25. Selene
Mi sentivo così debole e affaticata, che non sapevo come avessi fatto ad arrivare a Posea. Mi ero alzata a fatica dal letto, sapendo che Phoebe non ci fosse, sennò me lo avrebbe vietato categoricamente, e mi ero preparata velocemente per uscire.
Avevo notato la pelle del braccio che cominciava a diventare leggermente squamosa ed avevo bisogno dell'acqua di Posea per stare meglio. Non avevo mai sentito di casi simili, ma quella mi sembrò la soluzione più giusta. Ero anche stanca di vedere il dolore sul viso di Phoebe, che non sapeva cosa fare per aiutarmi. C'era un'unica soluzione al mio problema e mancava ancora un po' di tempo, affinché potessi risolverlo.
Dovevo essere viva alla luna piena che sarebbe arrivata, dovevo immergermi nelle acque del mare e poter nuotare libera, riprendermi quel piccolo pezzo di libertà che si limitava ad una notte.
Segregata in casa e costretta a rimanere giorno e notte a letto, era molto il tempo che passavo a dormire e non si trattava di un sonno tranquillo. Era governato da incubi, vedevo le mie vecchie compagne, Phoebe, Eva, Seth, Jordan, mia madre e tutto a ripetizione. Una di quelle notti Phoebe mi svegliò. Disse che stavo urlando, che parlavo una lingua strana e che stavo piangendo. Non mi accorsi delle gocce salate sul mio viso. In ogni incubo mi sentivo di andare in fiamme, provavo dolore ed urlavo con tutta me stessa. Vedevo che tutti mi lasciavano sola, che rimanevano lì a guardarmi marcire nella mia solitudine.
Una notte, però, rimasi sveglia e piansi, cercando di non farmi sentire. Liberai consciamente tutto ciò che provavo, la paura che avevo nel pensare alla morte. Perché avevo paura di morire prima del tempo, prima di tornare a vivere da sirena, prima di poter tornare a vivere.
Avevo quindi deciso di rifugiarmi a Posea, trovando un signore che, con una specie di moto che andava sul mare, voleva fare il giro del perimetro dell'isola. Non sapevo come destreggiarmi nella foresta, ma avevo trovato un modo per prendere qualche pesce. Non mangiavo molto, avevo poche forze e la maggior parte del tempo lo passavo accanto alla piscina naturale.
Erano passati due giorni e sapevo che Phoebe aveva capito che fossi lì, solo che mi voleva lasciare il mio spazio e darmi la possibilità di tornare di mia spontanea volontà.
In quel momento ero al bordo della piscina naturale, i piedi immersi dentro essa, osservando la parte di pelle che aveva un leggero strato di squame. Strinsi i denti quando premetti le dita, volendo quasi strapparmi di dosso quella parte. Vidi un'ombra che si avvicinava dal fondo, così mi alzai velocemente e mi nascosi da qualche parte.
L'ombra uscì dall'acqua, mostrando dei lunghi capelli neri, aiutandosi con le braccia a sedersi sul bordo. Vidi del vapore uscire e, in poco tempo, lei si ritrovò asciutta. Sapevo che fosse Eva e mi domandai cosa stesse facendo lì. La osservai aggirarsi per la grotta, fino a quando non la sentii pronunciare il mio nome.
"Selene, dai esci. Lo so che sei qui" avevo capito che non mi avrebbe lasciata presto in pace e, nascondendomi, avrei solo peggiorato la mia situazione. Non ero una codarda, non lo ero per natura, quindi decisi di uscire allo scoperto. Appena Eva mi vide, mise su una facciata triste, ghignando subito dopo.
"Ecco la nostra sirenetta. Dov'è finito il tuo fascino sovrannaturale? Ho sentito che stai per morire" si avvicinò a me, scrutandomi dall'alto verso il basso. Ero ferma e non osavo muovermi, volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivata. "Sai, avevo pensato che noi due potremmo coalizzarci per togliere la coda a Phoebe. In questo modo, tu potresti riavere la tua ed io tenermi la mia" strinsi i denti a quelle parole, non prendendola nemmeno in considerazione una proposta del genere.
"Non succederà mai"
"Beh, io almeno ci ho provato" Eva creò una palla di ghiaccio, lanciandola verso di me, ma questa cambiò percorso, schiantandosi contro la parete di roccia. Mi voltai, trovando Phoebe in acqua.
"Sapevo che saresti venuta qui a buttare veleno. Lascia in pace Selene" fu veloce, creò una palla d'acqua e la lanciò contro Eva, che non ebbe il tempo di spostarsi che venne colpita. Phoebe sorrise contenta di essere riuscita a fare ciò, mentre Eva si tuffò per andare via. Sapevamo entrambe che non avrebbe mollato, che questa era solo una pausa per riprendersi. "Stai bene?" domandò la mia amica ed io la guardai. Aveva un'espressione preoccupata in volto e sentii un colpo al cuore per quel dettaglio. Non volevo che si preoccupasse ulteriormente di me, che si affezionasse ancora di più. Sarebbe stata dura e non sapevamo cosa ci riservava il futuro.
"Sto bene, ora puoi lasciarmi in pace" mormorai, voltandole per spalle.
"Non pretendo un 'grazie' da parte tua, voglio solo che tu torni a casa con me. Non puoi stare qui da sola, senza nessuno"
"Posso. Questa è casa mia, ho vissuto praticamente la mia vita qui, posso starci quanto voglio. Va' via" la mia voce era impregnata di disperazione e speravo che Phoebe lo capisse, che accettasse semplicemente senza insistere. Non volevo dirle che l'acqua della piscina naturale mi teneva in vita, dandomi sollievo da quelle macchie che stavano uscendo piano piano.
Phoebe mi fissò, i suoi chiari occhi tristi dentro i miei scuri, che trasmettevano solo sicurezza per la mia decisione. Indietreggiò, per poi tuffarsi in acqua ed andare via.
Avevo raggiunto il mio obiettivo: ero rimasta lì sola. E dovevo esserne contenta, di essere stata finalmente accontentata dopo chissà quanto tempo, ma, in realtà, sentivo solo un vuoto dentro di me.
HOLAAA
Mi ritrovo ad aggiornare una settimana dopo e dire che avevo metà capitolo pronto. Ho avuto da fare e sono sveglia alle 4 di notte solo per il ciclo, un applauso a me.
Capitolo che fa cagare, ma mi sento come Selene, ciclo di merda.
Eva come sempre rompe gentilmente, Selene forever alone e Phoebe la Santa Chiara dei poveri. Credo di aver riassunto bene, giusto?
Mancano 5 capitoli ed i can't believe it.
Alla prossima,
Kisses
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