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Capitolo 14

Le luci tenui della Sala dei Ritratti illuminavano i lunghi tavoli di legno. I pesanti tendaggi rossi scendevano ai lati di ampie finestre, che davano direttamente sulla baia; una tempesta infuriava all'esterno, e il mare si dibatteva con forza sulla scogliera. Cat percepí subito il delicato calore emanato da un camino di pietra, sulla parete di fondo della lunga stanza. I ritratti, attaccati in cornici dorate, osservavano i commensali con i loro occhi dipinti ad olio.
Le due ore precedenti Cat le aveva passate sistemando le sue cose nell'armadio e cercando di dare un'aria più familiare alla stanza. Non leggeva da molto tempo, e moriva dalla voglia di tenere un libro fra le mani.
Aprendo i cassetti della scrivania, aveva trovato un blocco di fogli bianchi, delle matite e delle penne a scatto, oltre ad una scatola di metallo contenente dei colori a cera e dei carboncini.
Tutto il necessario per disegnare, e il paesaggio meraviglioso fuori dalla finestra invitava a ritrarlo.
Cat si ripromise di farlo e, aprendo un'altra porta, si ritrovò in un piccolo ma accogliente bagno.
La ragazza aveva fatto una doccia e si era cambiata, indossando un paio di jeans e una maglietta presi dallo zaino. Ai piedi aveva indossato dei calzini e un paio di scarponcini marroni, altro dono di Amber e dei membri del Consiglio. Si era pettinata i capelli neri e li aveva stretti in una treccia lungo la schiena. Quando aveva terminato di prepararsi, si era seduta sul letto e aveva osservato il tempo mutare fuori dalla finestra. Il sole era sceso e le tenebre avevano lentamente racchiuso il cielo, assieme a grosse nuvole grigie, cariche di pioggia. Qualche minuto dopo, i vetri vennero sferzati dalle gocce d'acqua, e le onde dell'oceano divennero molto più violente.
Rabbrividendo, Cat aveva distintamente udito una pendola battere le otto, ora di cena, ed era uscita dalla camera.
Scendendo le scale pareva che il castello si fosse finalmente animato; numerosi ragazzi scendevano le scale a gruppetti, ragazze e ragazzi in divisa. Giacca bordeaux, camicia bianca e cravatta rossa; pantaloni con la riga perfettamente dritta per i ragazzi e gonna rossa a scacchi per le ragazze. Cat si sentì fuori luogo in jeans e t-shirt, abbigliamento per lei assolutamente normale in un pomeriggio a Vancouver, i rari momenti estivi in cui faceva abbastanza caldo per le maniche corte.
Cercando di non far vedere quanto fosse a disagio, era entrata nella Sala dei Ritratti, seguendo appunto gli altri ragazzi. La Sala era enorme e piena di lunghi tavoli imbanditi, percorsi entrambi i lati da panche in legno. Al tavolo di fondo, accanto al camino, sedeva Amber Heist, Capo dei Creatori di Fuoco. Accanto a lei altre quattro persone, due donne e due uomini. La ragazza si era cambiata, e ora indossava una camicetta increspata color carminio, e al collo aveva una grossa pietra rossa. I capelli ramati, raccolti in uno chignon morbido, scendevano in due ciocche lunghe ai lati del volto. Il brusio nella Sala e il rumore della tempesta all'esterno erano un sottofondo piacevole.
《Ragazze e ragazzi, giovani Creatori, vi do il benvenuto al Castello Rosso!》esordì Amber, alzandosi dal suo scranno e imponendosi sopra al brusio.
《La prova dell'Arco della Rivelazione ha mostrato il vostro destino, il vostro avvenire glorioso fra i Creatori del Fuoco. E, come tali, dovrete apprendere ciò che è utile, dimenticare ciò che è dannoso. Fuoco e fiamme, ragazzi miei, vi scorrono nelle vene; siete indomabili, forti, fulgidi come stelle e orgogliosi come i draghi del Nord.》
Gli occhi di Amber scintillavano di orgoglio mentre pronunciava quelle parole, e il suo giovane uditorio ascoltava rapito. Cat era assolutamente fuori posto lì, ma ascoltava anche lei. Finito il suo discorso, Amber fece segno di cominciare a mangiare, e gli studenti non se lo fecero ripetere due volte; vassoi carichi di cibo vennero serviti da camerieri in livrea, entrati nella stanza tramite una porta al lato opposto rispetto a quella principale.
Cat non si era ancora seduta, e non osava farlo. Tutti sembravano amici di qualcun'altro, e praticamente nessuno era seduto da solo. Sarebbe stato imbarazzante sedersi accanto a qualcuno di sconosciuto, no?
《Ehy! Qui c'è spazio, se vuoi sederti.》
Cat si voltò, e vide un ragazzo e una ragazza farle cenno da uno dei tavoli.
Il ragazzo aveva i capelli biondi e spettinati, gli occhi azzurri, scintillanti dietro le lenti degli occhiali, e la giacca decisamente stropicciata.
La ragazza seduta accanto a lui aveva i capelli lunghi, color rosso vivo, e la sua divisa era ben stirata.
Perplessa, Cat si mosse verso di loro, sedendosi sulla panca dopo che la ragazza le ebbe fatto spazio.
《Sei nuova qui? Sembravi piuttosto spaesata.》esordì lui, raddrizzando gli occhiali sul naso.
《Sì, sono arrivata poco fa...》rispose lei, con un piccolo sorriso.
《Io sono Jackson Byrnes, e lei è Emma Holsen, una mia amica.》
Emma allungò la mano verso Cat e lei l'afferró, stringendola amichevolmente.
《Io mi chiamo Cat, Cat Shelbourd》
Jackson spalancò gli occhi, sorpreso, mentre Emma si portò le mani alla bocca.
《Shelbourd? Hai detto Shelbourd?》ripeté il ragazzo, sempre più stupito.
《Perché? C'è qualche problema?》rispose lei, ancora più sbalordita. Non le era mai capitato che le persone avessero quelle reazioni quando sentivano il suo cognome. Anzi, era un cognome abbastanza insolito e poco comune. Non le erano mai capitati casi di omonimia o cose simili.
《No, no nessun problema. È che abbiamo visto il tuo cognome in uno dei ritratti della Sala.》si affrettò a rispondere Emma.
《Wow, sul serio! Dovrei andare a guardarlo!》esclamò Cat.
《Sì, sono assolutamente d'accordo! Ma prima la cena...sapete, ho un po' di fame...》borbottó Jackson, tenendosi lo stomaco con le mani.
Emma scoppiò a ridere e afferrò un vassoio d'argento ricolmo di fettine di carne.
《Tieni, serviti pure. E anche tu Cat, hanno iniziato tutti a mangiare.》
Cat annuì e si servì una generosa porzione di insalata di riso e pollo da un'altro vassoio.
Tutti gli ospiti della Sala avevano iniziato a mangiare, compresa Amber che, seduta sul suo scranno di legno, osservava i ragazzi con occhi scintillanti da dietro il calice rosso.

Ashton tamburelló nervosamente con le dita sul piano di legno della scrivania. Misty, al lato opposto, digitava qualcosa sulla tastiera di un computer, i capelli lisci e neri tenuti fermi da una matita.
Jason, seduto sul davanzale della finestra, osservava il panorama imbiancato di Vancouver, i fiocchi intrecciati fra i capelli biondi. Aveva ricominciato a nevicare, era ormai inverno inoltrato e mancava poco a Natale.
Becca, gli occhi fissi su una lavagna magnetica piena di scritte a pennarello, sembrava allo stesso tempo arrabbiata e confusa. La camicia bianca e i pantaloni di seta color avorio erano macchiati di inchiostro e senape, rimasuglio della cena precedente.
Portava un ciondolo a cerchio d'oro al collo e i capelli sfatti, ma la sua attenzione era tutta concentrata alla lavagna.
《La sera dell'aggressione, Cat rientra a casa, sicura di trovare sua madre. Non trovandola, decide di salire nel suo studio, nonostante il divieto assoluto per lei di entrarvi. La trova svenuta, ferita e coperta di sangue. Accanto a lei un ragazzo, presumibilmente un Creatore di Tenebre, biondo e con gli occhi azzurri. Prima di scomparire, il ragazzo afferma che quell'atto è un avvertimento per la Società del Cerchio Eterno da parte di Argor, apparentemente uno sconosciuto. Deduco quindi che avesse spiato Cat nei giorni precedenti, probabilmente già dal primo incontro a scuola, data l'età approssimativa del giovane, ossia fra i sedici e i diciannove, vent'anni. Altro?》
《Nei giorni a scuola non ho notato nessun sospetto, e nemmeno al ristorante》affermò Ashton, cupo.
《Nei giornali locali non si accenna a nessun evento particolare riconducibile ad un gruppo di Creatori non regolari》disse Misty, continuando ad osservare lo schermo.
《Nei giri di pattuglia non ho trovato niente. Ho controllato anche fuori città, ma nulla di particolarmente rilevante.》aggiunse Jason, scendendo dal davanzale e avvicinandosi alla lavagna.
《Hai controllato i registri dei Creatori di Tenebre?》chiese Ashton a Becca. La ragazza annuì con aria affranta.
《Ho chiesto a Ned Wost, senza far trapelare i dettagli dell'indagine, e mi ha consentito di controllare i registri. Ma, come unico Creatore di Tenebre regolarmente attivo nella zona di Vancouver, ho trovato solo il nome di Jason.》
Ashton osservò Jason di sottecchi, lo sguardo furioso. Il ragazzo non parve accorgersene, gli occhi puntati sopra dei fogli pieni di appunti tenuti uniti da una graffetta.
《Cat? Come sta?》chiese improvvisamente Misty, sciogliendosi i capelli e abbandonandosi sulla sedia.
《Ho appena parlato con Amber. Va tutto bene, sono arrivate sane e salve al Castello Rosso ed è previsto che partecipi già da domani alle lezioni. Questa mossa è stata l'unica soluzione saggia per allontanarla da qui.
Se qualcuno la cerca, l'ideale è mandarla via》
Il silenzio cadde nella stanza, e l'umore di tutti non era dei migliori.
Ashton si mise le mani fra i capelli, massaggiandosi le tempie e chiudendo gli occhi.
Quell'indagine proseguiva da troppe ore, e la mattina a scuola era stata terribile. L'amica di Cat, quella Ruby, aveva continuato a stargli dietro, chiedendogli costantemente informazioni che nemmeno lui aveva.
Non poteva rivelare la sorte della ragazza, e mantenere il segreto, fingendo di non saperne nulla, era snervante.
Poi, c'era la scuola in sé.
Nonostante la sua fosse semplicemente un'attività di copertura per carpire eventuali informazioni, alla Wallace High School era considerato uno studente come gli altri e come tale, soggetto a compiti e interrogazioni. Non studiava più da quando aveva lasciato Riva delle Acque e la Fortezza Azzurra, il luogo in cui i giovani Creatori di Acqua venivano istruiti, e per lui era quasi più difficoltoso di una feroce battaglia con una Creatura.
E poi, le mancava Cat.
Nonostante cercasse di non darlo troppo a vedere, le mancava tantissimo; i suoi occhi luminosi, il suo sorriso sincero e le sue chiacchiere inutili.
Sempre più spesso, ripensava a quella notte al Palazzo del Consiglio, in cui l'aveva stretta a sé, appoggiando le labbra sulle sue e temendo di farle del male anche solo con un abbraccio.
Ora, non poterla più vedere lo feriva in maniera indicibile.
《Ashton, come va con l'amica di Cat? Ti chiede ancora se sai qualcosa?》chiese improvvisamente Becca, strappandolo dai suoi pensieri.
《Continua a perseguitarmi, ma ho la situazione sotto controllo, sta tranquilla》rispose, rialzando la testa.
《Sarà bene. Nessuno deve sapere niente di questa storia, sarebbe troppo pericoloso.》
Ashton annuì e, in quel momento, il telefono fisso squilló, interrompendo il discorso.
Becca corse a prenderlo e portò il cordless all'orecchio, dopo aver schiacciato il pulsante verde della risposta.
《Pronto? Sì, sono io. Certo, signora Darren, le indagini proseguono senza sosta. Cosa? Sul serio? È...è incredibile! Quando è successo? Sì, arrivo subito.》
Becca interruppe la telefonata e guardò i ragazzi, che la osservavano increduli.
《Mi dispiace, ma devo partire immediatamente per New York》disse.
《È successo qualcosa al Palazzo?》chiese Misty, sorpresa. Becca si voltò e sorrise.
《È una questione della massima urgenza, mi ha appena telefonato Westerline Darren.
Nancy Shelbourd si è risvegliata.》

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