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Capitolo 5

La casa era silenziosa, come in un sogno. A Cat pareva di non esserci mai entrata. Poggió le chiavi nella ciotola di legno al tavolo d'ingresso e inizió a salire le scale. Quel pomeriggio con Ashton era stato strano, molto strano, ma ancora non riusciva a esserne spaventata. Quelle parole le erano parse vere, come se dentro di lei qualcosa si fosse risvegliato, si fosse destato da un lungo sonno. Non sapeva ancora nulla, in realtá, né dei Creatori né di ciò che fossero in grado di fare. E poi... se loro la cercavano già da anni, perché sua madre non gli aveva permesso di trovarla? Perché non le aveva raccontato niente? Voleva assolutamente scoprirlo. Quando vide la porta dello studio di sua madre, Cat respiró profondamente. Abbassó la maniglia ed entró. E ciò che vide fu raggelante.
Sua madre, la camicetta color prugna strappata e piena di sangue , inerte sul pavimento. Sullo zigomo aveva una grossa ferita sanguinante, e vari tagli alle braccia. Lo studio era completamente a soqquadro; i libri ordinatamente disposti negli scaffali ora erano per terra, le pagine strappate, i cassetti della scrivania svuotati e il loro contenuto sparso sul pavimento. Cat si sentí morire.
《Mamma! Mamma cosa ti è successo?》 gridó , gettandosi accanto a sua madre. Lei pareva morta, fredda e inerte. Cat scoppió a piangere, e continuó a scuoterla. Respirava debolmente, quasi rantolando.
《Mamma ti prego svegliati! Ti scongiuro!》
《Sul serio speri che lei possa sentirti?》
Una voce dietro di lei la fece voltare. Una persona mai vista la guardava beffarda, un ragazzo. Aveva la pelle chiara, gli occhi azzurri come ghiaccio freddo e i capelli biondi, sottili e lisci. Era vestito completamente di nero, e sembrava un'ombra scura.
Cat era sbalordita.
《Chi diavolo sei tu?》
《Lei non si sveglierà cosí facilmente. Questo è un avvertimento di Argor... Ricordalo bene, Catherine, e riferiscilo ai tuoi amichetti della Società del Cerchio.》
《Non so niente di ciò che stai dicendo! Sveglia mia madre se ne sei capace!》ribatté Cat, disperata, continuando a stringere sua madre. Il ragazzo scosse la testa, ridendo.
《Anche se potessi non lo farei. E sto perdendo tempo. Ci rivedremo presto, Catherine. Io ricordo sempre i volti delle persone.》
Con un lampo scuro, di luce nera, il ragazzo biondo scomparve nel nulla. Cat era assolutamente impotente, e aveva il cuore pieno di angoscia.

《Cosa ti ha detto?》
《Non... non ricordo... come sta mia madre? 》
Ashton sospiró.
《È la quarta volta che me lo chiedi. Mia sorella non è ancora uscita dalla sua stanza, non so dirti nulla.》
Cat era seduta sul divano di casa, con una tazza di thé fra le mani che non aveva ancora bevuto. Dopo l'agghiacciante visione di sua madre, ferita e svenuta, e la visita del misterioso ragazzo biondo, l'unica cosa che era riuscita a fare era stata chiamare Ashton. Lui si era precipitato con sua sorella, e adesso loro due erano chiuse nella camera di Nancy.
Becca non aveva detto nulla di confortante, e si era limitata a chiudersi dentro, dicendo di non voler essere disturbata. Ashton si era impegnato per prepararle un thé, continuando a domandare cosa le avesse detto il ragazzo biondo.
《Comunque non preoccuparti. Sono sicuro che Becca la stia curando, e fra breve arriverà il resto della Società, cosí potremo cominciare le ricerche.》
《Voglio che mia madre stia bene e basta. Non voglio avere più niente a che fare con voi》
Ashton si voltó di colpo, sorpreso.
《Tu cosa?》
《Hai capito. Non voglio più vedervi》
Cat non smise di guardare all'interno della tazza di thé, cercando di trattenere le lacrime.
《Se non avessi accettato questa follia niente di tutto questo sarebbe accaduto.》
《Non puoi saperlo Cat. Magari quelle persone vi cercavano da anni, e aspettavano solo il momento giusto.》
《O forse sono stata proprio io a farmi notare, avvicinandomi a voi.》
Ashton non seppe cosa rispondere. I suoi occhi verdi la guardavano desolati, l'espressione del viso contratta.
Improvvisamente, la porta della camera si aprí e Cat balzó in piedi, quasi rovesciando la tazza. La appoggió al tavolo e salí in fretta le scale, seguita da Ashton. Era appena arrivata al corridoio che portava alle camere, quando vide Becca uscire da quella di sua madre, chiudendosi la porta alle spalle. Era terribilmente pallida, gli occhi azzurri cerchiati di nero e i capelli biondi spenti, come se gli fosse stata strappata via la luce. Cat era impressionata, ma non si fermó.
《Come sta mia madre?》
Becca alzó gli occhi e la fissò come se la vedesse per la prima volta, triste e al contempo preoccupata.
《Sta bene Cat. Non preoccuparti.》
《Posso entrare a vederla?》
《Oh.. si, ma non servirà a molto.》
Cat aggrottó la fronte.
《Cosa intendi?》
Becca le mise le mani sulle spalle, guardandola negli occhi. Sembrava aver ripreso un pó di energia, abbastanza per stringerle forte le braccia.
《È viva, e le ferite sono guarite, di questo sono certa. Ma c'è un problema. Non può più svegliarsi.》
《Cosa vuoi dire?È in coma?》 rispose lei, sconvolta.
《In un certo senso. Gli umani direbbero cosí. È bloccata a Etere.》
《Bloccata? Cosa... cosa intendi con "bloccata"?》
《Lascia che ti spieghi.》
《Voglio vedere mia madre!》
Prima che riuscisse a fermarla, Cat aveva già spalancato la porta ed era entrata. La camera di sua madre era la stessa; il grande armadio a quattro ante di legno chiaro, la specchiera con le boccette di profumo, la cassettiera con le sue foto da piccola incorniciate. E sua madre, sdraiata sotto le coperte, con gli occhi chiusi. Cat le si avvicinó in silenzio e si sedette accanto a lei sul letto. La ferita sullo zigomo era scomparsa, cosí come quelle sulle braccia, poggiate sopra il copriletto. Becca le aveva tolto i vestiti strappati e le aveva fatto indossare una delle camice da notte di lino, color lavanda. Sembrava tranquilla, quasi più giovane, i capelli pettinati e lucenti, pieni di vita. Ma lei restò immobile, non un muscolo si muoveva, nemmeno un piccolo tremito delle ciglia. Sembrava una statua di cera. Cat era sconvolta.
《 Ho fatto tutto ciò che potevo, credimi. Ma ciò che le hanno fatto era qualcosa di superiore a qualsiasi cosa potessi prevedere.》
Becca era seduta accanto a lei, e le teneva una mano sulla spalla, propio dove poco prima l'aveva tenuta stretta.
《Lascia che ti spieghi. So che ora sei sconvolta, che vorresti fuggire o rompere qualcosa. Ma prima di farlo, ti chiedo solo di ascoltarmi.》
Cat si voltó a guardarla, e vide che il volto della sorella di Ashton aveva ripreso un pó di colore. Annuí lentamente.
《Ti ricordi che ti avevo detto di essere il Primo Creatore della Società del Cerchio Eterno, giusto?》
《Si , lo ricordo.》
Becca prese un lungo respiro.
《Devi sapere che esistono terribili mostri, chiamati Creature, che provengono da altre dimensioni. Essi si nutrono di energia, e quella umana è la più potente che esista. Tutta la natura è un ciclo continuo di energie interdipendenti , ed esistono persone che possono controllare tali flussi. Essi sono i Creatori, e sono in grado di utilizzare tali energie a loro favore.》
Cat rimase ad ascoltare tutto il tempo, assorta. E quindi, finalmente, sapeva qualcosa in più. Ma aveva la sgradevole sensazione di non aver ascoltato tutto.
《Cosa c'entra con me e mia madre?》chiese , osservando la pallida figura nel letto.
Becca sembrava a disagio.
《Tua madre era una di noi.》
A Cat sembrava di avere un macigno sullo stomaco, bloccandole il respiro.
《Come può essere... lei... non mi ha mai detto niente...》
《Ne sono certa. È una Creatrice. È una di noi.》
《Cosa ti fa essere così sicura?》
《Questo.》
Becca infiló una mano in tasca e prese una piccola pietra color violetto. Afferró il braccio inerte della mamma di Cat e ci passó la pietra sopra. Come per magia, apparve un piccolo simbolo sull'avambraccio; una goccia azzurrina, rilucente come una sottilissima lastra di vetro, appoggiata sulla pelle. Cat era senza parole.
《Cos' é?》
《È il simbolo dell'appartenenza alla schiera dei Creatori. Ne esistono diversi, e questo è il segno d'Acqua》
Becca si passò la pietra sul suo avambraccio sinistro, e stavolta apparve un simbolo diverso; un sole giallo, e la luce che emanava era brillante come se vi fosse stato cucito un raggio di sole.
《Il segno di Luce, la schiera a cui appartengo.》disse, scostando la pietra. Il simbolo scomparve nel nulla.
《Mia madre... é davvero una di voi...》
Cat era sempre piú sconvolta; mai sua madre le aveva nascosto qualcosa, mai si erano tenute dentro un segreto, e ora veniva a scoprire che in realtà un segreto c'era sempre stato, e forse il più terribile. Non sapeva più cosa pensare.
《Cosa é successo ora a mia madre?》
《A quanto pare la sua anima è rimasta bloccata a Etere. Probabilmente ha subito un Incanto Superiore, che ha bloccato la sua energia vitale nell'altra dimensione. Non posso riportarla indietro, non è qualcosa che io sia in grado di fare.》
《Ci sarà qualcosa da fare! Qualcuno deve saperla riportare indietro!》
Cat era sempre piú disperata. Becca era perplessa.
《L'unica cosa che mi viene in mente è andare a cercare l'autore dell'Incanto. Cosa ti ha detto il ragazzo biondo?》
《Mi ha detto che questo era un avvertimento di Argor alla Società del Cerchio.》
《Non so chi sia questo Argor, ma se è nostro nemico non ci resta altro da fare che affrontarlo.》
《E quindi?...》disse Cat, la voce tremante. Becca sospiró e la guardó decisa.
《Prepara le tue cose. Si va a New York.》

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