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Vendetta

Mors, mortis
Dal latino
Morte.

La vendetta è da sempre, l'arma più dolce dopo l'amaro delle sofferenze.
E arriva sempre per chi se la merita. Non importa quando, non importa se ci si è pentiti. Arriva a distruggere.

Cammino per i corridoi, la gente mi guarda come al suo solito: occhiatine da oche pettegole e vociare al quale non avevo mai badato. Mi viene quasi da ridere, se solo volessi li potrei distruggere dal primo all'ultimo.

Non baderò neanche oggi a tutto ciò che dicono, ma se continuano così, è molto probabile che non badi alle mie azioni, ops.

Scorgo Yugyeom vicino al suo armadietto e mi avvicino, mantengo sempre una facciata neutra, come ero solito fare fino a qualche giorno fa.

"Ehi" saluta, io mi limito ad annuire, scrutando bene la folla di persone intorno a me. Il mio sguardo sembra perso, ma in realtà sto attentamente cercando Junhoe. "Terra chiama Jungkook! Ci sei?" Ero quasi certo di averlo beccato quando Yugyeom richiama la mia attenzione.

"Eh? Sì, mi sono distratto un attimo." Ridacchia. "Ok. Andiamo in classe?" Annuisco, digrignando i denti perché non sono riuscito in quello che volevo. Tanto lo trovo, è questione di minuti.

Abbasso la testa, devo mantenere un profilo discreto e non dare troppo nell'occhio. Quando troverò Junhoe e faremo ancora il lupo e l'agnello. Anche se lui ancora non lo sa, questa volta lui sarà la mia preda e, oh povero, ho quasi compassione. Ho preparato la vendetta perfetta per lui: non solo lo torturerò, ma la gente lo prenderà per pazzo. Chi crederebbe a qualcuno che afferma di aver visto un demone.

All'improvviso, vado a sbattere contro qualcuno, e destino vuole che sia proprio il mio agnello. Ancora sicuro di sé, ma vi assicuro lo sarà ancora per poco, mi urla contro come sia di fretta e non possa darmi una lezione al momento, ma ci penserà più tardi, ribadendo come abbia osato andargli addosso. Non mi da fastidio, davvero, sto già pregustando ciò che verrà di qui a poco.

Alzo lo sguardo verso lui, di sfida, e un ghigno si fa strada sulle mie labbra.

Spalanca gli occhi, ma fa presto a dire "Come cazzo ti permetti di guardarmi in quel modo? Torna a cuccia cagnolino, se non vuoi che dopo ti spacchi un braccio." Ne alza uno lui come per tirarmi un ceffone ma, per ragioni che potete immaginare, urla in dolore ritraendolo subito.

Il mio sguardo è impassibile, fulminante, mentre a denti stretti mi guarda allontanarmi.

"Cosa è successo Jungkook? Questa volta non ti ha fatto niente..." Dice Yugyeom perplesso, e io rispondo con non-chalance, scrollando le spalle.

"Un dolore improvviso al braccio, chissà" trattengo un risata, Junhoe non sa che l'aspetta.

-

"JEON!" Tuona furioso il biondo raggiungendomi nel suo posto preferito, il bagno. "Mh?" Alzo la testa, incrociando le braccia al petto con noncuranza.

Mi prende per il colletto della camicia, sbattendomi al muro con evidente forza che, sfortunatamente per lui, non mi fa male neanche un po'.

"Pensavi davvero di passarla liscia? Credevo avessi imparato la lezione dopo così tanto tempo! Adesso ti faccio vedere io, non riuscirai nemmeno a tornare a casa oggi, perdente."

Dà un altro strattone alla mia camicia, al che io chiudo gli occhi e le mie labbra si aprono di poco per poi venire morse dai denti superiori, una risata ci scappa divertita e schernente delle sue parole.

"Sai Junhoe, ti stavo aspettando. Pensavo non arrivassi più."

"Cosa??! Chi ti credi di essere?!" Strilla, e lascio che mi colpisca in pancia con un pugno. Mi fa a malapena il solletico. Ridacchio.

"Tutto qui quello che sai fare?" Socchiudo gli occhi, avvertendo come il suo respiro è affannato dalla rabbia.
"Sembra che tu ti sia dimenticato in che posizione sei-"

"Si" sogghigno beffardo "In che posizione sono? Ricordami" concludo, ancora appoggiato al muro.

"Mi stai facendo perdere la pazienza" Tira fuori un coltellino, pronto a conficcarlo nel mio braccio. Lo fisso con sguardo di sfida.

"Perchè non sei spaventato?! Vuoi proprio che te lo ficchi nella carne?!" Rido.

"Fallo, avanti." Dico sicuro, nemmeno un tremolio nella mia voce, cosa che gli fa perdere completamente le staffe, e il coltello a questo punto è subito nel mio braccio. Peccato per lui che questo non funziona con me. Non con Dolor.

Rido sinistramente mentre la sua faccia si contorce in stupore e terrore. "Come- cosa. C- come è possibile... Dovresti urlare..." Mi guarda scandalizzato, occhi giganti come se avesse visto un fantasma.

"Ti ho lasciato un bel vantaggio, Junhoe, volevo essere gentile... Mi ha deluso che tu non sia riuscito nemmeno a scalfirmi..." Dico, tono freddo e fermo.

Rivolgo lo sguardo verso il coltello, prendendo il manico. Guardo Junhoe che a sua volta mia guarda con occhi sbarrati, ed estraggo la lama, impregnata del mio sangue nero. La ferita si richiude subito, e il ragazzo spalanca ancora di più gli occhi, per quanto questo sia possibile.

Li strizza, incredulo. Porto la lama sporca di nero alla mia bocca, e la lecco con forza, ripulendola, i miei occhi non si staccano mai da quelli di Junhoe, che ora, terrorizzato, caccia un urlo. "Ora, è arrivato il mio turno, stupido umano."

Alzo il mento, guardandolo dall'alto con un che di superiorità, il suo corpo trema in terrore, e il che mi fa impazzire, mi piace alla follia.

Tiro la lama al lato, e lui la guarda stranito. "Fidati" piego la testa al lato "Non ho bisogno di quella per farti mostruosamente male" dico. Ghigno un'ultima volta prima di dargli uno spintone e buttarlo violentemente dall'altra parte del bagno.

La sua figura si scontra contro una delle porte, squarciando il legno. "Ops, troppo forte?" Chiedo avvicinandomi. Lui indietreggia fino a quando non si scontra contro la ceramica del gabinetto.

"L'agnello è finito in trappola" lo schernisco, "Chi l'avrebbe mai detto che un giorno saremmo finiti così, eh?" Rido, guardando mentre si guarda spaesato in torno.

Lo sto spaventando a morte, non ha il coraggio di fare niente e si sta sottomettendo a me.
Prova ad alzarsi, riuscendoci.

"Questo... questo non è possibile... devo avere le allucinazioni..." Deglutisce, indietreggiando, ora all'angolo del piccolo cubicolo, intrappolandosi ancora di più.

"Ho intenzione di farti pagare per quello che mi hai fatto" mi allontano da lui, chiudendo la porta a chiave, rimuovendola per poi buttarla e tirare l'acqua, sotto gli occhi di Junhoe. "E non hai vie di scampo."

Qualcosa sembra scattare in lui, forse l'adrenalina che lo fa agire di impulso.  Prende un respiro, puntandomi un dito contro "Rimani sempre un perdente."

Chiudo gli occhi in fastidio, aprendo la bocca e stringendo i denti, per provare a mantenere un minimo di controllo per non sfasciarlo in due in meno di tre secondi.

"Tz" sbuffo incredulo, stringendo i pugni mentre la mia lingua si sbatte violentemente contro il mio interno guancia. Mi sgranchisco il collo e mi avvicino a lui, che ora è vicino agli specchi.

"Non dovresti sfidarmi, non sai con chi hai a che fare" mi assicuro che mi stia guardando prima di lasciare che i miei occhi si tingano di rosso, irritati sulla sua figura.

A questo punto boccheggia, appoggiando le mani al lavandino dietro di lui.

"Non hai idea di cosa sono capace di farti."

"Io-" Fa per dire, forse vuole ritirare ciò che ha detto ma ormai è troppo tardi.

"Mi chiamano Dolor, perché posso fare del male alle persone in modi che neanche ti immagini."

"Io-"

"Ti ricordi sta mattina? Il tuo braccio? Non è stato un caso."
Spalanca gli occhi, mentre i miei occhi rossi continuano a fissarlo.

"Io posso farti venire mal di testa" dico, e cade a terra tenendosi il capo, conseguenza di una mia mossa. "Posso farti scoppiare una qualsiasi vena" continuo, denti stretti, fissandolo impassibile.

Si butta completamente a terra tossendo sangue, lacrime agli occhi.
"Se solo lo volessi, potrei spappolarti il cervello, fare esplodere ogni tuo singolo organo, polverizzare le tue ossa, e molto, molto di più."

Piange disperato, mano sul petto, fiatone: è un completo disastro. Metto un piede con forza sul suo petto, schiacciando fino a quando non sento un leggero crac. Non credo di avergli rotto la costola, forse si è solo spostata, ma in ogni caso urla ancora.

"Cosa- c- cosa sei?"
Tossisce ancora. Il mio piede continua a premere sulle sue costole mentre un sorrisetto sinistro si fa strada sulle mie labbra.

"Un demone. Non hai più a che fare con quel Jungkook che ti lasciava fare tutto quello che volevi, che non reagiva e stava al tuo sporco gioco. Ho intenzione di distruggerti lentamente, soffrirai quanto ho sofferto io e non vedo l'ora di vederti cadere. Ti schiaccerò come una formica, e ti pentirai di esserti messo contro di me."

"AH!- AH!!" Urla, in chiaro dolore "Ti prego lasciami andare adesso, ho- ho capito, ti prego!"
Levo il piede e smetto di infliggergli dolore, vedendolo prendere un respiro di sollievo.

"Come fai ad essere così sicuro che-" prende fiato "Che non verrai beccato? Lo dirò in giro-"

Scoppio in una risata sinistra "Pensi davvero che ti crederanno? Sei così stupido; non hai evidenza, ti prenderanno per pazzo." Sorrido meschino, prima di socchiudere le palpebre mentre guardo la sua caviglia destra, e improvvisamente urla ancora.

"AHHH! La mia caviglia! Cosa hai fatto?!?" Dice balzando in avanti e tenendosela, lacrime agli occhi.

"Oh?" Piego la testa al lato e fingo innocenza, "Dici che l'ho rotta?" Rido ancora maligno, ghignando in sua direzione. Lui mi guarda solo esausto, e questo è quello che volevo vedere: la resa, la sconfitta nei suoi occhi.

Con un calcio sfondo la porta bloccata e gli auguro un sarcastico "Buon ritorno a casa, Junhoe".

Appena uscito dal bagno, un ragazzo corre in mia direzione, e faccio tornare velocemente i miei occhi marroni, ricomponendomi in un'immagine più innocente.

"Ho sentito delle urla provenire dal bagno, sai cosa è successo?"

"Io? No, ho solo visto un ragazzo ridotto piuttosto male sul pavimento. Stavo andando a cercare aiuto, ma sei arrivato tu."

"Non ti preoccupare, faccio io. Se devi tornare a casa va. Ah, sai per caso chi è il ragazzo là dentro?"

"Mh -mh," annuisco "È Junhoe" dico serio, ma dentro sto godendo come non mai.

Sono stato io e nessuno lo saprà mai, andiamo, chi crederebbe che uno come Jeon Jungkook sia capace di una cosa simile? La cosa gioca a mio favore e, amo ciò che sono capace di fare. Sono praticamente invincibile, essere Dolor è ancora meglio di quello che mi aspettassi.

"Junhoe?!" Continua il ragazzo, sbalordito "Chi cazzo è mai capace di stendere Junhoe?!"

"Non lo so, ma sembra pericoloso."

"L'hai visto? Stai attento, e stagli alla larga... oddio, è impossibile... corro da lui" dice frenetico per poi scappare.

Appena se ne va, tiro la testa all'indietro e non riesco a trattenere la risata malefica che esce dalla mia bocca. I miei occhi sono strizzati e le mie mani aperte con i palmi verso avanti, vicino ai miei fianchi. È una sensazione magnifica, sento di poter fare tutto.

Mi incammino verso la fine del corridoio, ghigno trionfante in viso e occhi rossi scintillanti alla luce del tramonto. Abbasso la maniglia della porta della scuola, uscendo.
La brezza fresca mi investe e non sono mai stato meglio di così.

-

[Jimin]

"Ascoltatemi bene." Comincio, guardando gli altri due demoni al mio fianco. "Primo passo da fare, andare in Paradiso e non farci riconoscere. Ci vestiremo completamente di bianco, e una volta lì, ci separeremo.

L'obbiettivo è radunare la gente al palazzo degli angeli superiori, quindi assicuratevi di avvertire la gente. Una volta lì sappiamo già cosa fare" il mio sopracciglio si alza in presunzione, ed ora cominciano i giochi.

Ci vestiamo di bianco: i pantaloni e le giacche sono di quel colore, mentre le magliette indossate sotto sono nere. Io indosso un cappellino per coprire l'arancio dei capelli, sono quello più sgamabile. In ogni caso, l'unico che può andare indisturbato è Jungkook, che ancora non conosce nessuno.

Arrivati in Paradiso, ci dividiamo immediatamente. Devo dire che è piuttosto semplice infiltrarsi qui, basta farti vedere con un po' di bianco addosso ed è fatta. L'obbiettivo è attirare gente a palazzo quindi... bisogna prima vedere se il palazzo è occupato.

Fermo un angelo abbastanza giovane secondo i miei sensi, non dovrebbe conoscermi. "Scusa, sai se c'è qualche evento oggi al palazzo degli angeli superiori?"

"Si" corruccia le sopracciglio in evidente pensiero "Dovrebbero dare un discorso per i nuovi angeli protettori, se non mi sbaglio..."
"Grazie mille" ringrazio e mi allontano, dirigendomi a palazzo.

[Taehyung]

Cammino a testa bassa, non posso rischiare di venire riconosciuto. Cerco allo stesso tempo di dare un'occhiata a chi mi sta intorno per capire chi potrebbe non sapere chi sono, ma ho il presentimento che tutti questi angeli fossero presenti anche ai miei tempi.

Sono in grado di avvertire ciò dalla potenza che quell'angelo emana. I demoni avvertono la presenza degli angeli in questo modo, mentre per rendersi conto di avere un demone vicino, l'angelo deve per forza fare contatto fisico, che sia lieve, ma ci deve essere.

Ad un certo punto sento un certo trambusto, urla di gente e urla strazianti di qualcuno che sta soffrendo, le so riconoscere.

Vado fino alla fine della strada, dove noto lo stesso posto che Jimin mi ha mostrato tempo fa: dove strappano le ali agli angeli. Mi avvicino ma mantengo comunque le distanze, mi appoggio al muro vicino e incrocio le braccia, tenendo sempre la testa bassa ma i miei occhi apprezzano la vista in silenzio.

Sono a un metro circa dalla folla che incita uno degli angeli superiori a strappare le ali al peccatore. Sono rumorosi, e non aspettano altro che vedere il ragazzo distrutto.

Sono vergognosi, mentre incitano la distruzione di quell'angelo. È come loro, non dovrebbero essere così. Forse, se non lo fossero stati, sarei ancora... semplicemente Taehyung, un angelo. Magari ribelle, ma pur sempre un angelo. Digrigno i denti alla memoria e stringo il pugno destro, braccio appoggiato al muro.

Quando mi rendo conto di stare sprigionando troppa energia negativa, mi fermo prima di essere troppo evidente, e un'angelo, una ragazza, mi chiede come sto. È molto forte, quindi potrebbe conoscermi.

Rispondo con un veloce sì, infossando ancora di più la testa nella mia giacca bianca. Guardare così tanto bianco mi sta accecando, non sono più abituato.

"Sei sicuro? Non ti ho visto molto convin- Ma tu..." La sua voce si fa curiosa e attenta... Mi ha riconosciuto, dannazione.

"Sei Taehyung? Sei tornato?" Chiede entusiasta, sembra molto felice di avermi ritrovato e non posso far altro che stare al gioco. Alzo la testa "Emh... Sì..." Mi guardo intorno nervoso, non so come comportarmi.

In realtà so che devo stare discreto e non farle capire niente, in ogni caso lei prosegue "Non pensavo ti riammettessero! Però sono contenta... Sei ancora... Come prima? Sai-" comincia ad impappinarsi alle menzioni della mia ribellione.

"No, tutto a posto adesso. Sono migliorato" la interrompo e poi sorrido, e la guardo mentre ricambia.

"Mi fa piacere! Quindi ora cosa ti hanno messo a fare?"
Per un momento un filo di panico mi scorre nelle vene, ma scompare subito come un'idea a dir poco veniale mi salta alla mente. Questa è l'occasione perfetta per ottenere ciò che voglio.

"Mi hanno detto di recarmi al palazzo degli angeli superiori per decidere che nuovo incarico affidarmi... C'è per caso qualche evento, oppure manifestazione, qualsiasi cosa, oggi?"

"Ora che ci penso... Tra due orette circa dovrebbe esserci un discorso o qualcosa del genere..."

"Fantastico!" Esclamo e tiro il gomito verso di me come gesto di esulto, ma non appena mi rendo conto dello sguardo perplesso dell'angelo davanti a me, mi schiarisco la voce e dico

"Volevo dire... grazie mille, davvero."

"Non c'è di che. Ah, Taehyung... volevo farti una domanda"

Deglutisco e annuisco, anche se ne farei a meno. Non posso nemmeno usare i miei poteri perché la gente si renderebbe conto dei suoi occhi diversi.

"Come mai sei stato mandato sulla terra? Come umano intendo. Hai sempre commesso piccoli peccati e non sono mai arrivati a tanto... Poi mi è stato detto che sono successe cose strane il giorno della tua espulsione, nell'aula del tribunale. È vero che ti hanno trattato male? Molti dicono che è meglio che ti avessero bandito così almeno avevamo meno problemi, come ti fa-"

"QUELLA È PIÙ DI UNA SOLA FOTTUTA DOMANDA!" Sbotto violentemente, fulminandola con lo sguardo. L'ha spaventata a morte e si vede, ma al momento sono fuori di me e non mi interessa.

Ogni parola che diceva mi stava irritando sempre di più, e come forse si sa, non ho tanta pazienza, scoppio facilmente.

"MA CHI SEI? UNA DANNATA GIORNALISTA O COSA?!" Mi avvicino a lei e indietreggia, guardandomi dal basso, ora intimidita dalla mia presenza.

Se non ha già avvertito qualcosa di strano e più potente in me, allora è proprio stupida.

"Io- Scusa Taehyung- Oddio- Mi dispiace, davvero, non era mia intenzione-" Prova a mettermi una mano sulla spalla, ma non deve. Non lo deve fare.

"NON. MI TOCCARE!" Le mie palpebre si allargano minacciose mentre gli occhi lampeggiano per una frazione di secondo di rosso, facendola cadere a terra terrorizzata, ma subito dopo le sue iridi si tingono di nero pece.

Fottuta impicciona, se non fosse per lei non avrei rischiato di venire scoperto. Mi guardo intorno e fortunatamente, tutta la gente è concentrata sull'angelo peccatore.

"Alzati." Comando, e fa quanto richiesto. Mi avvicino e attacco quasi i nostri visi, tanto che da fuori potrebbe sembrare che ci stiamo baciando, ma in realtà è solo per evitare che qualcuno veda i miei occhi rossi.

"Adesso te ne vai e ti dimenticherai del mio incontro. Non mi hai mai visto, è chiaro?" Fulmino la sua faccia resa impassibile dal mio potere con lo sguardo, e dopo averla vista annuire, schiocco le dita e mi comporto come se niente fosse successo.

La vedo con la coda dell'occhio confusa, ma dopo poco si allontana.
Mi riappoggio al muro, guardando ancora l'angelo a una decina di metri da me.

Ad un certo punto, lui mi nota e io ghigno in sua direzione, occhi rossi e schivi che guardano i suoi.

Spalanca gli occhi, guardandomi perso. Io mi sollevo il cappuccio bianco sulla testa e poi mi avvicino alla folla.

Sono stanco di giocare a fare il bravo e buono, divertiamoci un po'. Mi faccio strada tra gli angeli, riuscendo ad arrivare vicino al disgraziato e all'angelo superiore.

"A- aiutami... Ti prego" supplica quello, buttato a terra e stremato. L'angelo vicino lo guarda stranito

"Cosa dici? Non puoi sfuggire alla tua punizione! E tu" Mi punta il dito contro "Chi ti credi di essere? Torna indietro in mezzo agli altri se non vuoi finire in prigione!"

"Se dicessi no?" Rispondo in tono di sfida continuando a guardare il peccatore.

Fa per spingermi dalla schiena "Ti ho detto di andare brutto-" dice, prima di interrompersi bruscamente.

"Cosa ci fa qua un demone? Guardie!" Chiama, e quelle si avvicinano a me pronte a seguire gli ordini.

"Fermi." Ordino, e i miei occhi sono rossi. Le guardie si fermano, occhi neri e faccia impassibile. "Siete impazziti? Non avete sentito cosa ho detto? Prendetelo!"

Ovviamente non lo ascoltano, rido e dico "Ascoltano solo me, ora" abbasso il cappuccio, voltandomi verso l'angelo superiore. "T- Taehyung?"

Spalanca gli occhi, balbettando.
"Vi sono mancato, angeli?" Sorrido e ridacchio, ora girato verso la folla. C'è silenzio, mi guardano, chi incredulo e chi spaventato. "Se tu sei qui- E sei un demone questo vuol dire che la profezia..." Si ferma quasi come spaventato che se continuerà la frase accadrà per colpa sua.

Così proseguo io per lui. "Sì è compiuta."

"Non puoi fare niente comunque, anche se sei Mens, siamo uno contro troppi, non puoi farcela." Dice, più per tranquillizzare sé stesso che per altro. Si sente dalla voce che è insicuro e non sa cosa fare.

La gente nel frattempo realizza cosa ha detto, la profezia, ormai non più segreta da tempo, Mens. Vociare caotico si alza subito dopo che l'angelo pronuncia "Mens" e si placa subito appena inizio a parlare io.

"Posso controllare le menti. Siete voi che non avete possibilità contro di me." Incrocio le braccia al petto e alzo un sopracciglio, occhi rossi a fissare quell'odioso angelo davanti a me.

Mentre lui pensa sicuramente ad un modo per come sconfiggermi, porto il mio polso alla bocca e squarcio la pelle facendo uscire il sangue. Lo avvicino al disgraziato e lo esorto a bere, per poi ritornare a guardare l'angelo superiore sussultare in realizzazione.

"Ascoltate bene. Potrei ordinarvi di uccidervi o uccidere e voi lo fareste-"

"Ma smettila demone da quattro soldi! Ti aspetti davvero che ti crediamo?!" Qualcuno urla dalla folla. Chiudo gli occhi e digrigno i denti infastidito, oggi la gente scherza proprio col fuoco.

Salto giù dal rialzo in legno sul quale mi trovo e mi dirigo verso di lui, che cerca di fare il coraggioso e sicuro di sé, ma non la darebbe a bere neanche ad un bambino, figuriamoci a me.

"Come mi hai chiamato?!" Lo prendo e lo sbatto a terra con tutta la mia forza, e si lamenta addolorato cercando di non darlo troppo a vedere. "Mi stai sfidando?! Potresti pentirtene, stupido angelo." Lo alzo bruscamente e lo volto in modo che la schiena sia rivolta verso di me; lo tengo per le ali.

"Adesso mi avete proprio fatto arrabbiare, quindi lo dirò una sola volta e poi me ne fregherò altamente, intesi?" Fulmino con lo sguardo il maggior numero di persone che posso, tono minaccioso mentre dò un forte strattone per le ali all'angelo sotto di me, che piagnucola pateticamente.

Metto un piede sul fondo della schiena e faccio pressione, strappando violentemente le ali del ragazzo.

"Vi do due opzioni. Potete decidere di restare così come siete e finire tutti in rovina come il vostro amichetto qui, oppure potete passare dalla mia parte e risparmiarvi lo strazio." Lo butto a terra con un calcio e mi volto verso l'angelo che grazie a me è adesso un demone.

"Come ti chiami?" Gli chiedo, e mi risponde con "Youngmin".

"Youngmin, occupati tu di loro" accenno alla folla con la testa. "Quando hai fatto presentati insieme agli altri al palazzo degli angeli superiori, e vi voglio in nero, io e gli altri vi dobbiamo riconoscere."

"" abbassa la testa velocemente, per poi cominciare a eseguire le mie istruzioni.

L'angelo superiore è quasi come pietrificato, non riesco a decifrare la sua espressione.

"No, la proposta non vale anche per te" faccio un passo avanti e le iridi rosse lo terrorizzano "Non sopporto gli angeli superiori, soprattutto quelli che stanno zitti e fanno finta di niente quando vengono prese decisioni sbagliate a corte. Non è vero, Seunghoon?" Le mie labbra si aprono lentamente in un ghigno. "T- ti ricordi di me?" Chiede.

"Oh, certo. Mi ricordo di te che mi fissavi impassibile, quando mi frustavano, quando chiedevo pietà, quando le torture diventavano troppo pesanti perfino per me. Era più sicuro lavartene le mani e lasciare che mi facessero di tutto e di più, giusto? Al tempo ero talmente disperato e distrutto che non mi sarebbe neanche interessato fare qualcosa contro la corte che mi ha torturato e condannato, avresti solo potuto salvarmi e non saremmo nemmeno qui. Però ora"

Sovrappongo i denti e le labbra sono aperte per lasciarli intravedere, prendo un respiro "Ora ho così tanta voglia di farti del male che ti spaventeresti."

"D- dai, Taehyung... sei una brava persona, lo s- so..." Balbetta, si gratta il collo nervoso. Si aspetta che gli creda?

"Non fare il leccaculo adesso, su. Questi non premettono niente di buono" apro le palpebre un attimo di più per evidenziare il cremisi nei miei occhi, puntando con il mio indice.

"Però oggi è il tuo giorno fortunato, sono di fretta e non posso proprio fare nulla di quello che vorrei"
"Hai intenzione di-"

Lo sbatto al muro, prendendo le catene e bloccandolo. "Ho intenzione di tapparti la boccuccia. E sai cosa c'è di meglio? Ti rivelerò il mio piano ma tu non potrai fare niente, perchè nessuno sentirà le tue urla e anche se ti notassero e andassero in tuo soccorso non riuscirai a parlare. Saprai tutto ma sarai inutile, quando l'effetto del mio potere sarà svanito sarà troppo tardi."

Rido sinistramente, e lui mi guarda stranito "Quel demone ti ha mangiato il cervello, Taehyung. Non eri così, sei totalmente impazzito." Sembra triste, quasi come se si sentisse in colpa. Fallo. Sentiti in colpa, lo è in fondo.

Ghigno ancora, "Sei sadico, ti piace la violenza e l'atrocità, non ti è rimasto nulla dei nostri insegnamenti?"

"Vostri insegnamenti?" Sbuffo mezzo incredulo e mezzo divertito "Hah, sono ancora qui." Indico la mia testa "Non usare la violenza, non ferire, non uccidere, non bla bla bla... sai cosa mi importa di tutte quelle minchiate? Niente. Un beato cazzo. Come se voi stronzetti le seguiste davvero. Siete solo palloni gonfiati e viziati che pensano di agire bene nei loro interessi. Prima non mi importava ma adesso, non vi lascerò fare tutto quello che volete."

"È Mens che parla! Quel mostro non sa fare altro che male, non capisci che ti sta usando Taehyung? Sei buono, io lo so! Possiamo risolvere la cosa pacificamente e rifarti angelo, basta che tu- basta che tu non ti-"

"Io sono Taehyung. Povero illuso, credi davvero di poter cambiare le cose così facilmente? Se non mi aveste trasformato in umano togliendomi la grazia, non saremmo a questo punto. Ciò che è fatto è fatto, mi avete fatto cadere in ogni caso, ora vi prenderete la mia furia!"

"E ora basta, mi stai facendo perdere troppo tempo con i tuoi patetici discorsetti da pacifista. Volevo farti la descrizione dettagliata del piano ma mi hai fatto passare la voglia. Quindi mi limiterò a dirti che ci saranno morti, nuovi demoni e fidati, alla fine di oggi tutti sapranno cos'è il trio Mors. Sentirai parlare di nuovo di me."

I suoi occhi si spalancano terrorizzati e io mi avvicino ancora di più.
"Da adesso fino al mio volere dalla tua bocca non uscirà nemmeno un filo di voce." Ghigno piano, posso fare questo perchè sto controllando una parte del suo cervello, anche se lui resterà cosciente.

"Ciao ciao" Dico. Tornerò per ucciderti. Vorrei aggiungere ma, sono davvero, davvero troppo di fretta.

[Jungkook]

Ho già chiesto informazioni e sto aspettando Jimin e Taehyung davanti a palazzo.
"Ehi?" Una voce dice, curiosa. "Si?" Chiedo.

"Serve aiuto? Sei qui da un po' ormai, aspetti qualcuno?"
"Emh... Si, i miei amici. Dobbiamo andare insieme alla manifestazione." Cerco di sembrare indifferente.

"Oh... Ok. Ma, ti conosco per caso? Non ti ho mai visto qui!" Dice l'angelo scrutandomi per bene. Deglutisco, rispondendo "Diciamo che... Sono nuovo, ahahahah." Mi passo una mano dietro al collo, dovrebbe dare un senso di innocenza, giusto?

"Vedi, io però alleno i nuovi angeli, quindi è impossibile che non ti abbia visto... Come ti chiami?" Alza un sopracciglio. Caspita, è sospettoso.

"J... John?"
"John?"
Faccio di sì con la testa scuotendola come un forsennato verso l'alto e verso il basso.

"Mai sentito. Se sei un demone faresti meglio a dirmelo subito e forse, deciderò di alleviarti la pena."

"Non sono un demone." Replico velocemente.

"Permettimi di toccarti allora." Sorride, ed è un po' beffardo, lo capisco.

"No grazie, non mi piacciono le mani addosso" indietreggio, e lui prova a toccarmi. Mi sposto lasciando che la sua mano si appoggi sul muro, poco delicatamente.

"Se sei veramente un angelo perché dovresti rifiutare di essere toccato? Non avresti niente da nascondere. Stai solo rendendo i miei dubbi certi."

Prova ancora a toccarmi e mi sposto, fino a che, dopo aver continuato così per qualche altro secondo la sua mano tocca la mia guancia di striscio. Mi arresto di scatto, sentendo un tonfo al cuore.

I miei occhi sono spalancati, sono immobile e con la coda dell'occhio vedo l'angelo con in ghignetto sulle labbra. "Sei anche forte. Con quale dei tre ho l'onore di avere a che fare?"

Mi giro verso di lui, le mie iridi hanno un flash di rosso veloce, non ho più motivo di nascondermi a lui. Sono irritato, per colpa di questo stupido perderò tutto il tempo che mi ero guadagnato in anticipo.

"Cosa?" Chiedo, fissandolo.

"Trio Mors? Chi dei tre?" Ha ancora quel ghigno sulle labbra e stringo i pugni, "Come fai a riconoscermi?"

"Non tutti gli angeli sono incapaci di avvertire la forza di un demone. Mi era piuttosto chiaro nel preciso istante in cui ti ho sfiorato che eri molto di più che uno scarto del paradiso." Ridacchia. Scarto del paradiso?

"Come scusa?" Dico a denti stretti, sento tutti i muscoli in tensione, non riesco a controllare il colore dei miei occhi. Mi avvicino a lui, ma non sembra né spaventato né influenzato da me.

"Cosa? Cosa mi vuoi fare uh? Non ci riuscirai comunque, sono immune alla tua magia. Dimmi direttamente chi sei e faremo la questione più svelta."

Silenzio.

"Bene. Lo scoprirò da solo."
Cosa vuol dire che è immune alla mia magia? Come fa?! Cosa faccio?!

"Sono molto più forte di molti angeli qui. Non siamo tutti fortunati come me, ma Dio mi ha dato la grazia assoluta."

Sono perso, non so cosa fare. Lo guardo mezzo indignato e mezzo in panico. Mi legge nel pensiero.

Se i miei poteri non funzionano su di lui come farò a sconfiggerlo? Non riuscirò a ferirlo senza-

"Ohh... Dolor! Un vero piacere avere il novellino qui con noi. Cosa vi porta qua?" Digrigno i denti. Non ho vie di scampo. La sconfitta mi infastidisce molto, e non lo posso proprio accettare.

Provo ad infliggere dolore all'angelo davanti a me, senza esito. Sono talmente arrabbiato che i miei occhi scintillano di rosso fuoco e il mio corpo sprigiona infinita energia nera.

Lui avverte il mio tentativo ma, dannato lui, non gli fa niente.
"Te l'ho detto Dolor... Non funziona con me. Le pozioni esistono anche per noi sai?" Si avvicina a me e prova a tirarmi un pugno, che schivo. Stringo ancora i denti.

Ho una bomba ad orologeria dentro e non riesco a farci niente. Mi sta mangiando vivo, devo fare qualcosa altrimenti impazzirò. Devo sfogare la mia rabbia ma su di lui non posso.

Vedo un passante, mi guarda e vede, vede tutto, dagli occhi, ai canini, avverte l'energia. Le mie palpebre si aprono, dolore al petto, e quello è a terra dolorante, morirà presto.

L'angelo davanti a me guarda impassibile, poi rigirandosi verso me "Sei proprio arrabbiato eh? È un vero peccato che con me non funzioni, vero? È questo che stai pensando?"

"Chiudi. Il. Becco."

Mi fiondo su di lui e gli tiro un calcio, vola fino all'altra parte della strada.
Ride, è ovvio che non gli abbia fatto male. Non di certo un colpo del genere farebbe male né ad un angelo né a un demone.

Inaspettatamente, una nube che si trasforma presto in una sfera di energia bianca si scaglia contro di me. Mi colpisce, dritta al cuore. Istintivamente metto una mano sul lato sinistro, avvertendo una pesantezza.

Respirare diventa difficile, mi sembra di venire oppresso da dentro. Cado in ginocchio a terra, mani venose dalla fatica e dal dolore si aggrappano al terreno come se esso le potesse aiutare. I polpastrelli raschiano la terra, dita rigide e quasi convulsive mentre avverto gli scatti delle articolazioni di esse.

Ho il respiro affannato, alzo la testa per cercare un po' d'aria, invano. La testa fa male, ogni singolo punto del mio corpo brucia. Come non mai.

"Cosa- AHHHHH!" Urlo, dopo un'improvvisa fitta alla testa, che mi riscaglia al terreno violentemente. Ora sono steso, privo di forze. Mi gira la testa.

"Il mio potere è in grado di addormentare il demone che c'è in te. Senza i tuoi poteri, e la tua parte demoniaca addormentata, non avrai alcune speranze."

Stringo i denti, e i pugni, e gli occhi.
"Che c'è? Il grande e grosso Dolor è spaventato?"
"Spaventato? Io? Ma per chi-" Tossisco violentemente, un po' di sangue nero esce dalla mia bocca. "Per chi mi hai- hai preso? Non riesco a muovermi, ma-" tossisco ancora, poi prendo un respiro, "Se potessi ti farei in poltiglia." I miei occhi tornano marroni per un secondo, per poi essere di nuovo rossi. Sto perdendo forze.

"Cosa vorresti farmi? Dai dimmelo Dolor, sono sicuro che qualsiasi cosa sia non riuscirai a metterla in atto, sarai troppo spaventato anche solo per guardarmi negli occhi." Esclama, trionfante. "Qual è il tuo vero nome? Jungkook?"

Spalanco gli occhi. Come lo sa?
"Hai un demone cattivo dentro... Sai quante persone vuole uccidere? Vuole persuaderti a fare quello che vuole, e guarda quante persone ha ferito..."

Le mie iridi si spengono, il battito accelera. Per un secondo avverto terrore, mi sento perso. Non mi capisco più. Mi mancano le forze. Mi manca la forza da dentro. Tutto quello che è successo fin'ora... Ho i brividi.

Ho paura- scuoto la testa, le sue parole non mi devono condizionare.

Deglutisco, la gola è secca e mi fa male. Gli occhi rossi indicano la mia sofferenza, ma trovo le ultime forze per parlare "Ti romperei ogni osso presente nel corpo; ti taglierei ogni singolo centimetro di pelle con una lama impregnata di acido; farei autodistruggere ogni tuo organo, lentamente, così che tu-" tossisco "così che tu possa capire cosa sto passando adesso io." Il mio respiro si blocca per un secondo per una fitta al polmone, riprendo a respirare affannatamente.

Tutto questo è troppo doloroso, mi viene voglia di mettermi a piangere.
Tutte le fottute persone in questo posto meritano di soffrire così e anche peggio, voglio solo vederli tutti disperati e a terra in fin di vita. Voglio che mi supplichino in ginocchio, è una specie di schifosi viscidi, meritano-

Cosa sto dicendo? Il panico mi entra dentro e capisco che l'incantesimo dell'angelo sta avendo effetto. Non sono più come qualche secondo fa, adesso ho paura di tutto quello che sta accadendo e delle cose tremende a cui stavo pensando. Dolor, cosa mi fai? Sei davvero in grado di trasformarmi in un mostro.

Da un lato sono sollevato che questo angelo mi abbia fatto riprendere pieno controllo di me stesso, forse riuscirò a convincerlo e lasciarmi andare.

"Ehi?" L'angelo mi risveglia dai miei pensieri confusi, lo guardo intimorito "shh, adesso è solo questione di poco prima che ti addormenti e ritorni il bravo ragazzo di prima, ok? Ti porterò dentro a palazzo e avremo una chiacchieratina. Se starai buono potrei anche decidere di aiutarti, eh piccolino?" Mi guarda come se stesse guardando uno stupido.

Le mie mani tremano, anzi tutto il mio corpo lo fa. "Dormi, bel bambino..."

Mi prende in braccio e mi solleva da terra, si dirige verso la porta. Jimin, Taehyung... Salvatemi...

"Non ti salveranno, nessuno lo farà. Pensi davvero che qualcuno tenga a te? Loro no di certo, vogliono solo il potere. E la gente di qui? Non ti aiuterà di certo nessuno sapendo cosa hai fatto. Sei solo uno stupido, davvero pensavi di commettere crimini così gravi e passarla liscia?"

Già. Ha ragione. Sono uno stupido... Non avrei dovuto tentare Hoseok, e uccidere quell'angelo, maltrattare Junhoe... Non sarei qui, se avessi...

Ancora una volta mi sento confuso, perso. Sta succedendo di nuovo.

Sbuffa divertito l'angelo, mentre mi porta dentro il palazzo.

I miei occhi scintillano di rosso, parlo e il mio tono di voce è sinistro, un'ultima concentrazione di malizia prima che si spenga per non so quanto.

"Ascoltami bene, stupido angelo. Fossi in te starei in guardia, non mi interessa cosa mi fa il tuo incantesimo, io ti ucciderò." Faccio appena in tempo a vedere i suoi occhi spalancati e l'espressione sconvolta, prima che cada in un sonno profondo.

[Terza persona]

L'angelo guarda Jungkook addormentarsi, e mentre lo fa la sua faccia mostra terrore: non sa perché, dovrebbe stare tranquillo perché può 'sedare' la parte pericolosa del ragazzo che ha tra le braccia, ma anche se cerca di fare il forte, Dolor l'ha spaventato a morte solo con una minaccia a scarse possibilità di riuscita.

Perché quel demone è in grado di sradicare anche le sue più grandi convinzioni?
Cammina per un buon minuto, visto che il palazzo è grande; giunge in una sala ampia, è sfarzosa e principesca: piena di affreschi, lampadari di cristallo e intarsi nel legno delle pareti, tutto barocco e altezzoso.

La luce qui non entra, le tende sono in velluto bianco, che coprono la luce del sole e non le permettono di penetrare nella stanza. Nonostante questo lo spazio è abbastanza luminoso, dipinto con colori chiari.

L'angelo posa Jungkook su una sedia, di quelle con schienale imbottito, in stile come quello del resto della stanza. Si dirige verso il muro, prende delle catene adesso attaccate e le aggancia attorno alle caviglie e i polsi del ragazzo.

A questo punto attende solo che si svegli.

Passa qualche minuto, e gli occhi del ragazzo si aprono, piano. E il panico ritorna.

[Jungkook]

Apro gli occhi, una luce forte quasi mi acceca. Come vedo l'angelo davanti a me, tutto mi ritorna alla mente, tutto quello che è successo. Ho le lacrime agli occhi, mi spaventa la mia situazione e sono terrorizzato di poter morire.

"Ohhh, Jungkook, non piangere su..." Dice quello, e io lo guardo perso, nel panico più totale con il cuore a mille.

"Parliamo un attimo dei peccati per cui devi essere punito. Raccontami un po'."
Deglutisco, sbarrando gli occhi. "Devo per forza? Ho- ho paura, non voglio ricordarli... E se poi lui ritorna? Come faccio? Signore, non dica cose provocanti, la prego, altrimenti tornerà e io non voglio... Lui è cattivo, è spaventoso ripensare a tutto quello che ha fatto-" mi blocco, realizzando "... ho fatto."

Mi metto le mani sulla faccia, e mi rendo conto di essere incatenato.
Le tolgo subito, fissando l'angelo. "Non... non si fida di me? Signore, non anche lei! Lo sa che io non farei mai niente di pericoloso!" Continuo a piangere.

"Ah... non è che non mi fido di te, Jungkook, non mi fido di Dolor. Quello stronzetto..." Dice, e la mia faccia scatta subito in alto a guardarlo. Occhi spalancati.

"Signore... non provochi- la scongiuro. Nessuno vuole rivedere Dolor."
Non voglio che Dolor torni, perché non capisce che non deve scherzare con il fuoco? So di essere forte, so che basterebbe poco per anche solo alleviare l'effetto del suo incantesimo, perché non mi ascolta?

"Non ti preoccupare piccolino, sono esperto abbastanza. Non succederà niente. Il mio incantesimo ha sempre retto con i più potenti demoni."

"Ma non erano Dolor!" La mia voce è supplichevole, e lui non mi ascolta, ancora.
"Metti in dubbio le mie capacità?!"

"N- no, signore! Non lo farei mai, m- ma... Deve stare attento, ho paura che per uno come Dolor l'effetto della sua magia possa durare meno,-"

"Perché continui a parlare di Dolor come un'altra persona? Pensavo avessi detto eravate una cosa unica."
Prendo un respiro, deglutisco "Io... non voglio avere niente a che fare con lui."

"Allora perché non mi dici tutto ciò che ha fatto? Cercherò di aiutarti."

"Davvero? Mi lascerà andare? E si assicurerà che Dolor non tornerà più?"

"Certo" sorride.

"Allora..."

Gli racconto tutto, per filo e per segno. Mi libererà e ne sono grato, ha capito che non sono io il vero colpevole, ma qualcos'altro dentro di me.

Ogni parola pronunciata per descrivere tutto ciò che ho fatto mi spaventa e mi rende consapevole di quanto Dolor sia pericoloso, di quanto sia in grado di farmi il lavaggio del cervello.

"Ah! Tu, bastardo!! Lo sapevo che sarei riuscito ad ottenere tutte le informazioni per incastrarti!!" La mia mascella cade, scandalizzata, terrorizzata, che cosa?

"Adesso ho tutti i diritti per torturati, avrai la tua punizione."

"Cosa?! Mi aveva- mi aveva detto che- mi aveva detto che mi avrebbe salvato, che mi aveva capito!" Le lacrime scendono autonome dalle mie guance. Come ho potuto credergli? Sono stato così stupido.

"Oh... credevi davvero che ti avrei salvato? Senza Dolor sei proprio un buon'a nulla, è stato più semplice del previsto prenderti in giro!"

"È un-" faccio per dire, ma mi fermo. Non ho il coraggio.

"Mostro? Nah, ti sei visto? Dovresti andare a nasconderti sotto il tavolo!" Ride. Ho fatto ho un tonfo al cuore.

"Adesso ti metterò in chiaro delle cose: io non aiuto esseri schifosi come te. Ora ti torturerò come meriti."

"Ma- non sono neanche- un demone!! Sono umano ora, le torture mi uccideranno!"

"Esatto" ghigna trionfante.
Diavolo, come ho potuto essere così stupido?! "La prego! Mi risparmi! Se lei trova un modo per tenere sempre addormentata l'altra parte di me non ci saranno più problemi, lo sa anche lei!"

"Risparmiarti? Tz, non possiamo cancellare i tuoi peccati, sai? Guardati, come sei debole e inutile. Non ho paura di te" Il suo tono è così meschino, di sfida.

Mi viene da piangere, perché mi fa questo?

"La scongiuro, non dica queste cose! Lo dico per lei, se Dolor tornerà sarà la fine per lei!"

"Cosa sei, la mia balia? Sono abbastanza esperto da sapere che quello stronzo non tornerà. E smettila di parlare come se foste sue persone diverse. Tu sei Dolor, e lo sai benissimo."

"Sto cercando di aiutarla!!"
"Io non voglio il tuo aiuto. Non ne ho bisogno. E poi cosa vorresti fare, tu debole ragazzino contro me? Uh?"
Le mie guance sono impregnate di acqua salata, non posso credere che davvero stia facendo così. È in pericolo, non se ne rende conto.

"La smetta. Il suo incantesimo potrebbe non reggere se continua così! Non capisce che sto provando a salvarle la vita?!"

"Perché? Perché più tardi non sapresti più se saresti in grado di controllarti?"
Lo guardo con gli occhi sbarrati, impaurito dalle sue parole. Perché ha ragione. Ho paura, se continua di questo passo, sono sicuro che non durerà molto l'effetto della magia.
Sospiro. "Esatto."

"Tz, ma per favore. Tu non sei in grado di fare del male ad una mosca, non ho paura di te. E ho fiducia nel mio incantesimo. Vuoi vedere, moccioso?"

Strizzo gli occhi, disperato. Singhiozzi escono dalla mia bocca mentre lacrime calde continuano a rigarmi il viso.

"Non ho neanche paura di chiamarti in latino, sono certo che i miei poteri siano abbastanza forti"
"Non lo faccia"
"Dolor, me veni"

Silenzio.

La mia espressione si fa sconvolta, un brivido rapido quanto potente mi percorre tutto il corpo.

Lo sapevo, io lo sapevo.

"Cosa? Dolor si è ripresentato? Ahahahahha, ma per favore" mi prende in giro, non mi crede.
Si alza a prendere quello che sembra un coltello.

"Che la tortura abbia inizio." Ghigna, avvicinandosi.

Cosa mi aspetta?

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