19. 🗝️Room 40
Clodette 💔.
Ore 07:00
Clodette.
Era molto presto quando la mora venne svegliata dal trambusto all’esterno della sua stanza. Solitamente dormiva fino a tardi, ma le voci provenienti dal Piano inferiore l’avevano bruscamente svegliata.
Si legò i folti capelli ricci in una crocchia malfatta e calzó le sue pantofole morbide.
Scese al primo piano ancora mezza addormentata, stringendosi nel suo pigiama rosa per l’improvvisa e inaspettata brezza mattutina.
Si bloccò suo corridoio del primo piano quando vide la porta di una stanza aperta e un gruppo di persone ferme e con i volti preoccupati.
Invasa dalla curiosità, Clodette si avvicinò. Voleva capire per quale ragione avevano deciso di interrompere il suo sonno.
Quando fu vicina alla stanza 31, nessuno dei presenti sembrava interessato alla sua presenza.
Provò ad alzarsi sulle punte per sbirciare all'interno, ma la sua visuale veniva bloccata da un’ uomo alto dai capelli verdi e una vastità di tatuaggi colorati sulla schiena nuda.
Con non poco impegno si fece spazio fra la folla, entrando quasi nella camera.
Non aveva mai visto nessuno di quelle persone.
All’ interno della stanza 31, molto simile a quella in cui alloggiava lei ma leggermente più spaziosa, c’era era una ragazza bionda seduta sul letto matrimoniale, il volto stanco e gli occhi spaventati.
Vicino alla finestra c'era il receptionist dell’ albergo, nonché il titolare, un afroamericano molto tranquillo che a Clodette aveva ricordato subito suo nonno.
E poi lo vide, la causa del frastuono di quella Mattina.
Clodette impallidì, sentendo i brividi impossessarsi pian piano dei suoi arti.
Steso a terra, grigio in volto con le labbra bluastre, c'era un cadavere.
Clodette lo riconobbe subito.
Cominciò ad indietreggiare tra la folla. Le mancava l'aria.
Uscì definitivamente dalla stanza e con occhi lacrimanti corse lungo il corridoio infinito, arrivando fino al piano superiore.
Non riusciva a togliersi dalla testa il corpo del morto.
Il corpo del suo ex ragazzo.
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