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Capitolo XV - Accordi

"C'erano cose che volevo dirgli. Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero male a me."
(Jonathan Safran Foer)

Hermione si morse le labbra e fece un passetto indietro, come a fuggire da una risposta che non avrebbe voluto dare. Le era successo ciò che accade sovente anche nella realtà generale delle cose: ci vengono troppo spesso posti quesiti ai quali non sappiamo rispondere, o magari ci illudiamo di non saper rispondere, per proteggerci in qualche modo. Eppure, certe volte la soluzione è fin troppo semplice, tanto ovvia che non ci si arriva.

"Perchè lo hai fatto?"

No, non era perchè tenesse in qualche modo a Malfoy. In un certo, contorto ed assolutamente illogico senso, lei si sentiva ormai indissolubilmente legata a lui. Non lo avrebbe lasciato finire ad Azkaban, non lo avrebbe abbandonato a David o a chiunque altro per una ragione assolutamente egoistica.

Aveva bisogno di lui.

Una donna conosce se stessa, soprattutto se questa donna è Hermione Granger. Capita, prima o poi nella vita di tutti noi, che qualcosa si rompa. Qualcosa che non puoi più rimettere insieme, o che ad un certo punto non vuoi aggiustare. Il fascino imbattibile delle cose distrutte.

Nel nostro caso, parliamo di convinzioni. In quanto in Hermione era scoppiata una bolla, una bolla nella quale la grifondoro era stata rinchiusa per troppo tempo, trattenendo il respiro fino a non resistere più ed a far scoppiare quella sua prigione solo ideale. Aveva scoperto che Ron non era l'uomo che voleva al suo fianco, aveva scoperto che il ragazzo misterioso di cui parlava sempre Ginny era Blaise Zabini. Si era resa conto, parlando per metafore, che la Luna, effettivamente, prima ancora di ruotare attorno alla Terra ed allo stesso Sole, compie un moto di rotazione attorno al proprio asse. Questo perchè si studia, si conosce, prima di tutto si rende conto di ciò di cui più ha bisogno e che maggiormente desidera.

La Luna, prima di conoscere l'universo, impara a conoscere se stessa.

Ma Hermione aveva paura di scoprirsi, di cercare la verità e la vera causa di tutti recenti avvenimenti. Temeva, insomma, che fossero cambiate troppe cose e che improvvisamente Draco non occupasse più la regione tanto odiata del suo cuore, dove aveva creduto di averlo confinato. Aveva oltrepassato un confine sottilissimo, lentamente, senza che la grifondoro se ne accorgesse. Hermione se ne era resa conto troppo tardi.

Ora che forse, molto forse, si stava innamorando di lui.

Ma come rispondere ora a quella sua domanda? Come rendersi debole ai suoi occhi, offrirgli lei stessa le armi con cui avrebbe potuto sfruttarla, come fargli capire ciò che sentiva o, meglio, come non farglielo capire?

-Granger?- Malfoy le si avvicinò, sembrava preoccupato.

-Sto bene.- rispose immediatamente Hermione, allontanandosi di nuovo da lui e preparandosi a rispondergli -Scusami, è che.. che sono successe davvero troppo cose..- balbettò poi, lanciandogli uno sguardo eloquente.

-Sì,- constatò lui, duro -a causa-

"..mia." stava per dire, ma Hermione lo interruppe.

-..di David.- disse con decisione, osservando l'espressione sorpresa del ragazzo.

-Mia madre è..- Draco chiuse gli occhi, cercando dentro di sè la forza di terminare la frase; ma Hermione lo precedette ancora una volta e gli posò delicatamente una mano sulla spalla, facendolo sobbalzare.

Rimasero fermi e muti in quella posizione, a fissarsi e studiarsi a vicenda. Occhi negli occhi, ambra che si fonde con un cielo in tempesta. L'ambra, che richiama l'elettricità dei fulmini stessi della tempesta.

-Passato è solo una parola.- disse d'un tratto Hermione, sorprendendo il serpeverde -Tutto quello che ci è successo dovrebbe bastare a cancellare una sola parola, no?

Lui sorrise in modo amaro, una smorfia storta al sapore delle lacrime.

-Quella parola racchiude talmente di quelle cose, Granger.- fece un passo indietro e scosse con decisione la testa, come se qualcosa lo stesse minacciando e lui fosse sul punto di fuggire -Tutte le cose che ho fatto io, tutte quelle che hai fatto tu.. hanno portato a questo! Cancellandole cancelleresti anche noi!

-Sarebbe così male?- rispose prontamente lei, in risposta allo sguardo disperato del ragazzo -Cancellarci e riscriverci d'accapo.

Draco rimase a fissarla incredulo per qualche secondo, prima di caricare un forte pugno e colpire con rabbia la brandina del letto.

-È assurdo.- borbottò fra sé, forse a voce un po' troppo alta -È assurdo che tu sia qui, che noi-

-Malfoy, io voglio solo che tutto finisca..- sussurrò Hermione, che ora aveva le lacrime agli occhi.

-Allora perchè non hai lasicato che tutto finisse?!- sbottò lui -Perchè non hai-

-Non lo so!- lo interruppe, al limite delle sue forze -Non so per quale motivo io ti.. ci abbia portati qui! So solo che ormai non posso tornare indietro!

Draco chiuse gli occhi, serrò le palpebre con tutta la forza che aveva e strinse i pugni. Il dolore che provava in quel momento era incomparabile a quello che aveva provato in tutta la sua vita. Sua madre era morta e lui era universalmente ricercato, destinato a passare la fine dei suoi giorni in una sporca e tetra cella di Azkaban. Anzi, ripensandoci, avrebbe dovuto trovarsi già lì.

-Vorresti nascondermi?!- sbottò, non appena ebbe assimilato le ultime affermazioni della Granger.

-Voglio proteggerti.- ribattè Hermione. Poi, bloccando sul nascere una sua domanda, continuò -E non so perchè.

"Voglio proteggerti."

-Certo!- le gridò in faccia Draco, acido e scontroso -Solo perchè senti che il tuo spirito da corcerossina grifondoro ha bisogno di essere appagato! Non ho intenzione di farmi consegnare da te agli Auror, ho ancora una dignità!

Gli venne quasi da ridere a pronunciare quelle parole: la sua dignità lui l'aveva persa nel momento in cui si era fatto marchiare come un animale, nello stesso istante in cui aveva deciso di servire un uomo con il quale, alla fin fine, non condivideva neanche gli ideali.

-Allora vattene.- la calma della Granger nel pronunciare quelle due parole lo sorprese e preoccupò al tempo stesso.

Non si mosse, paralizzato, un piede dalla parte dell'orgoglio e l'altro da quella della ragione. Così Hermione continuò.

-Sei ferito, non hai una bacchetta nè alcuna provvista.- gli fece notare, con un'alzata di sopracciglia tipica della sapientona che era a scuola -Non sopravviveresti neanche per un altro giorno da solo.

-Non chiederò la tua elemosina.- sputò a denti stretti, la guardava con talmente tanto odio che Hermione per un attimo ebbe quasi paura.

-Ma sono io che te la sto offrendo!- esclamò poi, afferrando il ragazzo per un braccio al fine di trattenerlo, mentre lui stava per uscire dalla tenda.

Draco si divincolò subito, strattonandola via con rabbia.

-Troveremo una soluzione! Dovremmo solo restare qui per qualche giorno, facendo calmare le acque, poi andrò io a parlare con.. oh, parlerò con qualcuno!- gli gridò dietro, quando lui era già uscito fuori dalla tenda.

Il serpeverde rimase qualche istante immobile, dandole le spalle, pochi metri più avanti, come indeciso sul da farsi. Poi, il più lentamente possibile, si voltò a guardarla: teneva sempre le distanze, come se in qualche modo fosse ancora convinto che lei lo stesse ingannando.

-Non ho più nessun motivo per provare a salvarmi, Granger.- lo sussurrò appena, come se stesse parlando a se stesso e sperasse quasi che Hermione non lo sentisse.

-Non è vero.

-Mia madre è morta!- gridò, ancora una volta passando da uno stato di calma ad uno di collera assoluta e disperazione -Tutto il mondo mi odia!

-Non tutto il mondo!- obiettò Hermione, decisa -Io non ti odio.

-Tu mi hai sempre odiato.- la corresse lui -E, comunque, anche ora dovresti essere la prima a farlo.

Hermione si avvicinò a lui, lentamente, come se temesse di vederlo fuggire da un momento all'altro. Lì, in piedi in mezzo ad un bosco incolto, fuori dalla tenda, le sembrava di rivivere un vecchio episodio. In tutta quella situazione per un attimo le sembrò di star pregando Ron di non andarsene, di non lasciare lei ed Harry soli ad affrontare quella che sarebbe stata una missione dolorsa e difficile. Il cuore accellerò i suoi battiti al pensiero che Malfoy, come aveva fatto a suo tempo Ron, le urlasse contro ed andasse via.

Ma lui non lo fece.

Rimase fermo, fino a quando lei non gli fu di fronte e parlò di nuovo.

-Ma non ti odio.- ripetè lentamente, guardandolo dritto negl occhi -Odio è una parola grossa, non credo di aver mai provato un sentimento del genere nei tuoi confronti.- chiarì.

Draco spalancò gli occhi e la fissò, basito. Non sapeva cosa fare, la testa ed il cuore gli indicavano due sentieri opposti e lui non sapeva quale scegliere.

Poi, sempre con movimenti lenti ed esitanti, Hermione afferrò il borsone che teneva sulla spalla sinistra (un borsone vuoto, che aveva afferrato con rabbia dall'attaccapanni all'interno della tenda, per enfatizzare meglio la sua uscita di scena) e, cautamente, glielo sfilò. Nel mentre, continauva a guardarlo negli occhi e lui a guardare lei, come se i loro sguardi fossero due cariche elletriche; così come in natura, infatti, cariche opposte si attraggono.

Poi il serpeverde seguì la grifondoro, il serpente si arrese al grifone, le cariche opposte si unirono e la Luna, ancora una volta, sorrise. I due ragazzi entrarono dentro la tenda che, per un paio di giorni e forse più, sarebbe stata la loro casa.

***

-No!

-Ron..

-Lei non mi avrebbe mai fatto questo, Ginny!- sbraitò, per la medesima volta, Ron. Non poteva credere a quanto successo solo poche ore prima: Hermione, la sua Hermione, lo aveva lasciato solo come un pollo ed era fuggita assieme a Malfoy.

Il colmo! Assieme a Malfoy!

-Stai dicendo che era stotto l'effetto di un incantesimo, secondo te?- chiese dubbioso Harry, che non pareva tanto contrario alla tesi del migliore amico.

-Un confundus, sicuramente!- annuì deciso Ronald.

-Ragioni sempre di più come un idiota, Ron, complimenti.- li interruppe, esausta, Ginny -E tu, Harry, per Morgana, gli dai pure ragione!

Le orecchie di Ron divennero immediatamente dello stesso colore dei suoi capelli, mentre Harry arrossiva ed abbassava lo sguardo imbarazzato.

-Quale altra spiegazione ci trovi?!- sbottò il rosso, che ora si era alzato teatralmente in piedi.

-Magari..- Ginny si morse il labbro inferiore, pensosa -Magari Malfoy non ha fatto nulla, Hermione voleva solo difenderlo.

-Hermione non farebbe mai una cosa del genere.- affermò Ron, dopo qualche attimo di silenzio, forse volendo tranquillizzare più se stesso che altri.

-Invece è esattamente il tipo di cose che farebbe, la conosci.- insistette la sorella.

-Zabini ti sta dando alla testa, Ginny.- la voce fredda e dura del ragazzo che è sopravvissuto la raggiunse alle spalle, come una pugnalata a tradimento.

Lei e Blaise non si parlavano da prima che Harry, Ron ed il serpeverde in questione andassero con gli altri Auror a liberare Draco ed Hermione. E Ginny non osava a pensare a come Zabini avesse preso la situazione attuale.

Strinse labbra e pugni, pronta ad affrontare quella discussione come farebbe la più fiera delle leonesse in una lotta.

-Non so cosa invece abbia tanto intaccato la tua, di testa, Harry.- disse, con una calma tanto glaciale quanto pericolosa -Ma io ho intenzione di trovare Hermione, per aiutare lei e, se necessario, anche Draco Malfoy. Se Blaise vorrà aiutarmi, mi fiderò di lui non meno di come ho fatto in tutti questi anni.

E, a testa alta, lasciando i due ragazzi a bocca aperta, uscì dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle.
Harry e Ron rimasero a fissarsi, perplessi; nelle menti di entrambi aleggiava la stessa, pericolosa, domanda.

"In tutti questi anni"?

***

Draco sistemò meglio la brandina nello spazio fra il mobile in legno scuro e la poltroncina verde, dall'aria invitante ma tremendamente scomoda.
In quella tenda era, tuttavia, l'unica cosa che fosse riuscito ad apprezzare. Lì dentro era tutto sulle tonalità del rosso e dell'oro, tutti oggetti strambi e di seconda mano, per non parlare di certe strane ed inutili diavolerie babbane!
Ma la cosa che gli dava più fastidio era che in quella tenda, su quella stessa poltroncina verde dove si era appena lasciato cadere, erano impressi i ricordi di un passato.

"Passato è solo una parola." aveva detto la Granger, ma lui non era d'accordo.

Il passato era un nemico imbattibile, vivido; da combattere ogni giorno e, soprattutto, negli incubi di ogni notte.
Il passato erano le impronte di Potter e Weasley ovunque in quella tenda, la loro presenza ed i loro segni su ogni oggetto. Passato era la causa di quella strana sensazione di inadeguatezza, terribile, che continuava a provare fin da quando lui e la Granger erano stati rinchiusi in quella cella.
La consapevolezza di non meritare tutto quello, di non essere degno di qualcuno che provi a salvarci.

"Perché lo hai fatto?" le aveva chiesto e continuava a domandarsi. Perché stava rischiando ancora per lui e, soprattutto, per quale assurdo motivo lui la stesse lasciando rischiare con e per lui.

Perché non lo disgustava più dover abitare con una mezzosangue, condividere il suo stesso cibo e dipendere completamente da lei, esserle debitore?

Doveva fargli ribrezzo, ma lo rassicurava.

Perché qualcosa dentro di lui continuava a dirgli di fidarsi, il cuore accellerava i battiti al ricordo del breve e non del tutto lucido bacio che si erano scambiati una notte, quando erano ancora prigionieri di David.
Non aveva mai osato chiederle cosa significasse per lei, una risposta del tipo "nulla" era assicurata; e, per quanto sarebbe dovuta essere la stessa risposta data da lui, sapeva che "nulla" nel suo vocabolario di emozioni significava "tutto".
Non aveva mai provato niente del genere baciando altre ragazze, non aveva sentito svanire tutto attorno a sé, né aveva percepito la forza e la dolcezza del loro contatto.

Mentre era perso tra suoi pensieri, neanche si accorse che Hermione era tornata; e che ora lo stava osservando sistemare le sue cose.

-Ho rinforzato gli incantesimi di protezione.- disse infatti questa ultima, tanto per buttar giù due parole ed attirare la sua attenzione.

Ma Malfoy si limitò ad annuire ed a tornare a sistemare quei pochi abiti che Hermione era riuscita a trovare nella sua borsetta a perline, vecchi ricambi di Harry e Ron.

-Se.. se vuoi posso aiutarti a spostarla dall'altra parte.- aggiunse titubante Hermione, indicando con un cenno del capo la brandina.

-Perché?- chiese Draco, sinceramente sorpreso.

-Così sarà più lontano dalla mia.- spiegò la grifondoro, sempre a disagio -Nel caso tu-

-Non mi interessa più il tuo sangue.- la interruppe immediatamente il serpeverde, non appena che ebbe compreso cosa intenteva dire. Lo disse con freddezza, in modo brusco, come se lei lo avesse appena offeso gravemente.

-Oh.- Hermione non riuscì a dire altro, così si voltò e fece per andarsene.

-Granger!- la richiamò lui -Dobbiamo organizzarci per la notte, comunque.

Hermione aggrottò le sopracciglia, chiaro segno della sua perplessione.

-Credo che uno dei due dovrebbe stare di guardia, gli incantesimi di protezione non sono inannullabili.- poi, con un gesto rapido della mano, bloccò sul nascere l'intervento della Granger e proseguì -Stanotte resto sveglio io.- disse, con un tono che fece capire ad Hermione che quella era la decisione definitiva.

Stupita da quello che sembrava tanto un gesto di galanteria o, comunque, di rispetto, Hermione annuì remissiva e soddisfatta. Tuttavia, quello a cui pensava Draco in realtà era gran lunga diverso.

Non deve sentirmi urlare, non deve conoscere i miei incubi.

E, in particolare, quel fatidico incubo. Reale, maledettamente vero ogni singola notte e terribile, ogni volta di più. L'ultima cosa che Draco voleva, era che la Granger venisse a sapere dei suoi incubi. Voleva tenerla fuori almeno da quell'aspetto della sua vita, mantenere dei segreti con lei in modo da impedirle di esercitare su di lui un potere ancora più forte.

Ma una cosa era certa, non avrebbe potuto tenerle nascosti i suoi incubi a lugno. Perché, è risaputo, gli incubi della notte sono le prime cose che si condividono.

·Spazio Autrice·
Chiedo ancora venia per il terribile ritardo! Come vi avevo promesso sulla pagina instagram, ecco il capitolo di venerdì, che arriva con il posticipo concordato!
Ho avuto davvero tantissimi impegni in questi giorni, ma vi prometto che da questa settimana in poi non tarderò più: ogni venerdì, con la massima puntualità, avrete un nuovo capitolo!

Volevo anche dirvi che questa notte c'è la Luna piena, oltre al fatto che questa ultima si trova in perigeo (cioè il punto della sua orbita a noi più vicino) e che, per questi due motivi, stanotte potremo ammirare la Luna più grande degli ultimi 68 anni! *-*

E' davvero un evento affascianante secondo me, inerente anche al titolo ed alle vicende della storia! Quindi questa sera, se avete un po' di tempo, gettate un'occhiata allo spettacolo mozzafiato che ci serverà la nostra amata Luna!

Come di consueto, un grande grazie per i commenti, le stelline e le visualizzazioni che continuate a lasciare: la storia sta aumentando davvero in fretta e ne sono felicissima!
Un bacio, a venerdì!

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