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Capitolo 16

Il rumore delle pale dell'elicottero impediva ad altri suoni di penetrare l'interno della minuscola cabina di pilotaggio. Jason, seduto sul sedile del copilota, osservava l'immensità azzurra dell'oceano sotto di loro, onde increspate dal vento e gracchiare degli uccelli. Il pilota, le orecchie coperte dalle cuffie di plastica nere, osservava i comandi e teneva stretto la cloche; l'Occhio viola brillava costantemente sulla sua fronte, e le vene pulsavano sulle tempie. Evidentemente, cercava di mantenere il controllo il più a lungo possibile. Jason distolse lo sguardo e si appoggiò contro il sedile, chiudendo gli occhi. Da quando era arrivata la chiamata ufficiale dall'isola di Ellidaey, il ragazzo non era riuscito a pensare nemmeno per un secondo. Lui, Rebecca e il Capo del Consiglio dei Creatori, Westerline Darren, erano immediatamente partiti alla volta del Castello Rosso, tutti insieme in uno degli elicotteri modificati del Consiglio. Tutti i mezzi di trasporto utilizzati al Palazzo della Eather Society erano guidati da Creatori di Psiche, in modo che potessero modificare a loro piacimento i sistemi di controllo dei mezzi, una delle loro tante peculiarità. Quando era più piccolo avrebbe tanto voluto essere uno di loro.
La fretta era stata tale che la signora Darren aveva potuto unicamente avvertire la Squadra Emergenze del Palazzo, completamente impreparato ad una battaglia vera e propria.
Jason era altrettanto sicuro che né Misty né Ashton erano stati avvertiti dell'accaduto, e non potevano perdere tempo con loro. Il suo Simbolo, la Mezzaluna nera sul collo, pulsava al ritmo del suo cuore, come ogni volta prima di una battaglia. I Creatori di Tenebre mantenevano il sangue freddo durante uno scontro, e possedevano velocità e forza di un vero guerriero.
Sii rapido come l'ombra, 
saggio come il lupo
guizzante come il serpente.
Così ripetevano tutti i giorni, alla Rocca Oscura, la grande fortezza che ospitava la scuola dei Creatori di Tenebre, immersa nelle nebbie della Cornovaglia. Un detto per darsi coraggio prima della battaglia, qualcosa a cui aggrapparsi negli ultimi momenti di pace.
Jason pensava unicamente a Cat; sperava con tutto se stesso che lei stesse bene.
Viva, e il più possibile illesa.
Dopo l'attacco privo di senso che le aveva rivolto Nancy Shelbourd, non poteva farsi odiare anche per non averla salvata.
Finalmente, il profilo verde smeraldo dell'isola fece capolino in mezzo al freddo mare islandese, le mura ancora lontane del Castello Rosso.
《Siamo arrivati》annunciò Westerline Darren, seduta dietro di lui accanto a Becca. La donna, i capelli stretti in una crocchia frettolosa, osservava attentamente la superficie.
Ma, purtroppo, non era necessario notare che c'era qualcosa di strano. Lungo il versante est e ovest dell'isola, si innalzavano enormi colonne di fumo nero.
Figure minuscole di persone combattevano l'una contro l'altra, mentre grosse forme scure sputavano fuoco o schizzavano liquidi nerastri.
《Creature...》borbottó il Capo dei Creatori.
《Ma...come è possibile? Non si possono varcare le Barriere senza autorizzazione! 》esclamò Rebecca, incredula.
《Evidentemente, hanno trovato una altro modo. Ma ci penseremo dopo. Adesso è ora di combattere》

《Cosa pensi stiano facendo?》chiese Misty, mordicchiandosi l'unghia del pollice della mano destra. Ashton, una lattina di aranciata di fronte agli occhi, scosse la testa, senza alzare lo sguardo.
Jason e sua sorella Rebecca erano via già da parecchie ore; Becca doveva andare al Palazzo del Consiglio per essere messa al corrente delle novità riguardo alla condizione di Nancy Shelbourd. Jason, invece, era scomparso come suo solito.
Da tutti gli anni che lo conosceva, il giovane Creatore di Tenebre si era sempre comportato in quel modo.
Lo ricordava come se fosse ieri, il giorno in cui Jason entrò nella sua vita.
Lui aveva sette anni, e sua sorella dodici; due bambini che vivevano in una villetta a due piani in un sobborgo londinese.
La loro madre gestiva la Società del Cerchio Eterno allora, in seguito alla morte del padre. La sede della Società era il luogo dove passavano la maggior parte del tempo, dopo la scuola, per frequentare le vere lezioni; tutto ciò che un Creatore doveva conoscere.
Un freddo giorno di metà novembre, qualcuno suonò il campanello della Sede.
La mamma era andata ad aprire e, incredula, si era ritrovata di fronte un piccolo bambino, biondo e ben vestito, dalla pelle candida come porcellana.
Ashton, aggrappato alla gonna di sua madre, aveva osservato attentamente il viso del nuovo arrivato. Una curiosità irrefrenabile e reciproca li aveva subito legati, e i due bambini si erano guardati negli occhi per qualche secondo, come giovani cuccioli che non sanno se contendersi le attenzioni della madre o limitare ad osservarsi ancora, indecisi.
《Chi sei tu, piccolino?》aveva chiesto sua madre, con la sua voce dolce.
《Sono Jason Thorne, sono un Creatore e voglio essere ammesso in questa Società.》aveva risposto lui, quasi sussurrando.
Da quel giorno, Jason era rimasto con loro, praticamente adottato da sua madre. Il piccolo, smunto ragazzino, era diventato quasi adulto; avevano fatto insieme la Prova della Rivelazione, passando sotto l'Arco. Creatore di Acqua l'uno, e di Tenebre l'altro.
Nonostante tutti quegli anni sotto lo stesso tetto, sentiva ancora di non conoscere veramente Jason. Cosa nascondevano i suoi occhi blu notte e il suo passato dimenticato?
Ashton non gli aveva mai chiesto nulla sulla sua vera famiglia e da dove provenisse, per quale motivo era stato costretto ad abbandonare tutto.
E nemmeno Jason sembrava disposto al dialogo, così che i due restavano sconosciuti l'uno all'altro. Misty, invece, a differenza di Jason, era stata regolarmente assunta in Società.
Quando la loro madre aveva deciso di abbandonare il comando, Becca aveva deciso di riformare completamente i dipendenti della Società del Cerchio Eterno, trasferendo addirittura la sede principale da Londra a Vancouver. Nel suo ambizioso progetto, la Società sarebbe dovuta essere l'insieme di Creatori migliore del mondo, con rappresentati validi di ogni Divisione. Il caso volle che fu proprio Westerline Darren, all'epoca unicamente Capo dei Creatori di Psiche, a indicarle come possibile membro la giovane e promettente Misty.
Era colei che aveva i voti più alti alla Fortezza di Pietra, riuscendo a superare tutte le difficilissime prove che rendevano celebre quell'addestramento.
E così era nata l'odierna Società e, appena Ashton ebbe terminato i suoi studi, poté unirsi a sua sorella nella gestione del gruppo.
La domanda di Misty lo scosse violentemente dai suoi pensieri, e il ragazzo la guardò, stralunato.
《Cosa?》
La giovane Creatrice l'osservó attentamente, appoggiando la tazza del tè sul tavolo.
Dal lato dell'unghia del pollice di Misty una goccia di sangue macchió la superficie in quercia, ma la ragazza non vi badó.
《Ho chiesto se potessi avere idea di cosa stiano facendo Becca e Jason》
《Becca starà controllando la situazione, sai come è fatta. E nel caso della mamma di Cat, la situazione è tutt'altro che tranquilla》
Ashton alzò la testa, bevendo l'ultimo sorso dalla lattina e asciugandosi la bocca con il dorso della mano.
《Quanto a Jason, sarà una delle sue solite fughe. Ricomparirá presto, come ogni volta. È impossibile fare affidamento su di lui》
《Non essere così cattivo! Ci ha aiutato spesso, lo sai》rispose Misty, con il suo solito tono bonario.
A volte, Ashton pensava che non ci fosse nessuno, assolutamente nessuno sulla faccia della terra, che potesse guadagnarsi l'odio di quella ragazza.
Misty era sempre calma e riflessiva, mai arrabbiata o nervosa; manteneva quel suo straordinario autocontrollo anche in battaglia, dove le era più utile.
Chissà se provava odio o rancore verso qualcuno, coltivando quel sentimento in silenzio...
《Sono preoccupata però. Soprattutto per Becca...non si è fatta sentire nemmeno una volta, e sono già parecchie ore che è via!》
Misty si alzò dalla sedia e prese a camminare nervosamente per la stanza, lasciando le impronte dei suoi piedi nudi sulle piastrelle.
《Non c'è niente di cui preoccuparsi, ricomparirá come sempre》provò a parlare lui, già innervosito da quell'ansia.
《Provo a chiamarla al cellulare》
Misty corse dall'altro capo della stanza e afferrò il cordless, digitando in fretta il numero e portando il telefono all'orecchio.
Restó ferma in quella posizione per qualche secondo, prima di premere il bottone rosso.
《Il suo cellulare è spento》annunciò, le guance pallide.
《Beh, questo è strano. Mia sorella non spegne mai il telefono》borbottó Ashton.
Ed era vero, non era mai accaduto che Rebecca si rendesse irreperibile a tutti, e non era certo un buon segno.
《Forse dovremmo provare a chiamare il numero della Eather Society e chiedere di lei》propose Ashton.
Misty lo guardò, le sopracciglia aggrottate.
《Si può telefonare alla Eather solamente tramite un numero per gli umani, al quale risponderebbe una segretaria umana. L'unico modo per comunicare con i membri del Consiglio è mandare un Emissario》
《Puoi mandarne uno tu?》chiese Ashton, osservandola. Misty socchiuse per un attimo gli occhi, intimandogli di stare in silenzio.
Poi, furiosa, gettò il telefono sul divano dell'angolo.
《Non succede niente, non riesco a canalizzare l'energia.》
Ashton si alzò dalla sedia e si mise al centro della stanza, intrecciando le dita fra loro.
Sull'avambraccio destro, la familiare Goccia non comparve, nonostante la concentrazione.
《Come è possibile? 》esclamò Ashton, incredulo.
Misty non rispose, ma corse alla sua scrivania, aprendo tutti i cassetti in cerca di qualcosa.
Poi, finalmente, trovò ciò che cercava; un piccolo sasso, color viola brillante, le scintillava in mano.
Ogni Creatore poteva aumentare la sua capacità di caricarsi di energia tramite alcune pietre, diverse per ogni Divisione, che potevano fungere da antenne dimensionali per condurre l'energia.
Ashton poteva udire la sua vecchia insegnante di Riva delle Acque, con le sue tediosissime spiegazioni, annoiarlo per intere giornate. Ma si poteva tentare.
Misty, con l'ametista stretta nel palmo della mano destra, si sedette sul pavimento, incrociando le gambe.
Richiuse gli occhi, ma nessuna luce fuoriuscí dal suo palmo, né l'Occhio fece la sua comparsa nel mezzo della fronte.
Non accadde assolutamente niente.
《Non è possibile! Non può essere》gridò Misty, quasi in preda al panico.
《Ci deve essere qualcosa che blocca il flusso energetico e ci impedisce di formare un Emissario》rifletté Ashton, prendendosi la testa fra le mani.
《Ma non c'è niente che possa bloccare un tentativo di raccogliere energia, non...》
《Non cosa?》
Ashton rialzó la testa per guardare Misty, ma lei aveva gli occhi fissi nel vuoto.
《Misty? Che succede?》esclamò, scuotendola per le spalle.
《Ashton, prendi...prendi le armi》sussurrò, immobile.
《Le armi? Cosa dici, perché dovrei prenderle?》rispose Ashton,  sempre più confuso.
《È...è qui sopra》continuò lei, immobile come una statua di sale.
《Che cosa...》stava per rispondere il ragazzo, ma Misty gli fece un piccolo, minuscolo cenno con il dito.
Ashton alzò gli occhi.
Un grosso, orribile essere dalla pelle squamosa e dagli occhi vitrei, li osservava appeso al muro.
La testa, voltata in maniera innaturale a trecentosessanta gradi, li osservava, annusandoli con le grosse narici da rettile.
Era cieco.
Era una Creatura.

Jason scattò in avanti, tagliando di netto una delle quattro teste di una Creatura gelatinosa, balzando dall'altro lato.
Rebecca, con una lama di luce brillante, aveva appena infilzato uno dei mostri all'altezza del cuore, lasciando che la carcassa puzzolente si abbandonasse su fascio di luce che stringeva nella mano destra.
La ragazza si spostò di lato e ne richiamó un'altra, che si materializzó prontamente fra le sue mani.
Dall'altro lato della radura Westerline Darren, con la sola forza del pensiero, scagliava grossi massi dalla costa contro i crani di molte Creature, facendone strage. La donna, addirittura, levitava di qualche spanna da terra, l'Occhio viola dei Creatori di Psiche che brillava vivido come una stella.
Al di là del punto in cui si trovavano, qualche Creatore di Acqua innalzava enormi ondate dalla scogliera, indirizzandole verso branchi numerosi di Creature; le loro grida mentre annegavano era il suono migliore del mondo per le orecchie di Jason.
Il ragazzo si beava anche delle membra annerite e fumanti delle Creature uccise dai Creatori di Fuoco; Amber Heist, rossa e fiammeggiante in mezzo al caos, dava sfogo del suo potere con immense e brucianti lingue di fuoco, che lambivano ogni minima traccia dei mostri.
In mezzo al caos della battaglia, Jason aveva ripetutamente voltato la testa in ogni direzione, cercando un particolare viso in mezzo ai combattenti.
Sperava, in cuor suo, di poter vedere una ciocca dei suoi capelli neri o l'angolo delle sue labbra.
Ma di Cat nessuna traccia.
Non poteva disturbare gli altri dal combattimento; ogni Incanto richiedeva concentrazione massima, e una distrazione poteva essere fatale.
Il giovane Creatore decise di farsi spazio fra la battaglia, per poterla cercare meglio.
Era un continuo difendersi e attaccare, e per ogni passo che faceva veniva rimandato indietro di altri tre.
La quantità di Creature era spropositata, un vero attacco ben congeniato.
E quei mostri non ragionavano, seguivano solo l'istinto della fame e della furia, privi di qualunque schema o obiettivo da perseguire.
Per cui, qualcuno doveva averli guidati.
Quella strisciante certezza si insinuó nel cuore di Jason mente  continuava a cercare Cat.
Le grida delle Creature mentre morivano non gli erano più di conforto, e udiva unicamente il suo cuore martellargli insistentemente nel petto e il respiro farsi sempre più affannoso; lui non era mai agitato in battaglia.
D'istinto, strinse il piccolo frammento di ossidiana attraverso il tessuto spesso dei pantaloni, una specie di portafortuna dal quale non si separava mai. L'ossidiana era una pietra che poteva aiutare un Creatore di Tenebre in battaglia, ma poteva anche calmarlo.
Jason restò fermo per qualche secondo, unicamente il tempo che gli serviva per recuperare un po' di fiato.
Il ragazzo iniziò la salita verso il Castello Rosso, lasciandosi la battaglia alle spalle.
Probabilmente, i Creatori di Fuoco non ancora addestrati erano stati messi al sicuro in qualche stanza sotterranea del castello, nascondendoli alla battaglia e ai pericoli. Sicuramente, anche Cat era lì sotto.
La salita era terribilmente difficile; ogni due metri si imbatteva in nuove Creature desiderose di assaggiare la sua carne, e ogni volta il ragazzo era costretto a difendersi.
Le forze erano sempre di meno, e Jason sentiva che presto sarebbe crollato.
Dopo aver abbattuto a fatica una Creatura di forma simile ad una piccola lince, il giovane Creatore aveva proseguito quella che sembrava una scalata immensa e faticosa, incespicando sui ciottoli ad ogni passo.
Un'improvvisa fitta di dolore alla coscia sinistra lo costrinse a fermarsi; un profondo taglio, che arrivava al ginocchio, gli aveva squarciato i pantaloni e la pelle che c'era sotto.
Il sangue aveva già iniziato a macchiare i piccoli sassi bianchi, e la vista di Jason cominciava già ad annebbiarsi.
Il taglio pulsava insopportabilmente, rendendo un'impresa anche semplicemente zoppicare.
Era arrivata la sua fine.
Il ragazzo si lasciò cadere in mezzo al sentiero, graffiandosi i palmi delle mani nella caduta.
Si sentiva come un lupo ferito durante una lotta con un altro compagno che, abbandonato dal branco, restava sdraiato nel sangue in attesa della morte.
Era solo e ferito, gli altri Creatori combattevano nella piccola valle sottostante, e nessuno sapeva dove fosse intenzionato ad andare.
Moriva solo, sentiva già il veleno degli artigli della Creatura entrargli nelle vene, e sapeva che presto sarebbe arrivato al cuore.
Tutto questo per nulla, non aveva nemmeno fatto ciò che desiderava fare.
Non aveva rivisto chi desiderava rivedere.
Jason alzò per l'ultima volta la testa, e quel gesto bastò per veder arrivare un'enorme Creatura, simile ad un orso, con corna di cervo e zanne mostruosamente lunghe fuoriuscire dal muso.
L'essere ringhiava e annusava l'aria, cercando la fonte di quel dolce sapore che sentiva già in gola.
Jason sapeva che annusava l'odore del suo sangue.
Sapeva che ci avrebbe messo molto poco ad individuarlo.
Il muso della Creatura, colante bava trasparente, si avvicinava sempre di più, e con una zampa arrivò addirittura a calpestargli una manica.
La Creatura emise un ruggito soddisfatto e alzò la zampa, pronto a scagliarla con foga contro la testa di Jason.
Il ragazzo chiuse gli occhi.
Il grido perforante della Creatura gli rimbombó nelle orecchie, e lo indusse a riaprire di nuovo gli occhi.
La pelliccia marrone del mostro aveva preso fuoco come erba secca, divampando di una forza talmente travolgente da non poter affatto essere naturale.
La Creatura brillava come una cometa, e Jason restò a guardare come, dalla pelliccia, il fuoco lambí la carne e i muscoli del mostro, arrivando alle ossa.
Il grido di agonia della Creatura diventò un disperato mugolio quasi di perdono, mentre moriva in meno di mezzo minuto.
Jason non aveva mai visto nulla del genere.
Qualcuno si era accorto di ciò che gli stava succedendo, molto probabilmente Amber Heist lo aveva visto e lo aveva aiutato.
D'istinto, Jason alzò la testa oltre la carcassa fumante del mostro, vincendo per qualche istante il dolore.
Il suo salvatore fu l'unica immagine che ebbe prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi all'oceano nero di dolore che lo reclamava.
Una ragazza dai lunghi capelli neri, la mano destra avvolta da fiamme che non la bruciavano, un taglio accanto ad un sopracciglio, lo sguardo determinato e coraggioso.

Cat


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