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11. Selene

Seth mi aveva trascinata lontano da Phoebe e Jordan ed io non sapevo nemmeno come comportarmi ad una festa.

Cosa dovevo fare?

Questi umani si stavano comportando in modo a dir poco disgustoso tra strusciamenti e pomiciate ovunque. Ma il pudore dov'era finito?

Il biondino mi offrì qualcosa da bere, che io rifiutai, perché le cose dolci non erano fatte per me, avrei fatto qualche eccezione con il cioccolato o per un milkshake alla fragola, per il resto niente. Allora Seth bevve quello che mi aveva offerto, facendomi alzare gli occhi al cielo e domandandomi perché mi avesse trascinata qui.

"Hai capito ciò che ti ho detto prima?" mi domandò, così portai il mio sguardo su di lui, intento ad osservarmi attentamente con i suoi occhi di ghiaccio, mentre attorno a lui passavano ragazze che cercavano in tutti i modi di attirare la sua attenzione. Patetiche.

"A dir la verità, non ti stavo ascoltando" ammisi, tenendo testa al suo sguardo, quando piano piano, sul suo viso si formò un ghigno.

"Sei uno schianto stasera" si avvicinò a me, portando una mano sulla parte bassa della mia schiena e l'altra sulla mia guancia, facendomi sentire i brividi. Non sapevo cosa mi stesse succedendo ma la situazione non mi piacque per niente, soprattutto per la troppa vicinanza che c'era tra me e lui.

"Vado fuori" dissi, divincolandomi dalla sua presa e sfuggendo finalmente dalle sue mani. Ripresi a respirare normalmente soltanto quando mi ritrovai all'aria fresca.

Andai in una parte più nascosta del giardino, sedendomi sulla sedia a dondolo che trovai. Odiavo, odiavo, odiavo quella situazione. Odiavo Seth, gli umani, la Terra, tutto. Sbuffai, con la sola voglia di tornare a casa, di trovare presto il modo di tornare nel mio mondo.

"Sei così sfuggente" la voce del biondo mi fece scattare verso di lui, che si era seduto accanto a me senza che neanche me ne accorgessi.

"Voglio essere lasciata in pace, Seth. Non mi piacciono i giochi" affermazione che andava contro la mia natura, ma l'unica cosa che volevo, in quel momento, era tornare a casa. Mi mancava tutto. Portai i miei occhi verso l'alto e fu un errore. La luna era lì, così luminosa e bella, che mi richiamava. La sentivo che mi diceva di andare in acqua, che m'invitava a nuotare tra le acque del mio amato oceano. Dovevo solo andarci.

Mi alzai di scatto, girandomi verso Seth, sentendo uno strano sorriso impossessarsi del mio viso.

"Perché non ci facciamo una nuotata?" lo vidi confuso, ma non ci pensò due volte a seguirmi, conducendomi in spiaggia. Cominciò a spogliarsi, mentre io mi avvicinavo a lui lentamente, il mio sguardo che percorreva la sua figura slanciata. Il fisico non era affatto male e di essere bello era una cosa ovvia e scontata. Il mio dito finì sul suo petto, percorrendo i suoi addominali accennati. "Prendimi" sussurrai, ghignando, dirigendomi verso le acque dell'oceano e tuffandomi.

Vidi trasformare le mie gambe in coda e sorrisi felice, nuotando al massimo verso Posea. Ritrovai la libertà di un tempo, la bellezza delle acque, sfrecciai tra gli scogli e i coralli, giungendo finalmente all'entrata della cavità.

Phoebe era già lì, che mi accolse con un suo 'era ora che arrivassi' ma non perdemmo tempo, rivolgendoci alla luna e cominciando a cantare. Il nostro canto melodioso, il canto delle sirene, quello ammaliatore ma allo stesso tempo distruttivo. Cantammo fino a quando non portammo la nostra mano in alto, proprio quando la luna era sopra di noi, colpendoci con il suo raggio, donandoci nuovo potere, dandoci la forza per vivere tra le acque che dominava con la sua luce.

In poco tempo, grandi nuvole scure si formarono sul cratere e i tuoni cominciarono a farsi sentire, mentre i fulmini erano un lampo di luce nell'oscurità. I nostri poteri si stavano combinando, eravamo le sirene, guardiane delle acque, servitrici della natura. E quando la luna ci liberò dal suo raggio, noi cominciammo a nuotare, veloci, godendoci la nostra libertà, il nostro essere. Avrei voluto rimanere così per sempre, non tornare più sulla Terra e sopportare una realtà non mia. Avrei voluto tornare a cacciare tra le acque del mare, a nuotare liberamente, ad avere la mia bellissima coda e i miei capelli argentei. Essere un'umana non faceva per me, una sirena era fatta per l'acqua, non per la terra.

Noi eravamo le crudeli creature che venivano descritte nei libri di mitologia, quelle che uccidevano i marinai dopo averli ammaliati con il loro canto. Eravamo viste come il male, come qualcosa di demoniaco, eravamo il segreto a cui nessuno voleva credere.

Io e Phoebe sfrecciammo veloci, fino all'arrivo del mattino, in cui si tornava a recitare una parte e a mantenere un segreto. 

HOLAAAA

Aggiornamento inaspettato, i know, ma ho fatto alcuni calcoli riguardo questa storia. Se la postassi solo la domenica, finirebbe per febbraio e, dato che ho altre due storie da portare avanti e molte altre nelle bozze o in mente, ho deciso che pubblicherò anche il giovedì e forse, ma non so bene, altri aggiornamenti inaspettati, in base a come andrà a scuola.

Detto ciò, a me già viene da piangere per la scuola, sono fiera della mia tinta e sto già facendo il conto alla rovescia per le vacanze di Natale.

Riguardo al capitolo, è corto, lo so, ma si nota il particolare che anche Selene è stata colpita dalla luna ed ha riavuto la coda. Ora, cosa succederà? Chi lo sa.

Instagram: _xjustingx

Commentate, votate, potete scrivermi dove volete e chiedermi qualsiasi cosa.

Alla prossima,
Kisses

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