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Capitolo XXXVII - Nuvole

"Possa il vostro cammino essere tortuoso, ventoso, solitario, pericoloso e portarvi al panorama più spettacolare. Possano le vostre montagne elevarsi fino alle nuvole e superarle."
(Edward Abbey)

Vedetela così, un grande cielo pieno zeppo di nuvole. Soffici, addensamenti di gas che hanno il coraggio di essere qualsiasi cosa, di assumere qualsiasi forma. Possono portare pioggia, ma anche rendere più vivo un cielo sereno. Credo che la cosa più bella delle nuvole, quando le si guarda, sia proprio la loro inconsistenza. Non hanno una definizione, al di fuori dei libri di chimica, non devono essere niente in particolare. Ma noi avevamo detto che il niente è molto spesso più di qualcosa. A dirla tutta, io credo che il nulla possa effettivamente essere qualsiasi cosa. Contorto, come le cose migliori. Ma resta il fatto che, chiudendo gli occhi e riaprendoli subito dopo, avete la possibilità di vedere tutto quello che desiderate. Un angolo più arrotondato si trasforma nella pancia di uno gnomo, due punte fumose che assomigliano incredibilmente alle orecchie di un gatto o, ancora, un cuore che sembra essere più grande ed innamorato del vostro. Ho una domanda per voi.

Se foste una nuvola, che forma avreste?

Non è una cosa banale, ognuno di voi avrebbe una forma diversa. Chi più trasparente, chi più solido, o leggero, o bianco, o grigio, o nero, o disperso o concentrato in un'unica zona di quell'immenso azzurro. Perché gli uomini sono sulla Terra come le nuvole nel cielo. Mutevoli, di un bianco allegro o di un grigio spento, con potenziali temporali in arrivo. Leggere in alcuni momenti, pesanti in altri, in attesa che il vento le spazzi via, che le porti ad incontrarsi, perdersi e ritrovarsi. Per poi, irrimediabilmente, disperdersi.
Per sempre?

Può darsi. Ma non è detto, niente è mai detto in questo universo. Annulliamo il tempo, rendiamo vane le definizioni di passato e futuro. Almeno nella vostra testa, avete tutti il potere di fermare il tempo. Di tornare indietro. Lottare, o chiedere una rivincita, e sconfiggere le cose sbagliate della vostra vita. Si tratta solo di scegliere se, effettivamente, la realtà non valga più dei vostri sogni. Potete giocare la partita della vita, o quella con voi stessi, ma la seconda vi ricondurrà sempre alla prima.

Fino a che non vincerete.
In entrambe.

Sapete, io faccio il tifo per voi. Ho sempre fatto il tifo per voi, fin dalla prima esplosione di tutte le cose, prima del tempo e dopo il tempo. Perché il tempo non esiste. E so che ce la farete, tutti quanti. Ognuno a modo proprio, chi prima e chi dopo, magari con un piccolo aiuto o qualche difficoltà.

Ma ce la farete.

E, se doveste scoraggiarvi prima del traguardo, potreste aver semplicemente sbagliato corsa. Accidentalmente, finiti nella gara sbagliata. Siate i vincitori di voi stessi, sono le sfide più importanti, quelle disputate faccia a faccia con la vita. L'interminabile conflitto delle nuvole contro il vento, impotenti eppure gagliarde.

Draco, come nuvola, smise di avere una forma proprio in quel momento. Semplicemente, si dissolse. Lasciò andare ogni cosa, gli scivolò dal cuore ogni sentimento e, tremando, si accorse di non sentire più nulla. È così che ci si perde, senza rendersene minimamente conto. Dimenticò persino di trattenere se stesso, mentre tutto il resto svaniva, per cercare di impedire a lei di allontanarsi. Il dolore, alla fine, lo spezzò. Si maledì per averla lasciata andare, ma si accorse immediatamente che era stato lui a spingerla lontano.

Le lasciò la mano nel momento esatto in cui sentì nuovamente la terra sotto i piedi. La testa smise di girare, i polmoni ripresero a funzionare e la mano corse immediata alla tasca destra. Ancora prima di arrivare, Draco vide il volto di David. Quei suoi occhi neri come la pece che, cattivi e divertiti, lo scrutavano malefici. Sbatté le palpebre più volte, chiedendosi quando finalmente sarebbe finita. Trattenne il respiro pesante, quando lui ed Hermione atterrarono in quell'immensa pianura deserta. Non si era accorto di averla spinta via, né gli venne in mente di arrabbiarsi con lei. Impugnò la bacchetta e basta. Convinto che, una volta per tutte, non bisognasse scappare. Perché, se scappi, la tua guerra non avrà mai fine. Continuerà ad esserci, frammentata, segnata da una decina di armistizi, ma non te ne libererai mai. Per vincere, forse, si deve solo trovare il modo migliore di perdere.

-Stupeficium!- David rimase interdetto, ma riuscì a difendersi dallo schiantesimo del biondo; che continuò ad avanzare, cercando di colpirlo.

-Draco, no!- Hermione aggrottò le sopracciglia, confusa da quella sua improvvisa prontezza.

Doveva essere spaesato, arrabbiato, terrorizzato e confuso; non capiva come mai si fosse messo a combattere e basta. Si guardò intorno, deglutendo. C'era qualche mangiamorte, ma nessuno osava intervenire nello scontro, non era affar loro, fino a quando non si presentavano difficioltà per il loro capo. La grifondoro mise mano alla bacchetta, con cautela, guardandosi freneticamente intorno.

Dove sono tutti?!

-Crucio!

Hermione urlò dal terrore, la voce di David aveva squarciato l'aria con terribile furore. Gli occhi erano lucidi, si voltò con un'espressione disperata in viso, pronta a correre in soccorso di Malfoy. Ma Draco era in piedi, come prima, sorridente quasi, mentre continuava a duellare. Non lo aveva preso.

-Crucio! Crucio!

-Stupeficium!

Hermione scoppiò a piangere e ridere insieme, mordendosi il labbro a sangue. Non aveva mai visto Malfoy duellare così, non aveva immaginato fosse tanto bravo. Lo credeva incapace, una pedina difettosa perennemente nelle mani di qualcun'altro, mai in grado di cavarsela da solo. Invece, lui era in grado di duellare contro un potentissimo mangiamorte. In quel momento, le piacque ancora più di prima. Le sembrò incredibilmente coraggioso, ma soprattutto forte.

Lo vide scivolare, battendo la schiena sull'erba del prato. Rotolare a sinistra, per schivare l'ennesima maledizione, e poi rialzarsi. Sembrava sfinito, ma David raspava letteralmente di gola.

-Davvero bravo, Malfoy.- soffiò, ghignando.

Draco forzò la presa sulla bacchetta, cercando di riprendere fiato. Poi, solo per un attimo, si voltò a guardare la Granger. C'era un enorme dolore negli occhi di entrambi, ma quelli di lei erano lucidi dal terrore e dalla sofferenza. Draco schiuse le labbra, come per domandarle finalmente cosa accidenti stesse succedendo. Perché lo aveva portato in quel maledetto spiano, consegnandoli praticamente al nemico. Lei scosse il capo, come a dirgli qualcosa, ma lui la interruppe.

-Attenta!- urlò, mentre la bacchetta già le volava di mano.

Si sentì afferrare il braccio e bloccare entrambe le mani dietro la schiena, mentre distoglieva lo sguardo da Draco e, con un gemito di sorpresa, si accorgeva di essere stata disarmata in pochi secondi. Hermione Granger, distratta sul campo di battaglia. Per la preoccupazione. Per lui. Prese a dimenarsi.

-Abbiamo tutti dei punti deboli.- David fece schioccare la lingua, abbassando la bacchetta ed avvicinandosi a Malfoy. Questo ultimo aveva ancora la bacchetta puntata al suo petto, ma il mangiamorte era in qualche modo certo che non lo avrebbe colpito.

-Il mio era Dorothy... E il tuo, Draco?- neanche gli intimò di far cadere la bacchetta, nella sua testa era come se Draco fosse già stato sconfitto.

Lo sguardo chiaro del giovane era quello di un animale braccato, mentre saettava da una parte all'altra della piana, alla disperata ricerca di un modo per salvarsi. Non rispose, ma lo sguardo che lanciò ad Hermione fu abbastanza per David.

-Sai, potrei ripagarti con la stessa moneta.- proseguì quest'ultimo -Ho attraversato l'inferno per trovarti ed ucciderti, quando avrei potuto semplicemente uccidere lei.

-No!- quell'urlo gli uscì dalle labbra in un sussurro -No...

-Ah!- ancora una volta, David fece scoccare la lingua -Ed io che credevo ti tenesse in ostaggio!- rise di gusto -Invece ti sei lasciato portare qui, da lei, scommetto senza alzare un dito! La difendi, dopo che lei ti ha servito a me su un piatto d'argento.

Draco spalancò gli occhi, voltandosi a guardarla disperato. Aveva creduto e sperato in un errore, una sfortunata coincidenza, una maledizione. Lo aveva creduto perché era logico, ma ci pensò soltanto in quel momento... cosa ci faceva David in attesa in una pianura del Galles?

Hermione lo fissava, cercando di assumere l'espressione il più colpevole possibile. Draco chiuse gli occhi, stringendo i denti. Seguì qualche istante di silenzio, quando li riaprì. Il suo sguardo era deciso, ma anche incredibilmente triste. Aveva tutte le ragioni per lasciarla lì, per non curarsi di lei, per salvarsi. Ma, certe volte, anche la ragione più giusta crolla miseramente sotto il peso dell'amore.

-Lasciatela andare.- disse semplicemente, lasciando cadere la bacchetta.

-Cosa?!- urlò Greyback, qualche metro più indietro, la voce sembrava il ruggito del lupo rabbioso che era.

Era disposto a salvarla comunque. Anche se lei li aveva portati lì.

David sorrise, puntandogli contro la propria bacchetta. Draco alzò le mani, dignitosamente guardando negli occhi il suo avversario mentre Hermione veniva lasciata andare. Ricevette uno spintone, cadendo. Questa volta, non si rialzò.

Hermione corse nella direzione della sua bacchetta, recuperandola.

-Harry, maledizione!- urlò, così forte che tutti si voltarono a guardarla, basiti.

E, proprio in quel momento, decine di schiantesimi volarono nel circondario. Nascoste tra gli alberi appena poco lontani dalla zona pianeggiante, tre bacchette schiantarono alcuni dei mangiamorte. Delle corde magiche gli strinsero le caviglie, impedendogli di smaterializzarsi, mentre in lontananza si delineavano delle sagome scure. Harry avanzava sicuro, la bacchetta spianata e gli occhiali malmessi che gli erano scivolati sul naso per l'ennesima volta. Dietro di lui, Neville e ed un'altra Auror, una donna. Presto cominciò la battaglia, si alzò un fumo di incantesimi talmente fitto che sembrava di essere isolati da tutti; si percepivano soltanto grida e gemiti.

Harry, dal canto suo, teneva la bacchetta puntata contro Greyback e gli occhi in quelli di David.

-Signor Potter, finalmente! Mancava soltanto lei qui.- disse quest'ultimo, con semplicità, come se fosse tranquillo.

Hermione stava per schiantarlo alle spalle, quando una voce fredda la precedette.

-Incarceramus.- era elegante, priva d'enfasi e molto severa.

David si voltò appena in tempo, schivando l'incantesimo ed iniziando a duellare con la nuova arrivata. Harry si allontanò, improvvisamente, per dare man forte ai suoi colleghi. I mangiamorte erano sempre di più.

Da dove accidenti arrivano?!

Draco si rimise subito in piedi, ma le braccia di Hermione lo sorressero comunque. Si guardarono per un secondo, ma lui distolse subito lo sguardo. Non poteva guardarla, non in quel momento, non quando le aveva sbattuto in faccia i suoi sentimenti e lei gli aveva fatto tutto quello. Ma non c'era tempo per le spiegazioni. Recuperò la sua bacchetta e si voltò nuovamente verso Narcissa. Questa ultima aveva i capelli biondi legati in una crocchia ordinata, con qualche riflesso nero, ed un vestito verde molto elegante e sicuramente non adatto per un duello. Eppure, contrattaccava senza che neanche un capello le sfuggisse dalla perfetta acconciatura. A Draco brillarono gli occhi, nel vederla. Gli era mancata così tanto, era stato talmente in pensiero per lei... Ma ora era lì. Per lui. Per salvare suo figlio. Perché, nonostante tutto, lo amava. No?

-Stupeficium!- Draco, senza pensarci, colpì David alle spalle. Questo volò lontano, mentre Hermione accorreva nella loro direzione. Il serpeverde corse incontro alla madre, sorridendo, ma ella gli puntò contro la bacchetta.

-Non ti avvicinare.

Il serpeverde aggrottò le sopracciglia, ma si fermò. Aveva desiderato così tanto stringere la madre tra le braccia e, adesso che Narcissa era davanti a lui, lo respingeva.

-Perché?- le chiese, confuso -Che succede?

-Draco...- Hermione, dietro di lui gli prese la mano. Si strattonò.

-No! Sono stanco!- urlò, avanzando verso la madre -Stanco di vederti sparire all'improvviso e temere per te, quando sembra che non ti importi niente di me!

La donna di fronte a lui lo guardò disgustata e perplessa, quasi come se non sapesse di cosa parlava. Draco tirò su col naso, nonostante nessuna lacrima avesse passato le difese dell'autocontrollo, facendo ancora un passo verso la donna. Narcissa gli puntò nuovamente contro la bacchetta, guardandolo schiudere le labbra, ancor più sorpreso.

-Mamma...

-Abbassa quella bacchetta, Anna.

Draco sobbalzò, voltandosi. Dietro di lui, Hermione teneva la bacchetta puntata contro sua madre e l'aveva appena chiamata Anna.

Anna. Come... Anna Pattinson.

-Brillante.- soggiunse la donna dai capelli biondi, sorridendo alla riccia -La strega più brillante della sua età, te lo concedo.

-Contro quella più meschina.- ribatté Hermione, serrando i denti.

-Non sono io il nemico.- Anna si rese seria, proprio mentre gli occhi le divenivano più piccoli ed i capelli si facevano di un biondo appena più chiaro e senza ciocche nere -Dovresti saperlo.

Poco più indietro, proruppe il gemito di sorpresa del ragazzo che è sopravvissuto. Chiamava Anna, chiedendola cosa ci facesse lì.

-Dov'è mia madre?- chiese Draco, la voce era incrinata e sembrava che fosse al limite della pazienza -Dov'è mia madre?!

Intanto, una sola parola gli rimbombava forte nella testa.

Polisucco.
Polisucco.
Polisucco.
Era sempre stata la Polisucco. E lui era uno stupido.

Si avvicinò ad Anna, infischiandosene della bacchetta pericolosamente puntata al suo petto, prendendola per le spalle ed urlandole contro. Hermione rimase in silenzio, sicura che comunque non sarebbe riuscita a calmarlo.

Il suono stridente di un applauso la distrasse e, così come Anna e Draco, si voltò verso David. Si era rimesso in piedi, regalandogli un ghigno.

-Non riuscite neanche ad andare d'accordo tra voi.- disse divertito, trovandosi puntate contro tre bacchette diverse.

Sorrise. E fece schioccare la lingua, naturalmente.

-Questa cosa non vi riguarda.- la voce di Anna era stata limpida e sicura.

Draco stava per ribattere, rabbioso, ma Hermione lo trascinò via. Era così confuso, stravolto, che non fu difficile. Lo abbracciò, timorosa, prima di buttarsi insieme a lui nella battaglia. Una volta trovatosi nel caos di schiantesimi volanti, mangiamorte ed Auror, Draco si pose una domanda sconveniente e spaventosa.

Contro chi devo combattere?

Non lo sapeva. Non sapeva più niente, si sentiva distrutto e non ci capiva un accidenti di quella situazione. Guardò Hermione; e decise che, se non sapeva contro chi, sapeva almeno che avrebbe combattuto al suo fianco.

-Incarceramus!- e, con questo secondo incantesimo, anche l'altro mangiamorte cadde riverso al suolo, la bacchetta lontana.

David ebbe un guizzo strano negli occhi, rabbia mista a mal celata ammirazione. Era rimasto solo. Solo contro una donna. Sono forti, queste ultime, probabilmente molto più degli uomini. Hanno una forza di volontà, le donne, un'attitudine testarda nel non cedere, nel crederci fino in fondo, un maturato coraggio, che c'è da restarci secchi.

David sorrise arcigno, facendo schioccare la lingua per fare più scena.

-Bene, bene , bene...- disse, con voce divertita -Guarda chi abbiamo qui...

-Avevamo un accordo, David.- ribatté fieramente la donna, il viso dritto, lo sguardo sicuro.

-Un accordo che non intendo rispettare, Anna.- ribatté lui aspramente.

-Avevi detto che avresti ucciso l'assassino di mia sorella.- continuò lei, acida -Quindi suppongo che ora tu debba ucciderti da solo.

-Era anche mia sorella!

-Non quando hai barattato la tua vita con la sua!- urlò la bionda -Malfoy non c'entra nulla in tutto questo, tu hai mentito a me! Hai mentito a tutti! Persino a Voldemort!

-Non osare pronunciare il suo nome!

-Il tuo padrone è morto!- gli urlò contro, colpendolo con rabbia incontrollata.

E lo disarmò pochi attimi dopo, con la freddezza e l'abilità che solo una mancata serpeverde può avere.

***

David Pattinson, insieme a tutti i suoi mangiamorte, fu portato ad Azkaban. Una volta per tutte. E la cosa divertente è che, a quel punto, Draco non aveva ancora capito cosa stesse accadendo.

Hermione era al suo fianco, non si sfioravano né si erano rivolti la parola per tutto il tempo. Ma non si erano neanche allontanati. Lei aveva paura, una volta aver incrociato il suo sguardo, di dovergli dare quelle tanto odiate spiegazioni. E lui, forse stupidamente, aveva paura di riceverle.

Anna ed Harry avanzavano verso di loro, lei aveva un taglietto sulla guancia e lui una lente degli occhiali completamente andata.

Hermione sorrise, facendo un passetto avanti.

-Oculus Reparo.- disse semplicemente, riparando il vetro della lente.

Draco ed Anna distolsero lo sguardo nel medesimo momento, provocando l'incontro di un paio di occhi color del ghiaccio con altri due, neri come la pece. Seguì un silenzio pesante, gravido di parole e grida trattenute. Sicuramente, ognuno dei quattro aveva una versione differente dell'accaduto. Un caos, direte. E sono perfettamente d'accordo.

Ma, vedete, la vita in sé è proprio questo. Caos. Versioni discordanti. E finali assolutamente inaspettati.

Anna fu la prima a riprendersi, cominciando a parlare.

-Mi chiamo Anna Pattinson, e sono la sorella di David Pattinson.- la voce era distaccata, lo sguardo si alternava tra Draco ed Hermione, evitando accuratamente di guardare Harry -Volevo vendicare l'assassinio di mia sorella Dorothy, ma sapevo fin dall'inizio che non l'avevi uccisa tu.

Malfoy spalancò la bocca, incapace di trattenersi. Hermione rimase immobile, come se già sapesse tutto. Harry si aggiustò gli occhiali sul naso.

-Certo, non immaginavo che fossi innocente.- soffocò una risatina nervosa -Volevo battere due pluffe in un colpo solo, come si dice. Tu avresti sofferto il necessario, il tuo sacrificio era giustificato nella mia coscienza, ed io avrei catturato David.

Stranamente, Draco rimase immobile, come una statua di ghiaccio.

-Era difficile trovarlo, nonostante fossimo in contatto.- la bionda fece una smorfia -Era scappato parecchie volte a Kingsley e, comunque, tutti i suoi mangiamorte sarebbero rimasti a piede libero. Serviva un piano, qualcosa che li incastrasse tutti. E tu sei stato il diversivo giusto.

Anna chiuse gli occhi, primo segno di debolezza e sofferenza. Le parole che seguirono le uscirono stridule, l'eco di un cuore soffocato e nascosto in una grotta buia.

-David voleva bene a Dorothy.- scosse il capo -Certo, a modo suo, ma le voleva bene. Loro erano sempre stati più legati, io ero l'esclusa. Si capivano al volo. Lei lo assecondava in qualsiasi cosa, io no. Gli facevo sempre e pignolamente notare i suoi errori e non ero tipo da ripetere le cose gentilmente. Non siamo mai andati troppo d'accordo, fino alla morte di Dorothy.

Harry le posò una mano sulla spalla, lei si scostò gentilmente.

-Credeva che non lo sapessi, ma gli ho letto la mente qualche secondo dopo averlo rivisto.- guardò Draco -Ho visto cosa è successo quella notte, tutto. Ma non sapevo cosa fosse accaduto prima, così mi è venuto naturale incolpare te di averci traditi. Anche se ti conoscevo soltanto di fama, a scuola, per me, eri praticamente un fantasma.

Rilasciò un sospiro, facendo una risatina roca.

-Ma sono una corvonero.- questa volta il suo sguardo ricadde su Hermione -E una corvonero sa sempre come fare.

-Tutto questo è stato...- la gola di Harry si seccò. Anna annuì.

-Premeditato, sì.- fece spallucce -Tutto un piano per catturare David ed i numero maggiore di mangiamorte possibile. Avrei aiutato io Malfoy a fuggire, se non ci fosse riuscito da solo; e poi lo avrei seguito in attesa che anche David riuscisse a trovarlo.

-Quando sei arrivato tu, Harry, il mio piano ha avuto delle falle. Mi hai convinta, ancora adesso non so come, a ricredermi. Ci ho riflettuto, ho pensato ad Hermione Granger e sono giunta alla conclusione che, evidentemente, se lei era dalla parte di Malfoy... Malfoy era dalla parte giusta. Ho preso le sembianze di Narcissa Malfoy, facendomi consegnare i capelli dallo stesso David, e vi ho seguiti.

-Quella donna... incappucciata che- Draco si interruppe, sconvolto.

-Ero io, sì.- rispose Anna -Quando l'avete persa, ho raccolto la pozione e scoperto tutta la verità. Poi, ho continuato a seguirvi per verificare i vostri spostamenti e, contemporaneamente, ho aiutato Harry ad escogitare un piano che in realtà avevo già escogitato io.

Questa volta, guardò Harry negli occhi.

-...Ed avevi deciso che Draco sarebbe stato l'ostaggio perfetto, per attirare David. Hai scelto il luogo, ed indotto Harry a convincermi che questo sarebbe stato l'unico modo per far finire tutto.

-Ancora una volta brillante, ti concedo anche questo.

-Anna... è... è stato meschino, tutto questo!- proruppe Harry, rosso in viso -Hermione... lei... loro sono stati torturati da David!- urlò, esasperato. Draco ed Hermione rimasero immobili, lui fissava un punto imprecisato davanti a sé.

-Hermione è stata un imprevisto notevole, in tutto questo.- la guardò -Una degna rivale, a dire il vero. Ha rischiato di smascherarmi, per questo ho fatto rapire anche lei, insieme a Draco. Era pericolosa. Mi dispiace per quello che vi ha fatto David, ma al tempo credevo ancora che fossi colpevole.- disse, guardando Malfoy -Non che tu sia completamente innocente, ma... insomma, ho capito.

-Dov'è mia madre?- la voce di Draco aveva tremato e, come se tutto il discorso gli fosse scivolato addosso, chiese dell'unica cosa che ancora non gli era stata rivelata.

-Tua madre è morta per davvero, Malfoy.- Harry distolse lo sguardo, finalmente consapevole -Quando, di preciso?- chiese poi, ad Anna.

-David l'ha uccisa quando eravate ancora prigionieri.- Anna sospirò -Subito dopo, io ho preso le sue sembianze. Dovevo essere credibile, per David. E mi serviva una copertura. Ovviamente non volevo che accadesse, è stato uno spiacevole incidente.

-Tu...

-Expelliarmus!- Harry disarmò Malfoy che, con una smorfia e gli occhi pericolosamente lucidi, si era avvicinato ad Anna.

-Sei stato una pedina, Malfoy, niente di nuovo.- gli si rivolse questa, freddamente -Non sei mai stato tu il centro di questa storia.

Ed io direi che, effettivamente, come la vita, questa storia non ha un centro.

-Hai usato dei mezzi così meschini...- Hermione, in lacrime, avanzò.

-Non credo che Malfoy la pensi in questo modo.- Anna sorrise, malefica -In fondo, per i serpeverde il fine giustifica i mezzi. Ed io avevo a che fare con dei serpeverde. Ho semplicemente fatto il loro gioco.

Draco la guardò, costernato. Harry si aspettava che accadesse qualsiasi cosa, tranne che Malfoy, una volta raccolta la sua bacchetta, si allontanasse; per poi smaterializzarsi. Ma non è questa la cosa sconvolgente, quella che vi spezzerà il cuore:

Hermione non lo trattenne.

·Spazio Autrice·
Okay, ho giocato con il fuoco, I know. Credo di aver portato decisamente al massimo il vostro istinto omicida xD. Ma calmi, calmi! Vi prometto che andrà tutto bene! Non ho spiegato come Hermione facesse a sapere tutto, poiché si saprà nel prossimo (ed ultimo) capitolo!

Mi sembra ieri di aver avuto l'idea per Moon, ed invece siamo già alla fine... Io sono finalmente libera! La scuola è finita e, per adesso, non ho altri impegni! In questi giorni, quindi, prima della pubblicazione dell'ultimo capitolo, risponderò a tutti i vostri commenti e messaggi! Ma, soprattutto, passerò a leggere le storie che mi avete consigliato! *-*
Come di consueto, vi ringrazio di cuore per tutte le stelline e le visualizzazioni; ma, soprattutto, per i meravigliosi commenti di cui questa storia è davvero piena! Vi chiedo di commentare anche questo capitolo... Dicendomi sinceramente cosa ne pensate. Vi aspettavate che la figura incappucciata fosse Anna? E tutto il resto? Arrabbiati, felici, sconvolti? Fatemi sapere! Io vi risponderò prestissimo questa volta!
Un abbraccio forte, a venerdì!

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