Climax
ANGOLO AUTRICE
Ciaone Wattpad!!! Attenzione, questo è un capitoletto mica da ridere! Diciamo che è molto violento, quindi mi preparerei psicologicamente, se fossi in voi.
Oltretutto volevo chiarire un punto che non sono sicura tutti abbiano capito, perchè sono capra e non mi spiego mai come si deve, chiedo perdono. Per quanto riguarda le visioni, non sono messe lì a caso, ma rappresentano la lotta interna con sè stessi, che porterà come vedrete alla formazione vera e propria del demone stesso. Ovvero grazie a quelle visioni/sogni i ragazzi diventano più forti e consolidano il loro potere e il resto lo scoprirete meglio leggendo i capitoli.
Volevo fare una domandina. Come forse alcuni di voi sanno questa storia è nata su EFP e poi io ho deciso di metterla anche qui. Siccome EFP è diventato una terra desolata, avevo pensato di dare "l'esclusiva" a Wattpad invece. Nel senso che quando scrivo il nuovo capitolo, lo metto prima qui e poi su EFP. Voi sareste d'accordo?
Bacioni e buona lettura e plsss magiche genti fatemi sapere che ne pensate con un commentino, e votate!💖💖
Mors
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Mors, mortis
Dal latino,
Morte.
Un avvertimento non dovrebbe mai essere sottovalutato, poiché potrebbe salvare una vita. Se ignorato, la vicenda non può che finire in modo spiacevole.
Cosa vuole farmi? L'angelo continua a guardarmi male, un coltellino in mano. Prende poi un barattolo, che puzza a dir poco tanto. Quella è... È candeggina? Oh no, oh no. Stringo i denti e gli occhi, provando a dimenarmi nelle catene ma inutilmente.
"Shh moccioso, ti ho già detto che non puoi scappare alla tua punizione" dice l'angelo avvicinandosi, e cerco di indietreggiare ricordandomi disperatamente che non posso.
Vorrei non apparire così debole ma il mio corpo fa da solo: tremo come una foglia. Ovviamente l'angelo non se lo lascia sfuggire "Che c'è Jungkook? Paura?" Ridacchia, non rispondo.
Il coltellino si posa sulla mia guancia destra, "Comincia a pagare per le tue pene, Dolor" sussurra quello, premendo con la lama in profondità. Un urlo straziante è ciò che esce dalle mie labbra, mentre le lacrime diventano copiose e si mischiano insieme al sangue che ha cominciato a uscire dalla ferita.
Il respiro diventa affannato, sopracciglia corrucciate in dolore mentre l'angelo fa finta di non vedere. Mi tira un calcio sullo stinco, poi un altro più su, e un altro ancora più su, sullo stomaco.
Tossisco immediatamente sangue, la gola brucia da impazzire e il sapore in bocca è disgustoso. Sono troppo occupato a lamentarmi quando quello mi tira un grosso schiaffo sulla guancia non ferita, urlando "Se non la smetti di fare casino, ti uccido subito!!"
Piagnucolo istintivamente in risposta, anche se morire sarebbe meglio che soffrire come sto facendo ora, io voglio vivere. "Ah, non la vuoi smettere eh?" Mi arriva una pugnalata al fianco sinistro, violenta e straziatamente dolorosa.
Ormai la vista è appannata e gli occhi completamente chiusi, mentre temo per i miei denti che rimangono serrati per evitare di non fare rumore. Sono sicuro che se urlassi adesso mi sentirebbero dappertutto e non è evidentemente ciò che l'angelo vuole.
Prende la candeggina e mi invita a chiudere gli occhi "se non vuoi che bruci troppo". Ed è così che il liquido mi scorre su tutta la faccia, ma ne versa talmente tanto che è inevitabile che finisca negli occhi, per quanto li avessi tenuti chiusi, o nel naso, per quanto avessi cercato di non respirare, o nella bocca, che credevo aver tenuta serrata.
Nella ferita il dolore è pazzesco e nemmeno pensavo di poterne provare così tanto. Non appena provo ad aprire gli occhi urlo, non riesco nemmeno a trattenermi. È un urlo sgolato, disperato. Non vedo niente, sembra che la candeggina mi stia corrodendo gli occhi.
L'angelo mi da un forte colpo in testa. Ormai sono sfinito. "La... La prego basta... Non ce la faccio più..." Sussurro stremato, voce flebile e vulnerabile.
"Questo è solo l'inizio. È troppo soddisfacente vedere come non reagisci a tutto ciò. E tu saresti uno dei demoni più forti dell'Inferno? Ma per favore."
Non rispondo, continuo solo a piangere. "Vedi Dolor, io questa la chiamo vittoria"
Il mio sguardo si alza subito verso il suo. "Non lo menzioni, la scongiuro"
"Ancora? Non preoccuparti ragazzino il mio incantesimo è forte abbastanza e durerà." Ridacchia poi, e un nodo si forma nella mia gola.
"Mi creda, sento che l'effetto svanirà prima del previsto, quindi non peggiori la situazione. Non lo nomini, non istighi. Non vorrei doverle dire gliel'avevo detto"
"Pff. Dolor è un buono a nulla. Tante parole ma alla fine è stato semplicissimo ridurti in poltiglia. Non ho paura di te ragazzino. Non smetterò di punirti per le tue azioni solo perché tu cerchi pateticamente di inventare scuse. Credi che sia stupido forse? Pensi che creda a tutte le cazzate che mi stai dicendo?"
"Lei sta rischiando grosso, signore" dico, prima che un altro colpo mi faccia perdere i sensi.
Neanche qualche minuto che l'angelo mi sta già risvegliando, e il bruciore si reintensifica, ora anche più forte di prima. "Ti ho detto che era solo l'inizio, Dolor."
Il coltello che impugna adesso è molto più grande, lama affilata e non vedo, sento solo all'improvviso un dolore lancinante all'altezza dell'intestino.
La mia schiena si sporge in avanti mentre la mia bocca e i miei occhi si spalancano da istinto, ma le mie corde vocali non producono alcun suono.
Solo un gemito strozzato, mentre il dolore diventa insopportabile e l'ossigeno non sembra abbastanza. Butto disperatamente le mani al muro, cercando di aggrapparmi ad esso, per provare a pensare meno alla sofferenza, ma è tutto inutile.
È uno di quei muri puntigliosi, che al tatto scorticano e corrodono la pelle. Sento subito il sottile strato lacerarsi, vorrei buttarmi a terra ma le catene non me lo permettono. Inoltre, il ferro mi sta segnando i polsi, che sono rossi e sono sicuro che tra un po' si formerà una tremenda infezione.
Mentre il mio ventre è squarciato l'angelo afferra un'ampolla, dentro c'è un liquido viola traslucido. Toglie il tappo e butta il contenuto del vetro nelle mie interiora, e urlo. Le sue mani si distendono in avanti, energia bianca uscendo da esse.
Rivolta verso me, quella sembra mi stia corrodendo dall'interno. Il tutto è straziante, piango disperatamente e la mia testa è troppo concentrata a soffrire per pensare ad altro. "Allora Dolor... è divertente, vero?!" Ride, e io non ho nemmeno le forze per rispondere "Il liquido viola è una delle pozioni corrosive per demoni mentre la mia energia bianca ovviamente ti fa male. Anche se adesso sei umano per via della tua forza fisica, il tuo corpo è comunque quello di un demone e pertanto reagisce come tale. Non avrei mai creduto di essere così fortunato sai?
Incontrare un membro del Trio Mors e catturarlo così facilmente. Una volta che ti avrò ucciso e avrò portato il tuo cadavere davanti al consiglio degli Angeli Superiori, finalmente avrò la mia ricompensa." Sorride soddisfatto.
Corruccio le sopracciglia.
Ricompensa? "A- ah... Allora è tutto per una ricompensa?" Mi sembra di bruciare vivo, e un dolore improvviso alla testa mi porta a fare uno scatto con essa. Ho talmente tanti dolori che non ci faccio troppo caso.
"Beh... Agli angeli Superiori interessa che ti punisca a dovere e che tu alla fine muoia. Quindi non gli interessa se ti torturo o meno e neanche se è proibito il modo"
Spalanco gli occhi "Quello che-" tossisco e deglutisco, un mal di gola assurdo mi pervade la laringe "Quello che mi sta f- facendo è proibito?"
"Chi se ne frega, tanto non lo scopriranno mai." Prende una frusta che non avevo notato fino adesso e la sbatte violentemente sulla mia coscia, poi la schiena, la spalla, i piedi, le braccia.
Il mio corpo è tutto marchiato oltre che praticamente sfasciato. Sembro un animale da macello.
"Finalmente avrò la mia carica tra i potenti del Paradiso" dice ancora, guardandomi attentamente.
"È la ricompensa?" Dico con voce mozzata, non ho più forze.
"Si."
"Ma... Lei è un angelo. Dovrebbe fare del bene. Conoscendo in che stato sono ora, dovrebbe aiutarmi... dovrebbe- potrebbe... darmi qualcosa per mantenere sotto controllo... lui e- non sarebbe molto meglio così? Io non morirei ma sarei dalla vostra parte, farei del bene-" tossisco ancora una volta e ora esce anche del sangue.
"Non c'è niente che io desideri di più che darvi una mano! Si ricordi che non è colpa mia se sono in questa situazione! La mia è una maledizione contro la mia volontà!" Le lacrime scendono calde e rapide sulle mie guance, bruciando per i residui di candeggina negli occhi e per la ferita aperta.
"Dolor caro, ascoltami bene" si avvicina e parla. Sembra quasi che non sia rivolto a me, o almeno, questo è quello che io avverto.
"Innanzitutto, non mi interessa niente di te. Non mi interessa se non è colpa tua, bisogna pensare a sé stessi prima di tutto, no?"
Mi sento prigioniero, in tutti i sensi.
"Cosa farebbe se tornasse Dolor?"
"Non lo farà. Non sono così stupido come Jin. Si sa bene come non sia nemmeno stato in grado di tenerti buono come avrebbe dovuto. Si sapeva bene da quando eri nato chi eri. Quell'incapace è riuscito ad essere così disattento che ti sei trasformato sotto i suoi occhi. E poi, gli hai pure tolto il protetto preferito." Ridacchia
"Beh, sarò sincero su questo, Dolor, non sopporto Jin e la tua è stata una mossa da maestri. Quell'egocentrico ora ha perso la sua carica. È tornato un semplice angelo"
La mia mente sta per esplodere. Loro sapevano già dalla mia nascita chi ero? E non hanno fatto niente? Mi hanno sbattuto sulla terra e se ne sono fregati?!
"Quanto sei drammatico, Dolor. C'erano cose più importanti a cui pensare." Ridacchia ancora. Stringo i denti, mi sto irritando. Non è un buon segno.
"Ohhh, non è che ti stai arrabbiando? Guardami Dolor, me veni, me veni, guarda come ti temo" ride tenendosi la pancia. Si sta divertendo. È sicuro che il suo incantesimo lo protegga e quindi si sente sicuro di chiamarmi addirittura in latino. (Me veni = vieni a me)
Il mal di testa si intensifica, digrigno i denti, un piccolo ringhio esce dalle mie labbra.
'Tu sei più forte di loro, Jungkook, perché non glielo dimostri?'
'Cose più importanti a cui pensare.'
Ancora uno scatto di testa, troppe voci.
"Mi creda, sta istigando la bestia."
"Ouuuuu che paura Dolor!! Cosa mi farai, uh? Finirai per primo senza vita, fidati di me." Sto zitto. Una lacrima scende dal mio occhio destro.
Tutto quello che mi sta dicendo mi sta ferendo anche di più delle ferite fisiche. Le sue parole stanno solo riaprendo ferite mal chiuse, stanno stuzzicando il mio lato oscuro.
Sento che se Dolor tornerà, o se meglio tornerò come Dolor, non sarò certo calmo e tornerò probabilmente più... cattivo e forte di prima.
"Niente più parole? Sei proprio debole, avevo ragione."
"Non le voglio fare del male. Ma mi sta spingendo ai limiti, non venga a piangere da me implorando pietà quando si renderà conto che avevo ragione."
Ride ancora. Prende la frusta e continua con il suo lavoro. E poi svengo, ancora.
È un bel posto, un prato verde acceso e un sole fantastico che splende. Non molto lontano da me vedo un bambino che gioca, e sorrido istintivamente alla vista, ma subito aggrotto le sopracciglia perché quel bambino sta per cadere in una buca.
Mi affretto a correre verso di lui e lo prendo prima che si faccia male. "Ehi ehi, piccolo. Devi stare attento, non sei ancora un angelo grande quindi non puoi essere tanto forte. Se fossi caduto lì dentro ti saresti potuto fare molto male..." Mi abbasso al suo livello mentre parlo e gli accarezzo la testa.
"E quando diventerò grande sarò forte come hyung?" Sorrido, rendendomi conto di essere un angelo.
"Si, piccolo. Proprio così."
"Come si chiama hyung?"
"Jungkook" sorrido ancora "Andiamo a cercare tuo padre adesso, ok?"
Prima che il bimbo possa rispondere, noto che guarda in avanti con un'espressione terrorizzata in volto.
"H- hyung, chi è quel s- signore spaventoso là in fondo?" Mi giro verso la direzione indicata, e sento una risata sinistra. Sposto il bambino dietro di me in maniera protettiva e lo incito a restare lì.
"Mens, che ci fai qui?" Chiedo, e il demone continua a ridere, prima di controbattere "Potrei farti la stessa domanda" sogghigna poi. "Sei stato tu vero? A rischiare di farlo cadere?"
"Ovvio. E chi se no?" Sorride meschino. Faccio una smorfia di disapprovazione, e come fa un passo in avanti, io ne faccio uno indietro, il bambino dietro di me.
"Ohh andiamo, sei qui a fare il paladino della giustizia quando sei tanto malvagio quanto me" Deglutisco, nervoso, l'ansia sale.
"Dammi il bambino." Mi ordina, ma io mi rifiuto.
"No."
"Davvero?" I suoi occhi scoppiano in un rosso acceso, che mi fa rabbrividire. Risvegliano qualcosa dentro di me. Si avvicina ancora di più, è praticamente attaccato, tanto che le nostre labbra quasi si toccano.
"Dolor dai, dammi il bambino" ghigna, e il mio cuore si gela, all'udire del nome. È quasi come un richiamo. Sogghigno, occhi rossi che riflettono i suoi, e il bambino è quasi nelle sue mani ma mi riprendo in fretta. "No- no!" Urlo a me stesso e Taehyung ride, incrociando le braccia al petto.
"Va bene, non darmelo. Credi che gli angeli ti accetteranno? Vogliono tanto sembrare perfetti ma alla fine l'unica cosa che gli interessa è mantenere una buona reputazione e dignità, non gli importa di te o cosa hai passato." Dice, e io non voglio crederci. No.
"Non è vero."
"Scommetto che quando tornerai in te sarai tu stesso a" sorride sinistro, usando l'indice destro per tracciare una linea immaginaria sul collo, riferendosi al bambino. Mi si gela il sangue, il panico quasi mi travolge ma cerco di non andare completamente in tilt.
Lui sparisce in una nube nera.
"Ehi piccolo. Andiamo, su" sussurro, voglio solo pensare che quello che mi ha detto sia una bugia. Non tornerò in me... stesso.
Finalmente troviamo il padre, e non appena mi vede, urla "Tu! Allontanati da mio figlio, via!"
"N-no! Ho salvato suo figlio da Mens... glielo stavo solo... riportando..." Siamo in casa dell'angelo e uno specchio posto dietro di lui mi fa rabbrividire per quello che mostra.
Vedo il mio riflesso, ma non ci sono io vestito di bianco, non ho ali bianche. Sul vetro la mia bocca ha un tremendo ghigno, gli occhi sono rossi e schivi, quasi sinistri, mentre tutto quel nero mi nausea.
E se Taehyung avesse ragione?
Guardo in basso, la mia mano ancora tiene quella del bambino. Poi all'improvviso, il padre lo stacca dalla mia presa. Mentre nella realtà il mio viso si rattristisce, nel riflesso vedo un'espressione a dir poco irritata.
L'angelo parla, distraendomi dai miei pensieri. "Non puoi toccare mio figlio, non voglio che sia salvato da uno come te. E non sarai mai alla nostra altezza, sei solo un maledetto. Guardie!" Urla e io vado nel panico.
Il mio cuore va all'impazzata e comincio a tremare, occhi spalancati in terrore, bocca aperta. "Cosa ho fatto? Non ho fatto nulla di sbagliato- ho solo salvato suo figlio da Mens! Lo voleva uccidere!!" Urlo disperato, l'angelo mi ignora. Altri due angeli entrano nella stanza e mi prendono saldamente per le braccia.
E in un flash, prima che mi spostino di poco da dove sono, il tanto perché non mi veda più allo specchio, ciò che vedo è intimidatorio. Uno sguardo predatore, mani impregnate di sangue, ghigno anch'esso insanguinato. Quegli occhi sembrano completamente pazzi, sono rossi e brillano, un brivido mi percorre la spina dorsale.
"H- hyung! No!" Il bambino dice e mi risveglia dallo stato di trance.
"Portatelo via, deve comunque morire." Ordina, e io urlo ancora.
"Aspetti! Mi sta- mi sta dicendo che non importa quante buoni azioni io faccia, non potrò mai essere un angelo?" Lui annuisce, e sento un fuoco crescere lentamente dentro di me, abbasso la testa.
"Quindi" Vado avanti "Mi stai dicendo" la mia voce è roca, bassa, viene naturale. "Che non importa quanto io mi sforzi" il mio respiro è affannato. "Voi mi ucciderete lo stesso?" Finisco, quasi come un sussurro.
Lo so che l'angelo è ora confuso, ho tolto le formalità e la cosa l'ha lasciato perplesso. "Si" risponde.
Butto fuori l'aria, "Bene." Dico, e poi comincio a ridere, sembrerò matto, perché la risata è un misto tra il sinistro e lo psicopatico. I miei vestiti si tingono di nero, le ali svaniscono, e lo so che l'angelo mi sta guardando perplesso.
"C- cosa..." Sussurra, e alzo la testa. "Molto bene" Do un colpo forte con i gomiti ai due angeli che mi tengono fermi, e quelli volano via.
Il bambino urla, e il padre fa un verso che indica la sua sorpresa. Mi avvicino ai due e li guardo intensamente, socchiudendo gli occhi. Mal di testa. Urlano all'improvviso, e con un piccolo ghignetto soddisfatto mi volto.
"Avresti preferito che non lo salvassi vero?" L'angelo mi guarda in silenzio, non sapendo cosa rispondere. "È una cosa che si può risolvere. Ehi, piccolo, vieni da Jungkook hyung" mi abbasso al suo livello, e quello si avvicina.
"N- no!!! Jaemin torna qui!!" Il padre urla e prova ad andare dietro al figlio, ma alzo lo sguardo e cade subito a terra, tenendosi il petto.
"Non toccarlo, mostro!" Ridacchio, fulminandolo con lo sguardo "Sto per darti una ragione per chiamarmi in quel modo" sogghigno "Adesso morirai lentamente mentre guarderai anche tuo figlio sopperire!" Il volume della voce è alto, meschino.
"C- che mi hai fatto? Maledetto!" Rido "I tuoi organi moriranno uno ad uno, e man mano che lo faranno, rilasceranno sostanze tossiche nel tuo sangue." Dico, avvicinandomi al bambino per guardarlo negli occhi.
"Hyung... P- perchè sei diventato così cattivo?"
"Ti ricordi quell'uomo di prima, Mens?" Chiedo, scrutando la sua piccola faccia. Lui annuisce.
"Vedi, lui è un amico di hyung" il bambino sembra sorpreso, addirittura comincia a tremare.
"H- hyung mi ha detto una bugia?" Domanda facendo il labbruccio.
"Ti svelerò un segreto, piccolo. Jungkook hyung in realtà è molto più cattivo di Mens. E si, sono un bugiardo." Il bordo del mio labbro si solleva lievemente verso destra, il bambino ancora nell'orrore.
"Però sono un bravo bugiardo, infondo mi hai creduto, no?" Rido, per poi scrutare attentamente il petto del piccolo angelo.
Non ci vuole molto prima che cada a terra privo di vita, il padre tra le urla per il suo dolore e fisico e ora anche morale.
Alzandomi da terra, vedo ancora il mio riflesso allo specchio. Questa volta gli occhi sono tristi e marroni, viso dispiaciuto e lacrime agli occhi.
La sola vista mi irrita. Digrigno i denti e tiro un calcio al vetro che si spacca in mille pezzi. Ora vedo solo qualche accenno di nero riflesso nei pezzi rotti.
All'improvviso, riapro gli occhi. Un incubo nell'incubo? Era un sogno, ma non mi sono ancora svegliato. Adesso sono in una piazza rotonda, piccola. Il cielo è sul marrone, rosso, all'incirca.
Sono all'Inferno?
"Dolor" una voce profonda chiama. Sono immobilizzato, rannicchiato su me stesso, e poi vedo una specie di fenice oscura che vola intorno a me, intorno ai confini della piazza.
Quando mi chiama così, mi rannicchio ancora di più in me stesso, quel nome mi ricorda che sono un mostro. Lo sono ed è inutile che continui a negarlo.
"Lasciami stare" Dico, e non appena mi rendo conto di aver reagito di impulso mi mordo la lingua. "Alza la testa. Uno dei demoni più forti di sempre e non avverto minimamente un filo di energia nera."
"L'incantesimo" dico e basta. "Ti stai sottomettendo ad un angelo?" Ride sinistro, continuando il suo giro in tondo. Strizzo gli occhi, non ci voglio pensare.
Appena mi risveglierò continuerà con le torture e non voglio. "Dolor." Alzo la testa, espressione combattuta "Non chiamarmi così!". Per un secondo, sento una scossa, non capisco se dentro di me o è l'aria.
Vedo la fenice sogghignare "Perché? Cosa pensi di ottenere cercando di rinnegare quello che sei, uh?" Deglutisco, "Se lo faccio almeno rimarrò buono."
"Pf. Patetico" sbuffa "L'incantesimo funziona bene, vedo. Quello che quell'angelo non sa è che tu hai molta più energia oscura dentro di te che un normale demone. Ciò significa che rigenerandosi, ce n'è tanta abbastanza da annientare l'effetto dell'incantesimo di energia bianca in molto meno tempo rispetto a un qualsiasi demone." Ascolto stando in silenzio, è la conferma dei miei sospetti.
"Ma tu questo l'avevi già capito, non è così?" Chiede, meschinità nel tono di voce. "Sto provando ad avvertirlo, ma non ascolta. Pensa che lo stia prendendo in giro." Dico sconfitto, quasi dispiaciuto.
"Aw, dolce da parte tua avvisarlo. Ma sai benissimo, anche meglio di me, che tornerai più forte e cattivo di prima, mh?" Stringo i pugni e gli occhi, deglutisco ancora. Non ci pensare, non ci pensare.
"Perché?" Chiedo, e lui ridacchia "Non è abbastanza ovvio? La rabbia accumulata"
"Io sto bene così." Cerco di ribattere, ma lui risponde subito "Non prendermi in giro. Vorresti vendicarti così tanto che saresti in grado di ucciderlo solo con la forza di volontà, guardandolo negli occhi." All'udire di queste parole, li spalanco, gli occhi.
"Non voglio fargli del male." Ride ancora, sinistro. "Oh ma farai molto di più che solo fargli del male" lo seguo con lo sguardo, un'angoscia profonda fissa nei miei pensieri.
"C- cosa?" Lo chiedo lo stesso, anche se so cosa sta per dire, ma ho bisogno di sentirlo. "Lo ucciderai."
Indietreggio, muovendo testa e braccia quasi confusamente. Sto entrando in panico, mi siedo a terra.
"Andiamo, lo so che lo vuoi." Improvvisamente sento la sua voce molto vicina al mio orecchio.
"N- no! Non voglio!" Dico, quasi le lacrime agli occhi. "Mi stai dicendo che sei perfettamente d'accordo con il fatto che ti torturi? Non hai voglia di fargliela pagare? Farlo soffrire come sta facendo con te?" Sussurra, e l'ultima frase mi ribalta totalmente lo stomaco, solo l'idea mi fa impazzire.
Stringo i denti "N- no. Non voglio."
"Non cambieresti idea nemmeno se sapessi cosa pensa di te?"
"No... " Dico insicuro.
"Ti piace venire considerato un perdente, uh? Inutile e patetico? Povero illuso?" Il cuore mi batte all'impazzata, e oh, quanto vorrei che fosse per la delusione.
Sento il sangue ribollire, la mascella si stringe facendo scontrare i denti, "Altro?" Sibilo piano, respiro profondamente per mantenere la calma.
"Ohh, sì Dolor, vai così, sento l'energia oscura crescere" ghigna, e io alzo la testa, notando che una lieve nebbia nera è presente attorno a noi. "Ti ho fatto una domanda" dico semplicemente, e lui ridacchia malvagiamente "Ora si che comincio a riconoscerti."
Cerco di ignorare la sua affermazione, voltando la testa dall'altra parte. Il mio cervello continua a ripetere le parole perdente, inutile, patetico, povero illuso.
"È quasi deluso che sia stato così semplice catturarti, crede che in poco tempo ti avrà ucciso. Ti considera debole e stupido, facilmente ingannevole." Chiudo gli occhi per cercare di mantenere autocontrollo, mascella ancora serrata, una bomba pronta ad esplodere dentro di me mentre prendo respiri profondi.
"Dolor è proprio un buon'a nulla" la fenice mi soffia nell'orecchio, e un ringhio esce dalle mie labbra, arrabbiato e minaccioso. Apro gli occhi, rossi, i pugni sono stretti e sento che sto per cedere.
"L'energia oscura cresce a dismisura, così ti voglio. Aggressivo. Cattivo. Spietato." Dice.
Respira. Respira Jungkook.
Gli occhi ritornano cioccolato, e il respiro è affannato.
"No. Ti prego basta. Non voglio." Sospiro, dopo aver pronunciato quelle parole con un filo di voce.
"L'incantesimo tiene duro, wow." Dice, e poi un sorriso perfido si fa strada sulla sua bocca mostruosa, deve essergli venuta un'idea, e so già che non mi piacerà.
"Forse ha ragione però?" Comincia, e aggrotto le sopracciglia in confusione. Ma cosa sta dicendo?
"Forse sei davvero un perdente... patetico..." Sento un tonfo al cuore "È per questo che non ti batti per te stesso... ti lasci manipolare e sottomettere da lui perché non sei forte abbastanza..." Mi alzo in piedi.
Cosa sta dicendo? Le pulsazioni del cuore sono troppe, il cervello sembra andare in tilt, capisce fin troppo bene le sue parole ma cerca di cancellarle.
Lo guardo negli occhi, la creatura continua come se niente fosse mentre gira in tondo e questo mi irrita ancora di più. Vuole farmi scoppiare, sta testando la mia pazienza.
Ho la sensazione che otterrà quello che vuole.
"Sei troppo debole per un angelo, non puoi competere..." Stringo i pugni, ancora la mascella.
"Smettila" dico, voce profonda, occhi che lo seguono con sguardo duro.
"No, Dolor. Dovresti rispondermi. Sei debole o hai solo paura di lui? Uh? Così tanti paroloni sulla tua grandezza ma forse alla fine ha ragione l'angelo, non credi? Sei solo un debole, perdente, inutile ragazzino impauri-"
"CHIUDI. QUEL FOTTUTISSIMO. BECCO. !!! " Scatto furioso, occhi rosso fuoco e rabbia che sprizza da tutti i pori. L'energia oscura aumenta a dismisura e lo posso sentire, la fenice ridacchia e poi si ferma.
Mi guarda. Io mi avvicino, occhi puntati su di essa. "Non ho paura." Comincio a denti stretti "Non sono debole." La mia espressione si contorce dalla rabbia, "Non sono un perdente e non. Sono. Inutile." Concludo scrutandolo.
"Annienterò quell'angelo. Gli spezzerò le ali con le mie stesse mani e gli farò rimpiangere" faccio una piccola pausa "Di avermi incontrato." Dico, minaccioso è dire poco.
La mia voce è colma di odio, quasi velenosa.
La fenice ghigna, "Era ora, Dolor" dice. Fulmino la creatura con lo sguardo "Se non stai zitto ucciderò anche te."
Mi sveglio, sta volta definitivamente. Annusando l'aria si sente odore di sangue, la mia carne lacerata mi provoca fitte lancinanti ovunque, sto impazzendo. Questo è troppo.
Il mio cervello è in confusione: i sogni stancano e quello che ho appena avuto sta chiaramente avvertendo del poco tempo che resta prima che l'effetto del l'incantesimo svanisca.
Non so come sentirmi, sono stanco e distrutto ma non voglio fargli del male, anche se se lo meriterebbe. Ti considera debole e stupido, facilmente ingannevole. Mi torna alla mente, e strizzo gli occhi istintivamente al ricordo, cercando di scacciarlo via.
"Ben svegliato Dolor" dice quello, e io lo guardo mentre impugna una siringa. "Questo è acido." Sorride
"Soffri per bene, perdente." Dice poi, iniettando il liquido dentro di me, dal collo. Soffoco un gemito mordendomi la guancia, il sapore del sangue in bocca. È come se fossi al rogo, mi sento in fiamme, è dolorosissimo. Come se non bastasse, l'angelo si aggiunge.
"Guardati, nemmeno in grado di stare in piedi. Sei debole, molto più di quello che mi aspettassi. Che delusione..."
Debole. Ha detto debole. Prendo un bel respiro profondo. "Signore, non mi dia un motivo per tornare Dolor..."
"Mi stai stancando con questa storia moccioso. Ti ho già detto che non ti credo, il mio incantesimo ha sempre retto giorni interi e tu ti credi tanto forte da essere da meno. Sei solo un ragazzino impaurito. Adesso ti do qualche anestetizzante per la bocca così almeno non parlerai più."
Il battito cardiaco accelera, chiudo la mascella digrignando i denti. Basta, ho perso ogni singola buona intenzione in me.
Rivoglio i miei poteri, e li rivoglio adesso.
Quello ha adesso in mano un'altra siringa, che avvicina a me. Blocco la mano e prendo l'oggetto, svuotando il contenuto per terra. Aveva solo una boccetta da cui prelevare. "Brutto moccioso!" Mi urla contro.
"Vado a prendere altro, e poi ti ammazzo sul serio."
"Scappa invece. Perchè non appena rimetterai piede in questa stanza mi assicurerò che ne uscirai come mio trofeo di vittoria." Lo fulmino con lo sguardo, mentre lui si mette a ridere.
"Ma per favore." Sbuffa, prima di uscire. "Ti pentirai di tutto quello che hai fatto, parola di Dolor!" Urlo, mentre esce.
Non appena avrò i miei poteri indietro lo distruggerò a mani nude.
Dopo un paio di minuti rieccolo.
"Ehi moccioso! Ti ho portato alcuni spettatori!" Dice entrando, altre quattro persone dietro di lui.
Pensa di mettermi in esposizione?
Si gira verso quelli e comincia a spiegare. "Trovarlo è stato un colpo di fortuna ma, grazie alle mie abilità sono riuscito ad addormentare il demone che c'è in lui. Grazie a ciò non ha più i poteri ed è come avere a che fare un corpo umano e demone allo stesso tempo: possiede la fragilità del corpo umano e reagisce alle sostanze che fanno male sia al corpo umano che a quello da demone. Devo dire che ho fatto un buon lavoro, oltretutto ho deciso di fare giustizia e l'ho torturato un po'."
Dai Dolor, torna. Torna così possiamo squartarlo, non vedo l'ora. Stringo i pugni.
"Jinyoung, quindi non è stato difficile?"
"Per niente." Risponde quello "Jungkook è stato abbastanza collaborativo, e non è niente di quello che la famosa profezia narra."
L'angelo dice, e le unghie cominciano ad allungarsi, toccando la pelle della mia mano.
"È una cosa positiva, questo vuol dire che prendere gli altri non deve essere così difficile" un'altra persona aggiunge. La mascella si chiude, mi sto arrabbiando e non poco.
"Possiamo farcela anche noi, Minwoo." Ridacchia lo stesso, girandosi verso l'altro. Allo stesso tempo, Jinyoung, si avvicina a me e parla "E finalmente è arrivato il momento di annientarti definitivamente, Dolor. Wow, quasi non mi sembra vero che in qualche ora sarò Angelo Superiore. Sai, so di essere stato un po' cattivo ma, ho proprio bisogno di quella carica e voi demoni ostacolate sempre il mio lavoro. Nessun rancore giusto?"
Sorride, e diavolo, quanto lo odio. Non sento un singolo briciolo di benevolenza in me, neanche un po' di razionalità che stoppi la mia mente dal pensare le peggio cose che potrei fare a quest'angelo.
Sento come se tutto il rancore delle ultime ore stia bollendo dentro di me, il suo sguardo schernente mi fa solo venire voglia di spaccargli la faccia.
"Non parli più? Prima mi stavi tanto facendo discorsoni su stare attento per Dolor di qui e Dolor di lì ma alla fine?" Ride "Tutto quello che mi serve è un po' di questo veleno e sei fuori gioco, ragazzino." Si volta verso gli amici, che ridono alla sua 'battuta'.
Mentre gli racconta dei miei avvertimenti, sghignazzando come un'oca, sento una scossa percorrermi il corpo. Finalmente sento il mio corpo riprendere vita, forza, i dolori spariscono.
Le ferite sanano ma la mia sete di vendetta è ancora da soddisfare. Alzo scaltro lo sguardo, notando piacevolmente che i cinque angeli ancora ridono. Uno di quelli mi guarda negli occhi, ed è in quel momento che un ghigno si fa strada sulle mie labbra, occhi rossi fuoco, e quello spalanca le sue orbite, terrorizzato.
"Shhh" mimo con la bocca, dito affusolato con tanto di artiglio che si sposta piano sulla mia bocca, in segno di avvertimento. "Chiudi la porta" le mie labbra non si muovono, ma in qualche modo, forse mentalmente, riesce ad arrivare il messaggio. Quello spaventato fa come detto, poi aggiungo un "A chiave. E buttala fuori facendola passare da sotto" mi guarda perplesso, ma un mio sguardo minaccioso è abbastanza per far si che mi obbedisca.
Nel frattempo, Jinyoung si gira, la siringa puntata verso il mio braccio, ci impiega un paio di secondi e poi nota che tutte le ferite sono sparite. Corruccia la fronte e le sopracciglia.
"Cosa-"
"Non mi stavi chiamando prima? Me veni Dolor me veni Dolor..." Spalanca gli occhi, un sorriso sinistro si forma sulla mia bocca. "Sono tornato, Jinyoung, giochiamo un po'" Gli occhi sono rossi prima che se ne possa accorgere, non fa in tempo a ribattere che le mie mani sono sul suo collo, strette, violente, gli sto facendo male. Le catene si spezzano con poca grazia sotto la mia forza.
Dopo quasi un minuto mi stacco ridendo di gusto "Ragazzino hai detto? Adesso ti faccio vedere chi comanda qui" prendo un coltello dai suoi strumenti di tortura e lo conficco con forza nella sua coscia. È un colpo secco, urla istintivamente portandosi le mani sul coltello.
Scruto attentamente le mani, mandandole in necrosi. "Ow, buona fortuna a toglierti quel coltello con le mani come le ritrovi" lo prendo in giro, e vedo che prova a controbattere.
"Cosa? Qualche problema?" Faccio il finto tonto, ridendo, poi mi riavvicino a lui. Poso un artiglio sulla sua tempia "Ahh... Jinyoung caro... Sembra che dopotutto forse ti sarebbe convenuto ascoltarmi, o no?" Sorrido in modo psicopatico, "E ora guarda, chi aveva ragione? Te l'avevo detto" canticchio, raschiando rudemente con l'artiglio.
Sogghigno al suo urlo, per poi alzarmi e recarmi dai suoi amici, che sono fermi e immobili, spaventati. "Aw, siete troppo emozionati di vedermi finalmente in persona uh?" Prendo il primo della fila e lo sbatto al muro.
"Per colpa del vostro insopportabile amico Jinyoung, adesso ho un po' di stress da sfogare. Ma sono sicuro che non sia un problema per voi aiutarmi con questo, vero?" Dico, mi avvicino allo stesso, guardandolo negli occhi.
"Mh, cosa potrei fare con te..." Penso, prima che un'idea malsana mi balzi in mente. Ghigno, sinistro "Non ho mai provato ma sarebbe divertente... Se fosse il tuo cervello a spappolarsi no?"
Comincio a ridacchiare mentre quello mi guarda terrorizzato. "Oh si, mi divertirò proprio tanto" sussurro, mentre agisco sul suo cervello. Quello strabuzza gli occhi, e si butta a terra, tenendosi la testa. Piccoli e affannati gemiti escono dalla sua bocca, il respiro irregolare mostra la sua sofferenza.
Gli altri sussultano, e provano a fare qualcosa. Uno si avvicina a me con la mano stesa in avanti, una sfera di energia bianca in mano. La tira in mia direzione, ma sta volta so che non mi può fregare. Tiro su la mano, energia nera si forma e cattura quella bianca, annientandola. L'angelo si blocca, ora insicuro.
Mi lecco rudemente le labbra, un'espressione terrorizzata si fa strada sul suo viso. Si precipita verso la porta, seguito da un altro angelo, e sghignazzo al loro patetico tentativo di fuga. "È impossibile uscire, la porta è chiusa" dico, raggiungendoli mentre con una delle spade di Jinyoung trafiggo la schiena di uno dei due, un verso strozzato esce dalle sue labbra, insieme al sangue.
Tolgo malamente la spada, spargendo più sangue di quanto necessario, ripetendo l'azione per l'altro angelo, solo che questo indietreggia. "Tz" sbuffo, buttando gli occhi all'indietro.
"Ali" dico, guardandole attentamente, immaginandomi del fuoco su di esse, dello stesso colore intensificato dei miei occhi ora. Urla, le ali tra le fiamme.
"Cavoli, magari se sei fortunato trovano le tue ceneri" rido poi, gustandomi il suo dolore e le sue urla straziate. Noto l'angelo che prima mi ha aiutato, è fermo, sembra combattuto sul da farsi e "Tu" indico, con tono rimproveratorio "Non osare spostarti di un passo" mi avvicino poi io a lui. Lo vedo deglutire, guardando intensamente la mia figura arrivargli a qualche centimetro di distanza.
"Come ti chiami?"
"M- mark" balbetta, vedo dal viso che deve essere abbastanza giovane, è sicuramente angelo da poco, visto che d'aspetto sembra abbia qualche anno in meno di me.
"Mh, Mark." Sogghigno "Beh, Mark, visto che sei stato così gentile da aiutarmi prima, mi sento di essere generoso con te" stringo il pugno destro e lo riapro davanti a lui, energia nera che avvolge elegantemente la mia mano, senza oscurarla troppo, si avvicina al suo petto.
Sul suo viso appare un'espressione sconvolta, "C- cosa fai?"
"Se riuscirai a sopravvivere" inizio, appoggiando la mano alla sua pelle coperta dalla stoffa, scrutando le sue reazioni "Starà a te scoprirlo" sorrido, mentre l'energia oscura entra nel suo corpo e lui si accascia a terra, tenendosi disperatamente il punto dove stava la mia mano.
Dall'altra parte della stanza, provengono dei continui e sofferto gemiti, proveniente da Jinyoung, ora con le mani completamente blu, lacrime agli occhi, ancora quel coltello nella coscia.
Mi dirigo verso di lui, inginocchiandomi alla sua altezza. "Allora, ancora niente con quello?" Indico il metallo, e lui mi guarda senza speranza, solo un accenno di fulmine per me nei suoi occhi.
"Che c'è? Adesso che mi sto divertendo non ti va di ridere con me? Prima mi sembrava te la stessi spassando!" La mia voce è apparentemente calma e tranquilla, ma nasconde un che di sinistro, e sicuramente l'ha capito. Non risponde, si limita a fissarmi.
"Mh? Non mi dirai che hai paura, vero?" Mi avvicino pericolosamente a lui, iridi rosse che fissano di colpo minacciose le sue marroni. "Ero convinto pensassi fossi stupido, debole, facilmente ingannevole... Eri sicuro di riuscire a uccidermi ma ti ho stravolto i piani, uh??!" Con violenza gli prendo la maglietta, strattonandolo. Lui ancora tace.
"Figlio di puttana, ti mostrerò davvero come si fa soffrire qualcuno, farò mille volte peggio di quello che tu hai fatto a me" sibilo a denti stretti, serrando la mascella. Metto una mano sulla sua bocca, e vedo la confusione in lui.
Estraggo violentemente il coltello dalla sua coscia e urla rumorosamente nel mio palmo. "Shhh! Non vorrai che ti sentano!" Imito il suo pretendete tono di voce, richiamando quando, non troppo tempo fa, mi ha detto una cosa simile.
Spalanca gli occhi. Ora è il mio turno di aprirgli la carne, buttandoci dentro tutti gli acidi che trovo tra le sue cianfrusaglie, e procedo mettendo un pezzo di stoffa arrotolato nella sua bocca, legandolo dietro alla sua nuca.
Essendo lui inginocchiato, ho solo bisogno di spingerlo violentemente verso il pavimento tenendo un ala, per far si che il primo di tanti urli strozzati esca dalla sua bocca. "Di ciao ciao alle tue alette, stupido angelo"
Si lamenta nella stoffa, ma sono già partito con lo strappo. Ripensare al modo in cui mi ha trattato, screditandomi, prendendosi gioco di me, della mia situazione, prendendomi in giro. I miei sogni.
Tutto questo mi riempie di ira e allo stesso tempo di adrenalina, forza che riesce, il più lentamente che posso, a staccare la prima ala dalla sua schiena. In mezzo a singhiozzi rumorosi, accompagnati da fiumi di lacrime, urla talmente forti da poter essere sentite chiare nonostante il fazzoletto nella sua bocca, stacco anche l'altra ala.
Ingenti quantità di sangue escono dalle ferite, ma me ne frego e mi sposto davanti a lui. La sua testa fa fatica a sollevarsi, e quando ci riesce lo fa di poco, riabbassandosi subito dopo. Gli tolgo il fazzoletto con violenza "Chi è il debole ora, uh? Hai ancora il coraggio che le voci ingigantiscono la situazione? Che sono debole? Eh?!" Gli tiro un calcio al fianco, e lui tossisce sangue.
"Perché se non ti basta ti dimostro con altri modi di cosa sono capace"
"N- NO- HO... HO CAPITO, TI PREGO, BA- BASTA." Parla con un fil di voce, la stanchezza facilmente percepibile nel suo tono. Metto le mie mani attorno alla sua testa "T- ti prego, risparmiami, Dolor. Sei il demone più forte di sempre, mi sono sbagliato. Per favore, non uccidermi."
Ringhio alle sue parole, "Tz" strizzo il naso "Ti avevo detto che ti saresti pentito delle tue decisioni, ma non mi hai ascoltato. Hai preferito continuare a fare tanto il sicuro di te, torturandomi e prendendomi in giro." stringo i suoi capelli, rabbia si calcifica nei miei movimenti.
"Sono tornato e adesso ti distruggo come si deve. Dopo averti tolto qualsiasi tipo di dignità strappandoti le ali, puoi stare certo che il Consiglio verrà a conoscenza delle tue coraggiose gesta per provare a uccidermi. Speriamo solo che non gli facciano schifo le teste decapitate" dico, con voce cupa e un sorriso malsano sulle labbra, prima di dare un colpo forte alla sua testa, che si stacca poi.
[Yoongi]
" Jimin era praticamente immerso in quel polveroso libro da ore ormai, io al suo fianco che dormivo. Lui non poteva farmene una colpa però, mi aveva praticamente costretto a seguirlo lì.
Aspettando che il Consiglio gli desse una nuova persona da guardare, si era messo in testa di consultare dei libri sulla storia degli angeli; voleva capire se ci fosse qualcosa che era stato fatto in passato che poteva tornargli utile.
Era un periodo di grande tensione tra demoni e angeli, e non gli andava di starsene con le mani in mano mentre avrebbe potuto cercare una soluzione. Jimin era così. Lo era sempre stato, con uno spiccato senso per la giustizia è un pallino mentale per cercare di risolvere ogni problema.
Sfogliava e sfogliava, leggendo più veloce che poteva ma, niente faceva al suo caso. In tutti i capitoli parlanti delle varie guerre le creature erano state impreparate o facilmente arrendevoli, forse perché non abbastanza forti o perché non condotti da qualcuno di capace. Jimin però non era sicuro di potersi fidare, anzi meglio, non si voleva fidare.
Improvvise urla mi fecero sobbalzare mentre dormivo, e incontrai subito lo sguardo del moro. Jimin si alzò subito, precipitandosi fuori dalla biblioteca. Al di fuori dell'edificio, angeli scappavano da tutte le parti: si nascondevano e correvano, e noi due ci guardammo perplessa, prima di aguzzare la vista e notare due figure nere avvicinarsi.
Jimin strinse i pugni, pronto a raggiungere i demoni. Io lo bloccai però "Aspetta, chiamiamo gli Angeli Superiori, non puoi mettere a rischio la tua vita così. Io non posso nemmeno aiutarti, sai che sono ancora debole dopo la lotta dell'altro giorno."
"Hyung, se aspettiamo che arrivino gli Angeli Superiori troppa gente sarà già morta, inclusi noi due. E non ho intenzione di tirarmi dietro solo perché sono da solo. Ti difenderò io se ne avrai bisogno." Disse, toccandomi anche con quelle parole.
"Ora, non vorrei interrompere questa sdolcinata conversazione tra voi due angioletti ma vi disturbo un solo secondo per chiedervi di consegnarmi il Libro delle Verità." Uno dei due demoni disse.
"E perché dovremmo?!" Jimin ribatté, dopo aver deglutito, leggermente intimidito dalla creatura oscura. "Perché veniamo per conto di Lucifero. Adesso, il libro."
"Non sappiamo dove sia." Risposi invece io. "Allora fateci entrare nella biblioteca" aggrottai le sopracciglia e Jimin subito urlò "Mai!!", convinto a difendere il luogo.
"Ah si?" Il demone ghignó, "O mi fate entrare, o oscurerò il Paradiso e le vite di molti finiranno oggi!" Minaccia con una mano alzata, energia nera che usciva da essa con forza assurda.
"No!" Jimin urlò ancora, e il demone ridacchiò. Quello si avvicinò a qualche angelo nascosto nelle vicinanze, alzando la mano con l'energia oscura pronta per essere scagliata contro qualcuno. Proprio nell'istante in cui partì il colpo, Jimin balzò in avanti per vedere meglio: con un po' di energia bianca riuscì a fare uno scudo alla gente.
Il demone lo fulminò con lo sguardo, mentre anche l'altro si unì a lui. Ora erano due contro uno. "Stai complicando la situazione stupido angelo, sarebbe più semplice se ci consegnassi quello che vogliamo,"
"Non so davvero dove si trovi. E anche se lo sapessi, di sicuro non verrei a dirlo proprio a voi. Andate via da qui e lasciateci in pace" Jimin alla fine disse, i demoni risero.
"Crede davvero che ce ne andremo perché l'ha detto lui, Jungmyeom, sentito?"
L'angelo stringe i pugni e la mascella "Guarda che non fai paura, se quello è il tuo obbiettivo" l'altro disse deridendolo. Jimin caricò le sue mani di energia bianca, tirandola in direzione dei due. Non vennero colpiti entrambi, così mentre uno stava a terra, l'altro si diresse verso di me, e io cercai di indietreggiare.
"Hyung!" Il moro urlò e si formò uno scudo davanti a me che impediva al demone di toccarmi. "Tu, guastafeste! Finirò per ucciderti un giorno o l'altro" strilló alterato, e per chissà quale ragione, entrambi se ne andarono così.
Jimin era stato molto convinto, e coraggioso.
Sarebbe stato disposto a mettere la sua stessa vita a rischio. Era un ragazzo d'oro, degno della sua fama per essere il migliore, se devo parlare sinceramente. Quella non fu nemmeno la prima volta che dimostrò la sua bravura e il suo grande cuore alla gente. "
La mia narrazione finisce con nota nostalgica e all'improvviso le luci si spengono nella sala del Consiglio degli Angeli Superiori. Che succede?
Tutti fanno baccano, presi alla sprovvista, fino a quando non si riaccendono le luci. Lì, in basso, tutto in nero, chioma arancione, sta il demone dei nostri incubi.
Jimin.
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