Capitolo V - Lacrime
"Le sussurrai che lei non era affatto debole, era straordinariamente fragile e potente come tutte le persone forti e profonde."
(Margaret Mazzantini)
Ci sono delle volte in cui trattieni le lacrime fino allo sfinimento e, quando sei finalmente pronto a versarle, queste sembrano essersi ritirate. Ci sono persone che si sono trovate spesso in questa situazione, come Hermione Granger per esempio. Il punto è che quando butti dentro le lacrime troppo spesso, finisci per allagarti il cuore: è lì che scivolano tutte le delusioni salate.
Hermione aveva trattenuto le lacrime per molto tempo, sforzandosi sempre di mantenerle dietro la resistente barriera umida dei suoi bellissimi e comunissimi occhi color dell'ambra. Era una di quelle ragazze forti, fiere, che le vedevi con gli occhi lucidi.
Lucidi, non bagnati, c'è una bella differenza.
La grifondoro si era sempre trattenuta, anche nel post guerra, intrappolata in una vita che tutti definivano perfetta. Una vita che per lei era tutt'altro. Si era resa subito conto che l'amore della sua vita, quello che aveva sognato ed agognato per anni, non l'avrebbe mai trovato in Ronald Bilius Weasley. A volte ci si fissa tanto su una persona, da arrivare ad idealizzarla. Gli uomini hanno questa brutta abitudine di mettersi a programmare le cose prima che accadano, per poi lamentarsi di quanto ingiusto sia il destino e di quando mera possa essere un'esistenza noiosa.
Hermione, a malincuore devo ammetterlo, si trovava, almeno in quel momento, in questa categoria di persone.
-Ecco, vedi? Non capisci!- urlò, mentre le lacrime (finalmente) sgorgavano copiose fuori dai suoi occhi -Non te ne avevo parlato proprio per questo!
Le era accaduto quello che accade sovente a tutti coloro che trattengono troppo le lacrime: si era allagata dentro. E, ve lo assicuro, quando ci si allaga dentro devi buttare fuori un bel po' di acqua per riuscire a respirare di nuovo.È come annegare in se stessi. Personalmente non ho mai versato una lacrima, ma ho visto davvero molte persone farlo. Lacrime di tutti i tipi; e mi sono sempre sorpresa di come esse non si esauriscano mai.
-No, tu non capisci!- ribattè Ron, con le orecchie che stavano praticamente andando a fuoco; poi, alla vista delle lacrime sul viso della sua ragazza, sembrò quietarsi un poco
-Miseriaccia, Hermione, io non posso credere che tu lo abbia fatto davvero... aiutare Malfoy!
Ora, lasciatemi dire qualche cosetta anche a favore di Ron Weasley. Un bambino che passa tutta la vita a vivere come un poveraccio, sentendosi tale soprattutto grazie agli insulti di un ragazzo biondo. Questo bambino diventa ragazzo, uomo ed eroe. Salva il mondo magico e viene ricoperto finalmente di meriti e fama, ottiene il lavoro dei suoi sogni ed ha al suo fianco la ragazza che ha sempre amato. Ma questa felicità dura solo il tempo di scoprire che la donna che ama ha aiutato (tenendolo allo scuro di tutto) quel ragazzino biondo ed arrogante, che durante la guerra aveva anche tentato di ucciderli tutti! Non so che idea vi siate fatti voi, ma grifondoro non vuol dire mica santo.
-Tu non hai visto come stava, lui-
-Come siamo stati noi!- la interruppe, incurante di aver nuovamente alzato la voce -Tutti noi. Mentre lui se ne stava tranquillo a casa sua! Doveva pagare Hermione; e invece, grazie a te, si ritrova libero ed agiato come un mago qualunque!
-Ronald, smettila subito! Non m'interessa di quello che fa o non fa Malfoy, io volevo solo aiutare quei babbani!- ribattè esasperata la grifondoro.
-Pranzando con Malfoy?!
Appena sveglia, quella mattina, si era trovata davanti Ron con in mano un articolo di Rita Skeeter, quella vecchia arpia. Non immaginate la faccia di Hermione quando si era trovata spiaccicata in copertina mentre pranzava in tutta tranquillità con niente poco di meno che l'ex mangiamorte Draco Malfoy. Ovviamente, questo l'aveva portata a narrare tutta la vicenda al suo fidanzato.
-Potevi avvisare gli Auror che aveva delle informazioni e basta, lo avrebbero fatto parlare loro.- il rosso fu delicato, ma Hermione sapeva benissimo cosa intendeva per "lo avrebbero fatto parlare loro".
-Non mi sembrava molto corretto...- ammise, essendo un po' più remissiva nella voce.
-E tu con lui ti preoccupi di correttezza?!- Ron per poco non scoppiò a ridere -Merlino, ma per caso ti ha fatto qualche incantesimo? Ti facevo molto meno tonta...
Fin da quando erano bambini, Hermione e Ron non potevano fare davvero a meno di battibbeccare. E, certo, questo va bene per due amici, anche migliori amici; ma non per una coppia prossima al matrimonio. Quella su Malfoy era una cosa che non li riguardava (non più, almeno), figurarsi come avrebbero affrontato una vera e propria lite di coppia.
Hermione poi, era da un po' a quella parte che ci rifletteva. Aveva aspettato Ron per così tanto tempo che ora sembrava essere rimasta indietro lei, mentre lui la stava aspettando più avanti.
-Credi che sia tonta? Bene!- prese il suo cappotto, fino a quel momento rimasto adagiato sul divano -Allora non credo ti faccia piacere stare con una stupida, no?- sibilò quelle ultime parole con una freddezza tale che il rosso sentì il cuore gelarsi. Ma preso le fiamme che da sempre possedeva, in qualità di grifondoro per eccellenza, sciolsero il ghiaccio; ed il leone dentro di lui ruggì, rabbioso.
Furente, Ron prese un pacchetto dalla tasca e lo tirò con forza contro Hermione, che aveva quasi raggiunto la porta d'ingresso.
La ragazza parve stupita, ma allo stesso tempo nel suo sguardo c'era una strana angoscia, mista a paura.
-Non era così che volevo dartelo, ma con te non si riesce mai a fare niente!- le urlò, in risposta al suo sguardo interrogativo e diffidente. Ma fece un errore (un altro): parlò con sufficienza e disprezzo. Mai parlare così ad Hermione Granger.
Mi aspettavo, sarò sincera con voi, che la grifondoro s'infuriasse; o, paradossalmente, saltasse al collo del giovane e lo perdonasse con un bacio.
Non fece nessuna di queste due cose.
Le lacrime, che le stavano ancora inondando il viso, raddoppiarono. Hermione aveva una voglia matta di andare via di lì, lontana da quell'uomo che le aveva donato tanta sofferenza e tanto amore allo stesso tempo.
-Tu...- lo sussurrò appena, mentre lui le si avvicinava -Doveva.. doveva essere una cosa speciale, ma hai rovinato tutto!-anche dentro di lei la leonessa ruggì, mentre il pacchetto colpiva con forza il petto di Ron.
-Davvero stiamo litigando per quella viscida serpe?- le chiese lui, improvvisamente dolce.
Ma Hermione era già uscita, sbattendogli la porta in faccia.
***
Draco si era smaterializzato davanti a quella catapecchia che doveva per forza essere la Tana, le mani che gli tremavano appena.
"Salve, mi scusi. Cerco la Granger."
Nella sua mente continuava ad elaborare un discorso quanto meno decente, certo quanto speranzono che ad aprire fosse uno dei coniugi Weasley.
"Salve, mi scusi. Cerco Hermione."
No, considerando che in quella casa lo odiavano tutti, non doveva peccare di confidenza.
"Buongiorno, mi scusi. Cerco Hermione Granger."
Decisamente andava molto meglio, professionale e garbato. Poi, ovviamente, avrebbe specificato che era lì per questioni lavorative.
Per la prima volta in vita sua, Draco rimpiangeva di non aver mai imparato ad evocare un patronus; aveva escluso anche di mandarle un gufo, certo che il volatile dei Malfoy non sarebbe passato inosservato tra i pedanti Weasley.
Così aveva convenuto che la cosa più giusta fosse smaterializzarsi, riprovando quella sensazione dopo lunghi mesi di astinenza.
Inizialmente aveva temuto di potersi trovare davanti Lenticchia, ma poi si era convinto che quel rosso era fin troppo sfaticato per andare ad aprire la porta.
Una cosa era certa, Draco era disperato. Doveva, in un solo giorno, convincere la Granger a seguirlo e consegnarla ad un gruppo di mangiamorte che le avrebbe fatto chissà cosa.
E se non ci fosse riuscito... non osava neanche pensarci.
Si chiese, effettivamente, se fosse giusto farle una cosa del genere. Se esistesse una scelta. Avventata, pericolosa, sconsiderata. Forse, c'era. Magari c'era sempre stata, perché nel mondo ha chiunque è fornita una possibilità di riserva.
Quella fastidiosissima voce nella sua testa gli aveva già guastato il sonno quella notte; ed ora continuava a tormentarlo. Cos'altro avrebbe potuto fare?
Doveva scegliere fra una mezzosangue e sua madre, unito anche al fatto che David sapeva su di lui cose molto scomode.
Perso in questi pensieri, non si accorse di essere quasi alla porta della Tana. Si sorprese di non trovare alcun muro a protezione, così, lentamente, si avvicinò.
Prima però anche solo di avere la mano a mezz'aria per bussare, la porta si aprì e lui fu travolto da niente poco di meno che la ragazza che stava cercando. Stava giusto ringraziando Merlino, quando si accorse che Hermione Granger, la mezzosangue amica di Potter, era fra le sue braccia.
Avrebbe dovuto dire qualcosa, per giustificare la sua presenza lì, ma le parole gli morirono in gola quando sentì dei singhiozzi sommessi.
Stava piangendo.
Rimasero immobili, quasi abbracciati, per ancora qualche istante. Prima che lei, assolutamente incurante del fatto che Draco Malfoy si trovasse all'ingresso della Tana Weasley, lo spingesse via e si mettesse a correre. Avrebbe potuto smaterializzarsi certo, ma in quelle condizioni era difficile raccogliere magia e concentrazione.
Lui, senza avere alternative, si ritrovò a correrle dietro. Neanche una volta le urlò di fermarsi o la chiamò, certo che comunque lei non gli avrebbe risposto o si sarebbe fermata. Si sentiva un po' stupido a seguirla in silenzio, soprattutto ora che lei si stava inoltrando in una specie di giardinetto: erano già usciti dalle proprietà dei Weasley.
Quando la riccia si fermò, lui rimase immobile a pochi centimetri da lei. Erano in mezzo agli alberi, con davanti un piccolo laghetto dall'acqua limpida e i colori allegri. Hermione era gli dava le spalle, mentre osservava assorta la bellezza particolare di quel paesaggio.
Il serpeverde rimase a fissarla a lungo, incerto. Vedeva le sue spalle alzarsi ritmicamente, rallentando di volta in volta, mentre pian piano i singhiozzi silenziarono. Sembrava così fragile, sola e bella, come non l'aveva mai vista prima. Aveva sempre sperato di cogliere la Granger in un momento di debolezza, per due motivi. Il primo, naturalmente, era farsi beffe di lei e sentirsi appagato nel vederla star male; il secondo, un po' più profondo e mai ammesso neanche a se stesso, era provare finalmente che quella ragazza tanto perfetta ed apparentemente invincibile potesse soffrire. Anche lei, come lui, era stata fatta a pezzi. Questo lo consolava e lo distruggeva al tempo stesso, senza che lui riuscisse a spiegarsi il perchè.
Credeva che avesse smesso di piangere, così fece un passo avanti, lentamente come se si stesse avvicinando ad un animale molto pericoloso. Ma, proprio quando era dietro di lei, la sentì ricominciare a singhiozzare.
-Granger...- fu appena un sussurro, che però fece tremare la grifondoro.
-Malfoy, va via.- Hermione glielo ordinò con tono freddo, distaccato, distrutto.
Non gli chiese neanche come mai fosse venuto alla Tana, se stesse cercando lei oppure no.
Ma Draco era pur sempre un serpeverde, anche sotto pressione, aggiungerei. E, per quanto intenerito e reso titubante dalle condizioni della ragazza, si permise di essere beffardo.
-Problemi con Weasley? L'ho sempre detto che eravate entrambi troppo bisbetici per- non riuscì a finire, che si torvò una bacchetta puntata a petto e due occhi umidi e furiosi a scrutarlo con rabbia.
-Sta' zitto. Ti ho detto di andartene, non lo ripeterò ancora una volta.- scandì, mentre riponeva la bacchetta e si rivoltava verso il lago.
A quel punto, lui decise di fare una cosa che non aveva mai fatto per nessuno, ma che aveva sempre desiderato qualcuno facesse per lui.
Vedete, le persone, quando piangono, vanno prese in contropiede. Loro se ne stanno lì a disperarsi, immobili, e se vi aspettate che non vi dicano di andarvene siete dei poveri illusi che non hanno mai sofferto veramente in vita loro.
Draco sapeva perfettamente come ci si sentiva, fu questo, probaibilmente, a spingerlo a compiere un gesto che sarebbe rimasto nella storia. Ve l'assicuro io, che la storia la so tutta a memoria.
-Siediti.- le ordinò, glaciale.
-Cosa?
Lui sbuffò, seccato. Poi, sempre lentamente, come per paura di vederla scappare da un momento all'altro, le si avvicnò e si mise dietro di lei. Con calma, posò le mani sulle spalle esili della riccia e le accompagnò verso il bacco, per farla sedere a terra.
Fu sorpreso da come lei accondiscese subito, per poi sospirare pesantemente. Il ragazzo, allora, fece apparire un mantello e lo adagiò delicatamente sulle spalle della ragazza, con la magia, timoroso di toccarla ancora. Rimase a guardarla per un po': ora non piangeva più. Se ne stava lì, immobile, a stringersi sulle spalle il mantello di un serpeverde ed inspirando l'odore di esso, che paradossalmente sembrava infonderle sicurezza.
Che situazione assurda, si ritrovò a pensare Draco.
Ma, alla fine, spinto da qualcosa sconosciuto persino a lui, le si sedette accanto.
Quante volte aveva desiderato che qualcuno facesse una cosa del genere per lui?
Tante, sicuramente troppe per essere contate.
Certo, probabilmente lui si sarebbe arrabbiato ancora di più ed avrebbe schiantato suddetto benefattore, restituendogli il suo mantello inutile. Ma bastava anche solo che qualcuno si premurasse di provare a farlo, a stargli vicino, sortenerlo. A volte proprio le cose più inutili risultano fondamentali.
Hermione continuava a piangere, non più tanto per quello che era successo con Ron. Aveva trattenuto le lacrime talmente tanto a lungo che ora non riusciva più a fermarle. Dentro quella sua testolina inarrestabile, continuava a sgridarsi per starsi mostrando così debole a Malfoy, perchè lui si sarebbe di certo vendicato e lei se ne sarebbe pentita. Ma ora, con il suo profumo a confortarla, non riuscì a fare altro che restare in silenzio.
Il serpeverde rimase immobile per minuti infiniti, gli occhi sgranati e le mani strette a pugno e le labbra serrate per impedirsi di essere sconsiderato. Non si aspettava un gesto tanto avventato e spontaneo dalla Granger, eppure, lei si era buttata, per la seconda volta in quella giornata, fra le sue braccia.
Draco sorrise segretamente fra i ricci della ragazza, ma il suo era un sorriso malinconico e sofferente. Si rilassò, senza tuttavia ricambiare la stretta, beandosi anche lui del profumo ai fiori di ciliegio della ragazza.
Era il suo regalo per lei, prima di consegnarla a David.
Hermione si strinse a lui ancora di più, mentre il cuore di Draco prese a battere furiosamente. La ragazza lo sentì e, per la prima volta in vita sua, pensò a Malfoy come ad un ragazzo dal grande cuore. Letteralmente, doveva essere proprio grande se batteva in quel modo.
Passarono venti minuti, contati perfettamente. Non ho molto da fare, conto il tempo per vederlo passare più in fretta, per dargli una forma; ma a volte, in mezzo al nulla, nella monotonia dei miei giri del mondo, mi ritrovo rapita da certe storie. Quella che vi sto raccontando, ormai l'avrete intuito, è una di queste. Forse iniziò così, con due acerrimi nemici che si aiutano a vicenda, con una marea di guai ed avventure in arrivo.
Hermione, una volta ripresasi, si staccò da lui come se si fosse ustionata. Aveva dipinta in viso una bizzarra espressione sconcertata, certamente non nascondeva molto bene il suo essere sconvolta.
Lui, dal canto suo, non era messo meglio. Non sapeva cosa dirle, come fare a convincerla. Pochi attimi prima, per un istante soltanto, aveva pensato di dirle tutta la verità. Ma la paura che David, visti anche i precedenti, potesse scoprirlo era troppo forte. In fondo si era sdebitato con lei, adesso, non le doveva niente.
Per un attimo, con Hermione che lo fissava stravolta, si mise a fantasticare su cosa avessero potuto farle i mangiamorte; e, soprattutto, perchè avevano chiesto proprio di lei.
Probabilmente volevano usare la Polisucco per prendere le sue sembianze, lei era un pezzo grosso, così come la ricompensa che avrebbero potuto ricevere: magari il perdono.
Non le faranno del male.
Continuava a ripeterselo, come una nenia, non ottenendo però l'effetto tranquillizzante in cui sperava. Avrebbe tanto voluto lasciare la Granger in pace, ma non poteva: sua madre era nelle mani di quei viscidi serpenti (come te, gli diceva quella sua maledetta vocina interiore) e la mezzosangue era la sua unica speranza di riaverla indietro.
"Scegli."
-Posso offrirti la cena?- se ne uscì di punto in bianco, vedendo la Granger sobbalzare dalla sorpresa.
-Malfoy, ma che ti è preso? Sei impazzito per caso?!- sbottò lei, confusa come non mai.
No, decisamente non era impazzito. Il serpeverde avrebbe preferito offrirle il pranzo, ma ormai mancavano sì e no due ore a mezzoggiorno, era troppo tardi. Dentro di sè, rise divertito, immaginando cosa dovesse passare in quel momento per la testa della Granger, poteva quasi sentire gli ingranaggi del suo cervello studiare quella bizzarra situazione.
-Cosa c'è sotto?- chiese, infine, Hermione -Io sono fidanzata, comunque.- ribadì poi, forse più a se stessa che a Draco -Non credo che a Ronald farebbe piacere se io-
-Andiamo, Granger! Non ti sto mica chiedendo di sposarmi, è solo una maledetta cena per ricambiare quello che hai fatto!- la interruppe, esasperato.
Ecco, se Malfoy avesse conosciuto bene Hermione Granger, si sarebbe di certo reso conto che quella da lei avanzata non era altro che una scusa. Per prima cosa, aveva chiamato Ron col suo nome per intero, e ciò già da sè non presagiva niente di buono; poi, era palese che stesse soltanto cercando di sviare l'invito. Tuttavia, segretamente, fu grata a Malfoy per non averle posto la domanda principale, quella che aveva temuto.
"Perchè piangi?"
Non glielo aveva chiesto, aveva rispettato i suoi spazi. E questo per Hermione era molto importnate, anche se dentro di lei si era convinta che a lui semplicemente non importasse.
-D'accordo.
-Nel senso che è un sì? Dannazione Granger, sei così maledettamente complicata anche se devi dire sì o no!- sbottò il ragazzo, ansioso. Dalla risposta della mezzosangue dipendeva la vita di sua madre e, molto probabilmente, anche la sua.
-Sì, Malfoy, è un sì.
Sì, verrò a cena con te.
Sì, ti consegnerò ai mangiamorte.
·Spazio Autrice·
Eccoci qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto.. sto cercando di aggiornare spesso perchè mi rendo conto che siamo all'inizio e dobbiamo ambientarci per bene all'interno della storia. Certo, ci sono molti misteri per il momento, ma ogni cosa a suo tempo!
Attenzione, piccolo avviso sul narratore a seguire. Lo scrivo qui perchè l'avete supposto in molte: il narratore misterioso non è Narcissa Malfoy. Ma tranquilli, sono certa che lo indovinerete! Per ora vi consiglio di non suffermarvici troppo, alla fine questa è una dramione e bisgona che godiate dei momenti più romantici senza scervellarvi troppo. Vedrete che nel corso della storia, come un'illuminazione, ci arriverete sicuramente tutte!
Ancora grazie (lo ripeto ogni volta ma per me è davvero importante) per i commenti e le stelline, siete gentilissimi e, soprattutto, geniali! Alcune supposizioni sul narratore mi hanno davvero fatta rosicare per non averci pensato! Davvero molto originali e ben pensate!
Grazie anche ai lettori silenziosi, in quattro capitoli siamo già a 1K visualizzazioni e quasi 200 stelline. Non è un gran traguardo, me ne rendo conto, ma resto speranzosa.
Grazie a tutti, ancora una volta.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro