14
Harrow fece il suo ingresso dalla porta, seguito dagli uomini armati che erano entrati con noi.
Non appena avevo sentito quella frase, palesemente rivolta a me, mi ero bloccata.
Il mio cuore accelerò il battito.
«Sapevo che non avrei dovuto fidarmi di te» continuò a dire mentre avanzava verso di noi.
Cazzo, aveva sentito tutto.
«Effettivamente un pò me lo aspettavo, ma fa lo stesso male» stava facendo la parte del finto ferito, in realtà non credo che gli importasse più di tanto.
«Ti aspettavi veramente che mi andasse bene quello che avevi intenzione di fare?» gli chiesi io senza aspettarmi una vera e propria risposta.
Infatti non rispose «Suppongo che a questo punto il nostro accordo non valga più»
Ecco, questo era un problema.
Nonostante io mi trovassi ai piedi della scalinata e Steven fosse in cima ad essa, e quindi alle mie spalle, sentii un rumore metallico, come se qualcosa di affilato venisse tolto dalla propria custodia.
Mi voltai per un secondo e vidi Marc, che aveva preso il posto di Steven, impugnare una sorta di ascia dal manico tutto decorato.
«Sei solo» Harrow adesso stava guardando Marc «Ricordo bene la prima mattina che mi svegliai e mi resi conto che Khonshu se ne era andato. Il silenzio era liberatorio»
Aspetta, cosa?
Khonshu se ne era andato?
Che era successo mentre io non ero stata con loro?
Harrow continuava ad avvicinarsi lentamente verso di noi.
«Ora che sei un uomo libero hai anche la possibilità di fare una scelta. E tu ora hai una decisione molto importante da prendere»
Era davvero pazzo se pensava che Marc gli avrebbe consegnato così facilmente quella statuetta.
Ma allo stesso tempo avevamo una decina di fucili puntati addosso e adesso che il nostro accordo era stato annullato dubitavo che erano lì solo per fare scena.
Alcuni dei suoi uomini si stavano avvicinando troppo a Marc, superandomi come se io non esistessi. Uscirono dal mio campo visivo dal momento che Marc si trovava dietro di me, sopra la scalinata.
Marc non aveva più i suoi poteri, non poteva più difendersi.
Ma io sì.
D'istinto tesi le mani verso Harrow e gli uomini che gli erano rimasti accanto, non sapevo di preciso per fare cosa, ma lo feci e basta.
«Oh, credi davvero che ti lasci usare il dono che ti ho gentilmente offerto?»
Detto ciò Harrow non si scompose minimamente; sollevò di qualche centimetro il bastone da terra che si illuminò all'istante e poi diede un colpo ben assestato al terreno.
Non appena toccò terrà si scaturì la solita nube viola che mi avvolse e per la seconda volta nel giro di nemmeno 24 ore fui sollevata da terra.
Mentre fluttuavo in aria sentii Marc urlare «Lasciala stare!» susseguita da vari rumori che assomigliavano a quelli di una lotta.
Ovviamente Harrow non restò con le mani in mano.
Lo vidi afferrare una pistola che si teneva in tasca e sparare nella direzione in cui si trovava Marc.
Lo sparo mi fece saltare un battito.
Speravo lo avesse mancato, lo speravo con tutto il mio cuore.
Non avevo sentito niente, nessun urlo da parte sua.
Poi sparò una seconda volta.
Pensai al peggio.
Odiavo il fatto di non potermi voltare per vedere se era successo quello a cui non volevo credere.
Il mio pensiero, però, fu confermato quando sentii il suono dell'acqua che si infrangeva come quando qualcuno si buttava a peso morto dentro essa.
Volevo urlare, dimenarmi, fare qualsiasi cosa.
Ma non potevo, ero bloccata.
Mi si creò un groppo in gola e sentii una lacrima solcarmi il viso.
«Non posso salvare qualcuno che non si salva da solo» affermò Harrow camminando verso la scalinata oltre il mio campo visivo.
Poco dopo riapparse con la statuetta in mano, mi guardò alzando lo sguardo e disse «Avevo grandi piani per te, ma suppongo di non potermi fidare più»
A quel punto diede un altro colpo sul pavimento con il suo bastone e cominciai a sentire una strana sensazione.
Questa volta però negativa.
Sentivo come se qualcosa mi stesse succhiando via tutte le mie energie.
Mi sentii affaticata, debole, tremolante... come se avessi percorso una maratona senza mai bere un bicchiere d'acqua durante tutto il percorso, come se avessi lavorato sotto il sole cocente per tutto il giorno senza pausa.
La mia vista stava cominciando ad appannarsi, riuscii a vedere Harrow che si era voltato dandomi le spalle e che stava uscendo di lì, seguito dai suoi uomini.
Quando i poteri che avevo ricevuto se ne andarono del tutto, insieme al costume, la forza che prima mi teneva sollevata sparì e io caddi rovinostamente a terra.
Ero così debole da riuscire a tenere a stento gli occhi aperti.
Cosa che però durò poco dal momento che persi completamente i sensi.
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