La contessa Nelly mi stava esponendo nervosamente tutte le sue preoccupazioni: aver appreso che la nostra acqua dolce era lo scopo dell'invasione, le metteva addosso una pressione soffocante, alla quale non era abituata. Eravamo alle cisterne alte, sul promontorio che sovrastava la città. Adoravo la vista da lassù: si poteva vedere un bello scorcio della città, con il suo brulicare vivace e colorato di persone. Il mare dal blu intenso, che al crepuscolo si tingeva di colori meravigliosi. Liberia. Era qui che avevo deciso di interrompere il mio errare per il mondo. Qui avevo trovato un'accoglienza mai provata altrove e la pace nel mio animo, perennemente irrequieto, grazie a...

"Generale! In medicheria, c'è qualcosa che dovrebbe vedere!"

La voce del messo mi destò da quel flusso di pensieri.

"Contessa Nelly, il capitano Chamber si occuperà di coordinare la difesa della rete idrica secondo i vostri preziosi suggerimenti. Le assicuro che gli Oros non toccheranno il nostro bene più prezioso!"

Mi congedai velocemente: Miwaka, Bucket, Esmeralda e tanti altri stavano male. Non c'era tempo da perdere. Qualunque cosa fosse, era importante. Oros significava solo distruzione. Il peggior nemico che avessi mai incontrato. Non erano umani. Non avevano niente di umano.

* * *

Esmeralda mi attendeva nel laboratorio. Bucket era sparito e Miwaka era andata a cercarlo. L'infermiera, con mia sorpresa, non era più sofferente e mi mostrò un involto di chiara fattura Oros. Era stato ritrovato nel bosco e conteneva delle bende maleodoranti imbevute di quello che sembrava fosse l'antidoto al veleno. Questa era una buona notizia.

"Nel pacchetto c'era anche questo!" disse Esmeralda porgendomi un cilindro di vetro tappato. 

Ne estrassi una pergamena con su vergati lettere e numeri senza un senso apparente. Questo particolare gettava una luce strana su quel ritrovamento fortuito. Le mie viscere dicevano che qualcosa non tornava. Non capivo ancora cosa, ma le mie viscere non sbagliavano mai.

* * *

"Capitano! La regina ti aspetta!" disse il piccolo Febo, trascinandomi per un dito. "Hai visto che sono arrivati i cattivi?"

"Certo, Febo! Hai paura?"

"Io non ho mai paura!"

"Bene! Sii sempre coraggioso e proteggi la Regina!"

"Certo! Non la farò toccare a nessuno... neanche a te!" e mi fece la linguaccia.

Guardai la sovrana nei suoi occhi neri e mi inchinai.

"Generale!" disse la regina accogliendomi con un sorriso radioso: "Portami buone notizie!"

"È stato ritrovato un involto perso da qualche Oros nel bosco. La buona notizia è che contiene l'antidoto al veleno che sta intossicando tutti quelli che hanno toccato il prigioniero."

"Ottima notizia, direi!"

"Certo!" attesi un attimo prima di proseguire. Le porsi il cilindro con la pergamena e assunsi un'espressione seria. "Sul foglio sono riportate cifre e lettere apparentemente casuali. Credo sia un messaggio cifrato."

La Regina, con aria preoccupata, lo analizzò. "Sicuri che fosse di un Oros?"

"La stoffa nel quale tutto era racchiuso non lascia dubbi"

Un attimo di silenzio. La Regina Genevieve mi guardò dritta negli occhi. In sintonia perfetta, all'unisono, pronunciammo le stesse parole:

"Tra di noi c'è una spia!"