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La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista.
(Bernardo Bertolucci)
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<<Non preoccuparti tesoro, ci vediamo quando torni. Buona lezione!>>
Mentire a Nonna Rose sul perché avesse dovuto restare due ore in più a scuola, fece sentire Aly davvero troppo in colpa. Le aveva detto che avrebbe dovuto assistere ad una lezione supplementare di matematica, in quanto il programma era molto intenso e lei, su alcuni argomenti, era troppo impreparata rispetto ai suoi compagni.
Tutte bugie. O meglio, lo erano in parte. In effetti, il programma di algebra e geometria che avrebbe dovuto seguire quell'anno, era ad un livello superiore rispetto a dove si era fermata alla fine del quarto anno, ma lei non avrebbe frequentato nessuna lezione supplementare. Si sarebbe dovuta arrangiare da sola, recuperando tutto il necessario.
Una volta riattaccato, si sedette sul muretto che contornava il viale d'entrata nell'edificio ed estrasse la mappa della scuola per scoprire dove fosse situata la palestra. Una volta focalizzato il punto sulla carta - cioè dalla parte opposta da dove era lei, vicino al laboratorio di chimica -, si rimise in piedi e si diresse verso la sua meta.
Lo spazio dedicato allo sport e all'educazione fisica era, come la scuola stessa, piuttosto grande.
Alcuni studenti, insieme ad altri professori, tra cui la Balenottera Azzurra, erano già al lavoro per affiggere festoni e palloncini sulle tribune.
<<Ciao, tu sei..?>>
Alle sue spalle giunse una voce femminile molto delicata, con uno strano accento straniero.
Quando si voltò, vide davanti a sé una ragazza dai lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo identica alla sua e due occhi a mandorla che, sorridenti, la fissavano in attesa di una risposta.
<<Ciao, sono Allison Roberts, meglio Aly. Sono qui per aiutare>> disse quindi la ragazza.
<<Io mi chiamo Lynn>>
L'altra le porse la mano che prontamente lei strinse.
<<Vieni pure, puoi iniziare a preparare i cartelloni da mettere all'entrata la sera della festa>> disse Lynn facendo cenno di seguirla.
Una volta datele tutte le istruzioni su come cominciare e cosa scrivere, Allison prese uno dei grandi fogli colorati -lo scelse azzurro, il suo colore preferito - che la ragazza orientale le aveva consigliato.
Proprio mentre stava per terminare la prima scritta, cioè "Welcome to Monterey High School Party", sentì una presenza accanto a lei.
Non voltò nemmeno lo sguardo per capire chi fosse. La figura sconosciuta si abbassò alla sua altezza, siccome era in ginocchio, e con la coda dell'occhio poté notare la stessa maglietta nera con logo rosso al centro che apparteneva a colui che, quella stessa mattina, l'aveva costretta a restare a scuola due ore in più.
<<Non si legge niente se colori con l'arancione su un foglio azzurro, e per di più sono colori che insieme fanno proprio schifo>> borbottò Miles, alzando il sopracciglio alla vista di quello strano abbinamento.
Aly smise di colorare la parola "High" e si voltò nella sua direzione.
<<Scusami, non mi pare di aver chiesto il tuo parere>> disse acida.
Non se ne era nemmeno accorta, ma i loro visi erano davvero molto vicini, tanto che poté notare chiaramente la minuscola cicatrice che egli aveva sulla guancia destra.
Per un attimo, si chiese come avesse fatto a procurarsela, se con un taglio o un semplice graffio, ma poi si rese conto che non le interessava minimamente.
Gli occhi del ragazzo si spostarono dai suoi alla sue labbra, e poté scommettere che un piccolo sorriso gli si dipinse sul volto.
<<Volevo solo impedirti di fare una schifezza, ma se ti piace così... prego, continua pure>> replicò.
Ma chi lo aveva interpellato? Qualcuno gli aveva chiesto qualcosa? Risposta: no!
<<Senti, hai fatto fin troppo facendomi mettere in detenzione già il primo giorno di scuola. Ti dispiacerebbe stare alla larga da me ora?>> domandò Aly continuando a colorare di arancione la sua scritta.
Per tutta risposta Miles si avvicinò ancora di più a lei, e la giovane sentì un brivido percorrerle la spina dorsale quando le labbra del ragazzo sfiorarono il suo orecchio.
<<Sai, carina, questo tuo carattere da stronza inizia a piacermi>> sussurrò. Il suo fiato caldo la scosse, tanto che per poco non le cedettero le ginocchia. <<Ma non dovresti usarlo con me>>
Detto ciò, si alzò in piedi, dirigendosi verso un gruppo di studenti intenti a ritagliare e ad affiggere alcuni degli striscioni già pronti per la festa in arrivo.
<<Senti, razza di idiota!>> lo richiamò lei assolutamente convinta di non voler lasciare cadere così la conversazione.
Miles arrestò i suoi passi e si voltò, seguito a ruota da tutti gli altri presenti.
Aveva forse urlato troppo?
Con i pugni stretti e le unghie che le perforavano la carne, si avvicinò a lui con decisione.
<<Rivolgiti ancora a me in questo modo e...>>
<<Cosa fai? Mi tiri uno schiaffo?>> rise lui. <<Ti ho solo detto che quei due colori stavano male insieme. Era un consiglio, ma se sei convinta di ciò che fai, allora prego. Dovresti imparare a non essere così acida con le persone che ti rivolgono la parola>> disse il moro di fronte a lei, lo sguardo serio ma anche enigmatico.
Era davvero così antipatica? Davvero rispondeva sempre male a tutti? Forse non se ne rendeva conto.
<<Beh, okay forse hai ragione a dire che sono acida, ma ho i miei motivi. In ogni caso, se ti dà fastidio il mio carattere, non rivolgermi più la parola>>
Detto ciò, girò su sé stessa e tornò al suo cartellone azzurro a scritte arancioni.
**
Uscì da scuola quasi all'imbrunire, tant'è che non si sentì proprio a suo agio nel percorrere le stradine deserte che l'avrebbero ricondotta a casa. Non conosceva ancora bene Monterey, ma cercò comunque di camminare in vie illuminate e con negozi ancora aperti per infondersi un po' più di sicurezza.
Non era una tipa paurosa, anzi tutto il contrario, ma la solitudine, anche se molto spesso lo aveva negato, la spaventava parecchio.
All'improvviso, lo squillo del suo cellulare nella tasca dei pantaloni la fece sobbalzare.
Aveva un nuovo messaggio, da parte di Jayden. Si erano scambiati i numeri durante il pranzo in mensa e la cosa non le dispiaceva affatto. Parlando avevano scoperto di avere tante cosa in comune, come la passione per il cinema, la fotografia e il mare.
Una volta sbloccato lo schermo, ne lesse il contenuto.
"Ehi novellina, come è andata la detenzione con Bailey?
Jay."
Digitò una risposta velocemente ed inviò.
"Solito rompipalle, addirittura ha osato dirmi che i colori che stavo usando facevano schifo insieme. Pff, tu che fai?"
Era finalmente arrivata a casa. Aveva i piedi e la schiena a pezzi, in più aveva una fame da lupi. Il suo pranzo era finito per terra a causa di un coglione patentato e, di conseguenza, non aveva potuto mangiare più niente fino a quell'ora.
<<Eccola qua, la nostra studentessa!>> esclamò Nonna Rose vedendola varcare la soglia di casa. <<Come è andato il primo giorno?>>
<<È andato bene. Mi sono già fatta un amico, ma ho la schiena a pezzi, penso andrò a riposare un po' fino all'ora di cena, se per te va bene>> disse guardando la vecchina seduta in poltrona con i ferri in mano e un gomitolo di cotone sulle ginocchia.
Era adorabile. La classica nonnina dei film e dei cartoni animati.
<<Ma certo Aly, vai pure. Appena sarà pronta la cena ti chiamo>>
Fece per salire le scale, ma poi si fermò.
<<Il nonno dov'è?>> chiese curiosa.
<<È in spiaggia. Stamattina ha trovato una conchiglia molto particolare vicino al molo e voleva vedere se riusciva a trovarne altre. Ogni tanto gli vengono in mente certe cose...>> rise la donna, continuando a sferruzzare.
Una volta in camera, la ragazza si gettò sul letto ed estrasse nuovamente il cellulare dalla tasca dei jeans per leggere la risposta di Jayden.
"Aspetto la cena mentre guardo i Simpson con mia sorella. Comunque lascia stare Bailey, è solo un coglione. Ti va se più tardi andiamo sulla spiaggia? C'è il mercatino con oggetti provenienti da tutto il mondo vicino al faro"
Wow, oggetti da tutto il mondo? Era a dir poco entusiasta, e non vedeva l'ora di scoprire quali meraviglie il mercatino poteva offrire. In fin dei conti viaggiare le piaceva, ma non se si trattava di traslochi. Le piaceva volare in aereo, vedere posti e persone nuove e culture diverse dalla sua. Era stata in Kenya, in Argentina perfino in Italia e avrebbe tanto voluto proseguire quel sogno visitando tutto il mondo.
"Alla grande. Ci vediamo al faro alle 22.00!"
Poi, una volta risposto, si distese sul letto e poco dopo si addormentò.
Al suo risveglio, quando sentì la voce di Nonna Rose chiamarla dal fondo delle scale, trovò sul cellulare due chiamate perse ed un messaggio, tutti di sua madre. Le chiedeva come era andata la scuola e, anche quella volta, omise i dettagli spiacevoli.
A cena parlò coi nonni del più e del meno. Chiese loro quali luoghi avrebbe potuto visitare lì, e la loro risposta, all'unisono, fu: sicuramente l'acquario!
Non poteva crederci, tutto ciò che amava di più era proprio attorno a lei. L'oceano a due passi e un'acquario nel centro città. Decise che avrebbe proposto a Jayden di andare con lei nel week-end e sperava con tutto il cuore che lui volesse accompagnarla.
Nota: questa storia partecipa al concorso Plump Words di SentencesPower
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