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Capitolo 21

"Quell'accostarsi. Si vorrebbe non finisse mai. Il gesto di consegnarsi
al destino. Quella è un'emozione.
Senza più dilemmi, senza più menzogne. Sapere dove.
E raggiungerlo.
Qualunque sia, il destino."
-Alessandro Baricco, Oceano Mare

Seconda parte:
Oceano di tenebra

Lo stridio acuto dei gabbiani in volo, ombre bianche nell'azzurro, era un suono quasi gradevole per quella giornata di timido sole. Le dita bianche per il freddo stringevano il pennello, e la scatola dei colori poggiava sulla gonna di lana color porpora. Amber Heist, i capelli rossi scintillanti, osservava la sua riproduzione del mare in tempesta, incisa ad olio sulla tela bianca. Le giornate di fine inverno all'isola di Ellidaey erano il periodo migliore dell'anno per lei; il freddo non era pungente come nei mesi precedenti, e l'oceano offriva il suo spettacolo migliore infrangendosi sugli scogli in alte colonne di spuma.
Il mantello verde le sbatteva furiosamente sulla schiena, mosso e intrecciato dall'impeto del vento del Nord.
Era un periodo terribile per lei.
L'attacco delle Creature aveva minato in profondità tutte le certezze che possedeva, oltre che le difese concrete dell'isola: l'inespugnabile dimora dei Creatori di Fuoco era stata colpita nel suo cuore pulsante.
Fortunatamente, non vi erano state perdite fra i suoi giovani studenti, ma molti di loro ne erano rimasti così profondamente scossi da decidere di tornare a casa prima per le vacanze, nonostante mancassero ancora diversi mesi.
Amber non aveva potuto fare niente per fermarli; frequentare quella sorta di scuola non era affatto obbligatorio, e ogni persona che avesse deciso di andarsene era libera di farlo.
Dal canto suo, lei era sempre stata convinta che un Creatore privo di istruzione era da considerarsi un Creatore a metà.
Fin da quando era una bambina, i suoi genitori le avevano insegnato che la via migliore per essere felici era quello di essere in pace con la propria coscienza, fare ciò che ci si sentiva in grado di fare.
Aveva seguito quella via da sempre, ma negli ultimi tempi ogni sua certezza si era infranta come un'onda sulla scogliera, lasciandola come nuda di fronte alle avversità della tempesta.
Ogni giorno vagava per i saloni semivuoti del Castello Rosso, sfiorando le pareti in pietra con le dita e respirando silenziosamente, quasi nel timore che ogni presa d'aria avrebbe sottratto strati su strati di protezione da quel posto, come dalla buccia di una cipolla.
I giorni erano trascorsi, e lei sapeva poco o nulla di ciò che avveniva a New York; la scomparsa del Capo del Consiglio, l'assunzione temporanea del potere da parte di Ned Wost e l'incremento delle misure di sicurezza le erano state comunicate in fretta e furia, praticamente senza chiedere opinioni da parte sua.
In fondo, faceva comunque parte del Consiglio, ma negli ultimi tempi nemmeno quello riusciva a darle certezza.
Sentiva di star andando alla deriva, come una vecchia barca sballottata dalle onde, incapace di opporre resistenza alle forze capricciose del destino.
Nulla aveva potuto fare per impedire quell'aggressione, nulla aveva previsto, nulla aveva evitato. Sentiva il peso enorme del fallimento gravarle sulle spalle, pesante come un macigno, consapevole di non poterne condividere con nessuno.
Sua la responsabilità e suo il fallimento.
Punto.
《Hai intenzione di rimanere lì a commiserarti per il resto dei tuoi giorni?》esclamò una voce dietro di lei.
Amber lasciò cadere il pennello nel barattolo di latta contenente l'acquaragia e si voltò.
L'antico sguardo di quegli occhi neri la penetrò così intensamente da darle quasi un brivido, scavandole un profondo solco nel cuore. Ogni volta che lo vedeva, qualcosa dentro di lei tornava ad illuminarsi, a riempirsi di ricordi, come un vecchio album di fotografie ritrovato in soffitta, sepolto dalla polvere di anni, sopravvissuto all'oblio.
Quegli occhi la sconquassavano comunque, nonostante il dolore, la nostalgia, la decisione presa.
Amber cercò di non lasciar trasparire alcuna emozione; tornò a voltarsi, chiudendo la scatola dei colori e pulendosi le dita con un vecchio straccio macchiato.
《Vedo che lo sai anche tu》disse solamente, la voce calma e quasi aliena alle sue orecchie.
《Lo sanno tutti. Il Consiglio ha dato l'allarme, ma in pochi conoscono la reale entità di ciò che è successo》rispose lui, spostando il peso del corpo sulla gamba destra. Amber notò che aveva gli stivali impolverati come dopo un lungo viaggio.
Lo guardò di nuovo.
《Perché sei qui?》
In certi casi, la franchezza era la soluzione migliore, e Amber non era nello stato d'animo adatto per fingere.
Il giovane di fronte a lei parve essere indeciso se toccarla o no, ma rimase immobile.
《I membri della Congrega hanno ritenuto utile assegnarmi alla guarnigione che proteggerà questo posto》rispose.
Lei non ne era affatto sorpresa.
L'avevano messa a conoscenza anche di quello, ma mai avrebbe sospettato che fosse proprio lui a venire. Proprio lui, fra le centinaia di persone disponibili.
《O lo hai ritenuto tu, il che é decisamente più probabile》
Il ragazzo non poté trattenere un sorriso.
《Mi conosci così bene》
《Non quanto tu credi di conoscere me. Mi dispiace, ma devo tornare in ufficio, ho affari urgenti da sbrigare》
Amber si alzò e raccolse tutti i suoi attrezzi, in silenzio.
Lui si limitò ad osservarla senza dire niente, a disagio.
Poi, prima che lei scomparisse del tutto sul sentiero, si fece coraggio.
《Non potrai commiserarti per sempre, Abbie! 》le gridò.
《E tu non potrai continuare a proteggermi, Tom!》
Le gridò lei di rimando, continuando a camminare lungo il sentiero, lottando contro l'istinto di voltarsi di nuovo.

Quando Cat riuscì di nuovo a vedere qualcosa, fu sorpresa nel notare la banalità del luogo in cui si trovavano.
Lei, Ashton e Misty si stropicciarono gli occhi quasi in contemporanea, colti di sorpresa nonostante l'avvertimento della dottoressa Rowan.
Tutta la stanza era in realtà una grande e ampia caverna, dalle pareti in pietra ruvida.
Il centro di quell'incredibile cavità era occupata da una enorme sfera luminescente, fluttuante a mezz'aria al di sopra di un buco.
Tutta la luce di quel posto proveniva da lì, e il suo pulsare ritmico faceva pensare al battito incessante di un cuore.
Cat era sbalordita.
《Cos'è quella sfera?》chiese.
Betty Rowan la guardò, orgogliosa.
《Nessuno dei Creatori esterni alla Congrega è autorizzato a vederla, e molti altri non conoscono nemmeno la sua esistenza》
Ned Wost aprì la bocca per spiegare.
《Questo Cat, è il Braciere degli Elementi. Sostanzialmente, è una sfera costituita da una sostanza particolare, non reperibile in nessun altro luogo. Continene le Essenze, frammenti di Potere puro, che producono questa luce così intensa.》
《Possiamo dire che, insieme all'Arco della Rivelazione, questo è un vero tesoro per i Creatori》commentò la dottoressa.
《Il Braciere, contenendo tutti i Poteri, può diciamo "captare" una certa scia》continuò la donna, virgolettando il verbo captare con le dita smaltate di rosso.
《Significa che potrebbe trovare il potere di Jason e della signora Darren?》domandò Cat, non troppo certa di aver capito.
《Non funziona esattamente come un dispositivo di localizzazione... diciamo, più come un cane da fiuto. Può dare un'indicazione non troppo precisa, ma decisamente utile, in casi come questi》commentò il capo dei Creatori di Tenebre.
《Ho sempre sognato vedere l'esatto procedimento di localizzazione del Braciere!》esclamò Misty, estasiata.
《E non sarà oggi purtroppo, temo》rispose Ned Wost, facendole l'occhiolino. Anche quando tentava di risultare simpatico, qualcosa in lui rimaneva velato di inquietudine, come un'ombra che oscurava anche il più sincero dei sorrisi.
Cat non era mai totalmente a suo agio in sua presenza.
Il sorriso di Misty abbandonò velocemente il suo viso.
《Oh... perché?》
Le mani della dottoressa Rowan ebbero un tremito nervoso, ma la donna le seppellí nelle tasche profonde del camice.
《Noi, ecco... noi li abbiamo già i risultati, sì! Abbiamo svolto la procedura prima che voi arrivaste, e abbiamo già la destinazione!》esclamò, la voce leggermente stridula.
Ashton e Cat si scambiarono un'occhiata, in silenzio.
La dottoressa Rowan tossicchió per qualche secondo, sfogliando velocemente i documenti della cartellina.
《Ecco, questo è il risultato》disse, porgendo il foglio a Misty. La ragazza lo afferrò, dubbiosa.
《Ma...è una mappa!》esclamò, sorpresa.
《Abbiamo deciso di stamparvi direttamente le coordinate su una mappa, per rendere la cosa più semplice》
Cat si avvicinò a Misty e guardò il foglio.
《Ma...ma è...》balbettó, incredula.
《Nessuno poteva prevederlo, lo so》
Anche Ashton era sorpreso. Aveva allungato il collo e aveva visto anche lui la mappa.
Ned Wost non disse niente

《Si è svegliato?》
《No, credo che stia dormendo》
《Quanto tempo ci vuole ancora?
Tabby mi ha appena detto di voler tornare di sopra》
《Sta zitta!》
《Ehy! Non puoi permetterti di...》
《Tacete tutti e due!》
Le orecchie avevano preso a ronzargli fastidiosamente.
Sentiva braccia e gambe spaventosamente rattrappite, doloranti e irrigidite dal lungo sonno sul pavimento di pietra.
Non si aspettava di aver dormito e, a giudicare dalla testa pesante e dai pensieri densi come melassa, anche parecchio.
Sono Jason Thorne e ho diciotto anni.
Sono Jason Thorne, ho diciotto anni e sono un Creatore di Tenebre.
Sono Jason Thorne, ho diciotto anni e sono rinchiuso da giorni, ma non so dove.
Sono Jason Thorne, e voglio uscire.
Il ragazzo seppellí il volto tra le mani, respirando a fondo l'aria viziata di quel posto.
L'odore stantio di quella caverna lo accoglieva sempre, dopo ogni dormita.
Jason, perplesso, annusó più a fondo.
L'odore non era abbastanza forte.
Qualcuno era entrato.
《C'è nessuno?》gridò, la voce stridula come il gracchiare dei gabbiani.
La sua frase risuonó per parecchi istanti, in un'eco profonda e ritmica che gli fece vibrare le ossa, ma nessuno rispose al suo appello.
Provò ancora e ancora, ma il risultato fu il medesimo, finché non si arrese, la gola bruciante come lava.
Uscirò di qui si disse, tornando a stendersi.
Non mi sto arrendendo, perché uscirò. In un modo o nell'altro, tornerò da loro. Da lei.
Distrutto, chiuse gli occhi.
Il freddo del pavimento tornò ad accarezzargli fastidiosamente la pelle scoperta.
L'oceano di tenebra tornò ad accoglierlo fra le sue forti braccia.
Le tre figure nell'ombra, certe che lui fosse di nuovo piombato nell'oblio, se ne andarono silenziosamente, uscendo dalla stanza. Un filo sottile di vento scostó un poco i capelli sporchi di Jason.

Il sole di New York filtrava dalle tende bianche, riverberando dolcemente sul letto e sui vestiti ripiegati, in bell'ordine sulla sedia.
Cat non riusciva a smettere di sfiorare la fiamma rossa, cucita sul lato destro della maglia nera.
Quella notte aveva dormito nella vecchia stanza che aveva occupato prima della Cerimonia della Rivelazione, rimasta praticamente identica alla prima volta in cui vi era entrata.
Stesso armadio in ferro, stesso letto con le coperte tese, stessa vista su Central Park; lei, invece, era molto diversa.
Non erano passati poi così tanti giorni da quando era arrivata lì, completamente sconvolta, spaventata, agitata, ma sentiva di essere irrimediabilmente diversa.
Era decisamente cresciuta, più consapevole di ciò che era.
Sapeva quale era il suo posto nel mondo, e il suo ruolo in tutto quello che stava vivendo.
Avrebbe trovato Jason e la signora Darren, e lo avrebbe fatto insieme ai suoi amici.
La ragazza terminò di preparare lo zaino e uscì in corridoio, sedendosi su una panchina di plastica bianca, in attesa degli altri.
Si ritrovò a pensare ai suoi amici del Castello Rosso, a Jackson ed Emma, che continuavano la loro vita all'isola di Ellidaey. E a Ruby, la sua amica d'infanzia, rimasta a Vancouver e che non aveva più rivisto; i giorni della scuola parevano lontani secoli, così come i pomeriggi con lei al parco.
Invece, nemmeno un mese di tempo.
Un mese, e la sua vita si era stravolta completamente, e lei non sapeva se esserne felice o meno.
Aveva cercato anche di salutare sua madre, ma non vi era riuscita; dopo quel furibondo attacco d'ira contro Jason, Nancy Shelbourd dormiva quasi dodici ore al giorno, imbottita di sedativi. Cat si era limitata a sfiorarle i capelli, pregando silenziosamente per la sua guarigione.
Improvvisamente, la ragazza vide arrivare da lontano tre figure, l'una accanto all'altra. Misty, saltellante con lo zaino viola in spalla, Rebecca, appoggiata ad una stampella di plastica, e Ashton, dietro di lei.
Cat si alzò in piedi e andò loro incontro, con un debole sorriso.
《Allora, siete pronti?》chiese, dando una rapida occhiata alla gamba fasciata di Becca.
Ashton scrolló la testa, evidentemente irritato.
《Mia sorella vuole per forza venire con noi, ma i medici glielo hanno severamente proibito》riferì, aiutandola a sedersi sulla panchina. Il viso di Rebecca si contorse per qualche secondo in una smorfia di dolore, prima di tornare a sorridere.
《Avrete bisogno di me, lo sapete benissimo!》
《Sì, ma sappiamo cavarcela anche da soli!》ribatté suo fratello, incrociando le braccia al petto.
《So che sembra strano dirlo, ma Ashton ha ragione. Non c'è assolutamente nessun motivo per voler venire con noi》affermò Misty, sedendosi accanto al Primo Creatore della Società del Cerchio Eterno. Rebecca sbuffó rumorosamente, affranta.
《Dovete promettere che starete attenti, per tutto il viaggio》
I tre ragazzi annuirono all'unisono.
《E che informerete il Consiglio per qualsiasi cosa dovesse succedere》continuò.
《Ovviamente!》rispose Misty.
《E che non farete scoprire assolutamente nulla agli umani!》
《Sì, Becca, sì. Ogni cosa che vorrai, ma l'importante è che tu rimanga a riposo》tagliò corto Ashton.
《Lo so che sono terribile, ragazzi, ma in verità per me è troppo strano vedervi andar via senza potervi seguire. Sono abituata così, non posso farci nulla!》si lamentó lei, abbassando lo sguardo.
《Lo sappiamo Becca, ma dovrai essere in forze quando dovremo scoprire chi era il mandante dell'attacco. Ancora non è risolto nulla!》tentò di confortala Cat, con un sorriso. La ragazza ricambió e tornò a sollevare lo sguardo, finalmente convinta.
《Ned Wost ci ha detto di partire il prima possibile, e adesso sono quasi le otto. Dove è andato a finire?》esclamò Ashton, controllando il suo orologio da polso.
《Credi che dovremmo aspettarlo? Forse pensa che siamo già in viaggio...》commentò Misty, dubbiosa.
《Non credo. In fondo, doveva darci le ultime direttive prima di partire, no?》domandò Cat, osservando il viso dei compagni.
《Ad ogni modo, qui si sta facendo tardi》
《Ehy, eccolo li!》gridò Misty, indicando il corridoio opposto con il braccio. I tre seguirono la direzione del suo dito indice, e videro arrivare in lontananza la figura alta e scarna del Capo dei Creatori di Tenebre, dritto come un fuso, accanto ad una donna dai capelli corti, neri e lisci, con un lato del cranio completamente rasato.
I due si avvicinarono alla panchina, camminando ad ampie falcate, finché non si pararono di fronte al gruppo.
Gli occhi penetranti dell'uomo squadrarono tutti i presenti, freddi e inquisitori come suo solito.
La giovane donna di fianco fianco a lui sembrava praticamente identica; stessi occhi penetranti, stesso atteggiamento altero, stesso viso pallido. A Cat venne in mente che potesse essere addirittura sua figlia.
《Ragazzi, sono felice di trovarvi tutti qui. Voglio presentarvi Haylees Davidson, membro della Congrega come Creatrice di Tenebre. Haylees vi accompagnerà con la sua grande esperienza, e riferirà direttamente a me. Le affideró il comando della spedizione, e dovrete obbedirle in tutto e per tutto》
Cat si aspettò che la giovane tendesse la mano a tutti loro per presentarsi, ma lei rimase assolutamente immobile, le mani dietro la schiena. Indossava una strana divisa nera che lasciava le braccia scoperte, alti stivali in pelle e una strana cintura, piena zeppa di piccole tasche, sacchetti e contenitori di varie misure. Aveva gli occhi cerchiati di kajal nero, e un piccolo tatuaggio sotto l'orecchio, con il simbolo della Mezzaluna.
Ned Wost le indicò i ragazzi, nominandoli uno per uno, aggiungendo anche la loro Divisione e la loro età.
La ragazza rimase assolutamente impassibile.
Il Capo dei Creatori di Tenebre tossicchió per qualche secondo, prima di proseguire.
《D'accordo. Allora, il piano prevede che voi arriviate direttamente sull'obiettivo tramite un Buco Nero, che verrà aperto personalmente dalla nostra Haylees, essendo l'unica ad aver già visitato il luogo. In seguito, tenterete in qualche modo di penetrare all'interno dell'edificio indicato, ma a questo penserete voi, quando sarete lì.
Tutto chiaro?》
Cat pensò che fosse il peggior piano mai ascoltato, ma preferì tenere quel commento per sé, imitata a ruota da Misty e Ashton.
L'uomo annuì, soddisfatto, e chinò leggermente il capo con aria solenne.
《Allora, andate. Spero che la fortuna possa assistervi, e che possiate adempiere al vostro dovere》
I tre annuirono di nuovo, e Ned Wost li lasciò lì, tornando indietro lungo il corridoio per il quale era venuto.
Senza aspettare altro, Haylees Davidson girò i tacchi e si diresse spedita in direzione delle immense porte a vetri, ingresso principale della Eather Society.
《Ehy! Dobbiamo solamente salutare mia sorella!》gridò Ashton, sorpreso e irritato da quel comportamento. La ragazza non lo udì, o fece finta di non averlo sentito, e proseguì la sua camminata verso l'uscita.
Cat e Misty si affrettarono ad abbracciare velocemente Becca, rimasta per tutto il tempo seduta. Anche Ashton le diede un rapido bacio sulla guancia, prima di correre praticamente dietro alla Creatrice di Tenebre.
《Buona fortuna!》fu l'ultimo grido di Rebecca, prima che i tre attraversassero le porte.
Riversati sulla strada, Cat, Misty e Ashton dovettero individuare Haylees, fortunatamente non troppo lontana, dall'altro lato della strada.
I tre attraversarono immediatamente, incuranti del semaforo verde e dei taxi strombazzanti, correndo dietro alla ragazza. 
Haylees percorse l'intero marciapiede, prima di svoltare a destra in un vicolo cieco, pieno di contenitori dell'immondizia strabordanti. I tre, finalmente,  la raggiunsero, ansimanti per la lunga corsa.
《Cosa diavolo ti è saltato in mente? Stavamo solamente salutando!》gridò Ashton, ancora con il fiato corto, furioso. Misty si asciugó la fronte con il dorso della mano, mentre Cat sentiva i polmoni praticamente in fiamme. Quella ragazza era assolutamente fuori di testa, altrimenti Ned Wost non l'avrebbe mai affidata alla missione. Lo vedeva già ridere sotto i baffi, bevendo vino in quel suo orrendo ufficio polveroso.
Haylees non rispose, limitandosi a chiudere gli occhi e a incrociare le mani, tendendole di fronte a sé.
La Mezzaluna nera sul braccio si illuminò, e così anche quella dietro l'orecchio; Cat non aveva mai visto un Creatore con il doppio Simbolo, nemmeno Westerline Darren.
La guardò ammirata, mentre dalle dita fluiva una sorta di sostanza nera, che rimescoló fino a che non divenne abbastanza grande da far passare una persona.
Poi, in assoluto e religioso silenzio, vi passò attraverso. Trascorse qualche secondo prima che anche Misty, dopo un cenno di assenso di uno sconsolato Ashton, passò attraverso il Buco.
《Vai prima tu, Cat. Starò io di retroguardia, non preoccuparti》disse, indicandole la superficie oscura con la mano.
Cat annuì con un debole sorriso, prima di chiudere gli occhi e varcare anche lei la soglia.

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