capo ricoperto di sangue. Mi sono fatto prendere dal panico e sono scappato.
Non hai idea di come mi sono sentito, e di come mi sento tutt’ora. Pensavo fosse morto e archiviato la cosa, visto che al telegiornale non ho mai sentito parlare di quel giovane. E poi, rivederlo in quella stanza, morto sul serio…avrei voluto comportarmi diversamente. Non credo che farò mai pace con me stesso.-
Il receptionist si alzò, e fece un respiro profondo. Logan pensò di ricevere un giudizio negativo, di sentirsi dare della merda, ma non successe.
Il vecchio si allontanò verso l'uscita.- Per ragioni di sicurezza nessuno può lasciare il motel.- ,, Uscì senza aggiungere altro, sbattendo la porta alle sue spalle.
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