Capitolo 15
Cat tenne strette fra le dita guantate i lembi del pesante mantello di lana rosso, svolazzante al furioso vento che scuoteva le onde.
L'odore di sabbia e sale imperversava nella baia, e in lontananza il mare in tempesta si univa con il cielo grigio e carico di nuvole. Poco più in là della linea d'orizzonte, lo scafo metallico di una nave, unico scorcio di civiltà visibile, sfiorava appena la superficie del mare.
Dietro di lei le imponenti mura di pietra del Castello Rosso, le finestre chiuse per non far entrare il freddo e gli stendardi che garrivano in aria, memori di tempi antichi e gloriosi, svettavano meravigliosamente, solitarie costruzioni dell'isola.
La ragazza era uscita dopo la fine delle lezioni, con il blocco di fogli e i carboncini sottobraccio, apparentemente per ritrarre le onde all'esterno dell'isola, in realtà per restare un po' sola.
Jackson non si era visto dalla sera precedente, mentre Emma si era ritirata in camera sua dopo la fine delle lezioni. Cat era uscita subito, senza nemmeno togliersi la divisa.
La sera del suo arrivo, dopo cena, Amber era venuta in camera sua, portandole di persona due divise, un mantello e un paio di scarpe nere eleganti, più adatte delle sue scarpe da ginnastica.
《Come avrai notato, qui al Castello i ragazzi devono indossare una divisa per le lezioni. Questa è la tua, così potrai cominciare subito》le aveva detto, entusiasta.
E difatti per Cat erano iniziate da subito, già il giorno dopo.
La sveglia era suonata per tutti alle sette poi, giusto il tempo di indossare la divisa e lavarsi i denti, erano scesi nella Sala dei Ritratti per la colazione; latte caldo e cereali, nulla a che vedere con i bagel caldi con il formaggio che era solita mangiare a Vancouver.
Ma purtroppo, nulla era come a casa.
Più di tutto le mancava sua madre, e l'idea di non saperne ancora niente la stremava. Non sapeva a chi chiedere e, quando aveva domandato ad Amber se sapesse qualcosa, lei aveva scosso tristemente la testa, confermando ciò che Cat sapeva già; nessun miglioramento per sua madre, il che significava nessun risveglio.
Per fortuna, non aveva molto tempo per pensare cose tristi o deprimersi; nel Castello le attività fremevano.
Lezioni di ogni sorta si alternavano per cinque ore ogni mattina e per quattro il pomeriggio.
Il primo giorno aveva assistito alla lezione introduttiva di Arti Alchemiche, Incanti di Fuoco e Previsioni, tre delle materie che dovevano studiare. L'insegnante, Mrs Olschkiz, aveva insegnato loro le tecniche di base per la preparazione del cerchio alchemico, ordinando loro di impararle a memoria per la lezione successiva. Era stato al tempo stesso interessante e bizzarro per Cat, che non poteva affatto immaginare di poter studiare cose simili. Dopo il pranzo, la ragazza aveva deciso di uscire un po' per recarsi alla baia ad ammirare le onde, prima di rientrare per le due ore di studio obbligatorio in biblioteca. Aveva spalancato il pesante portone del castello ed era sgusciata fuori, percorrendo il sentiero di ciottoli bianchi col cappuccio sui capelli.
Lo stridente verso dei gabbiani si mescolava con il rumore del vento e delle onde, una musica talmente bizzarra e incantevole da renderla rilassata, calma.
La prima notte al Castello Rosso l'aveva passata girandosi e rigirandosi nel letto, nonostante la comodità del materasso imbottito. Il rumore del mare era un sottofondo rilassante, così come il frusciare della stoffa degli stendardi, appesi sulle torrette. Aveva chiuso gli occhi dopo molto tempo, e subito aveva sognato.
Quella notte aveva sognato Ashton.
Lo vide chiaramente davanti a sé, così vivo da sembrare reale; gli occhi verdi come il prato dell'isola, i capelli marroni, troppo lunghi. Il sorriso perfetto, aperto e sincero come lo ricordava.
《Mi manchi tanto Cat》le aveva detto, un sorriso triste sulle labbra.
《Anche tu mi manchi...davvero, non credo di aver mai sentito così tanto la mancanza di qualcuno》aveva risposto lei, senza assolutamente pensarci. Mai avrebbe avuto il coraggio di dirgli davvero quelle cose.
《Vorrei che tu fossi qui con me. Sai, è terribile senza di te》gli aveva risposto lui, lo sguardo adorante.
Cat lo aveva osservato, perplessa. Per quale motivo le diceva tutte quelle cose? E, proprio nell'esatto istante in cui pensò quella frase, l'immagine di Ashton si frantumó come uno specchio, lasciandola sola in una stanza buia.
Si era risvegliata, sudata e con il respiro affannato. Si era fatta la doccia, asciugata i capelli e aveva indossato la divisa, il tutto cercando di calmare il ritmo del respiro.
Era la prima volta che lo sognava, escludendo i sogni della fuga che aveva fatto per molti mesi, ma che erano completamente scomparsi dopo tutto quello che era successo.
Aveva deciso di accantonare quel sogno durante la mattinata, dedicata alle lezioni, e non ci aveva più pensato fino a quel momento.
Cat si sedette sull'erba, osservando il mare in lontananza e lasciando che il vento le scompigliasse i capelli. Socchiuse gli occhi.
《Stai dormendo per caso?》
Cat sobbalzó, spaventata, voltandosi verso la voce che le aveva parlato.
Di fronte a lei, in piedi, c'era Jackson. Il ragazzo portava la giacca aperta e la cravatta allentata, senza nessuna sciarpa o mantello. Cat si sorprese a non guardarlo tremare.
Si lasciò cadere accanto a lei, allungando sull'erba le gambe.
《Tutto bene?》chiese, osservandola da dietro gli occhiali.
Cat fece un piccolo sorriso, annuendo.
《Sì, tutto bene. Ero venuta qui per stare un po' da sola...》rispose. Jackson spalancò gli occhi.
《Oh, ok. Mi dispiace essere venuto a disturbarti.》disse, facendo per alzarsi.
《No, non preoccuparti, non mi disturbi!》esclamò Cat, fermandolo.
《Sei sicura? Posso rientrare, non mi offendo》
《No, sta tranquillo》disse, sorridendo. Anche Jackson sorrise, e si sedette di nuovo accanto a lei.
《Questo posto è straordinario, non credi?》disse, guardando la superficie increspata del mare.
Cat, stretta nella lana rossa del mantello, osservò un gabbiano planare fra le onde e uscirne di nuovo, con un pesce guizzante nel becco. Il sale le screpolava le labbra e le seccava l'epidermide, ma non le interessava poi molto.
《È un posto strano per costruirci un'accademia per Creatori di Fuoco, non credi?》chiese, senza distogliere lo sguardo. Jackson la osservò, pensieroso.
《Che intendi?》
《Credevo che dovesse essere costruito attorno ad un vulcano, o qualcosa del genere》rispose lei.
《 L'Islanda è famosa per il suo territorio zeppo di vulcani, nonostante sia solo un'isola. E per le sue aurore boreali》
《Hai sul serio visto un'aurora boreale?》esclamò Cat, guardando il compagno. Aveva visto solo immagini delle aurore boreali, e avrebbe tanto voluto vederne una dal vivo.
《Sì, l'inverno scorso. Se vuoi potremmo guardarne una insieme quando si ricreerá il fenomeno. Potremmo invitare anche Emma》propose lui, entusiasta.
《Sarebbe magnifico!》esclamò Cat di rimando, sorridendo.
《Fantastico allora! Chiederò alla preside Heist quando potremo farlo》
《È un'ottima idea》sentenzió Cat, felice.
《Già. Ma...ehy, che sta succedendo?》
Jackson si era voltato verso il castello, alzandosi immediatamente in piedi. Cat, preoccupata, lo imitó e si mise accanto al ragazzo, in piedi.
《Che cosa...》stava dicendo Jackson, ma il resto della frase gli morì in gola.
Cat si portò le mani alla bocca, cercando di non urlare.
Il sole di fine novembre irradiava i suoi pallidi raggi attraverso il vetro del Palazzo del Consiglio. Mentre aspettava, seduto su una sedia di metallo in sala d'attesa, Jason Thorne guardava distrattamente il traffico veloce della Grande Mela. Il ragazzo, in jeans scuri e maglietta nera, giocherellava senza motivo con l'anello che portava al dito della mano destra, su cui era incisa una piccola luna.
Rebecca Bate, il Primo Creatore della Società del Cerchio Eterno, era dentro l'ufficio del Capo dei Creatori per parlare con Westerline Darren. Era arrivata una telefonata a Vancouver direttamente dal Consiglio, con la quale richiedevano la presenza di Becca nella loro sede. Stando a quanto aveva detto loro, la mamma di Cat si era risvegliata.
Rebecca non aveva perso tempo e si era affrettata ad aprire un Buco Nero per arrivare fin lì, e lui l'aveva seguita, nonostante il suo rifiuto. Ashton e Misty, invece, erano rimasti alla Villa per continuare le indagini.
Rebecca era dentro da quasi mezz'ora, e Jason stava iniziando a stancarsi. Improvvisamente, la porta dell'ufficio si aprì, e ne uscirono due donne. Becca e Westerline Darren, entrambe divise fra la felicità e il dubbio, lo guardavano.
《Ah, il giovane Thorne... non sapevo fosse venuto con te》esclamò il Capo del Consiglio, squadrandolo da capo a piedi.
《Sì, signora Darren. È Jason, uno dei miei migliori Creatori》disse Becca, le guance rosse per la rabbia trattenuta. Jason chinò leggermente il capo, e Westerline Darren mosse quasi impercettibilmente il suo.
《Vogliamo andare, Rebecca? È ora di assistere a ciò per cui ti ho chiamata》
《Certamente, signora Darren》
《E anche tu, ragazzo. Se sei venuto fin qui contro la volontà del tuo Capo di Società vale la pena che tu veda fino in fondo》
Rebecca sussultó, ma non disse niente, limitandosi a fulminare Jason con lo sguardo. I tre percorsero uno degli infiniti corridoi della sede della Eather Society, entrando nel grande ascensore di vetro che mostrava tutti e quattro i piani dell'edificio. Dal terzo piano, dove si trovavano, scesero al primo e, ancora più sotto, al piano contrassegnato come -1.
Jason non era poi così sorpreso; era normale che il palazzo della sede ufficiale di tutto il loro governo possedesse zone off limits. Molto probabilmente, aveva piani accessibili unicamente al Capo del Consiglio. Le porte di metallo si aprirono con una leggera musica di sottofondo, e i tre piombarono in un piano molto diverso da tutti gli altri. Pareti di metallo spesso, imbullonati tra loro, con poche finestre chiuse da vetri antiproiettile. Gruppi di persone in camice bianco o addirittura con mascherine di plastica, camminavano per il corridoio, entrando da una porta e uscendone da un'altra.
Westerline Darren si incamminó con fare regale; la spilla con inciso il Simbolo era abbastanza per dimostrare la sua autorità.
La donna dai capelli striati di grigio li condusse verso una piccola porta, anch'essa di metallo, con accanto una finestra dal vetro spesso.
《Eccola. Saranno circa quattro o cinque ore da quando si è svegliata. Ci è voluto un po', ma alla fine ci siamo riusciti》sussurrò la donna, osservando attraverso il vetro l'occupante della stanza.
Quando anche Jason si sporse per guardare, vide una donna sdraiata in un letto.
Aveva entrambe le braccia fuori dalle lenzuola, collegate a macchine e a monitor; la sua somiglianza con Cat era incredibile. Gli occhi color del cielo, nonostante qualche ruga, brillavano luminosi, e i capelli neri, raccolti in una treccia morbida, sembravano fili di pece bollente.
L'azzurro pallido di quegli occhi erano qualcosa di molto simile al celeste delicato di quelli di Hannabel.
Jason ricacció nel profondo della mente quel pensiero.
《Posso chiedervi come è stato possibile? Da ciò che avevo capito, Nancy Shelbourd ha subito un Incanto Superiore, non reversibile se non da parte di colui che lo ha lanciato》disse Becca, torturandosi una ciocca di capelli biondi sfuggita alla coda.
《Era inizialmente anche la nostra opinione. Ma, dopo molte visite e l'intervento della Congrega, siamo giunti alla conclusione che non si trattava di un'Incanto, bensì di un'antica pozione》rispose Westerline Darren, la fronte aggrottata.
《È stata coinvolta anche la Congrega?》chiese Jason, senza potersi frenare. Il Capo del Consiglio lo guardò negli occhi.
《Cosa sai della Congrega, ragazzo?》
Jason non si lasciò intimorire.
《È una speciale Società, formata dai più potenti ed esperti Creatori, votata al servizio unicamente del Consiglio》
Westerline Darren alzò un sopracciglio, sorpresa.
《Vedo che la Rocca Oscura vi istruisce bene. Sì, è esattamente ciò che hai definito. Ma c'è di più. Essere membro della Congrega significa poter accedere a tutti i più antichi testi mai tramandati, custoditi nella leggendaria Biblioteca del Palazzo di Cristallo. Poter conoscere ogni tipo di pozione, Incanto e rito mai eseguito da un Creatore, conoscenze che farebbero impallidire molti. E i membri stessi pagano quasi con la vita la loro sete di sapere》
《Devono rinunciare a ciò che rende più felice una persona.》sussurrò Jason.
《All'amore, sia esso romantico che familiare》completò la donna, continuando a guardarlo.
Una giovane ragazza in camice bianco uscì dalla stanza della madre di Cat, chinando la testa di fronte ai tre. Stringeva in mano una cartellina con alcuni fogli fissati, dal quale pendeva un filo con una penna. Jason non poté fare a meno di notare le minuscole margherite disegnate sulle sue unghie.
《Signora Darren, può entrare. La stanza è stata preparata e la paziente è stata messa al corrente del vostro arrivo. Potete entrare quando volete》
《Grazie, entreremo subito. Puoi lasciarci》rispose la donna, sbrigativa.
La giovane infermiera fece un altro inchino e se ne andó, non prima di aver lanciato un'occhiata furtiva a Jason.
《Bene, allora entriamo. Restate in silenzio finché non lo dirò io. Non so ancora come potrà reagire alla vista di persone estranee》disse, mettendo la mano sulla maniglia. Becca e Jason annuirono all'unisono, seguendola all'interno.
La stanza era completamente bianca, priva di ulteriori abbellimenti oltre al letto, agli strumenti di controllo e ad una sedia di plastica verde. Nancy Shelbourd stava sfiorando un piccolo ciondolo portafoto appeso al collo, aprendolo e chiudendolo distrattamente. Sembrava assolutamente ignara della presenza di ben tre persone nella stanza.
Westerline Darren prese posto sulla sedia e guardò la paziente, che continuava imperterrita ad osservare la foto contenuta nel ciondolo.
《Signora Shelbourd? Sono Westerline Darren. Sono venuta qui per assicurarmi che tutto vada per il meglio》esordì, scandendo lentamente ogni parola.
La donna pareva non ascoltarla; borbottava qualcosa di apparentemente incomprensibile, senza distogliere lo sguardo dalla foto.
《Signora Shelbourd? Mi ascolta?》
Gli occhi della mamma di Cat non si sollevarono nemmeno per un istante.
《La prego, può ascoltarmi?》
《Dovresti toglierti quei vestiti sporchi, Matthew. La piccola potrebbe farsi male》disse all'improvviso Nancy Shelbourd, continuando a guardare la foto.
I tre, increduli, si guardarono; cosa volevano dire quelle parole?
Rebecca stava per dire qualcosa, quando Westerline Darren la zittí con un gesto.
《Matthew, porta fuori la bambina, ma non sotto il sole. Si è sporcata la bocca di gelato... Oh, Cat, sei proprio una pasticciona!》
Nancy Shelbourd scoppiò a ridere e, improvvisamente, parve finalmente accorgersi della presenza dei tre.
《Buongiorno, signora Darren. C'è Cat qui con voi? La mia bambina...mi manca così tanto》
《Presto verrà a trovarti, non ti preoccupare. Tu stai meglio?》rispose il Capo del Consiglio, il viso ansioso. Jason poteva quasi udire il battito accelerato del cuore di Rebecca.
《Oh...sì, ma ho un gran dolore alla testa. Cosa è successo?》chiese la donna, staccando finalmente gli occhi dal ciondolo. Per un attimo, Jason vide la fotografia di una bambina dai capelli neri. Sicuramente Cat.
《Hai dormito per qualche tempo, ma ora è tutto passato》
Westerline Darren fece per prenderle le mani, ma la donna si ritrasse come presa da una scossa elettrica. Guardava dietro la signora Darren, gli occhi spalancati.
《Tu...che ci fai tu qui?》esclamò, gli occhi pieni di terrore. Jason impiegó un'istante per capire che si rivolgeva a lui.
《È un ragazzo, un nostro allievo》si intromise Rebecca, spaventata.
《No, no! Deve andare via, è lui è lui!》gridò Nancy Shelbourd, ritraendosi ancora di più da loro.
《Cos' è lui, Nancy? È solo un ragazzo》esclamò Westerline Darren, sorpresa e atterrita.
《Va via! Va via! Va via!》urlò la donna, scalciando via le coperte cercando di alzarsi. Le sue mani si slanciarono in aria nel tentativo di artigliare il viso di Jason, ma Rebecca lo spinse via con forza.
《Va via, essere schifoso, va via!》continuò ad urlare. Westerline Darren aggrottó violentemente la fronte; dai lati del letto uscirono fuori spesse strisce di tessuto, che andarono ad avvolgersi attorno alla vita sottile di Nancy Shelbourd. Il simbolo dei Creatori di Psiche, l'occhio viola, brilló per un'istante sulla fronte del Capo del Consiglio.
La mamma di Cat continuava ad urlare e a tentare di alzarsi, ma le fasce di contenimento le impedivano di alzare il busto più di qualche centimetro.
《Usciamo fuori di qui》borbottó la donna. Rebecca e Jason ubbidirono all'istante, slanciandosi fuori in corridoio.
Westerline Darren uscì anche lei, chiudendosi la porta alle spalle.
《Cosa è successo? Perché si comporta così?》esclamò Rebecca, lo sguardo terrorizzato.
《Non ne ho idea, ma dobbiamo scoprirlo...dovrò richiamare qualche membro della Congrega, io》
《Signora Darren, signora Darren!》
La segretaria della reception corse verso di loro, arrancando sui tacchi alti. Il suo sguardo, però, tradiva il terrore più puro.
《Cosa succede ancora?》esclamò la donna, voltandosi verso la ragazza.
《Signora Darren...il castello...il Castello Rosso...》rispose, il fiato corto.
《Cosa è successo al Castello Rosso?》chiese Jason, già preoccupato. Il Castello era dove stava Cat.
La giovane lo guardò stravolta.
《È stato attaccato. È il caos più totale, non possiamo inviare Emissari...》
Il cervello di Jason ci mise qualche secondo per recepire la notizia, tanta era la sorpresa. Poi, quando capì, impallidí.
Westerline Darren, lo sguardo tremante, cercò di mostrarsi ferma e decisa.
《Manda qualcuno ad occuparsi di Nancy Shelbourd e prepara immediatamente un aereo. Partiremo subito》
《Partiremo?》domandò Rebecca, sempre più confusa.
《Sì》rispose la donna.
《Voi verrete con me》
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro