Tensione
Il Minnesota State School poteva essere semplicemente scambiato per un castello.
Un'ampia torre si innalzava con tanto di archi alle finestre elaborati in modo geometrico; insomma risaliva al lontano 1886 e Brenda ancora si domandava come questa struttura riuscisse a stare in piedi.
Svoltò a sinistra e entrò nel parcheggio, alcune auto erano già posteggiate negli appositi posti e molti tra cui cheerleader, giocatori di football e nerd erano già intenti a parlare tutti allegri; l'unica di cattivo, anzi pessimo umore sembrava solo lei.
Posteggiò la bicicletta attaccandola con la catena alla ringhiera di ferro, dopo di che si alzò e fece un enorme respiro guardandosi intorno alla ricerca di una testa castana anche se era un po' difficile dato che ce ne erano molte.
Impugnò la borsa e si incamminò verso l'entrata sperando che nessuno la riconoscesse, non voleva incontrare nessuno, specialmente quella snob super antipatica e arrogante di Lena Gregorich, la capo cheerleader, che tormentava Brenda dalla quinta elementare; eppure lei non riusciva a spiegarsi il perché di tutta quella cattiveria, ma con gli anni aveva imparato a conoscerla.
Superò facendo zig zag tra le macchine sempre con la testa china, dato che il Sole la colpiva in piena faccia; svoltò di nuovo fino a quando non si trovò davanti all'incubo: Lena se la rideva sotto i baffi con le braccia incrociate che mettevano in risalto ancora di più quei due pezzi di stoffa che spacciava come divisa insieme alle sue amiche che l'affiancavano.
-Uh, ma guarda chi abbiamo. Il ritorno del microbo- Brenda fece una smorfia mentre tutte le altre scoppiarono a ridere con voce da oche, com'erano ridicole.
Ma subito calò il silenzio: Lena avanzò sculettando e muovendo a destra e sinistra i suoi capelli biondo ossigenati; faceva ridere per quanto era ridicola.
Si fermò proprio di fronte a Brenda e la squadrò con superiorità facendo delle smorfie di disgusto. -Questo è il quarto anno microbo. Tu prova anche solo a fare qualcosa in questa scuola e giuro che me la pagherai- Detto questo scoppiò di nuovo a ridere come se lo trovasse divertente e come se ritenesse Brenda pericolosa.
Ma giustamente Brenda la capiva; era popolare, la capo cheerleader e poteva permetterselo, aveva la scuola nelle sue mani fresche di manicure.
Lena era la punta della piramide della classe sociale del liceo mentre lei il fondo, il rifiuto, insomma una nullità e a Brenda stava bene, non le era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione, tutti quegli occhi puntati su una sola persona, no, non facevano per lei...
-Oh che bello! E' già il primo giorno e ho l'onore di vedere che lo stormo di oche già si è riunito!- Una vocina stridula, da bambina si fece sentire dietro Brenda e lei sorrise subito nel vedere una ragazza minuta affiancarla: Panda.
Le cheerleader invece non erano molto contente di vederla, ma quella più irritata di tutte era proprio il capo: -Gray, nessuno ha chiesto la tua opinione- Lena digrignò i denti mentre Panda si metteva una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio.
-Gregorich, nessuno ha chiesto che la tua bocca si aprisse per parlare-
Brenda ammirava la sua migliore amica, era una grande, il suo idolo.
Miranda Gray alias Panda era la ragazza più bassa di tutto il liceo, ma nessuno osava ridere di lei; poteva essere anche bassa, ma nessuno osava mettersi contro di lei.
Faceva paura, letteralmente; bastava che aprisse la sua bocca per mettere KO chiunque facesse qualche commento poco carino su di lei, ma soprattutto su di Brenda.
Se non fosse stato per Panda, Brenda sarebbe stata più volte vittima di bullismo o di mirate da parte dei giocatori o delle cheerleader.
In un certo senso Miranda le ricordava tanto sua sorella, non per l'aspetto fisico, ma più che altro per il suo carattere: aveva quella grinta che nessuno possedeva, quella strafottenza che le serviva a non abbassarsi a quei commenti che certe volte giravano su di lei, mentre Brenda ci rimuginava più volte e spesso piangeva. Aveva quella forza che lei avrebbe tanto voluto avere, ma niente, lei era completamente diversa. Era timida, impacciata, riservata, taciturna, discreta, insomma una da cui stare lontano, eppure Panda non se ne era mai andata, mai, perfino quando avvolte crollava al cimitero, piangendo su le due tombe, Miranda c'era sempre e comunque e Brenda le sarebbe stata debitrice per tutta la vita, era la sua salvezza.
Panda sorrise facendo risaltare ancora di più quel faccino che aveva e prese per mano la sua amica portandola lontano da quegli avvoltoi.
Naturalmente Brenda era già arrivata e per sua sfortuna si era già imbattuta in quell'oca che naturalmente la stava minacciando ridendosela come se fosse Maria scesa in Terra.
Per fortuna lei era arrivata in tempo, dato che Brenda non sapeva mai cavarsela in queste situazioni era lei a dover badare a tutte e due, non che la sua amica fosse un'irresponsabile, ma non era capace nei botta e risposta, mentre lei li stendeva.
Erano amiche da quando erano dei fagotti, conosceva molto bene sua sorella gemella Caitlin, il loro idolo; era proprio da lei che Panda aveva preso spunto.
Se Cat fosse stata ancora tra loro avrebbe fatto zittire con una semplice occhiata tutti e lei voleva fare altrettanto, lo aveva promesso.
Avevano fatto un giuramento tutte e tre: se mai fosse successo qualcosa non si dovevano mai e poi mai separare, perché le amiche ci sono sempre; ma poi Caitlin se ne è andata portando via una parte sia sua che di sua sorella.
Ora che Cat non c'era più era lei a dover aiutare e proteggere Brenda, perché era sicura che se Caitlin fosse ancora viva, avrebbe smosso l'intero pianeta pur di proteggere colei che amava di più al Mondo. Toccava a lei ora seguire le sue orme, se avrebbe fatto come lei, non se ne sarebbe mai andata, eppure ogni giorno la sentiva sempre più distante, se ne stava andando e lei non voleva. Doveva essere forte per entrambe, ma soprattutto per Brenda.
-Allora- Disse Panda allungando la a e guardando di sottecchi Brenda che alzò immediatamente gli occhi al cielo.
-Ti prego non dirmelo- Rispose, sperando che Panda non dicesse quello che Brigitte le aveva appena raccontato, ma evidentemente la sua amica non aveva capito.
-Come no?! La gente non parla d'altro!- Disse sventolandosi il faccino con la mano libera, la solita.
-I Ruiz ormai sono diventati gente importante qui in Minnesota, chiunque li abbia visti dice che sono dei gran fighi, soprattutto i figli dei tre fratelli- Panda rifilò una gomitata all'amica mentre a sua volta lei rialzava gli occhi al cielo sorridendo, sapeva dove voleva andare a parare.
Un brontolio alla pancia però la fece riflettere: erano spagnoli, proprio come la mamma. E se per caso la conoscevano?
Altra fitta alla pancia; scosse la testa.
Era impossibile, anche se Noel aveva vissuto la maggior parte della sua vita in Spagna.
Brenda ricordava ancora quando la mamma le raccontava com'era lì la vita. Doveva essere bella: piena di allegria, di colori, di profumi, di musica.
Noel le faceva chiudere sempre gli occhi, diceva che solo così poteva immaginare i suoi racconti, sarebbe stato più reale, ed era vero, riusciva ancora a sentire il profumo dei churros e il profumo della paella, un tipico piatto valenciano, che consiste nel riso condito con spezie ed altri ingredienti.
Noel viveva nella così detta Capitale Verde, cioè la Vitoria-Gasteiz: una piccola cittadina fondata nel 1181. Si trova intorno alla Green Balt ossia cintura verde, formata da foreste e montagne.
La mamma le aveva detto che gli abitanti erano molto attenti nel risparmio e nell'inquinamento, soprattutto per l'ambiente che li circondava; il verde che c'era e che c'è ancora deve essere immenso.
Brenda avrebbe sempre voluto andarci, per vedere com'era; per fare delle escursioni con sua sorella e per visitare tanti siti archeologici, ma purtroppo non c'erano mai andate; si era accontenta di vedere le foto che la mamma aveva scattato e che ora erano andate perse chi sa dove.
Le venne un groppo in gola, e se loro venivano da lì, se conoscevano davvero la madre? Non poteva pensarci. La Spagna era grande, quindi sicuramente venivano da qualche altro paese.
-Terra chiama Brenda, ci sei?- Panda schioccò le dita davanti al suo viso e in quel momento la rossa si rese conto di essersi incantata per un bel po'; sorrise all'amica proprio quando la campanella suonò lasciando uno sbuffo di disperazione da parte di tutti.
Salirono entrambe i gradini che avrebbero condotto all'entrata, ma Panda si fermò girandosi. -Che cosa fai?- Domandò Brenda cercando di non darle un pizzicotto, ma la sua amica sembrava non ascoltarla: si era messa una mano sulla fronte per farsi ombra e in punta di piedi aveva cominciato a fare avanti e indietro come se volesse scorgere qualcuno, ma non vedendolo si era rigirata e prima di incamminarsi aveva guardato una Brenda leggermente perplessa: -Che c'è?! Pensavo che i Ruiz entrassero come dei normali studenti, ma devo essermi sbagliata. Pensano in grande- Questa volta Brenda non riuscì a resistere e alzò gli occhi al cielo scoppiando a ridere.
Se questa era l'idea di tutti, cioè quella che si stavano facendo sui Ruiz, forse davvero non era sprecata tutta questa tensione, ma poi ci pensò e sorrise tra sé: insomma erano solo dei nuovi arrivati e qui in Minnesota qualunque nuovo arrivato è bello e interessante quindi era davvero un'esagerazione, ma il fatto che non si fossero fatti ancora vedere la irritò molto.
Ciao Ragazzi! Wow sono super felice! I commenti che mi avete mandato sono davvero belli e sono contentissima del fatto che la storia stia piacendo a molti.
Questo capitolo non è proprio importante, ma volevo far conoscere ai miei lettori che tipo è la nostra Panda. Sicuramente leggendo avete capito che non ho solo parlato dal punto di vista di Brenda, ma anche da quello della nostra piccola ninja. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ma soprattutto spero che quello che ho voluto dire su Panda vi sia arrivato e mi auguro tanto che l'adoriate come l'adoro io... Un bacione enorme e fatemi sapere!
By Moonline
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