Illusione o Realtà?
Brenda era tornata a casa trattenendo a stento le lacrime.
La testa continuava a girarle furiosamente, provocandole fitte insopportabili che a malapena riuscì a trattenere.
Il volto di quella ragazza e di sua madre Noel compariva sempre nella sua mente come se ormai fossero i suoi unici pensieri fissi e in un certo senso era proprio così.
Quando prima nella proprietà dei Ruiz aveva individuato quel viso, tutto le era crollato, tutte quelle fondamenta, fortezze che per tanti anni aveva edificato erano crollate subito senza opporre nessuna resistenza.
Sua madre era a pochi passi da lei, eppure c'era qualcosa che la tratteneva.
Per quanto quel viso fosse identico a quello della madre, in quello della ragazza c'erano tracce d'innocenza, di gioventù, non era il volto di una donna che per ben quattordici anni aveva forse progettato la sua finta morte fingendo perfettamente; quel volto innocente dipinto sul dolce viso della ragazza di poco fa non aveva tracce di rughe o di sofferenza, nessuna traccia di morte poiché i suoi occhi lavanda brillavano di luce propria, una luce accecante, calorosa, tuttavia Brenda non riusciva proprio a comprendere.
Stava forse impazzendo?
Stava forse così a causa delle numerose terapie che in passato aveva dovuto affrontare a causa degli attacchi di panico che la investivano da sempre?
Era questo il prezzo che avrebbe dovuto pagare per l'eternità? Vedere il volto di sua madre su una semplice adolescente? Era questa la sua punizione? Vedere il fantasma di Noel fino a quando la sua forza gliel'avrebbe permesso?
Milioni di domande affollarono la mente ancora più confusa della povera Brenda, tuttavia per nessuna di queste era riuscita a trovare una risposta valida poiché le sembrava tutto un dannato scherzo del fato.
Appena entrata a casa senza neanche togliersi la giacca si diresse a passi svelti e a testa bassa verso le scale che avrebbero portato al piano di sopra dove si trovava la sua camera, ma mentre stava per affrontare il primo gradino, si rese conto della presenza di suo padre Anthony.
La testa ramata del padre fece capolino dalla cucina osservando attentamente la figlia mentre lei dava le spalle con la schiena ricurva come a proteggersi da qualcosa più grande di lei, da qualcosa che non sarebbe riuscita a combattere e sconfiggere.
Si sentiva fragile, indifesa, incompresa.
Si sentiva un pezzo incompatibile di un puzzle, una pedina fuori posto.
In quel momento avrebbe voluto essere una normale adolescente, cosa che non lo era da tanto.
Desiderava una normale famiglia affettiva identica a quella di quasi tutti i suoi compagni.
Voleva essere una persona normale, non una cresciuta nel dolore e derisa sempre.
A volte avrebbe preferito non essere Brenda Esmeralda Wood, voleva solo essere una comune ragazza del Minnesota ma evidentemente non era così, non lo era mai stato e nulla avrebbe più cambiato ormai.
-Ehi tesoro, allora com'è andato il primo giorno di scuola?- chiese dolcemente papà Anthony con la sua voce calorosa e accogliente mentre si avvicinava lentamente a sua figlia.
Brenda avrebbe voluto urlare, dirgli tutto, dirgli di aver visto un sosia più giovane di sua madre, della sua amata moglie! Ma non poteva, suo padre era colui che forse aveva sofferto di più e non se lo meritava, non si meritava di nuovo tutto questo dolore e la ragazza si rese conto di esser diventata un'ipocrita e una vittima del suo stesso dolore al fine di passare sempre per quella più fragile a cui le cose scandalose non le potevano esser dette per paura di renderla ancora più indifesa, vulnerabile.
I passi di Anthony si confusero con il ticchettio dell'orologio a cucù del soggiorno e quando ormai Brenda sentiva la sua presenza dietro di lei, si ritrattasse d'istinto.
Non aveva voglia di dialogare con il padre, almeno non ora.
-Tutto bene, papà. Salgo su in camera- disse la ragazza cercando di non farsi ingannare dalla sua voce che si era leggermente incrinata.
Aveva sempre la schiena ricurva verso la rampa di scale e non accennò minimamente a girarsi quando Anthony sfiorò le sue spalle ora spigolose, anzi si ritrasse istintivamente.
-Brenda? E' successo qualcosa?- richiese l'uomo cercando di girare la figlia invano.
La rossa scosse ripetutamente la testa scacciando via le mani del padre nonostante avesse bisogno del suo conforto ora più che mai, ma non poteva dirgli niente poiché sicuramente era stata la sua mente malata a giocargli quell'orribile scherzo.
-Papà tranquillo ti ho detto che sto bene. Ho solo bisogno di andarmene in camera-
Brenda non aspettò la risposta del padre.
Salì a passo di lumaca le scale con la testa china e trascinandosi le gambe come se fossero diventate di piombo.
Le mani piccole strinsero con forza la ringhiera di legno e gli occhi s'inumidirono leggermente quando avvertì lo sguardo colmo di tristezza e di preoccupazione del padre che la seguiva per tutte le scale senza però dire niente.
Il buio del corridoio del piano superiore l'avvolse completamente e anche se non vedeva quasi niente a parte le ombre che proiettavano le porte delle stanze, si avviò verso quell'oscurità con passo pesante.
Certo, avrebbe potuto accendere la luce ma anche se era un'azione che richiedeva davvero poco, Brenda non aveva le forze per farlo.
Si trascinò verso la seconda porta sul lato sinistro del corridoio e se la richiuse dietro le spalle appoggiandosi immediatamente sopra.
Un lungo e lento respiro travolse l'intera stanza immersa nelle tenebre tranne che per la finestra coperta da delle tende di un arancio vivo che lasciavano entrare nella camera alcuni spiragli di luce.
Brenda si stropicciò gli occhi non volendo più piangere e togliendosi i sandali, si diresse scalza verso l'unica finestra, dove sorgeva un piccolo rialzo che ancora oggi era il suo angolino per occasioni come queste, anche se questa occasione non era paragonabile con nessuna già vissuta.
Quando i suoi piedi scalzi sfiorarono il rialzo freddo, rabbrividirono di piacere e la ragazza fu sommersa da cuscini e peluche di tutti i tipi.
Si strinse al petto il peluche di un panda dagli occhioni neri poiché le ricordava tanto la sua amica Miranda.
Si sciolse il disordinato chignon che alla fine si era trasformato in un nido molto intrigato e una cascata di ricci rossi le sfiorò le spalle e il seno facendole il solletico.
Con il suo solito tic spostò il suo solito riccio ribelle che aveva l'abitudine di impedirle la visuale e si accoccolò meglio tra quei morbidi cuscini socchiudendo gli occhi.
Nonostante cercasse di rilassarsi, non ci riuscì, poiché il volto di quella ragazza dal vestito azzurro la invadeva ancora tutta.
Strizzò gli occhi perché confusa.
Continuava a ripetersi che quello che poco tempo fa aveva visto era solo frutto dalla sua fervida immaginazione.
Qualcosa però le diceva che non era così in fondo.
Qualcosa le diceva che quel volto di prima era reale, era vivo solo che non era, non poteva essere sua madre Noel.
Brenda cercò di trovare delle risposte in modo da far tacere per sempre tutte quelle domande, tutte quelle emozioni però quando ripensò all'attacco di panico e al fatto che qualcosa l'aveva spinta in quella proprietà, tutte quelle speranze furono spazzate via come un turbine.
Perché innanzitutto era voluta andare a curiosare dai Ruiz? Si trattava di semplice curiosità o c'era qualcos'altro sotto?
Improvvisamente si sentì indifesa e spoglia tra quel buio e di scatto aprì le tende arancio e una luce accecante investì sia lei sia l'intera stanza tanto da farle socchiudere gli occhi.
Poggiò il mento sul ginocchio della gamba sinistra leggermente alzata e la sua chioma fiammante la coprì come una tendina, per difenderla, ma quando con le dita scostò alcune ciocche, iniziò a guardare distratta l'ambiente fuori dalla sua camera.
La sua camera si affacciava sul retro della casa e così Brenda riusciva sempre a vedere cosa combinassero i vicini Bailey, anche se ormai non le importava più. Era da piccola che con quel sorrisino da furba a trentuno denti poiché le mancava un dente superiore che le lasciò una finestrella con cui lei amava giocarci facendo finta di essere una fontana, che amava spiare i suoi vicini dalla sua camera perché l'entrata della loro casa era perfettamente visibile dalla sua finestra. Inoltre si divertiva a vedere il signor Bailey che inseguiva con la sua corsa da papero il povero barboncino Napoleone che vecchio com'era scorrazzava per tutto il giardino e forse era a causa del nome che i padroni gli avevano dato, che reagiva così.
Peccato però che Brenda non lo saprà mai.
Il povero Napoleone aveva avuto un infarto durante una delle sue fughe e purtroppo l'entusiasmo da bambina della ragazza si era perso.
In fondo deve tanto al piccolo Napoleone per averla fatta sorridere quando era piccolina, cosa che accadeva di rado.
Il cielo si era scurito e ora un grigio malinconico si confondeva con il bianco delle nuvole creando una distesa di tempera su una tela ormai sparita.
I signori Bailey non si erano fatti ancora vedere e tutte le persiane del piano superiore della loro abitazione erano chiuse.
Solo quelle del piano inferiore erano aperte e dal vetro delle finestre si riusciva a intravedere il pizzo delle tende che la signora Bailey amava.
Le foglie secche che ricoprivano una piccola stradina che divideva le abitazioni, iniziarono a essere trascinate via, sollevate e trasportate dal vento che con le sue mani invisibili, si divertiva a scegliere quelle più facili da portare con sé.
Lo sguardo malinconico di Brenda si posò sull'enorme melo che divideva la sua proprietà da quella dei Bailey e un sospiro abbattuto si fece largo tra quelle labbra secche.
Quell'albero era stato l'inizio di tutto, l'inizio di quella maledetta giornata che sia lei che Anthony si sarebbero portati per sempre nel cuore.
Ancora si rivedeva in quella bambina felice ed emozionata nel piantare dei piccoli semini che secondo la mamma Noel si sarebbero trasformati in un albero bellissimo solo avendo tanta cura e pazienza.
Brenda ricordava ancora quella scena.
Ricordava ancora il dolce sorriso della mamma che le illuminava gli occhi di una luce accecante mentre lei e Caitlin se ne stavano sdraiate sul grande tappeto del soggiorno guardando il soffitto e immaginando cosa avrebbero fatto una volta da grandi.
Un nodo strinse la gola di Brenda, solo che questa volta non erano i tentacoli pronti a soffocarla di nuovo.
Era una sensazione comunque sgradevole ma le venne da ridere ripensando a quanto Caitlin fosse così simile ma anche così diversa da lei.
Il sorriso della ragazza si spense però quando prima di essere coperto, gli ultimi spiragli di luce del sole, si soffermarono a illuminare qualcosa che giaceva su quella piccola stradina coperta di foglie, che si riflesse sulla sua finestra.
Brenda guardò attentamente quella specie di cerchio luminoso formatosi sul vetro destro della sua finestra e piegando la testa in entrambe le direzioni, l'analizzò accuratamente.
Il suo sguardo dubbioso corse dal cerchio luminoso riflesso sul vetro a terra su quella piccola stradina cercando di scorgere qualcosa, tuttavia non ci riuscì a causa della distanza e dalle numerose foglie secche che la ricoprivano.
Senza rendersene conto, e guidata dalle sue gambe che sembravano gelatinose e dalla sua curiosità, si ritrovò a correre lungo il corridoio del piano e a scendere furiosamente le scale saltando due o tre gradini alla volta fino ad atterrare sul liscio pavimento del piano inferiore con un tonfo attutito dai suoi piedi scalzi.
Non si era resa conto di essere scesa senza i sandali e arricciò le dita dei piedi sul pavimento freddo ma non le importò, era troppo curiosa di sapere cosa si era riflesso sulla sua finestra.
Avanzò a passi spediti verso la porta principale e fece scattare la serratura dell'entrata.
Un vento gelido l'avvolse completamente e Brenda rabbrividì come una foglia ma ormai era fuori e rientrando dentro avrebbe perso ancora più tempo.
Nel frattempo Anthony era scattato dalla sua posizione sul divano del soggiorno e come un corridore alle Olimpiadi, schizzò verso sua figlia completamente allarmato.
-Oh mio dio, Brenda! Ma sei forse impazzita?! Dove vorresti andare?! Vuoi forse farti venire un malanno?!- esclamò furioso il padre mentre la figlia cercava di fare il sorriso più dolce e angelico possibile mentre continuando a dare le spalle fece un passo verso l'uscita.
-Brenda Esmeralda Wood! Non fare un altro passo mi hai capito?-
Un silenzio seppellì entrambi.
Anthony respirava affannosamente come se avesse appena finito la sua gara di corsa mentre sul viso della ragazza quel sorrisino di prima era svanito dopo aver sentito il suo nome completo rimbombarle più volte nella testa, ma forse fu proprio grazie a questo che continuando a essere chiamata dal padre, Brenda scese i due gradini dell'entrata e corse verso il retro.
Il rumore dei piedi scalzi di Brenda e degli scarponcini di Anthony che la stava letteralmente rincorrendo, copriva il fruscio del vento che si era alzato e trascinava con sé come un turbine tutte le foglie secche cadute a terra.
Il padre chiamava come un forsennato il nome di Brenda, mentre lei grugnendo leggermente ogni volta che incontrava qualcosa di appuntito sotto i suoi piedi, non dava ascolto, anzi continuava a correre e girò verso il retro della casa alzando lievemente le braccia per ripararsi da quel vento che le fece fischiare le orecchie.
Le foglie secche scricchiolavano a ogni passo della ragazza e il freddo dell'asfalto la faceva rabbrividire.
Si soffermò un attimo appena intravide l'albero di melo; era da tanto che non metteva piede in quel posto nonostante lo avesse visto numerose volte dalla finestra di camera sua.
Aspettando il respiro calmarsi, gli occhi grigi della ragazza vagarono meravigliati in quel piccolo posto.
Immediatamente si sentì una bambina e sorrise nel vedere l'azzurro dell'intonaco della casa dei Bailey, poiché molti ricordi le ritornarono.
Purtroppo l'abbaiare di Napoleone non si sentiva più ormai e un sorriso triste dipinse le labbra della ragazza.
Fece un respiro profondo non dimenticandosi il suo compito, e cercando di levarsi dal volto i ricci, s'inoltrò nella piccola via titubante e camminando lentamente.
Guardò su, verso la finestra della sua camera e cercò di calcolare l'altezza guardando sia in alto che in basso.
Lo scricchiolio delle foglie aumentò ma a Brenda sembrò non importare; era piuttosto presa da quel luccichio di prima e analizzò attentamente ogni centimetro di quella strada non tralasciando neanche un piccolo ritaglio di asfalto.
Si fermò quando arrivò più o meno vicino all'altezza della sua finestra e si accovacciò con lo sguardo fisso a terra.
Corrugò la fronte, cosa che faceva solo quando era impegnata a fare qualcosa o era sotto stress, e iniziò ad analizzare più accuratamente di prima.
All'inizio non trovò niente e fu perversa dalla delusione, tuttavia ebbe il sospetto di essersi immaginata tutto e alzando la testa sconsolata continuò a guardare senza attenzione un punto fisso di fronte a lei.
Stava letteralmente impazzendo e solo ora ne era pienamente consapevole.
Sarebbe diventata come una di quelle protagoniste degli horror che Panda la obbligava a vedere?
Rabbrividì del tutto pensando all'ultimo film che era stata costretta a guardarselo tutto, affiancata da una Miranda che se la rediva di gusto a ogni suo strillo soffocato.
Non era colpa sua se gli horror non erano il suo genere.
Lo sguardo di Brenda corse di nuovo verso la finestra della sua camera e poi di nuovo giù verso la sua stradina.
Girò leggermente la testa all'indietro non avvertendo la presenza del padre e si tranquillizzò.
I piedi nudi erano diventati letteralmente due blocchi di ghiaccio e non solo quelli, tuttavia la ragazza sapeva bene di non essersi immaginata quel luccichio sul vetro della sua camera.
Fece un respiro profondo e tornò ad analizzare ogni minimo dettaglio coperto da un numero interminabile di foglie.
Le foglie, ma certo.
Un'idea balenò nella mente pazza della rossa e come un cagnolino in cerca di un buon nascondiglio dove mettere l'osso, iniziò a rovistare tra le foglie secche come una forsennata.
Le foglie secche scricchiolarono tra le dita diafane di Brenda mentre lei le sparpagliava formando due gruppi in entrambi i lati con lo sguardo fisso a terra alla ricerca di qualcosa che stonasse in tutto quel contesto.
Non le importava il fatto che fosse scalza con ancora indosso la giacca e con il nido di ricci sciolto alla Via col Vento.
Era così desiderosa di scoprire se quel luccichio fosse vero o solo frutto della sua immaginazione che, egli stessa si spaventò di quello che stava facendo, poiché giustamente non era un'azione normale da parte di una diciassettenne, ma Brenda sapeva perfettamente di non essere la solita ragazza, quel titolo ormai non le apparteneva più e forse non era mai stato suo.
Le sue dita fameliche si bloccarono quando tra quello spargimento di foglie, notò qualcosa di caldo e ben levigato.
Gli occhi di Brenda si trasformarono in due fessure e quando spostando l'ultima foglia nel mucchio di destra, trovò una catenina, e con la bocca aperta dalla sorpresa, la tirò da terra.
Con sguardo stupito la ragazza esaminò con attenzione la catenina non d'oro come si aspettava, ma bensì di argento.
La catenina era semplice e intrecciata con piccoli anelli di argento e solo verso l'attaccatura era leggermente annerita.
Istintivamente Brenda con i polpastrelli sfiorò il bordo della catena e una scarica elettrica la pervase totalmente.
Non era una scarica dolorosa come quelle elettriche, tutt'altro, era piacevole come se qualcosa di dolce che ti percorresse tutto il corpo e ben presto la rossa si ritrovò con gli occhi chiusi e con le labbra semichiuse per il brivido di piacere che la invase tutta.
Scrollò immediatamente la testa sentendosi una vera idiota e sempre con attenzione da vero detective, continuò ad analizzare il resto della collana.
Dalla chiusura leggermente annerita, scese lungo la catenina intrecciata fino a soffermarsi sul ciondolo che sembrava molto più brillante del resto.
Brenda a primo impatto non capì la rappresentazione del ciondolo, ma dopo poco riuscì perfettamente a cogliere la raffigurazione: era un disegno stilizzato di un tulipano.
Il ciondolo a forma del fiore era molto semplice, sembrava proprio il disegno di un bambino.
Due petali formavano il bocciolo del Tulipano, seguito da un gambo e da due foglie lunghe ai lati.
Per quanto fosse semplice, quel ciondolo l'attraeva in una maniera incredibile poiché le ricordava qualcosa.
Le dita esitanti di Brenda cercarono di sfiorare il piccolo fiore che pendeva dalla catenina, ma dovettero ritrarsi quando toccò l'argento bollente del tulipano.
La ragazza trattenne una smorfia di dolore e stupita fece scorrere lo sguardo verso i suoi polpastrelli leggermente arrossati e sul fiore in argento.
Un flash la travolse in pieno e la collana tremò nella sua mano sinistra.
Quel ciondolo lo aveva già visto da qualche parte e anche se non lo vedeva da molto, lei era sicura di averlo già visto indosso a qualcuno.
Il ricordo di sua madre Noel si fece di nuovo vivo, ma questa volta non c'era solo il suo viso a tormentarla, c'era altro.
Brenda all'epoca aveva dovuto avere tre anni, poco prima dell'incidente e se ne stava da sola sopra al grande tappeto in salotto.
Sua sorella Caitlin non c'era perché amava tanto l'ora dei riposini e quando poteva, cercava di ronfare sempre, tutto il contrario della gemella che quando poteva se ne andava in giro, dove le sue piccole gambe potevano, per la casa a curiosare un po' facendo tra sé discorsi senza senso.
Quel momento era uno dei pochi vissuti da sola con la madre ed era così strano rievocarlo che una fitta dolorosa l'attraversò.
Mentre una Brenda di tre anni se ne stava seduta sul tappeto rosso, sua madre Noel era in piedi vicino alla finestra del soggiorno con lo sguardo perso e dava le spalle a sua figlia.
La bambina cercava di attirare l'attenzione di sua madre emettendo piccoli gargarismi senza senso e indicando la mamma con le sua dita grassottelle.
Quando la piccola straziata emise il suo ultimo rantolo, finalmente mamma Noel si girò, scuotendo quei meravigliosi ricci e quando sorrise illuminando quegli occhi lavanda, la figlia non poté far a meno di ridere anche lei.
Brenda ricordava quanto alla mamma piacessero i vestiti leggeri, e infatti, in quell'occasione ne portava uno lilla con qualche ricamo ai bordi che si intonava perfettamente con il suo incarnato e i suoi occhi.
Mamma Noel sorrise un'altra volta alla sua piccola e prima di stritolarla tra le sue braccia, le sue dita delicate corsero lungo il suo collo, fino ad arrivare dietro e con una scrollata di testa prese tra le dita una collanina d'argento che portava sempre e si diresse vicino al tavolo della stanza sotto lo sguardo indagatore della figlia.
Vedendo lo sguardo puntato su di sé della bambina, la donna sorrise e dal tavolo prese un piccolo sacchetto rosso puntandolo verso gli occhi grigi di Brenda.
-Questo tesoro non mi serve più. Credo sia ora di darlo a qualcun altro- sorrise ancora di più Noel mentre fece scivolare la sua catenina nel sacchetto e quando la luce della lampadina si rifletté sul ciondolo, la piccola Brenda riuscì a vedere cos'era, sembrava un fiore, ma non uno qualunque.
Quello era un tulipano, il fiore preferito di Noel, sua madre.
Brenda sbatté furiosamente gli occhi, con il cuore che galoppava in una corsa sfrenata contro il tempo, mentre la sua mano sinistra avvicinava ancora di più quella collana a sé.
Ecco dove aveva già visto quel gioiello; era sul collo di sua madre.
Tuttavia non era solo su questo che Brenda si stava tormentando, ma anche come quel ciondolo fosse arrivato lì e da quanto era sepolto in quel mucchio di foglie secche.
Brenda ricordava perfettamente la madre mettere il suo ciondolo in un sacchetto rosso e di quell'oggetto non ce ne era stata più traccia, ma soprattutto Noel cosa intendeva dire col fatto che non le serviva più e che intendeva darlo a qualcun altro?
Brenda si sentì improvvisamente esposta e di scatto si alzò guardandosi intorno e iniziando a indietreggiare verso casa sua.
Non era un caso che quel ciondolo fosse lì, lo sapeva assolutamente.
Era impossibile anche che la collana per tutto questo tempo fosse stata sepolta in quel posto.
Qualcuno sicuramente doveva avercela messa e non era per niente pura casualità.
D'istinto il suo sguardo cadde sulla finestra di camera sua e improvvisamente rabbrividì peggio degli horror.
E se qualcuno l'avesse spiata fino ad ora?
Non fece in tempo a darsi una risposta perché il cellulare nella tasca posteriore dei suoi jeans iniziò a vibrare.
La voglia di non rispondere era tanta però sapeva benissimo che a quest'ora solo una persona poteva essere.
Prendendo il cellulare e senza neanche guardare chi fosse, fece scorrere il dito sul pulsante verde della chiamata e quando si portò l'apparecchio vicino all'orecchio destro, corrugò la fronte quando vide che quell'arrossamento provocato dalla collana era sparito e ora il gioiello non bruciava più, anzi era freddo come avrebbe dovuto essere qualunque oggetto di bigiotteria.
Stava letteralmente impazzendo.
Brenda sospirò e rispose alla chiamata, ma non ci riuscì poiché l'interlocutore che aveva chiamato la interruppe subito.
-Bre...Bree...Brendy, sono io- la voce sussurrata e spaventata di Panda allarmò immediatamente l'amica.
Non era da Miranda comportarsi così, di solito era sempre pimpante e questo stava a significare che era successo qualcosa al negozio Blue Moon.
Panda quando poteva, cercava di dare una mano a Beth, l'altra cameriera del negozio del padre di Brenda per guadagnare qualche manche extra per spendere in qualcosa che lei riteneva di vitale importanza.
-Oh Dio, Panda! E' successo qualcosa?- rispose preoccupata Brenda mentre si strinse d'istinto la catenina al petto di nuovo bollente.
Ma che diavoli aveva quella collana?
-Brendy, l'ho vista- la voce di Panda risultò ancora più flebile, cosa che fece morire dal terrore l'amica.
-Chi Panda? Chi hai visto?-
La rossa si strinse più vicino all'orecchio il cellulare in modo da poterla sentire di più, anche se non avrebbe funzionato.
-Se ne è appena andata. Ha preso il frullato che adori ed è sparita- rispose spaventata Miranda come se avesse visto un fantasma.
-Panda! Se parli a monosillabi, non riesco a capirti! Chi diamine se n'è appena andato?! Qualcuno ti ha derubato?- urlò quasi Brenda del tutto spazientita dalle poche informazioni che l'amica le stava fornendo.
Non voleva risultare così aggressiva, ma era davvero preoccupata per Miranda tanto che le mani le iniziarono a sudare e il cellulare a scivolare.
-L'ho vista, Brenda. Tua madre Noel è appena stata qui-
L'aria intorno alla rossa venne del tutto risucchiata e temette di non sentire più Panda a causa dei battiti accelerati del suo cuore.
Fece un respiro profondo e cercò di mantenere la calma.
Non era possibile, stava tutto succedendo così in fretta che le sembrava essere per davvero in uno di quei fantomatici film horror, solo che questa volta la protagonista era lei.
-Panda, stai calma. Metto le scarpe e corro da te-
Buonaseraaaaaa Ragazziiiiiiiiiiiii!
Ecco il nuovo capitolo e spero davvero che vi piaccia!
In realtà il capitolo era moolto più lungo, tuttavia mi sono accorta di averlo troppo appesantito introducendo davvero tanto tutto insieme e per me ma soprattutto per voi sarebbe stato orribile e quindi ho deciso di dividerlo anche se la seconda parte non verrà pubblicata subito perché Moonline va in vacanzaaaa!
Oleeeeee!
Vi mando un graaande bacione e faccio ancora imbocca al lupo a chi ancora oggi devi finire l'esame! Forza ragazzi!
Vi auguro buone vacanze!
Prendete il sole, fate tanti bagni e soprattutto divertiteviiii!
Tanti abbracci!
By Moonline.
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